metalli preziosi per proteggersi dal crollo del castello di carte

i metalli preziosi sono il miglior investimento per proteggersi dal crollo del castello di carte

venerdì 29 gennaio 2016

il livello 1143


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Il vero mercato TORO dell'oro vedrà le quotazioni dei metalli crescere assieme a quelle del mercato azionario.
Come evidenziato nel grafico sopra (andamento del future dell'oro a New York, con barre settimanali) occorre una chiusura settimanale al di sopra del livello di 1143 dollari per oncia per sperare di aver già visto i minimi di periodo.
I nostri modelli computerizzati prevedono un punto di svolta nel mese di febbraio, che può essere un massimo, cui seguirà un ribasso fino al target già indicato in report precedenti.

Una chiusura di gennaio sotto il livello di 1103 dollari per oncia ci avviserà che c'è una debolezza intrinseca ancora persistente all'interno di questo mercato.
Per il mese prossimo, il supporto chiave è 1097. La rottura verso il basso di questo livello porterà al secondo livello di minimi che abbiamo già indicato
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 fonte: Armstrong Economics 

mercoledì 27 gennaio 2016

siamo seduti su un mondo di carta senza valore


 
"Siamo seduti su un mondo di carta senza valore. Può scoppiare una bolla peggiore del 2008. E anche la Banca Nazionale Svizzera è sull'orlo del baratro"

In Svizzera c'è allarme sulla situazione politica ed economica: "Il caos può già scoppiare nel 2016. La finanza continua a comandare il Mondo e ha speculato sui soldi immessi per rilanciare l'economia. Il mercato è dopato"

Pierre Rusconi, oggi sul Corriere del Ticino, ha scritto un articolo dai toni apocalittici sul futuro dell'economia e della politica mondiale. Può spiegarci, come lo spiegherebbe all'uomo della strada, che cosa sta succedendo dal profilo finanziario?
 

"In sostanza tutti i dati che escono dalle varie economie non fanno altro che dimostrare che la situazione non migliora. E questo nonostante i tentativi delle banche nazionali di risollevare i consumi utilizzando tutti gli strumenti a loro disposizione, dai tassi di interesse alle immissioni di denaro. Ma i risultati, come detto, non collimano con le aspettative. I numeri sono sempre più recessivi. E tutto questo sta durando da cinque anni. Non si può andare avanti così ancora a lungo perché gli strumenti utilizzati dalle banche centrali avranno presto una fine. Basta citare l'esempio della BNS che è passata in depositi di valuta estera a sostegno del franco da 50 a 550 miliardi negli ultimi 10 anni".
 

Anche la nostra Banca Nazionale è in pericolo?
"È comunque sull'orlo di un baratro. Se la cosa esplode assisteremo a una pesantissima svalutazione delle riserve, perché il denaro che abbiamo acquistato oggi è solo carta. Rischiamo di mettere a bilancio delle perdite miliardarie che andranno a scapito di tutti, sia nel pubblico che nel privato: confederazione, cantone, comuni ed economia in generale".


"Siamo seduti su una montagna di carta senza valore. E questo si osserva bene nelle valutazioni delle monete. Anche in Svizzera si fa fatica a tenere il franco a 1,10. Gli Stati Uniti sono debitori verso la Cina per più di mille miliardi. Quindi, ripeto, stiamo vivendo seduti su un mondo di carta che non ha prodotto nessun rilancio economico ma solo speculazioni borsistiche. E, come sempre, di questo tipo di situazione ne beneficiano pochissimi a danno di moltissimi".
 

Ci spiega meglio il passaggio sulle speculazioni borsistiche?
"I soldi immessi dalle banche nazionali per rilanciare l'economia non sono arrivati alle aziende che producono e si sono fermati alla finanza che li ha utilizzati in modo speculativo. Allo stesso modo in cui è stato fatto con i subprime nel 2008. Né più, né meno. Si sono gonfiate le borse attraverso un mercato dopato, creando così un'altra bolla". 
 

Una bolla più grave o meno grave rispetto a quella già esplosa nel 2008?
"È più grave. Allora ci si è trovati con la sorpresa, cercando a livello mondiale di correre ai ripari anche con gli strumenti di cui parlavamo prima. I Paesi emergenti sei anni fa ne erano rimasti fuori ora, mentre oggi ne sono pienamente coinvolti. Hanno creato un mostro peggiore di quello del 2008. A questo va sommata la situazione politica che è degenerata. Cito solo ad esempio la questione dell'ISIS e dell'instabilità di tutto il bacino mediterraneo. Senza contare la guerra in atto sul petrolio che sta gravemente danneggiando la Russia e i Paesi del Golfo".


Secondo lei quando può esplodere questa nuova catastrofe finanziaria?
"Senza una presa di coscienza e un intervento disinteressato di tutti gli attori protagonisti, a partire dalle super potenze, non arriviamo al 2017".Quale la paura che più la preoccupa in caso di esplosione?
"Il danno generalizzato all'economia porterebbe giocoforza a un protezionismo insormontabile. Come si dice: a mali estremi, estremi rimedi. Ci ritroveremmo nel più classico "si salvi chi può". Con lo spettro grosso e concreto dello scoppio della terza guerra mondiale. Inoltre il rischio è di un rialzo delle materie prime alimentari. Storicamente quando ci sono difficoltà di questo tipo i beni di rifugio legati alla sopravvivenza tendono a risalire. Si affamerebbe ulteriormente il terzo Mondo".
 

Come ci si può tutelare in vista di questa possibile nuova "tempesta perfetta"?
"La gente si tutela con le cose che hanno dimostrato bene o male di portare qualche beneficio negli anni: immobili, terreni, opere d'arte. Ci sarà un ritorno agli investimenti sull'oro e sui metalli che fanno da pendant al mercato delle monete".


articolo completo sul Corriere del Ticino


542 a 1


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Nuovo record nel rapporto tra richieste di oro (elettroniche) e metallo fisico sottostante presso la borsa del Comex:  nei forzieri esiste solo un'oncia di oro per ogni 542 once richieste.
La borsa del Comex è ancora il più importante mercato per stabilire l'andamento dei prezzi dell'oro. Nei suoi forzieri ci sono ora solo 74mila once (due tonnellate) di oro fisico
per soddisfare le richieste di consegna basate su protocolli accettati.
Il Comex assomiglia quindi sempre più un mercato per praticare un gioco d'azzardo di scommesse sempre più avventate, con un sempre maggiore scostamento dal rapporto reale tra domanda e offerta.
 

giovedì 21 gennaio 2016

cambio di strategia delle banche centrali ?

Janet Yellen

La Yellen, Draghi e il resto dei banchieri centrali  hanno organizzato il ribasso dei mercati azionari, è ormai praticamente certo.
Lo hanno fatto quando si sono accorti che la strada che avevano intrapreso anni fa non dava più i frutti sperati e quindi - per non perdere il controllo del sistema stesso - devono cambiare strategia.

Noi siamo fermamente convinti che l'intervento delle banche centrali di dicembre sia stato un segnale per i grandi investitori di dar inizio alla crisi sui mercati azionari.

Oramai il mercato era arrivato ... e non potendo migliorare la situazione con interventi di politica monetaria ... si è passati alla soluzione drastica della pulizia ... dando il la' a una stagione di fallimenti dei debiti di aziende o stato marci.

Quindi la buriana sui mercati non è assolutamente terminata e il disastro sul mercato del petrolio, del sistema bancario e degli emergenti si estenderà presto ad altri settori azionari e al comparto bond (corporate, all'inizio e alla fine ... proprio come nel 2008-2011 al comparto governativi).
Questa volta non ci sarà un intervento quantitativo ma un haircut dei debiti ... e in questo caso i paesi che vedranno maggiori default sui debiti saranno quelli con la valuta più forte in quanto ci sarà meno moneta in giro (altrimenti una stampa di denaro non attraverso le banche ... ma direttamente ai cittadini ...facendo perdere valore al denaro e facendo partire l'inflazione). Due risoluzioni ai problemi di oggi completamente differenti. (...)

A dare ragione a questa teoria è la totale assenza di interventi da parte della BCE e della FED fino a oggi ... sembra quasi che abbiano orchestrato loro questi ribassi ... e questa dichiarazione della BCE va in questa direzione: "la BCE non prevede di avviare alcuna azione nei confronti delle banche italiane nel prossimo futuro". Lo ha detto ieri Danièle Nouy, presidente del Consiglio di vigilanza Bce, in un’audizione della commissione economica del Parlamento europeo presieduta da Roberto Gualtieri. "La Bce ha fatto quello che doveva fare un anno fa e non ha alcuna intenzione di forzare i tempi in nessun modo", ha spiegato Gualtieri dopo l’audizione con Nouy. La banca centrale "è pienamente consapevole che affrontare il tema dei non performing loan richiede tempo. Non sono previste azioni di alcun tipo nel prossimo futuro su questo tema". Le parole espresse con estrema chiarezza da Gualtieri, sulla base dell’intervento di Nouy, chiudono la porta una volta per tutte a speculazioni su presunte strette da parte della Bce sugli accantonamenti.

fonte: Mercato Libero blog

mercoledì 6 gennaio 2016

tornato ai livelli di agosto


Il grafico sopra mostra le quotazione dell'oro in euro per oncia, dal giugno 2014 ad oggi.
Possiamo notare come, con il rialzo odierno, i prezzi sono tornati ai livelli di agosto 2015, quindi non si può parlare di crollo come sostengono alcune testate giornalistiche.
Secondo la maggior parte dei traders, i rischi geopolitici hanno portato ieri a un fenomeno di "flight to quality" con acquisti di titoli del Tesoro americano e oro. I mercati azionari, invece, registrano forti perdite, in controtendenza rispetto alla consuetudine per questa stagione invernale.