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lunedì 24 giugno 2013

Report Italia: molto è cambiato, nulla è cambiato


come nel 1992 grande e politica 

e il default con la ristrutturazione del debito () non è poi così impossibile

Il week end è stato caratterizzato, oltre che da un tempo nuovamente variabile, anche dagli strascichi di quel report Mediobanca che sta girando in rete, che ovviamente sarebbe dovuto essere riservato e che invece oggi è alla portata di tutti.
Questo report, redatto dalla filiale londinese della nota holding bancaria italiana, non è certo tenera nei confronti del Bel paese.

Quindi per Mediobanca molto è cambiato, nulla è cambiato. Un deja vu di quanto è successo nel 1992 quando una crisi economica e politica, ha affondato la nostra economia e con una dose di speculazione, fummo costretti a svalutare la nostra Lira. Oggi siamo messi male come allora, secondo Mediobanca, con la differenza che NON possiamo svalutare.

(...) c’è chi è pronto a scommettere, secondo il report Mediobanca, che nei prossimi sei mesi il problema venga risolto “alla radice” con un haircut massiccio, proprio come in Grecia. Un abbattimento del nominale che andrebbe a risolvere alla radice il problema del debito pubblico, portandolo rapidamente sotto il 100%. Se così fosse, significherebbe per noi e per il nostro paese l’inizio di una nuova era. E non per forza migliore. La Grecia insegna.
E poi … e poi viene lanciato l’alert su mille altre questioni, come ad esempio il mercato immobiliare e di conseguenza il mondo bancario, che verrebbe “sotterrato” da un eventuale crollo del prezzo delle case. Dal picco del 2008 i valori si sono ridotti del 12 % contro il 25% della Spagna. Ma secondo Mediobanca, non saremmo che solo all’inizio.
Quindi un tessuto economico che viene disegnato dal report come MOLTO fragile e vulnerabile.

Ma andrà veramente così? Il Dott. Guglielmi, autore del report, ha esagerato?

In realtà, se devo essere sincero…proprio per nulla. Anche perché moltissime cose che lui ricorda, sono proprio quelle che spieghiamo da più tempo.
Solo su una cosa non concordo, per il momento: con le conclusioni.
Infatti sono d’accordo anche su tutto quello che potrebbe succedere, solo che c’è una cosa che SECONDO ME è stata sottovalutata.
Se l’Italia fosse un paese di dimensioni più ridotte, con quindi limitato “effetto contagio”, allora condividerei al 100% l’analisi di Mediobanca. Però, signori, qui stiamo parlando dell’Italia.
Provate solo ad immaginarvi cosa significherebbe, per gli altri paesi dell’Eurozona, già fortemente indeboliti dalla crisi, e anche per il resto del mondo, un default dell’Italia. Si, perché di default si tratta, visto che si parla di ristrutturazione del debito.
Quali sarebbero gli effetti sulle banche francesi e tedesche?
Cosa sarebbero costrette a fare Francia e Germania a sostegno dei loro istituti di credito? E poi quali sarebbero gli effetti sull’economia?
Morale: per una volta, possiamo dire che il peggio non viene proprio perché NON FA COMODO agli altri. Altrimenti state pur certi che ci avrebbero già fatto saltare, sia per motivi di debolezza economica strutturale e anche per motivi di scarsa credibilità politica.
Solo che siamo “too big to fail”. E questa, per noi, è una bella fortuna.
   D. T.


 

 


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