metalli preziosi per proteggersi dal crollo del castello di carte

i metalli preziosi sono il miglior investimento per proteggersi dal crollo del castello di carte

mercoledì 31 luglio 2013

un altro scandalo dalle banche centrali


Dal Times di oggi:
"La Bank of England aiutò i nazisti a riciclare l'oro saccheggiato in Cecoslovacchia nel 1938"

La Banca d'Inghilterra ha giocato un ruolo fondamentale in uno dei più oscuri episodi della storia delle banche centrali, favorendo la vendita di oro rubato dai nazisti dopo la loro invasione della Cecoslovacchia nel 1938.
Secondo una storia inedita finora sulle attività della BoE in e sulla Seconda Guerra Mondiale, la banca centrale del Regno Unito ha venduto per conto della Reichsbank (banca centrale tedesca di allora)  l'oro che era stato sottratto alla banca centrale di Praga, dopo che il governo britannico aveva congelato tutti i beni Repubblica in seguito all'invasione nazista.

L'episodio finora ha pesato sulla reputazione della BRI mentre il ruolo della Banca d'Inghilterra nella vicenda finora era rimasto nacosto.



fonte: thetimes.co.uk




la valuta più sicura



Esiste qualcosa come una moneta "sicura" a corso forzoso ?

Diamo un'occhiata ai numeri per alcune analisi sui dati.
Ricordate, la valuta di una nazione è emessa dalla banca centrale e una banca centrale è strutturato come qualsiasi altra banca, ha attività e passività.

Dal lato delle attività del bilancio sono cose come i titoli di stato e oro.
Nelle passività di una banca centrale includono le forniture di moneta nazionaletecnicamente conosciute come "note" o "banconote" della
banca centrale.

Quegli Euro o dollari USA o sterline inglesi che avete nel vostro portafoglio sono "note" emesse da una banca centrale, vale a dire passività.


Proprio come tutte le altre banche, banche centrali detengono portafoglio sano di beni di alta qualità. Queste attività dovrebbero superare le passività con un margine consistente.Questo margine è noto come coefficiente di capitalizzazione di una banca, e rappresenta il margine di sicurezza di una banca in caso di crisi.Di conseguenza, le valute più "sicure" sono quelle emessi da banche centrali ben capitalizzate. 

Una banca centrali che dovesse trovarsi in difficoltà ha la possibilità di richiedere un piano di salvataggio al governo (cioè ai contribuenti).
I
governi fortemente indebitati, tuttavia,  non avranno la possibilità di fare questo. 

Il dollaro USA, quindi, deve essere eliminato dall'elenco delle valute "sicure". Perché? Perché il coefficiente patrimoniale della Federal Reserve è un misero 1,53%.  Dal momento che il debito del governo degli Stati Uniti è quasi 17 mila miliardi dollari, non c'è alcuna possibilità che lo Zio Sam possa salvare la Federal Reseve.

Seguendo lo stesso ragionamento dobbiamo eliminare anche l'euro, la sterlina inglese e lo yen. 

Quale è allora la valuta più sicura? Guardando i numeri, la risposta è semplice: la corona norvegese.
La banca centrale della Norvegia, che emette le corone, ha un coefficiente patrimoniale del 23,3%, uno dei più elevati di qualsiasi banca centrale al mondo.
Il governo norvegese, inoltre, ha debito netto pari a zero, vale a dire
le attività finanziarie complessive superano di gran lunga il debito. La Norvegia non fa parte di qualche organismo sovranazionale come l'Unione Europea, il che significa che non può essere contaminata dal passivo di qualche altra nazione (così come vediamo per esempio il Lussemburgo, coinvolto con una quota del piano di salvataggio della Grecia ...).

Infine, la corona norvegese non è ancorata a qualsiasi altra valuta, quindi non può essere trascinata verso il basso da una nave che affonda.
In un sistema globale di valute di carta  controllato da una élite bancaria minuscola, la corona norvegese è veramente a basso rischio.

lunedì 29 luglio 2013

47,5 %

Il costo del salvataggio di tipo "bail-in" delle banche di Cipro sembra dovrà costare il 47,5%.
Tenete a mente che la perdita è dovuta alle banche titolari del debito della Grecia, cosa che la UE aveva promesso non sarebbe mai accaduta.
L'intero sistema bancario europeo è a rischio tremendo. A parte la questione del trading proprietario svolto dalla banche, che sta diventando una questione scottante come a New York, qui abbiamo anche il problema che le banche tengono come riserve obbligazioni sovrane dei paesi membri, facendo finta che siano tutte con rating AAA.
Quindi qui abbiamo l'architettura dell'Euro, un progetto difettoso dalla nascita, che sta minando il sistema bancario con enormi rischi sistemici per la finanza in generale. Anche la Svizzera è a rischio, perché la loro banca centrale ha comperato tonnellate di euro per cercare di mantenere il franco svizzero ancorato a una nave che affonda. La Svizzera rimane intrappolato nel caos della UE anche perché il tentativo di emettere nuovi Eurobond dopo le elezioni tedesche è destinato a fallire. Per salvare l'Europa saranno costretti a redimere TUTTO il debito residuo in euro di tutti gli stati sovrani membri dell'Unione.


     Martin Armstrong

articolo completo su: armstrongeconomics.com

vari motivi per comperare adesso oro e argento




Ultima intervista all'analista Peter Schiff.


sabato 27 luglio 2013

azionario sull'orlo di un crash ?


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Deutsche Bank ha pubblicato ieri questo report che calcola quanti soldi veri hanno gli investitori sul mercato azionario americano, cioè sottrae la leva, quello che la gente prende a prestito dal broker, il "margin debt"(in USA per ogni mille dollari nel conto poi comprare 4mila dollari di azioni) dal saldo del conto.
Lo cita oggi Mosler nel suo nuovo sito, Deutsche Bank dice che l'indebitamento, la leva oggi in borsa è in % al massimo della storia.

Nel grafico si può notare come una situazione simile si era verificata nel 2000 e nel 2008, poco prima delle forti discese delle quotazioni dei titoli azionari.



articolo completo su: cobraf.com

venerdì 26 luglio 2013

più monete di argento

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Il grafico mostra l'andamento del rapporto tra le vendite si Silver Eagles e quelle di Gold Eagle, entrambe coniate dalla zecca degli Stati Uniti.
Le popolari "Eagles" rappresentano un buon barometro del mercato di oro e argento al dettaglio.
Nei primi tre mesi di quest'anno, gli investitori hanno acquistato aquile d'argento con un rapporto medio di 48  per ogni aquila d'oro. Dopo il grosso crollo delle quotazioni dei metalli preziosi del 12 aprile, invece, gli investitori hanno acquistato una grande quantità di aquile d'oro, in termini percentuali, approfittando di prezzi scesi di 200 dollari in due giorni.

In questo mese di luglio, tuttavi,  sta avvenendo qualcosa di sorprendente. Gli investitori hanno iniziato ad acquistare le aquile d'argento al rapporto di 95-1 rispetto alle aquile d'oro.
Questa nuova tendenza è molto interessante. Se prendiamo la media dei prezzi di oro e argento per il mese di luglio e lo moltiplichiamo per le vendite di ciascuno, troviamo che gli investitori hanno acquistato circa 46,6 milioni dollari di aquile d'oro e ben 68 milioni di dollari di aquile d'argento.
In termini di controvalore in dollari, gli investitori stanno attualmente comprando, quasi il 50% in più nel aquile d'argento che in aquile d'oro.

Le vendite di Silver Eagle vendite per i primi sette mesi di quest'anno, inotre, hanno registrato uno sbalorditivo 45% in più rispetto al  2012, stabilendo nuovi record di tutti i tempi.

Se esaminiamo i dati degli ultimi sei anni, possiamo notare una tendenza molto interessante. Nel 2007 c'erano 139 dollari investiti in oro per ogni dollaro investito in argento; nel 2012 questo rapporto è diminuito in modo significativo dino a soli 30 dollari di oro per ogni dollaro in argento.

Attualmente stiamo assistendo ad una corsa agli acquisi di oro fisico. Sembra che questo venga prosciugato dai forzieri del fondo ETF GLD per contribuire a soddisfare l'insaziabile domanda degli investitori, soprattutto asiatici.
Prima o poi le disponibilità di oro fisico si prosciugheranno, costringendo grandi e piccoli investitori di acquistare il prossimo metallo migliore prezioso ... cioé l'argento. 

Poiché il prezzo dell'argento è attualmente 65 volte meno dell'oro, qualsiasi quantità considerevole di capitali che verranno investiti in questo metallo spingerà il suo valore significativamente più in alto in termini percentuali rispetto all'oro.
 


articolo completo su: srsroccoreport.com

giovedì 25 luglio 2013

la solita discesa il giorno delle scadenze


Oggi scadono i contratti di agosto per le opzioni su oro e argento alla borsa del Comex.
Come al solito i prezzi vengono fatti scendere, per scoraggiare le richieste di metallo fisico da chi deve chiudere i contratti.
Il prossimo giorno di scadenza sarà il 27 agosto, per i contratti di settembre.

Salvo notizie particolari, domani o lunedì i prezzi dovrebbero riprendere la tendenza rialzista degli ultimi giorni, soprattutto se le quotazioni riescono a mantenersi sopra i 1300 dollari per oncia.



in India un freno agli acquisti di oro


Una nuova norma obbliga le banche indiane a mettere da parte il 20% di tutto l'oro fisico importato. 
Le banche indiane possono importare oro supplementare solo dopo che hanno esportato almeno il 75% di tali riserve. 
Questa manovra è un tentativo di ridurre il disavanzo delle partite correnti in India, che si è deteriorato in seguito ai massicci acquisti di oro fisico da parte dei cittadini indiani, avvenuto negli ultimi mesi nonostante il forte deprezzamento della rupia.

fonte: mining.com

uscita dall'euro

Hans-Werner Sinn

Oggi uno dei principali consiglieri economici della Merkel, il tremendo prof Hans-Werner Sinn, appena dopo che sono usciti questi dati industriali mensili per l'Eurozona stamattina migliori del previsto, è apparso sul Financial Times con un editoriale stasera dedicato a spiegare che la Grecia e altri paesi possono ora uscire dall'Euro e che è meglio che escano rispetto agli Eurobonds o altre forme di sostegno e che per i paesi in difficoltà CHE NON ESCANO DALL'EURO UNA RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO E' NECESSARIA (qui parla dell'Italia...).

"...Greece would benefit from orderly exit followed by devaluation. Exit should be accompanied by haircuts that convert debt into national currencies and an option to re-enter at a later date would strengthen the country’s zest for reform. A common debt moratorium for overly indebted countries not exiting the euro may also be needed....

Come mai ora getta la maschera ? Perchè ormai mancano solo poche settimane all'elezione della Merkel (se leggi i commenti all'articolo ...)

Scrive che l'Euro è come il vecchio sistema di Bretton Woods e che si può anche uscirne e poi eventualmente tornarci, ma il succo se guardi i commenti che sul sito del Financial Times sono sempre acuti è: "hanno solo aspettato che finalmente arrivasse l'elezione per la Merkel, (a settembre) e poi faranno uscire finalmente dall'euro la Grecia e forse anche il Portogallo ..."

Il prof Hans-Werner Sinn, incoraggiato dal dato di oggi e dato che ormai manca poco all'elezione è finalmente molto chiaro, l'austerità è necessaria e deve continuare, ma alcuni paesi possono uscire dall'Euro. Hanno solo aspettato che la Merkel venga eletta di nuovo a settembre e ora che mancano poche settimane cominciano a mettere le mani avanti.


    G.Z.

fonte: cobraf.com 

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Sono ancora validi gli avvertimenti lanciati da quest'altra fonte, sempre tedesca?

rapporto del Bertelsmann-Stiftung sull' Italia 

Il Bertelsmann Stiftung, eminente think tank tedesco, ha pubblicato un interessnate rapporto relativamente ai supposti effetti legati ad un’uscita selettiva dall’euro. Il documento si intitola “Economic impact of Southern European member states exiting the eurozone”1, del giugno 2012. Secondo l’autore, tale documento non ha avuto l’eco che meritava, soprattutto in relazione ai contenuti espressi, che si ritiene molto “forzati” per quanto riguarda il coinvolgimento dell’Italia, oltre che per le conseguenze di una interpretazione acritica  dei risultati proposti. Tale documento va letto congiuntamente con il più conosciuto “twin paper” della stessa fonte del Gennaio 2013, in cui si dà conto di come il vantaggio competitivo accumulato dalla Germania negli ultimi 12/13 anni sia ascrivibile in buona parte – sebbene non completamente – all’adozione della moneta unica (“How Germany Benefits from the Euro in Economic Terms”).

In buona sostanza, sembra emergere da un lato una chiara convenienza tedesca alla presenza dell’euro come moneta regionale unica e comune, con indubbi vantaggi accumulati dalla Germania. Dall’altra viene fatta una valutazione sui costi associati all’uscita dall’Euro – vari scenari – con dettaglio di costo a livello dei principali Paesi mondiali.
La cosa che stupisce sembra essere che l’uscita dei paesi periferici dall’Euro inclusa l’Italia determinerebbe quasi un collasso dell’economia globale, con un danno non solo della Germania ma anche degli Stati Uniti, Giappone, mercati emergenti etc. nell’ordine di svariate migliaia di miliardi di EUR (trillions, più di 17, vedasi oltre…)









mercoledì 24 luglio 2013

due giorni di solido recupero

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Nel grafico, in dollari per oncia, risulta evidente la ripresa delle quotazioni dell'oro negli ultimi due giorni. 
Dal punto di vista tecnico, dopo aver superato con facilità la resistenza posta a 1290 dollari per oncia, la risalita dei prezzi incontrerà una forte resistenza al livello di 1450 dollari.

Come è visibile nel grafico sotto, le quotazioni sono tornate al livello dei minimi dell'aprile scorso e si aprrestano a perforare al rialzo la media mobile a 50 giorni:


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dove si trova l'oro dello stato italiano ?

Nel 1990 le Banche Centrali hanno iniziato attivamente a fornire oro in leasing. Secondo l'analista Valentin Katasonov: “queste operazioni sono state tenute nascoste al pubblico, ai legislatori e ai governi". Uno degli obiettivi principali di queste pratiche segrete era abbassare il prezzo dell'oro, che indirettamente continuava a rivaleggiare con il dollaro USA. A quel tempo, l'oligarchia finanziaria aveva bisogno di un dollaro forte per attività di buy-up in tutto il mondo”. Molti analisti rivelarono i piani segreti della finanza globale, che aveva asservito la maggior parte delle Banche Centrali di tutto il mondo ai propri interessi. 
Venne quindi istituito il GATA (Gold Anti-Trust Action) con l'obiettivo di scoprire le operazioni segrete del «cartello dell'oro», un'associazione di fatto costituita da : Federal Reserve Bank, Banca d'Inghilterra, banche di Wall Street (in primo luogo Goldman Sachs), e una serie di altre banche e società finanziarie, anche europee, tra cui la Bundesbank e la Banca Nazionale Svizzera. Nel “cartello” figuravano anche le aziende di estrazione dell'oro. Una di loro, la Gold Fields Mineral Services (GFMS), ha riconosciuto che all'inizio del 21 ° secolo “quasi 5.000 tonnellate di oro, elencate nei bilanci delle banche centrali, si trova fuori dai caveau” .
Secondo James Turk, analista finanziario autore di “The collapse of dollar” : “se si studiano le statistiche doganali di Gran Bretagna e Stati Uniti si può concludere che solo in questi due paesi, la fuoriuscita segreta di oro dalle riserve ufficiali, tra il 1991 e il 2002, ammonta a 7.287 tonnellate” .

Le stime di Frank Veneroso, che ha pubblicato un rapporto eccezionale sul mercato dell'oro dal titolo «Il 1998 Gold Book Annual», sono ancora più drammatiche. Nel suo rapporto, Veneroso giunge alla conclusione “che la vendita di oro da parte delle Banche Centrali (4.000 tonnellate annue ) ha artificialmente soppresso il volume totale della domanda di oro (circa 1.600 tonnellate l'anno).” Secondo i calcoli di Veneroso “invece di 33.000 tonnellate le Banche Centrali avevano ufficialmente nel 1998, solo 18.000 tonnellate”. Al di fuori delle Banche Centrali, circolavano dunque 15.000 tonnellate di oro consegnate a organizzazioni esterne per mezzo di operazioni di aste, leasing e credito. In linea di principio, le stime di Veneroso non contraddicono quelle di James Turk. Sono più grandi, in quanto tengono conto non solo della rimozione di oro ufficiale da Gran Bretagna e Stati Uniti, ma anche della maggior parte delle altre principali Banche Centrali.

(...)
Pochissime Banche Centrali chiariscono, nelle loro relazioni, esattamente qual è la percentuale delle loro riserve auree ufficiali memorizzate come metallo fisico e quale percentuale invece è stato ceduto in prestito o scambiato, e così via. Sarebbe difficile sostenere la reputazione di una Banca Centrale, se ammettese di aver affittato le proprie riserve d'oro ad una bullion bank intermediaria che lo rivendeva, per esempio alla Cina o alla Russia, anche negli anni della Guerra Fredda.

Tuttavia, le cifre fanno supporre, ancora secondo l'analista Valentin Katasonov “che questo è esattamente ciò che è accaduto. E' più che probabile che l'Oro delle Banche Centrali sia scomparso e che le bullion bank che l'hanno venduto non hanno alcuna reale possibilità di ricomprarlo”. Il traffico di oro da parte delle banche centrali continua

L'ipotesi è sostenuta anche da Erik Sprott, miliardario e noto investitore con 35 anni di esperienza nei mercati finanziari, nonché grande conoscitore dei meandri del commercio dell'oro. Sprott ritiene “che i dati ufficiali non tengono pienamente conto della domanda effettiva di oro sul mercato mondiale (stimata dal World Gold Council tra 4.000 e 4.500 tonnellate all'anno)”. Secondo i suoi calcoli “la domanda effettiva sarebbe stata superiore di 2.300 tonnellate negli ultimi dieci anni e l'offerta ufficiale, attraverso nuove operazioni di estrazione e di rottami d'oro, non sarebbe sufficiente a soddisfare la domanda d'oro reale del mondo”.
Esisterebbe pertanto una fonte segreta di oro che copre un fabbisogno non contabilizzato di circa 2.300 tonnellate l'anno. Ancora secondo Sprott :” i volumi di oro offerti ufficialmente sul mercato dai Forzieri delle Banche Centrali non sono sufficienti.” Dall'inizio del 21esimo secolo, forniture supplementari sono state dunque fornite in segreto dalle Banche Centrali Custodi e dal Fondo Monetario Internazionale.

Se l'affermazione di Sprott è corretta le riserve auree delle banche centrali dei paesi economicamente sviluppati sono stati disponibili per soddisfare la domanda aggiuntiva non contabilizzata. Quindi, già da un paio d'anni, i caveau delle banche centrali di quei paesi sarebbero molto meno pieni di quanto affermano. Inoltre, vale la pena ricordare che questi forzieri erano già mezzi vuoti nel '98, secondo le stime di Veneroso “Già nel 1998, quasi la metà delle riserve auree ufficiali di tutte le banche centrali erano fuori dai caveau”
In questa ipotesi non solo alcuni Banchieri Centrali avrebbero ceduto il “proprio oro”, ma anche quello che custodivano per conto di altre nazioni . Ricordiamo che le Banche Centrali di alcuni paesi non solo utilizzano i loro depositi per elencare l'oro nei loro bilanci, ma anche oro appartenente a paesi stranieri che per motivi “politici” sono stati invitati ad affidarglielo. Come ad esempio l'Italia che ha, in passato, affidato un terzo delle proprie riserve alla FED per metterlo al riparo dalla minaccia comunista.
In connessione con la richiesta inevasa della Germania per rimpatriare il suo oro, si scopre dunque che del totale tedesco, pari a circa 3.400 tonnellate, più di due terzi, 1.536 tonnellate, si trova nelle casse della Federal Reserve Bank di New York ; 374 tonnellate sono nei sotterranei della Banca di Francia e 450 tonnellate nel caveau della Banca d'Inghilterra. Ma quei lingotti ci stanno ancora o sono stati tramutati in altro ?

Vediamo la questione dall'osservatorio di quei paesi che giocano il ruolo di magazzinieri. I grandi custodi dell'oro del mondo sono : Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Svizzera detti anche “the Golden Billion Group”. Inoltre, in Svizzera , il ruolo di custode non è solo giocato dalla Banca Nazionale, dal momento che la Svizzera è anche la sede della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI).
Secondo dati rilasciati a ottobre del 2012 : l'oro di proprietà Usa ammonterebbe a 8.133 tonnellate e quello custodito in Usa a 6.200 tonnellate; mentre l'oro di proprietà inglese ammonterebbe a sole 310 tonnellate, una quantità irrisoria rispetto a quello custodito in UK che sarebbe pari a 5.067. tonnellate
Nei sotterranei della Federal Reserve Bank di New York e della Banca d'Inghilterra dovrebbero esserci dunque più di 11.000 tonnellate di oro estero. Da notare che solo in Gran Bretagna la quantità di oro estero è 16 volte superiore a quella di oro britannico. Mentre negli Stati Uniti, l'oro straniero costituisce solo il 76% delle riserve Usa.
La Banca d'Inghilterra “custodisce” l'oro dei vari paesi del Commonwealth (Australia, Canada, India, ecc.) e oggi svolge un ruolo importante anche per i paesi dell'Europa continentale. L'Austria, per esempio, le ha affidato l'80% delle sue riserve auree, l'Olanda il 18% e la Germania 13%. Ci sono anche “clienti” di altri paesi. La Banca Centrale del Messico, per esempio, affida agli inglesi il 95 per cento del suo oro.

Oggi però l'intero castello traballa a causa di alcune impreviste accelerazioni della Storia
1) Secondo una recente ricerca dell'OMFIF - Official Monetary and Financial Institutions Forum, “la domanda di oro crescerà sospinta dal bisogno di creare un nuovo sistema di riserva multimonetaria, in cui la valuta cinese tenterà di giocare un ruolo importante, tale da equilibrare l'instabilità del dollaro e dell'euro” .
2) La domanda cinese di oro è dunque in rapida ascesa. Il tasso di crescita delle importazioni di oro in Cina è senza precedenti. L'importazione di oro, attraverso Hong Kong, è stata pari a 45 tonnellate nel 2009, a 431 tonnellate nel 2011 e nel 2012 ha superato 834 tonnellate. La Cina intende continuare i propri acquisti sui mercati mondiali per soddisfare le crescenti esigenze del settore orafo, la crescente domanda di investimenti e per costituire una propria riserva aurea statale.
3) Dopo la prima ondata della crisi finanziaria un certo numero di Banche Centrali ha iniziato attivamente a comprare oro sul mercato mondiale.
4) All'inizio del 2013 il processo è stato definito la “febbre gialla”. La corsa all'oro è il segnale che misura la paura. Un gesto che accomuna piccoli risparmiatori, bottegai improvvisati che esibiscono grandi cartelli “Compro Oro” e Autorità monetarie. L'Oro ridiventa un rifugio.
5) Nei primi 11 mesi del 2012 le Banche Centrali di diversi paesi emergenti hanno messo in cassaforte 350 tonnellate d'oro (dato World Gold Council) . Al primo posto tra i compratori la Turchia con quasi 80 tonnellate, dietro la Russia con 55 tonnellate che vanno ad aumentare una riserva già ben nutrita di 900 tonnellate, al terzo posto le Filippine con 35 tonnellate seguite di un soffio dal Brasile. Le sorprese arrivano da Kazakhstan e Iraq che si piazzano al quinto e sesto posto con una trentina di tonnellate ognuno . Messico, Corea del Sud, Paraguay e Ukraina chiudono la classifica.
6) E' stata dimezzata la fornitura di oro sotto forma di rottami metallici. In media, nel corso del primo decennio del 21 ° secolo, le dimensioni di questo tipo di alimentazione era pari a 1.700 tonnellate. Oggi è pari a 850 tonnellate.
7) Un certo numero di paesi in tutto il mondo vuole “rimpatriare” le riserve ufficiali di oro dall'estero. Oltre alla Germania , Paesi Bassi, Ecuador e Azerbaigian hanno iniziato i preparativi per il rientro del loro oro. Tutto ciò potrebbe tradursi in un grande panico se , come certe fonti affermano, non c'è più oro nei caveau dei paesi “guardiani” .
 

E in Italia ?
A questo punto sarebbe interessante capire qual'è la situazione in Italia, visto che ufficialmente la nostra nazione possiede una quantità d'oro che ci colloca al Quarto posto nella classifica mondiale, dopo USA, Germania e FMI.
(Tralasciamo in questa sede di affrontare quella parte di dibattito che si interessa al come utilizzare le riserve auree per diminuire il debito pubblico perchè ci si imbatte in una giungla di affermazioni contrapposte nella quale districarsi, senza una vera bussola politica (che non c'è), è impossibile). E cerchiamo qualche dato .
Il valore delle riserve auree italiane sarebbe “Centodieci miliardi di Euro, pari a 2.451 tonnellate di lingotti d'oro, di cui circa un terzo custodite nei sotterranei della Federal Reserve, a New York; ulteriori piccole quote sono vincolate alla nostra partecipazione alla Banca dei Regolamenti Internazionali e alla BCE. La parte residua, cioè poco meno di due terzi, è conservata a Roma , nei sotterranei della Banca d'Italia”.
Questi dati sono forniti a febbraio 2013 da Giorgio Vitangeli , direttore di “La finanza sul web”. Agoravox parlava di 2.697 tonnellate a ottobre 2009. In un delizioso e ossequioso “Passaggio a Nord Ovest, Alberto Angela in visita a Palazzo Koch fornisce, nell'ottobre 2010, un dato estroso “ nel 2005 – ci dice – il valore delle riserve auree ammontava a ben 20 miliardi di euro”. Poi una voce fuori campo fa sapere che 8.000 lingotti pari a 100 tonnellate sono finiti a Francoforte nei caveau della BCE.
Altre fonti “girano” attorno alle 2400 tonnellate.
Cercando i dati si scopre inoltre che il 19.1.2012 , due parlamentari del PDL, Fabio Rampello e Marco Marsilio, inoltrarono a Mario Monti un'interrogazione con risposta scritta nella quale chiedevano (candidi !), di far chiarezza sulle riserve auree italiane. La risposta non c'è mai stata.Allora ho inoltrato via email alla Divisione Stampa e Relazioni esterne di Palazzo Koch una serie di domande : E' vero che : 1) il valore delle riserve auree era pari nel 1999 a 22 MLD di Euro e oggi si avvia a superare i 110 MLD di Euro ? 2) I lingotti d'oro sono 2.451,1 tonnellate e circa un terzo sarebbe custodito dalla Federal Riserve in Usa ? 4) Una quota ( quale ?) sarebbe vincolata alla nostra partecipazione alla Banca dei Regolamenti Internazionali e alla BCE ? 5) Non esiste risposta certa alla domanda  "A Chi appartengono le riserve auree custodite da Banca d'Italia"" ?
(Nel 2009 l'allora Ministro dell'Economia Giulio Tremonti pensò di tassare una tantum le plusvalenze sulle riserve auree. La BCE obiettò e nell'occasione … )
6) Jean Claude Trichet disse " Siamo sicuri che l'oro sia della Banca d'Italia e non del popolo italiano ? (nella stessa occasione) 7) L'ex Governatore Mario Draghi affermò " Le riserve auree appartengono agli italiani e non a via Nazionale"? 8) (Se è vero) Come si devono interpretare queste affermazioni ?  9) E' stata richiesta alla FED la restituzione delle Riserve auree italiane e tale richiesta non ha ottenuto un seguito adeguato ?
Ho ottenuto una sola risposta : “In riferimento alla domanda 1 si informa che al 30.6.2013 il valore delle Riserve Ufficiali in Oro della Banca d'Italia era pari a Euro 71,838 miliardi”. Miracolo ! E dove sono finiti gli altri 30-40 miliardi stimati nei diversi anni dalle varie fonti?  Chissà ? Forse ci vorrebbe, almeno, un'altra interrogazione parlamentare.


articolo completo su: glaucobenigni.blogspot.it  



martedì 23 luglio 2013

il nuovo fondo EuroPac


Ieri, contemporaneamente alla miglior crescita dei prezzi dell'oro in un anno, Euro Pacific ha lanciato un nuovo fondo che permette di investire in azioni delle compagnie minerarie. Questo settore del mercato azionario negli ultimi mesi ha subito perdite pesantissime, molto peggiori di quelle subite dai metalli da loro estratti.
Secondo Peter Schiff, queste azioni costano così poco che, per un azienda estrattiva, diventa più conveniente acquisire a prezzi stracciati le miniere di un concorrente piuttosto che investire nella ricerca di nuovi giacimenti di metallo.

lunedì 22 luglio 2013

oro di nuovo sopra i 1300 dollari


Secondo il rapporto COT pubblicato dalla CFTC, settimana scorsa sono state chiuse quesi l'11% delle posizioni al ribasso sul mercato dell'oro. Questo è il più grande calo settimanale delle posizioni speculative ribassiste nette negli ultimi quattro mesi. Sempre la scorsa settimana, le posizioni al rialzo nei fuures e nelle opzioni sono cresciute di 13.287, con un balzo del 48% che non si vedeva dal novembre 2008
Dopo la solita discesca in occasione del discorso di Bernanke di mercoledì scorso (vedi grafico in alto), l'oro è salito di quasi il 4% toccando 1.320 dollari questa notte. 
Quindi, con la domanda di metallo fisico che in Asia rimane elevata e con il caveau del COMEX sempre più vuoto, è forse questo l'inizio della tanto attesa ricopertura (cioé chiusura) delle posizioni speculative al ribasso? Nel grafico più in basso si nota come sia giù stata recuperata la discesa di fine giugno.


banche centrali occidentali senza oro nei forzieri

Ma il mondo non deve saperlo. Per questo, orchestrata operazione per compromettere domanda.

I banchieri centrali hanno pianificato da tempo il crollo del valore dell'oro, con l'obiettivo di poter poi approfittare dei prezzi di favore e tornare a riempire le proprie casseforti di lingotti.

È la tesi del gestore Eric Sprott, secondo cui i banchieri dell'Occidente sono rimasti senza più lingotti nei forzieri. Siccome il mondo non può e non deve saperlo, hanno orchestrato una maxi operazione per compromettere la domanda.
Ecco come: in un primo momento i broker e le banche commerciali occidentali hanno consigliato ai clienti di vendere oro. Gli stessi istituti hanno ricoperto le loro posizioni "corte" ribassiste sul mercato del COMEX.

Quando l'offerta per l'indice di riferimento sui prezzi del metallo prezioso è salita, le dichiarazioni circa una riduzione della portata delle misure di allentamento monetario da parte dei timonieri degli istituti centrali hanno fatto il resto, facendo calare le quotazioni. Anche l'India con le sue misure fiscali ha contribuito a ridurre la domanda fisica di lingotti.

Come conseguenza, gli speculatori come i fondi hedge hanno aperto una valanga di posizioni short, i mercati dei futures sul metallo hanno accusato il colpo e le scorte di lingotti sono ai minimi assoluti.

Conclusione: è stata orchestrata un'operazione globale con il proposito di aumentare l'offerta e tenere bassi i livelli di domanda. Ma ora le banche centrali non hanno più munizioni per abbattere ulteriormente il prezzo dell'oro.

Secondo il gestore di Sprott Asset Management, dopo una lunga pausa - i prezzi sono calati nettamente negli ultimi mesi, il mercato rialzista secolare del metallo prezioso, bene rifugio per eccellenza, è destinato a continuare.

Tenuto conto dell'ancora ottima domanda di lingotti e della carenza sul fronte dell'offerta, all'asset manager Sprott pare chiaro che dietro al tracollo momentaneo dell'oro ci sia stato lo zampino delle banche centrali occidentali.
Se il mondo lo scoprisse, osserva il manager con più di 40 anni di esperienza nel campo degli investimenti, sarebbe una catastrofe. Per scongiurare il pericolo, l'unica opzione rimasta ai banchieri e' stata quella di causare un abbattimento della domanda di oro in un lasso di tempo molto breve.

articolo completo su: wallstreetitalia.com

venerdì 19 luglio 2013

l'argento potrebbe apprezzarsi più rapidamente dell'oro



La splendida Daniela Cambone di Kitco News intervista John Browne sulla situazione dell'oro. Secondo Browne, i mass-media scoraggiano la gente dal possedere i metalli preziosi, mentre l'acquisto di oro serve proprio a proteggere la loro ricchezza, anche perché "ultimamente la classe media viene schiacciata in quasi tutte le parti del mondo".
Browne
conferma la continua e ormai abituale manipolazione dei mercati delle materie prime da parte delle banche centrali e afferma che probabilmente i prezzi dell'argento saliranno più velocemente di quelli dell'oro: "la maggior parte delle persone più povere non saranno in grado di permettersi 2000 o 5000 dollari per una sola moneta da un'oncia d'oro, d'altra parte la maggior parte di loro possono permettersi 100 dollari per una moneta d'argento. Anche per questo motivo l'argento potrebbe salire più velocemente delll'oro una volta che arriva la vera crisi".  

Infine, Browne racconta le sue giornate di lavoro nel parlamento britannico a fianco della Lady di ferro, Margaret Thatcher, "grande sostenitrice delle libertà individuali". 

fonte: Kitco News, 18 luglio 2013.

giovedì 18 luglio 2013

le banche centrali europee non vendono oro


Figure2


Il grafico sopra, fornito dal World Gold Council, indica le vendite di oro fisico da parte delle banche centrali delle nazioni eurropee. L'asterisco azzurro indica la quantità massima di oro che teoricamente possono vendere secondo gli accordi “Central Bank Gold Agreements” (CBGA), noti anche come il "Washington Agreement on Gold"

Da notare anche l'ultima dichiarazione scritta il primo luglio scorso dal governatore della BCE, Mario Draghi:   "(...) riguardo se sia politica dell’Unione Europea di non vendere le riserve auree degli Stati Membri vorrei ricordare il pertinente quadro giuridico. L’oro è abitualmente considerato come un asset di riserva straniero. Il possesso e la gestione delle riserve straniere degli Stati Membri è compito del Sistema Europeo delle Banche Centrali (ESCB). Ai sensi dell’Articolo 30 dello Statuto la BCE è stata incaricata della gestione degli asset di riserva stranieri.
Ciò nonostante, non tutti gli asset di riserva stranieri sono trasferiti alla BCE,  alcuni restano infatti sotto il controllo delle rispettive banche centrali nazionali secondo l’Articolo 31 dello Statuto che stabilisce che le transazioni sopra un certo limite sono soggette all’approvazione da parte della BCE così da restare congrue con i tassi di cambio e con le politiche monetarie dell’Unione.
Se, in futuro, altri Stati Membri in una situazione simile a quella cipriota potrebbero essere costrette a vendere le loro riserve auree, si prega di notare che le decisioni prese dalla Banca Centrale di Cipro relative ai propri possedimenti aurei secondo le sopraddette condizioni non hanno rilevanza sulla gestione delle proprie riserve auree da parte di alte banche centrali del Sistema Europeo."

mercoledì 17 luglio 2013

coincidenze o prezzi manovrati ?

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Come si può vedere chiaramente nel grafico sopra (l'area verde indica il valore dei fondi ETF auriferi, la zona gialla il valore dell'oro fisico presso i magazzini del COMEX) , dal giorno in cui la Germania ha chiesto di avere il suo oro fisico riconsegnato alla Bundesbank (linea verticale nera nel grafico), si sono verificati tre fenomeni molto chiari:

     1. Il prezzo dell'oro, che era in tendenza laterale, è precipitato;
     2. l'oro fisico detenuto in deposito presso il COMEX ha iniziato a essere prelevato in quantità sempre maggiori;
     3. la quantità di oro fisico detenuto dagli ETF ha smesso di aumentare e ha iniziato a cadere, velocemente.

Coincidenza? Ho molto dubbi.
Volete sapere cosa penso, gente? Penso che per decenni le banche centrali hanno affittato il loro oro alle "bullion bank" e ora si trovano nella posizione piuttosto precaria di dover recuperare ciò che si suppone di possedere prima che vengano alla luce gli enormi vuoti nei loro magazzini.  

A questo punto, però, questa manipolazione presenta una paio di grossi problemi per chi l'ha architettata ..

Penso che il crollo dei prezzi dell'oro cartaceo sia stato specificamente progettato per "scuotere l'albero" spaventando gli investitori meno convinti. La manovra ha funzionato, ma solo tra i titolari più deboli di quote di fondi  ETF, che tendono ad "affittare" oro piuttosto che possederlo. Le mani più forti, invece, hanno tolto il più rapidamente possibile il loro oro fisico dai magazzini ufficiali della borsa del Comex e delle bullion bank. Diverse banche centrali come quelle di Cina, Russia e di tutto il resto dell'Asia e del Sud America, inoltre, stanno cercando di acquistare e, soprattutto, di prendere in consegna l'oro fisico mentre ciò è ancora possibile.

Perfino i piccoli investitori - particolare in Asia - stanno aggravando i problemi delle banche, sfruttando la debolezza nei mercati elettronici per acquistare a man bassa metallo fisico, che in Asia vine anche chiamato "la ricchezza". 100 once qui, 100 once e ben presto si creeranno grossi problemi per i manipolatori.
 

Chi riesce a darmi una spiegazione sul motivo per cui l'oro fisico sta scomparendo? Dove sta andando e chi sta prendendolo in consegna?

Secondo il mio punto di vista, siamo all'inizio del disfacimento del mercato dell'oro dato in prestito sfruttando l'effetto leva e la riserva frazionaria.

C'è un ultimo sviluppo sconcertante che può essere ricondotto a questo scenario di manipolazione: il tasso GOFO negativo (  post precedente sul GOFO ).

   
Il grado in cui la struttura di fondo del mercato dell'oro fisico è cambiata nel corso degli ultimi mesi deve ancora farsi evidente, ma la prima volta che si verificherà un "evento" per il quale le persone che non dispongono di oro fisico cercheranno di comperarlo e le persone che lo hanno ne vorranno di più, vedremo come le cose sono cambiate.

Il prezzo dell'oro è in calo pesantemente per diversi mesi, ma quando avremo una forte e improvvisa crescita della necessità di possederne, tutti i pezzi di questo puzzle della manipolazione dell'oro andranno ordinatamente in posizione.

Che cosa succede se, quando ciò accadrà, non ci sarà disponibile abbastanza oro fisico per soddisfare le richieste?

 

     Grant Williams

 articolo completo scaricabile da Scribd


martedì 16 luglio 2013

oro e dollaro dal 2000



Il grafico indica l'andamento delle quotazioni dell'oro in dollari per oncia, dall'anno 2000, ricalcolando i valori in base all'espansione della fornitura di moneta.
Dal 2000 la quantità di oro presente in superficie (cioé già estratto e non consumato) è aumentata da circa 126mila tonnellate a 159mila tonnellate di oggi. I dollari in circolazione, invece, sono cresciuti da 2.920 miliardi nel 2000 a 11,3 trilioni oggi. Pertanto, misurato in dollari del 2000, il prezzo dell'oro sarebbe oggi inferiore ai 400 dollari l'oncia invece del prezzo attuale di mercato superiore a 1.200 dollari.  

In termini reali, quindi, negli ultimi 13 anni il valore dell'oro rispetto al dollaro non è cresciuto del 324% ma solo del 39%.

Quasi nessuno prende in considerazione l'inflazione monetaria nella valutazione del prezzo dell'oro in dollari, nonostante la crescente instabilità dei mercati monetari. Questo è un errore che verrà riconosciuto dalla maggior parte degli investitori solo quando i prezzi si adegueranno finalmente al tasso di inflazione monetaria. Per lo stesso motivo, i pochi che comprendono il vero rapporto tra oro e valute "fiat" sapranno cogliere questa grossa opportunità di investimento.


     Alasdair MacLeod

articolo completo su: goldmoney.com  

lunedì 15 luglio 2013

anche Brinks con scorte ridotte al Comex



Brinks accusa una forte riduzione delle scorte d’oro al Comex

Il rialzo dell’oro riscontrato questa settimana non e’ dovuto solo alle parole di Ben Bernanke in relazione al proseguimento delle politiche monetarie accomodanti (ovvero ultraespansive). Una delle cause piu’ rilevanti (sebbene non divulgata in modo sufficiente) e’ il continuo declino delle scorte di metallo giallo al Comex di New York.
Grandi acquirenti di oro fisico a livello internazionale (in particolare compratori asiatici) esigono la consegna di oro fisico alla chiusura dei contratti “futures”. Come conseguenza, le scorte al Comex si stanno prosciugando a ritmi estremamente spediti. Giovedi’ 11 luglio le scorte sono diminuite di un altro 1,5% (vedi tabella sopra).

La società Brinks ha accusato un massiccio calo delle proprie scorte di oro negli ultimi giorni di contrattazione. L’enorme calo da parte di Brinks segue un calo simile accusato precedentemente da JP Morgan.  Le scorte in oro di Brinks al Comex, sono scese da 570 mila once registrate il 3 luglio a 257 mila once in data 11 luglio. Un calo netto di 313 mila once – ovvero un crollo pari al 55% in una sola settimana di trading. Le grandi istituzioni finanziarie depositarie delle scorte del Comex (Scotia Mocatta, JP Morgan Chase, Brinks Inc. HSBC Bank USA), registrano un totale di 7 milioni 96 mila once d’oro inventariate, per un controvalore di 9,1 miliardi di dollari americani. Un importo estremamente esiguo rispetto alle altre assets class (azioni, obbligazioni, liquidità e altre).
Se si dovesse verificare una rapida fuoriuscita di capitali da questi assets per convergere sull’oro fisico potremmo assistere a un default del Comex.  I rapidi movimenti verso l’oro riscontrati questa settimana dovranno essere attentamente monitorati in quanto hanno tutte le caratteristiche di una corsa ad accaparrarsi la maggior quantità di oro fisico detenuto al Comex di New York.

   Riccardo G.



atti di fede invece di strategie razionali

Perchè il 99% della gente per la protezione dei PROPRI RISPARMI si basa su atti di "fede" e non su strategie "razionali"?

Domanda che probabilmente non può trovare risposta...come tutte le domande che riguardano la "mistica" e non i fenomeni "razionali"...
Tantissimi Italiani continuano a tenere i loro sudati risparmi INTERAMENTE in un'Italia che scricchiola sempre di più: questa IGNAVIA è già molto rischiosa di per sé (come giocare alla roulette russa...) ma lo è ancora di più perchè ormai in Italia EVENTUALI PERDITE SUI PROPRI RISPARMI NON SONO PIU' RIMPIAZZABILI: infatti in Italia creare e mettere da parte ricchezza ormai è diventato impossibile...
Dunque, se ti becchi una ramazzata, NON RIESCI PIU' A RATTOPPARE le falle e i buchi e vai a fondo.

- Con lo spread tornato sopra 300pt ;
- con il Debito Pubblico che continua a salire .... mentre ci spremono sempre più di tasse che approfondiscono la nostra recessione (il classico cane che si morde la coda...);

- con la possibilità che ci arrivi tra capo e collo anche una pesante patrimoniale e/o un prelievo forzoso sui ns. c/c;

- con il nostro indice di borsa che rimane fermo e SOTTOPERFORMA....mentre tutte le Borse del Mondo corrono sulla spinta della Bolla pompata dalla FED di Bernanke (alcune sono in zona Record Storico come il Dow Jones od il DA) ;
- con una situazione macro-economica peggiore che nel 1929  .... (parole di Saccomanni e non di blogger catastrofista) nella quale l'unica attesa positiva è che si fermi la caduta...ripeto che si fermi la caduta...tutto qui...o poco più;
- con una situazione politica sconcertante, in cui la Casta ha fondato un Partito Unico che pensa solo a mantenere i propri privilegi e che non vuole rischiare nulla per tentare uno shock che inverta il disastro italiano;
- etc etc etc.

Eppure, anche di fronte ad un tale film dell'horror, tanti Italiani continuano a dormire SONNI TRANQUILLI, a vivere nel Limbo, a far finta di nulla cacciando la testa sotto alla sabbia ...
tanto ci penserà la BCE di Draghi o chissàchi ... tanto non potrà succedermi nulla
e comunque non a me...ma al massimo a quello vicino a me.

Io non capisco...
RAZIONALMENTE qualunque persona sana di MENTE e/o che semplicemente sappia fare 2+2
avrebbe già predisposto almeno un'USCITA DI SICUREZZA o meglio ancora...4 o 5 uscite di sicurezza.
Invece la maggioranza continua a dormire, continua a bersi tutte le fole mainstream (Letta, Monti o Saccomani di turno...giornaletti e TV-di-regime...bancario-sotto-casa...blogger-bancari-mascherati etc),
continua a chiudere gli occhi ... continua a nascondersi dietro ad un FALLACE ed indotto fatalismo "tanto non c'è via d'uscita" in attesa che la SELEZIONE NATURALE faccia il suo corso...come fece con i Dodo, portandoli all'ESTINZIONE perchè non seppero o non vollero adattarsi.



L'Euro finirà in una battaglia all'ultimo sangue. Financial Times: nuova fase della crisi?
I leader politici dell'Eurozona pensavano forse di potersi godere le ferie quest'anno ad agosto, ma gli eventi dell'ultima settimana potrebbero sconvolgere i loro piani, scrive.... il Financial Times.
Dopo anni di turbolenze, sembrava che la crisi dell'Eurozona fosse finita, ma non è affatto così. Questa è solo una nuova fase che secondo l'autore si concluderà con una "sanguinosa battaglia".........

articolo completo su: ilgrandebluff.info

 

venerdì 12 luglio 2013

JPM sta chiudendo le posizioni sull'argento ?


In questo mese di luglio, dei 2.220 contratti totali di argento consegnati finora dal COMEX, JP Morgan  ha ritirato ben 2006 contratti, di cui 1.829 contratti per il conto interno della banca.  
Questi 1.829 contratti rappresentano 9,145 milioni once e oltrepassano il livello di 1500 contratti che secondo le regole COMEX non può essere superato in un mese la consegna da un singolo operatore.
Ci sono ancora circa 1.200 contratti di luglio che restano da chiudere, stiamo a vedere a chi andranno ... finora oltre il 90% di loro sono finiti a JPM.


Abbiamo quindi la JPM che sta riuscendo a prendere  tanto argento dal Comex quanto possibile senza disturbare l'attuale tendenza al ribasso dei prezzi.


Possiamo quindi dedurre che JPM sta uscendo dal gioco della manipolazione dei prezzi dell'argento. Forse sono stati avvertiti dalla CFTC. Forse hanno semplicemente capito che i tempi stanno cambiando. Anche in questo caso, è impossibile dirlo.  
Ciò che sappiamo è:
-   
durante questi 9 mesi di declino dei prezzi, JPM ha ridotto le sue posizioni al ribasso sull'argento da circa 35mila contratti fino a circa 15mila contratti;

c'è stata unaa crescita sorprendente e storica nelle posizioni al rialzo del gruppo chiamato "altri commercials", da 40mila a oltre 60mila contratti e ciò probabilmente ha impedito a JPM di ridurre a zero le le sue posizioni al ribasso.

JPM si trova quindi con tre scelte possibili:

  1) 
coprire il resto delle sue posizioni al ribasso in un mercato con prezzi in crescita. Ci avevano già provato nel 2011 e non ha funzionato molto bene;
  2) dichiarare default sui loro obblighi di consegna del metallo fisico sottostante

       vedi articolo da tfmetalsreport.com ;
  3) continuare a coprire le sue posizioni al ribasso il più a lungo possibile MA anche acquisire quanto più argento fisico possibile in maniera da riuscire a onorare gli obblighi di consegna verso coloro che la chiedono in cambio dei loro pezzi di carta.


articolo completo su: silverdoctors.com  


ancora sul GOFO

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Il grafico sopra, che indica  prezzi dell'oro negli ultimi 14 anni, mostra chiaramente cosa è successo in passato nei rari casi in cui si sono avuti GOFO negativi.

Da SeekingAlpha:

"Nel 1999 i tassi GOFO negativi coincisero quasi esattamente con i minimi di sempre del mercato orso che durava da 20 anni.  Il 16 settembre 1999 l'oro chiudeva a 256 dollari per oncia. Dieci giorni dopo i GOFO arrivarono a valori molto negativi, per un paoo di giorni.
Poco prima che il prezzo raggiungesse i minimi e che comparissero i GOFO negativi,
Gordon Brown, il Cancelliere dello Scacchiere del Regno Unito, annunciava la famosa svendita del 50% delle riserve d'oro della Banca d'Inghilterra (400 tonnellate)." 


fonte: seekingalpha.com

post precedente con spiegazioni

giovedì 11 luglio 2013

superata una prima resistenza

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Il grafico sopra raffigura i prezzi dell'oro, in dollari per oncia, dal 21 giugno scorso, con barre da due ore. Nella fascia inferiore sono indicati i volumi delle transazioni.

Dal punto di vista dell'analisi tecnica, ieri sera i prezzi dell'oro hanno superato con facilità la resistenza posta tra i 1260 e i 1270 dollari per oncia (fascia azzurra nel grafico), seppur con volumi relativamente sottili.
Sempre guardando il grafico, si può notare che siamo ora a ridosso di altre due resistenze. La prima si trova vicino ai 1290 dollari ed è riuscita a fermare il progresso di ieri sera. La seconda è la resistenza psicologica in corrispondenza del numero tondo dei 1300 dollari per oncia. 

Quest'ultima sarà più difficile da superare.  Se verrà superata, la chiusura di poszioni ribassiste porterà rapidamente i prezzi in zona 1350 dollari e, per il breve termine, ciò significherà la fine del trend al ribasso. 

     Dan Norcini

articolo completo su: traderdannorcini.blogspot.it