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martedì 25 giugno 2013

altri indizi sulla penuria di oro fisico


Domenica scorsa la Banca dei Regolamenti Internazionali (BIS) ha pbblicato la sua relazione annuale, nella quale si conferma che le banche centrali restano le più grandi partecipanti al mercato dell'oro. La loro attività in tale mercato è accuratamente trascurata dai principali mezzi di informazione finanziaria, che cercano ogni giorno di elaborare razionalizzazioni per le oscillazioni del prezzo dell'oro, senza mai avvicinarsi troppo a ciò che sta realmente accadendo.

Per quanto riguarda l'oro, a mio avviso la novità più eclatante nella relazione annuale della BRI è l'aumento del livello di swap sull'oro di 49 tonnellate, da 355 tonnellate a 404 tonnellate.
I primi BRI swap su oro sono stati segnalati nel 2009/10, quando la banca ha scambiato 346 tonnellate di oro, pare provenienti dal  Portogallo.

Nel 2012-13 la quantità di oro non allocato depositato presso la BRI dalle banche centrali è diminuita di circa 55 tonnellate, mentre la BRI ha ridotto le sue riserve di oro di 6 tonnellate soltanto, colmando la differenza con un aumento degli swap con terze parti che rimangono ignote.

Questo comportamento è del tutto coerente con l'ipotesi che ci sia una carenza di oro in forma fisica presso i maggiori depositi mondiali.

Nel caso di swap su oro, la BRI è vincolata a restituire lingotti di oro specifici, obbligo che non hanno le sue controparti nello swap, le quali possono utilizzare oro non allocato.
Rimane quindi l'enigma del perché la BRI sta assumendo un maggior grado di rischio rispetto al suo creditori di oro nei contratti di swap.
Forse perché c'è una carenza di oro disponibile?
 

   Robert Lambourne

articolo completo su: www.gata.org

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