metalli preziosi per proteggersi dal crollo del castello di carte

i metalli preziosi sono il miglior investimento per proteggersi dal crollo del castello di carte

giovedì 12 novembre 2015

vendite record di monete d'oro

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Il grafico sopra mostra il repentino aumento delle vendite di monete d'oro "Gold Eagle", coniate dalla zecca degli Stati Uniti, con una crescita negli ultimi 12 mesi di oltre il 200%.

Secondo il report appena pubblicato dal World Gold Council le vendite di monete di oro fisico sono tornate ai livelli di fine 2009, nel periodo del panico dovuto alla crisi finanziaria.


mercoledì 14 ottobre 2015

i tassi di interesse e l'oro

future con barre settimanali

Molti analisti sostengono che tassi di interesse più elevati danneggiano le quotazioni dell'oro perché il metallo non paga interessi e ciò lo rende un investimento meno attraente.
Questa teoria semplicemente non è storicamente valida.
I tassi di interesse sono cresciuti fino al 
1981 mentre l'oro è salito fino all'anno 1980. L'aumento esponenziale dei tassi di quel periodo ha reso folle ogni genere di investimento. In quel periodo i titoli di stato del debito pubblico degli U.S.A. rendevano il 20% e nessun altro genere di investimento, nenmmeno le azioni quotate in borsa, potevano competere con l'elevato rendimento sul debito degli Stati Uniti.


Il grafico di confronto tra l'andamento dei tassi di interesse e le quotazioni dell'oro mostra una curva a campana. Tassi più elevati saranno rialzisti per l'oro perché la domanda aumenterà con la percezione dell'inflazione.
Stvaolta tuttavia siamo davanti a
una crisi del debito, quindi saliranno i tassi come pure il valore dei beni, con uno spostamento massiccio di capitali dal settore pubblico a quello privato. Ciò significa l'aumento dei tassi non si fermerà la fuga di capitali verso il settore privato perché i tassi aumenteranno a causa della fuga di capitali.


L'oro è in fase rialzista nel tentativo di testare il primo livello chiave di inversione che si trova a quota 1187 dollari per oncia (vedi grafico sopra).
I nostri modelli previsionali indicano per settimana prossima un cambiamento di direzione.
Perché il rialzo dell'oro si mantenga credibile ci serve una chiusura settimanale sopra i 1210 dollari per oncia e una chiusura mensile sopra i 1225.


fonte: armstrongeconomics.com 
 

sopra la media mobile a 200 giorni

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Stasera le quotazioni dell'oro espresse in dollari per oncia hanno superato la media mobile a 200 giorni (indicata dalla linea rossa nel grafico sopra). Per molti gestori di fondi comuni si tratta di un segnale rialzista. 


venerdì 2 ottobre 2015

la ripresa che non arriva

Nel grafico sopra, l'impennata del future dell'oro alla borsa di New York
all'apertura del mercato. In pochi minuti il prezzo dell'oro al Kg è aumentato di oltre 700 euro.
Il future dell'argento cresce ancora di più, con un + 3,3 %

I dati deludenti dal mercato del lavoro negli USA allontanano le speranze di una ripresa dell'economia e rendono più probabile un nuovo "quantitative easing" da parte della Federal Reserve.

Ricordo inoltre che il 30 settembre scorso il Congresso degli Stati Uniti ha deciso di rinviare a dicembre il dibattito sull'eventuale innalzamento del tetto sul debito pubblico. Il Treasury Secretary Lew, tuttavia, ha dichiarato che la pubblica amministrazione USA rimarrà senza soldi già in novembre. La crisi dei debiti sovrani sta accelerando ...

venerdì 18 settembre 2015

troppa leva, si consiglia cautela

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Sopra: grafico con barre giornaliere delle quotazioni dell'oro in dollari per oncia da settembre 2014.

Ieri sera la Federal Reserve ha deciso di lasciare ancora il tasso di interesse a zero. Da un lato la Yellen dice che tutto va bene, dall'altro vorrebbe rialzare leggermente i tassi ma non riesce a trovare la trazione per farlo, in mezzo a tutti questi dati economici schifosi.
Il risultato è che non fanno nulla, addossando la colpa alla Cina o a qualsiasi altra cosa, ma il risultato è che continua la pioggia di liquidità per alimentare le speculazioni di Wall Street.

Più interessanti per me sono invece gli sviluppi nel mercato dei metalli preziosi.


Ultimamente nei metalli preziosi c una insolita quantità di leva speculativa, non solo nel Comex ma anche nel LBMA. Per l'oro il mercato di Londra è la borsa più importante perché è la porta dei lingotti che viaggiano verso Est e un mercato dove si da' più importanza al metallo fisico, nonostante i recenti scandali e le manovre molto poco trasparenti.

Corre voce che alcuni grossi speculatori si sono lasciati prendere in contropiede e sono a corto di lingotti fisici a Londra, sia per il loro azzardo eccessivo sia per la fame inesauribile di lingotti dei popoli asiatici.
 

Non solo sono questi speculatori si trovano troppo esposti con posizioni al ribasso in un mercato con una tendenza di breve al rialzo, c'è anche il problema che la Borsa stessa pare avere ormai un livello bassissimo di scorte. In altre parole, i lingotto potrebbero anche non essere fisicamente presenti ai prezzi correnti. 

La borsa del Comex è più manovrabile, perché è sostanzialmente una sala di scommesse, dominata da alcuni giocatori che sono disposti a chiudere i loro contanti in cambio di contanti, rinunciando - intenzionalmente o per pura cortesia - alla possibilità di richiedere la consegna di oro fisico.

Ieri i magazzini di Londra hanno continuato a registrare una emorragia costante di lingotti fisici, pur non essendo una giornata tipica di consegna. Insieme con gli ETF e Fondi occidentali a proposito. Nulla di nota lì, spostarsi lungo.

Il rialzo dei prezzi delle ultime ore potrebbe servire a limitare temporaneamente la domanda di metalli, però per ottenere con tranquillità questo risultato i prezzi dovrebebro salire ancora di un centinaio di dollari per oncia. Per molti pezzi grossi ciò sarebbe impensabile!

Questo è un buon momento per ricordare a tutti che l'oro in sé non varia di valore, variano invece i prezzi delle varie valute, tra cui il dollaro. L'oro ha preminenza come valuta perché nella sua forma fisica non presenta alcun rischio di controparte.

Negli ultimi giorni l'oro è in deciso rialzo nei confronti di un buon numero di valute,  non tanto nei confronti del dollaro o dell'euro.

La cautela in un periodo di incertezza non è un cattivo modo di agire. Soprattutto quando l'unica certezza è il cambiamento, e le tempeste del novembre arriveranno presto.

 


articolo completo su: Jesse's Cafe Americain


vedi anche: India precious-metals import explosive August

venerdì 11 settembre 2015

inizia la crisi dei debiti sovrani

Dilma Roussef
Secondo Martin Armstrong, da inizio ottobre 2015 le economie mondiali saranno investite da una crisi senza precedenti dei titoli di Stato, dovuta principalmente a una crescente sfiducia delle popolazioni verso i governi.
Le prime avvisaglie le abbiamo viste ieri, con il taglio del rating del debito del Brasile, sceso a livello BB+ secondo l'agenzia Standards & Poor's.

Le quantità enormi di capitali investiti in titoli di stato si sposteranno su altri asset e settori, presumibilmente verso il settore privato, non necessariamente nei beni rifugio.
 




venerdì 4 settembre 2015

mensile ancora orso, annuale ancora toro

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Nel grafico sopra: l'andamento delle quotazioni dell'oro, in dollari per oncia, negli ultimi 15 anni.
 
Sappiamo che i mercati normalmente si muovono in entrambe le direzioni, anche quando ci sono in atto tendenze di lungo termine.
È per questo che abbiamo diviso le analisi di ogni mercato in ottiche temporali diverse, da giornaliero a annuale, per poi calcolare la tendenza futura per ogni livello temporale.

Ciò consente di capire se un rialzo è solo una reazione all'interno di un trend ribassista a livello mensile
.
Prendendo l'esempio dell'oro, non abbiamo ancora visto inversioni ribassiste in ottica annuale, quindi non ci troviamo in un mercato orso di lungo termine ma siamo ancora in una reazione ribassista - misurabile in anni - inserita in un mercato toro di lungo termine.
A livello mensile, invece, il nostro modello computerizzato rimane orientato al ribasso. Abbiamo quindi due tendenze differenti in due orizzonti temporali differenti. 

Questo ci consente di affermare che dai massimi delle quotazioni registrati nel 2011, il ritracciamento potrà durare fino a cinque anni senza per questo intaccare la tendenza di lungo termine.  
Tutti i mercati salgono e scendono continuamente. Inversioni rispetto alla tendenza principale possono durare settimane, mesi o anche anni, sempre restando nella norma.
Nessun mercato, proprio nessuno si muove solo in una direzione. Quanto prima si impara la lezione, tanto maggiori saranno le possibilità di sopravvivenza per il futuro.

    Martin Armstrong

 fonte: armstrongeconomics.com

venerdì 28 agosto 2015

miniere sudafricane in crisi


I proprietari della miniere sudafricane, nel tentativo di rilanciare un'industria in crisi, hanno intenzione di proporre il platino come bene di riferimento (accanto al tradizionale oro) per le riserve patrimoniali delle banche centrali.
Questa iniziativa viene sostenuta anche dal governo del Sud Africa e dai sindacati, con un ampio piano per contenere le perdite di posti di lavoro.
L'industria mineraria, che contribuisce per circa il 7 per cento per l'economia più sviluppata dell'Africa, è alle prese con forti discese dei prezzi delle materie prime, con l'aumento dei costi e delle agitazioni sindacali. Diverse aziende stanno quindi licenziando personale o chiudendo del tutto.Il progetto di accordo delinea 10 ampi interventi, tra cui ottenere il gruppo BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) delle nazioni emergenti di tenere "il platino come bene di riserva" - come l'oro - nelle loro banche centrali.  La gravità della situazione in cui versa il settore minerario del Sud Africa è stato delineata il 5 agosto - da Roger Baxter, capo della Camera delle Miniere, ha dichiarato che oltre il 50 per cento delle miniere del Paese sono stati attualmente in perdita operativa.
Se
questo piano avrà successo potrebbe essere un enorme punto di svolta non solo per il platino, ma per il complesso dei metalli preziosi in generale.


fonte: goldsqueeze.com 

giovedì 23 luglio 2015

4 supporti prima dei mille dollari

future con barre giornaliere

Le quotazioni dell'oro hanno toccato il minimo? Probabilmente non ancora, perché secondo le logiche del mercato assisteremo a un'inversione di tendenza solo quando la maggior parte degli investitori saranno diventati ribassisti.
Secondo i ribassisti più convinti il prezzo dovrà scendere fino a 600-700 dollari per oncia.
Nel breve/medio termine, il nostro modello computerizzato indica quattro livelli di supporto, a 1084, 1075 e 1042, prima di una discesa fino a minacciare l'importante livello di 1000 dollari per oncia.

Se le quotazioni riescono a chiudere la settimana sopra quota 1084, allora diventa probabile un rimbalzo di due settimane. Se, invece, chiudiamo la settimana sotto 1084, potremmo assistere a due settimane di panico al ribasso e un test delle quotazioni viste nel 1980

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solo un pezzo del puzzle

Pochi giorni fa' l'agenzia di stampa Associated Press ha diffuso un articolo dal titolo: "gli investitori sono a corto di ragioni di possedere oro"
La storia gira è stata ripresa da molti mass-media in tutto il mondo. 

L'AP ha riassunto piuttosto bene la situazione:negli ultimi mesi il dollaro si è rafforzato, diminuendo così l'attrattiva del possedere oro. L'economia degli Stati Uniti ha basi più solide, mentre il tumulto nei mercati azionari della Cina e la crisi del debito della Grecia non sono riusciti a ripristinare l'appeal del metallo come un rifugio da turbolenze globali.

Peccato che tanti analisti riescono a vedere solo un pezzo del puzzle. 

Il declino dell'oro e la salita del dollaro sono stati causati dalla fragilità strutturale dell'euro. L'economia mondiale sta spostandosi verso l'Asia, che secondo le nostre stime primeggerà entro il 2032. L'economia occidentale sta morendo, schiacciato dalle teorie socialiste/marxiste dei suoi governi.

C'è anche l'importante fenomeno della deflazione, causata da:
 

    (1) dall'aumento del debito del settore pubblico che spinge a un innalzamento delle tasse con conseguente minore crescita economica,  i governi a caccia di soldi tramite le tasse stanno distruggendo la liquidità e il libero flusso di capitali a livello globale.

    
(2)
nell'era di Internet, un'età della tecnologia di distruzione creativa, il nuovo sta soppiantando il vecchio e richiedendo sempre meno lavoro manuale. 

Così mentre i politici cercano di innalzare i salari minimi, le aziende private si rivolgono a robot e alimentano una spirale deflazionistica. I robot sostituiscono il lavoro manuale, eliminando le pensioni e spese sanitarie che sono diventati il costo più pesante in molte aziende. La catena di cafeterie Starbucks spende di più sui costi sanitari che sul caffè che deve rivendere. Tutto ciò alimenta la DEFLAZIONE misurata non solo in termini di prezzi, ma anche dal declino del reddito disponibile, in quanto i prezzi saliranno solo in seguito ad aumenti dei costi e non spinti dalla domanda come succede durante i periodi di crescita dell'economia.
Troppe persone rimangono ignoranti di come funzionano le cose e non riescono a vedere al di là di una sola dimensione che ha una definizione unica.
 

Altri ancora mi hanno scritto che si rendeno conto che tutto è collegato, un concetto che sta alla base di gran parte della filosofia asiatica.



   Martin Armstrong


fonte: www.armstrongeconomics.com  

mercoledì 8 luglio 2015

la fine della valuta fiat


LA FINE DELLA VALUTA FIAT E DEL MORAL HAZARD

La moneta, la sua quantita',  il suo valore, era fino a un bel po' di anni fa legata all'oro (gold standard).
Gli americani decisero di abolire il Gold Standard e di passare a una moneta la cui quantità e il cui valore era legata al PIL di una nazione, alla sua ricchezza.
In questo modo potevano avere a disposizione più moneta e ovviamente potevano creare più debito.
Con il passar degli anni e l'arrivo di Greenspan l'America in primis e poi tutto il mondo sono passati a un modello dove la quantità di moneta che veniva creata non era più sufficiente: il debito mondiale continuava a salire, le bolle (internet e materie prime) scoppiando creavano danni sempre più gravi all'economia reale (fino ai subprime e a Lehman).

La Fed in primis e poi via via le altre economie hanno abbandonato il modello di creazione della moneta legata al PIl o alla ricchezza reale di un paese. La creazione della moneta è stata quindi legata all'aumento del debito tramite il meccanismo del QE ...
Con il "Quantitive Easing" si è riusciti ad abbassare i tassi di interesse a livelli mai viti nel tantativo estremo di far ripartire la crescita economica.
I QE si sono rivelati utili nel breve periodo per le economie capaci di sfruttarli tramite politiche di ristrutturazione, aumento efficienza e riqualificazione della forza lavoro.
Ma i QE non sono eterni, gli effetti sono spesso troppo veloci ed effimeri per dare fiducia a un popolo e per far aumentare il benessere (anzi...il benessere delle masse viene a ridursi).
L'America ha poi  passato la palla prima ai giapponesi e poi all'Europa ... con nuovi qe
ma così facendo ha fatto salire il valore della sua moneta verso le altre.
In questo meccanismo di svalutazione competitiva rapida le forze lavoro sono le più colpite, la classe media viene affogata, i ricchi sfruttano le posizioni dominanti e diventano più ricchi (le banche centrali proteggono il capitale dalla distruzione che invece  sarebbe stata necessaria in una crisi vera dove i debiti dei falliti non venivano pagati e quindi si generava una sana cancellazione di ricchezza che permetteva il formarsi di nuova ricchezza e crescita duratura).

Il modello dei QE salvadebiti e salvacapitali oggi traballa, con gli Usa che vorrebbero alzare i tassi anche in presenza di bassa o nulla crescita (forse recessione), con la Cina che ha visto una valuta crescere troppo e una borsa andare in bolla, con lo stesso immobiliare troppo caro, con una  Grecia che sta mettendo in ginocchio l'Europa, con possibile cancellazione di debiti con perdite rilevanti di ricchezza e liquidità, per non parlare dell'introduzione di bail-in bancari.
Siamo davanti probabilmente a una forte correzione che porterà distruzione di liquidità e riduzione della crescita.
Ma quando si brucia ricchezza e liquidità (finalmente qualcuno direbbe) si cancellano anche i DEBITI e così facendo si riduce la massa monetaria che era stata creata durante i QE.
E' un effetto deflattivo devastante ... che crea fallimenti a catena e massive ristrutturazioni  dei debiti (tanto in europa si e' introdotto il concetto di bail in..e quindi le banche possono fallire) cancellando migliaia di miliardi di debiti nel mondo...la valuta che rimane è destinata ad assumere un VALORE MAGGIORE.
Ovvero da valuta sempre più FIAT si passa a un modello dove la valuta torna a essere sempre meno fiat e legata sempre di più al valore reale dell'economia.
La valuta diventa nel breve l'asset che mantiene valore rispetto a tutto e a tutti (anche nel confronto dell'oro).
L'importante è mantenere la liquidità o in contanti o  in una banca dove sia iperprotetta e dove non subisca i tassi che potrebbero diventare per un certo periodo di tempo anche negativi (bruciando liquidità).
QUELLO CHE TUTTI NOI DOBBIAMO CAPIRE E' SE LE BANCHE CENTRALI SONO ARRIVATE ALLA CONCLUSIONE CHE IL MODELLO QE E' DEFINITIVAMENTE TRAMONTATO E CHE ADESSO IL COMPITO DELLE BANCHE CENTRALI E' DI RIDURRE LA LIQUIDITA' FACENDO FALLIRE COLORO CHE SE LO MERITANO.
In queste ore avremo modo di saperlo osservando con attenzione come si concluderanno le vicende in GRECIA, CINA E OVVIAMENTE COSA ACCADRA' ALLA CRESCITA DEL SECONDO TRIMESTRE IN USA (che dovrebbe essere piu' debole delle attese)
il crollo delle materie prime non è fuoriero di buone notizie ... ma fa più pensare a una tendenza deflattiva che porterà a fallimenti o ristrutturazioni dei debiti di molte aziende o strutture finanziarie.

fonte: Mercato Libero News


lunedì 6 luglio 2015

un risultato oltre le aspettative


Oltre il 60% dei greci hanno votato NO.  Questa è una vittoria davvero sorprendente che avrà presto un impatto imprevisto su tutta l'Europa, anche per il fatto che moltissimi giovani per votare sono dovuti tornare al loro luogo di nascita, come il censimento narrato nel Vangelo che aveva costretto Giuseppe a tornare Betlemme.
Dovremmo
aspettarci mercati leggermente sotto shock perché la stampa sosteneva sempre il punto di vista di Bruxelles per opprimere il popolo. In concordanza con il mio modello previsionale, questo potrebbe essere l'inizio del contagio, le prime avvisaglie dei disordini generalizzati che si diffonderanno a partire dal punto di svolta ciclico previsto per i primi giorni di ottobre 2015.


    Martin Armstrong

fonte: www.armstrongeconomics.com


venerdì 26 giugno 2015

sul lato basso del canale

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I due grafici mostrano i prezzi dell'oro (in alto) e dell'argento (sotto) espressi in dollari per oncia, con barre giornaliere.



Per entrambi i metalli è evidente l'andamento "laterale" dei prezzi, a partire da fine marzo 2015.
Nel caso dell'oro il canale è compreso tra il livello inferiore di 1170 dollari per oncia e la resistenza superiore a 1230 (toccata a metà maggio).
L'argento oscilla tra i 15,80 e i 17,25 dollari per oncia, con uno sfondamento verso l'alto a metà maggio che ha avuto vita breve.


Per la scadenza opzioni del mese di giugno le mani forti del mercato hanno fatto scendere abilmente i prezzi dell'oro appena sotto il livello di 1180 dollari per oncia, in modo da pagare meno soldi possibili a chi aveva acquistato opzioni "call". Nel mecato dei Futures non ci sono pressioni rialziste di sorta, quindi anche questo mese abbiamo assistito a un mese sostanzialmente piatto. Solo il  fallimento della Grecia, forse, riuscirà a smuovere le acque prima dell'importante scadenza delle opzioni di agosto.



venerdì 19 giugno 2015

i cinesi nel fixing dell'oro


La London Bullion Market Association (LBMA) ha annunciato che la Bank of China è stata approvata da ICE Benchmark Administration (IBA) di partecipare al processo di fissazione del prezzo dell’oro dell’LBMA amministrato da IBA.

In altri termini: l’LBMA annuncia che la Cina entra nel fixing dell’oro. Siamo davanti ad un evento di portata storica: il mondo si apre finalmente allo sconfinato mercato asiatico.
“Siamo orgogliosi di diventare la prima banca cinese e asiatica a partecipare all’asta che viene fatta per determinare il prezzo dell’oro all’LBMA” – ha detto Yu SUN, General Manager della Bank of China filiale di Londra e CEO, Bank of China (UK) Limited.

“Bank of China è entrata nell’LBMA (come membro iniziale) nel 1987, ed ha partecipato attivamente nel business del trading dell’oro a Londra per oltre quarant’anni. Pur essendo il più grande consumatore e produttore di oro mondiale, la Cina non ha mai svolto un ruolo importante nella fissazione del prezzo ufficiale dell’oro. La partecipazione diretta della Cina nel fixing dell’oro rafforzerà la connessione tra il mercato interno cinese e i mercati esteri, portando il prezzo dell’oro a riflettere meglio la domanda e l’offerta di oro Cinese e contribuendo a promuovere l’internazionalizzazione del mercato dell’oro cinese “.

L’ingresso della Cina nel fixing dell’oro avvalora i profondi cambiamenti in atto

Con la Cina che entra nel fixing dell’oro di Londra, l’Oriente continua ad aumentare il suo peso nello scacchiere economico e politico mondiale. Ricordiamoci che l’anno scorso la Deutsche Bank è invece uscita dal fixing di Londra. Per una banca occidentale che ha lasciato, una banca orientale che entra. I cambiamenti in atto sono profondi.
 

Anche considerando che dal 20 Marzo l’LBMA ha lanciato – per la prima volta nella storia – il processo di fissazione del prezzo dell’oro elettronico (pensate che fino a poco tempo fa il fixing dell’oro avveniva ancora per telefono, mediante accordo fra le Banche che partecipano alla determinazione del prezzo).
Questa è senza ombra di dubbio una notizia che avrà importanti ripercussioni sul prezzo dell’oro, ma gli effetti non sono quelli di una “sparata e via” di breve termine.
L’entrata della Cina nel fixing dell’oro impatterà in misura importante sul prossimo futuro dei prezzi del metallo.


fonte: intermarket and more

mercoledì 17 giugno 2015

verso la confisca dell'oro in Europa ?



In Francia si sta scoraggiando la vendita di monete d'oro, sono infatti vietate le vendite per contanti e occorre riportare al fisco i dati su acquirenti e venditori. Perfino le fiere di venditori di monete rare hanno abbandonato Parigi perché i commercianti si rifiutavano di sottostare all'obbligo di denuncia delle transazioni. Il governo francese ha protestato perché molti francesi si recavano in Belgio per comperare più liberamente oro fisico. 

Negli Stati Uniti le banche stanno richiedendo la documentazione per tracciare la provenienza di ogni somma versata sui conti che servono per ottenre un mutuo. Le raffinerie d'oro sono ora obbligate a riportare al governo degli Stati Uniti ogni spedizione di oro, indicando da dove viene e dove è andato.
I governi sembrano voler tenere sotto stretto controllo i lingotti d'oro.
Perché?
Una motivazione può essere il tentativo di eliminare ogni alternativa alle banconote mentre stiamo avvicinandoci sempre più a una società senza contanti.
Negli USA se vuoi evitare l'obbligo di segnalazione di un operazione al fisco, devi limitarti a prelievi di contanti inferiori a 10mila dollari, questa non viene considerata evasione fiscale a meno che i contanti servono per pagare qualcuno che non dichiara i suoi proventi al fisco.   


Riusciranno i governi a rendere l'oro illegale?  Solo uno stupido direbbe di no. Se è illegale pagare qualcuno in contanti, rendono illegale la possibilità di pagare qualcuno con oro. Stiamo andando in questa direzione. Non si tratta di un attacco premeditato contro l'oro. I governi stanno tentando di imbrigliarci in ogni modo possibile. Non solo proibendo l'oro. Sono a caccia di spiccioli sotto qualsiasi forma. 
Ciò significa che dovremo astenerci dal comperare oro quando le quotazioni avranno toccato i minimi previsti? No. Significa che potrà divenatare rischioso possedere oro quando verrà reso illegale per le transazioni d'affari. Tenete presente che possono  imprigionarvi perché non avete pagato le tasse. Sarebbe incostituzionale. Vi imprigionano perché non avete dichiarato che dovete pagare le tasse. Il reato è la mancata denuncia, non il mancato pagamento.  
In uno scenario di questo genere potrebbe essere consigliabile detenere monete d'argento o, meglio ancora, monete da 20 dollari in oro. Meglio non dare l'impressione che possedete solo lingotti di oro fisico. Arriveranno al punto di confiscare l'oro? La storia si ripete, perché le passioni dell'uomo non cambiano mai. Dobbiamo capire che sta per arrivare al un tracollo economico. I burocrati non spariranno silenziosamente. Ci saranno urla e rabbia lungo tutta la strada

    Martin Armstrong
 
fonte: armstrongeconomics.com

martedì 16 giugno 2015

anche il Texas rivuole il suo oro


La scorsa settimana il Texas ha annunciato l'istituzione di una propria versione di Fort Knox, il deposito impenetrabile per i lingotti d'oro, che potrebbe essere un segnale della creazione della propria moneta e, in un secondo tempo, un passo avanti verso la separazione degli Stati Uniti.
In base alla proposta di legge 483, approvata all'unanimità dal Senato dello stato, Glenn Hegar, Revisore dei conti pubblici del Texas, sarebbe autorizzato a istituire e amministrare i primi lingotti che lo stato depositerebbe in un luogo non ancora determinato. Nessun altro stato negli Stati Uniti ha ancora un proprio deposito di oro fisico.

Il senatore repubblicano Lois Kolkhorst ha detto che lo Stato e i vari organismi collegati hanno più di mille milioni di dollari in oro oggi conservati in strutture di altri stati.
Il disegno di legge dice: "La creazione di un deposito sicuro nel Texas consente allo Stato, alle agenzie statali e ai privati di accumulare metalli preziosi in sicurezza, di ridurre la dipendenza da organismi di altri stati e di proteggere i capitali delle instabilità del mercato ".
"New York respingerà tutto ciò", ha detto Kolkhorst. "Per me, questo rifiuto e il fatto che farà risparmiare soldi al Texas la trasformano in un'idea d'oro."

Gli stati non si fidano più degli Stati Uniti
Non è il primo tentativo del Texas di mostrare la propria indipendenza e di allontanarsi dagli Stati Uniti. Quest'ultima mossa rappresenta un passo decisivo verso la creazione in Texas di una propria moneta e di una sua indipendenza come repubblica autosufficiente.
Questo Stato ha tutte i requisiti per farlo diventare una realtà: il Texas è un territorio enorme, si può addirittura dire che è un paese indipendente, con una cultura ed uno stile di vita unico. Ha una visione del mondo completamente diversa e punti di vista propri sulla politica degli Stati Uniti; in particolare è del tutto in contrasto con la politica del governo federale degli Stati Uniti in materia fiscale.
L'economia del Texas è una delle più grandi e in più rapida crescita negli Stati Uniti. In Texas risiedono 50 tra le aziende presenti nella classifica Fortune 500 (terzo posto dopo New York e la California).
Il Texas è il più grande esportatore di beni verso gli Stati Uniti, il volume di affari dal commercio dello stato con altri paesi supera i 100.000 milioni di dollari l'anno. Se il Texas fosse un paese sovrano, avrebbe la 14a economia più grande del mondo in termini di PIL (davanti a Corea del Sud e Paesi Bassi).
Gli Stati Uniti rischiano di perdere in breve tempo non solo uno dei suoi stati più ricchi, ma le sue riserve auree -cuscinetto di sicurezza- che scompariranno a velocità record, alla luce dei tentativi di diversi paesi di rimpatriare i loro lingotti (per ultima l'Austria).


 Liliya Khusainova

vedi anche articolo sull Houston Chronicle

giovedì 11 giugno 2015

il tesoro di Himmler


Negli ultimi giorni della Seconda Guerra Mondiale le truppe americane hanno scoperto un graosso deposito di monete d'oro e d'argento presso l'ufficio postale di Plauen, una cittadina della Germania orientale.
I documenti dell'epoca dimostrano che la quel tesoro era direttamente collegato al capo delle SS, Heinrich Himmler.
Gli americani conquistarono la città il 16 aprile 1945. I documenti scoperti a Washington dallo storico tedesco Peter Heintje indicano che undici giorni più tardi un convoglio ha lasciato la città diretto a Francoforte sul Meno.
 

A quanto pare l'ufficio postale della cittadina era anche una filaile segreta della Reichsbank, la banca centrale tedesca. Nel 1944, con l'intensificarsi dei bombardamenti su Berlino, Himmler trasferì il suo tesoro di metalli preziosi  nella tranquilla città orientale di Plauen (vicino al confine con la repubblica Ceca).
I funzionari del III Reich avevano depredato oro in tutta L'Europa occupata. In particolare erano state depredate le riserve auree delle banche nazionali di Austria, Cecoslovacchia, Polonia e Belgio, come pure l'oro di privati cittadini.
Nella cassaforte dell'ufficio postale di Plauen c'erano 900 chili d'oro principalmente sotto forma di monete, 70 chili di argento e denaro contante.
I lingotti erano stati nascosti in 35 sacchi. Il tesoro comprendeva anche un milione di franchi svizzeri e 151.560 corone norvegesi e 98.450 fiorini olandesi. Il valore odierno si aggirerebbe sui 32 milioni di euro.

Il giorno successivo alla scoperta il tesoro era già in viaggio per Francoforte, perché Plauen era nella zona orientale che doveva finire sotto il controllo russo, come concordato durante la conferenza di Yalta.

A quanto pare il tesoro è rimasto a Francoforte per qualche tempo, ma non sono stati trovati documenti che mostrano la sua destinazione finale. Si ritiene sia stato spedito negli Stati Uniti come riparazione di guerra e sarà probabilmente finito a Fort Knox o nei forzieri della Federal Reserve di New York.



articolo completo su: www.goldcore.com  

lunedì 8 giugno 2015

scarseggia anche il denaro fisico


Un possibile "cigno nero" in arrivo quest'anno ?

Dal report degli analisti di Bonner & Partners:

Bill Bonner si aspetta un violento shock monetario .
Our financial system could take a surprising and catastrophic twist that almost nobody imagines, let alone anticipates.

non c'è denaro fisico a sufficienza

Here’s how… and why:
It’s almost seems impossible. Hard to imagine. Difficult to understand. But if you look at M2 money supply – which measures coins and notes in circulation as well as bank deposits and money market accounts – America’s money stock amounted to $11.7 trillion as of last month.
But there was just $1.3 trillion of physical currency in circulation – about only half of which is in the US. (Nobody knows for sure.)
What we use as money today is mostly credit. It exists as zeros and ones in electronic bank accounts. We never see it. Touch it. Feel it. Count it out. Or lose it behind seat cushions.
Banks profit – handsomely – by creating this credit. And as long as banks have sufficient capital, they are happy to create as much credit as we are willing to pay for.
After all, it costs the banks almost nothing to create new credit. That’s why we have so much of it.
A monetary system like this has never before existed. And this one has existed only during a time when credit was undergoing an epic expansion.
So our monetary system has never been thoroughly tested. How will it hold up in a deep or prolonged credit contraction? Can it survive an extended bear market in bonds or stocks? What would happen if consumer prices were out of control?
Our current money system began in 1971.
It survived consumer price inflation of almost 14% a year in 1980. But Paul Volcker was already on the job, raising interest rates to bring inflation under control.
And it survived the “credit crunch” of 2008-09. Ben Bernanke dropped the price of credit to almost zero, by slashing short-term interest rates and buying trillions of dollars of government bonds.
But the next crisis could be very different…
Short-term interest rates are already close to zero in the U.S. (and less than zero in Switzerland, Denmark, and Sweden). And according to a recent study by McKinsey, the world’s total debt (at least as officially recorded) now stands at $200 trillion – up $57 trillion since 2007. That’s 286% of global GDP… and far in excess of what the real economy can support.
At some point, a debt correction is inevitable. Debt expansions are always – always – followed by debt contractions. There is no other way. Debt cannot increase forever.
And when it happens, ZIRP and QE will not be enough to reverse the process, because they are already running at open throttle.
What then?
The value of debt drops sharply and fast. Creditors look to their borrowers… traders look at their counterparties… bankers look at each other…
…and suddenly, no one wants to part with a penny, for fear he may never see it again. Credit stops.
It’s not just that no one wants to lend; no one wants to borrow either – except for desperate people with no choice, usually those who have no hope of paying their debts.
Just as we saw after the 2008 crisis, we can expect a quick response from the feds.
The Fed will announce unlimited new borrowing facilities. But it won’t matter….
House prices will be crashing. (Who will lend against the value of a house?) Stock prices will be crashing. (Who will be able to borrow against his stocks?) Art, collectibles, and resources – all we be in free fall.

The NEXT Crisis

In the last crisis, every major bank and investment firm on Wall Street would have gone broke had the feds not intervened. Next time it may not be so easy to save them.
The next crisis is likely to be across ALL asset classes. And with $57 trillion more in global debt than in 2007, it is likely to be much harder to stop.
Are you with us so far?
Because here is where it gets interesting…
In a gold-backed monetary system prices fall. But the money is still there. Money becomes more valuable. It doesn’t disappear. It is more valuable because you can use it to buy more stuff.
Naturally, people hold on to it. Of course, the velocity of money – the frequency at which each unit of currency is used to buy something – falls. And this makes it appear that the supply of money is falling too.
But imagine what happens to credit money. The money doesn’t just stop circulating. It vanishes. As collateral goes bad, credit is destroyed.
A bank that had an “asset” (in the form of a loan to a customer) of $100,000 in June may have zilch by July. A corporation that splurged on share buybacks one week could find those shares cut in half two weeks later. A person with a $100,000 stock market portfolio one day could find his portfolio has no value at all a few days later.
All of this is standard fare for a credit crisis. The new wrinkle – a devastating one – is that people now do what they always do, but they are forced to do it in a radically different way.
They stop spending. They hoard cash. But what cash do you hoard when most transactions are done on credit? Do you hoard a line of credit? Do you put your credit card in your vault?
No. People will hoard the kind of cash they understand … something they can put their hands on… something that is gaining value – rapidly. They’ll want dollar bills.
Also, following a well-known pattern, these paper dollars will quickly disappear. People drain cash machines. They drain credit facilities. They ask for “cash back” when they use their credit cards. They want real money – old-fashioned money that they can put in their pockets and their home safes…

Dollar Panic

Let us stop here and remind readers that we’re talking about a short time frame – days … maybe weeks … a couple of months at most. That’s all. It’s the period after the credit crisis has sucked the cash out of the system … and before the government’s inflation tsunami has hit.
As Ben Bernanke put it, “a determined central bank can always create positive consumer price inflation.” But it takes time!
And during that interval, panic will set in. A dollar panic – with people desperate to put their hands on dollars … to pay for food … for fuel … and for everything else they need.
Credit may still be available. But it will be useless. No one will want it. ATMs and banks will run out of cash. Credit facilities will be drained of real cash. Banks will put up signs, first: “Cash withdrawals limited to $500.” And then: “No Cash Withdrawals.”
You will have a credit card with a $10,000 line of credit. You have $5,000 in your debit account. But all financial institutions are staggering. And in the news you will read that your bank has defaulted and been placed in receivership. What would you rather have? Your $10,000 line of credit or a stack of $50 bills?
You will go to buy gasoline. You will take out your credit card to pay.
“Cash Only,” the sign will say. Because the machinery of the credit economy will be breaking down. The gas station… its suppliers… and its financiers do not want to get stuck with a “credit” from your bankrupt lender!
Whose credit cards are still good? Whose lines of credit are still valuable? Whose bank is ready to fail? Who can pay his mortgage? Who will honor his credit card debt? In a crisis, those questions will be as common as “Who will win an Oscar?” today.
But no one will know the answers. Quickly, they will stop guessing… and turn to cash.
Our advice: Keep some on hand. You may need it.
 
Regards,

   Paul Bonner
   5 giugno 2015



venerdì 15 maggio 2015

stagionalità di giugno

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Nel grafico sopra: andamento del future dell'oro a New York, con barre settimanali.

Per quanto riguarda la stagionalità delle quotazioni dell'oro, spesso in giugno abbiamo visto un punto di svolta, con un massimo o un minimo.
Questa volta
dovremmo vedere un massimo, quindi qualsiasi calo dei prezzi  arriverà in autunno.
Una chiusura settimanale sopra 1239 dolalri per oncia dovrebbe confermare la tendenza rialzista. La resistenza chiave si trova tecnicamente in zona 1309. In caso di un significativo rialzo del'oro, potrebbe verificarsi contemporaneamente un ribasso di breve termine del mercato azionario per cercare di indirizzare flussi di capitali verso i titoli del debito pubblico.



fonte: armstrongeconomics.com  

mercoledì 13 maggio 2015

JPM accumula argento fisico

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La parte superiore del grafico indica l'andamento dei prezzi dell'argento, espressi in dollari per oncia, alla borsa del Comex, negli ultimi quattro anni.
Nella parte inferiore del grafico è evidente la crescita delle scorte di argento fisico nei forzieri del gigante bancario J.P. Morgan.


interessante articolo favorevole all'argento sul Telegraph 


oro oltre la media a 100 gg

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Dopo il dato deludente delle vendite al dettaglio negli USA, reso noto alle 14:30, l'oro è salito con forti volumi oltre i 1213 dollari per oncia, buccando al rialzo la media mobile a 100 giorni.
Resta da superare la media mobile a 200 giorni, che si trova al livello 1222,50.
Quest'ultima media è tenuta in considerazione da molti gestori di fondi comuni, che potrebbero quindi girare le loro posizioni speculative al rialzo.



martedì 12 maggio 2015

partite di giro e prese in giro




Notizia appena uscita:
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 12 maggio - La Grecia ha completato il pagamento del rimborso al Fondo Monetario Internazionale del prestito da 750 milioni di euro in scadenza oggi. 
Secondo il quotidiano ellenico 'Kathimerini' il Paese avrebbe utilizzando 650 milioni di euro di riserve Sdr (diritti speciali di prelievo) detenute presso l'Fmi che dovranno essere ricostituite entro un mese.
 

In pratica lo FMI ha pagato se stesso per conto della Grecia con soldi di cui la Grecia non dispone.

La Grecia ormai è fallita ma non vogliono dirlo ...

giovedì 7 maggio 2015

una droga piacevole e renumerativa


La nuova droga di Wall Street si chiama buyback. Ecco come funziona «e perché rischia di farci male»

di Enrico Marro

La nuova droga finanziaria che va di moda a Wall Street si chiama buyback. Roba potente, in cui si scivola quando ci si cerca di disintossicare dai vecchi stupefacenti, come l'ormai archiviato Quantitative Easing della Federal Reserve.
Ma che cosa sono i buyback?
Sono semplicemente il riacquisto delle proprie azioni da parte della società che le ha emesse. E visto che una compagnia non può essere azionista di se stessa, i titoli riacquistati vengono assorbiti e quindi cancellati. Il valore delle azioni circolanti finisce così per incrementarsi: essendocene meno sul mercato, ciascuna dà il diritto al possesso di un pezzo più grande dell'azienda. Compro le mie azioni e così facendo le faccio salire, assieme ai dividendi e – guarda caso - ai bonus dei top manager. Un giochetto sempre più di moda, come mostrano i dati degli ultimi anni. Vediamoli.

E' un giochetto sempre più di moda, nell'era dei tassi a zero: mi indebito spendendo poco o nulla e guadagno perché le azioni della mia società salgono. C'è anche questo dietro all'impressionante rally di Wall Street degli ultimi anni, come dimostra l'indicatore che misura le “dosi” di questa inebriante droga. 

Tra i campioni del giochetto del buyback c'è Apple, il cui programma di riacquisto di azioni proprie ha toccato quota 140 miliardi di dollari. C'è anche questa magia dietro al volo delle azioni della Mela (+40% nel 2014). Ma il fenomeno è diffuso in società di ogni ordine e grado: Bloomberg l'anno scorso calcolava che le 500 maggiori società di Wall Street hanno investito nei buyback circa mille miliardi di dollari, pari al 95% dei loro profitti. Secondo Morgan Stanley dal 2012 più del 50% della crescita degli utili per azione si deve ai buyback: senza i riacquisti, gli utili per azione dello S&P 500 sarebbero aumentati di appena il 3,3% annualizzato. 
In un mondo di bassa crescita e ritorni fiacchi, la droga dei buyback sembra l'unica strada per remunerare gli azionisti. Per continuare a sognare, insomma. Ma il sogno potrebbe presto trasformarsi in incubo. Vediamo perché.
I buyback sono una droga piacevole e remunerativa, già nota durante le bolle del 2000 e del 2007, ma alla lunga pericolosa. Per tante ragioni, come spiega tra gli altri Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos. Primo: sono il modo meno produttivo di investire i profitti aziendali. «Le società ammettono, usando il cash per acquistare azioni proprie, di non avere molte idee per un uso produttivo della liquidità o, peggio ancora, di non avere fiducia nel futuro del loro settore», spiega Fugnoli. Secondo: alla prossima crisi ci troveremo con un mercato azionario «che cadrà da un livello gonfiato dai buyback e con società con uno stato patrimoniale meno solido di quello che avrebbero avuto restando ferme», sottolinea lo strategist di Kairos. E quelle che lo stesso Warren Buffett definisce quotazioni “gonfiate” potrebbero esplodere all'improvviso, precipitando. Senza contare il debito. Il gioco del buyback prevede infatti che si prendano soldi in prestito a tassi infimi. 
Così, come ha ricordato ieri il Wall Street Journal, in marzo il margin debt della Borsa di New York ha superato di slancio quota 476 miliardi, il livello più alto degli ultimi cinquant'anni. Tutto bello? Sì, finché la musica continua. Ma quando improvvisamente si fermerà, nel fuggi fuggi generale la liquidità sul mercato secondario rischia di prosciugarsi tutta d'un colpo. E allora sì che ne vedremo delle belle.

fonte: il Sole 24 Ore