metalli preziosi per proteggersi dal crollo del castello di carte

i metalli preziosi sono il miglior investimento per proteggersi dal crollo del castello di carte

venerdì 26 giugno 2015

sul lato basso del canale

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I due grafici mostrano i prezzi dell'oro (in alto) e dell'argento (sotto) espressi in dollari per oncia, con barre giornaliere.



Per entrambi i metalli è evidente l'andamento "laterale" dei prezzi, a partire da fine marzo 2015.
Nel caso dell'oro il canale è compreso tra il livello inferiore di 1170 dollari per oncia e la resistenza superiore a 1230 (toccata a metà maggio).
L'argento oscilla tra i 15,80 e i 17,25 dollari per oncia, con uno sfondamento verso l'alto a metà maggio che ha avuto vita breve.


Per la scadenza opzioni del mese di giugno le mani forti del mercato hanno fatto scendere abilmente i prezzi dell'oro appena sotto il livello di 1180 dollari per oncia, in modo da pagare meno soldi possibili a chi aveva acquistato opzioni "call". Nel mecato dei Futures non ci sono pressioni rialziste di sorta, quindi anche questo mese abbiamo assistito a un mese sostanzialmente piatto. Solo il  fallimento della Grecia, forse, riuscirà a smuovere le acque prima dell'importante scadenza delle opzioni di agosto.



venerdì 19 giugno 2015

i cinesi nel fixing dell'oro


La London Bullion Market Association (LBMA) ha annunciato che la Bank of China è stata approvata da ICE Benchmark Administration (IBA) di partecipare al processo di fissazione del prezzo dell’oro dell’LBMA amministrato da IBA.

In altri termini: l’LBMA annuncia che la Cina entra nel fixing dell’oro. Siamo davanti ad un evento di portata storica: il mondo si apre finalmente allo sconfinato mercato asiatico.
“Siamo orgogliosi di diventare la prima banca cinese e asiatica a partecipare all’asta che viene fatta per determinare il prezzo dell’oro all’LBMA” – ha detto Yu SUN, General Manager della Bank of China filiale di Londra e CEO, Bank of China (UK) Limited.

“Bank of China è entrata nell’LBMA (come membro iniziale) nel 1987, ed ha partecipato attivamente nel business del trading dell’oro a Londra per oltre quarant’anni. Pur essendo il più grande consumatore e produttore di oro mondiale, la Cina non ha mai svolto un ruolo importante nella fissazione del prezzo ufficiale dell’oro. La partecipazione diretta della Cina nel fixing dell’oro rafforzerà la connessione tra il mercato interno cinese e i mercati esteri, portando il prezzo dell’oro a riflettere meglio la domanda e l’offerta di oro Cinese e contribuendo a promuovere l’internazionalizzazione del mercato dell’oro cinese “.

L’ingresso della Cina nel fixing dell’oro avvalora i profondi cambiamenti in atto

Con la Cina che entra nel fixing dell’oro di Londra, l’Oriente continua ad aumentare il suo peso nello scacchiere economico e politico mondiale. Ricordiamoci che l’anno scorso la Deutsche Bank è invece uscita dal fixing di Londra. Per una banca occidentale che ha lasciato, una banca orientale che entra. I cambiamenti in atto sono profondi.
 

Anche considerando che dal 20 Marzo l’LBMA ha lanciato – per la prima volta nella storia – il processo di fissazione del prezzo dell’oro elettronico (pensate che fino a poco tempo fa il fixing dell’oro avveniva ancora per telefono, mediante accordo fra le Banche che partecipano alla determinazione del prezzo).
Questa è senza ombra di dubbio una notizia che avrà importanti ripercussioni sul prezzo dell’oro, ma gli effetti non sono quelli di una “sparata e via” di breve termine.
L’entrata della Cina nel fixing dell’oro impatterà in misura importante sul prossimo futuro dei prezzi del metallo.


fonte: intermarket and more

mercoledì 17 giugno 2015

verso la confisca dell'oro in Europa ?



In Francia si sta scoraggiando la vendita di monete d'oro, sono infatti vietate le vendite per contanti e occorre riportare al fisco i dati su acquirenti e venditori. Perfino le fiere di venditori di monete rare hanno abbandonato Parigi perché i commercianti si rifiutavano di sottostare all'obbligo di denuncia delle transazioni. Il governo francese ha protestato perché molti francesi si recavano in Belgio per comperare più liberamente oro fisico. 

Negli Stati Uniti le banche stanno richiedendo la documentazione per tracciare la provenienza di ogni somma versata sui conti che servono per ottenre un mutuo. Le raffinerie d'oro sono ora obbligate a riportare al governo degli Stati Uniti ogni spedizione di oro, indicando da dove viene e dove è andato.
I governi sembrano voler tenere sotto stretto controllo i lingotti d'oro.
Perché?
Una motivazione può essere il tentativo di eliminare ogni alternativa alle banconote mentre stiamo avvicinandoci sempre più a una società senza contanti.
Negli USA se vuoi evitare l'obbligo di segnalazione di un operazione al fisco, devi limitarti a prelievi di contanti inferiori a 10mila dollari, questa non viene considerata evasione fiscale a meno che i contanti servono per pagare qualcuno che non dichiara i suoi proventi al fisco.   


Riusciranno i governi a rendere l'oro illegale?  Solo uno stupido direbbe di no. Se è illegale pagare qualcuno in contanti, rendono illegale la possibilità di pagare qualcuno con oro. Stiamo andando in questa direzione. Non si tratta di un attacco premeditato contro l'oro. I governi stanno tentando di imbrigliarci in ogni modo possibile. Non solo proibendo l'oro. Sono a caccia di spiccioli sotto qualsiasi forma. 
Ciò significa che dovremo astenerci dal comperare oro quando le quotazioni avranno toccato i minimi previsti? No. Significa che potrà divenatare rischioso possedere oro quando verrà reso illegale per le transazioni d'affari. Tenete presente che possono  imprigionarvi perché non avete pagato le tasse. Sarebbe incostituzionale. Vi imprigionano perché non avete dichiarato che dovete pagare le tasse. Il reato è la mancata denuncia, non il mancato pagamento.  
In uno scenario di questo genere potrebbe essere consigliabile detenere monete d'argento o, meglio ancora, monete da 20 dollari in oro. Meglio non dare l'impressione che possedete solo lingotti di oro fisico. Arriveranno al punto di confiscare l'oro? La storia si ripete, perché le passioni dell'uomo non cambiano mai. Dobbiamo capire che sta per arrivare al un tracollo economico. I burocrati non spariranno silenziosamente. Ci saranno urla e rabbia lungo tutta la strada

    Martin Armstrong
 
fonte: armstrongeconomics.com

martedì 16 giugno 2015

anche il Texas rivuole il suo oro


La scorsa settimana il Texas ha annunciato l'istituzione di una propria versione di Fort Knox, il deposito impenetrabile per i lingotti d'oro, che potrebbe essere un segnale della creazione della propria moneta e, in un secondo tempo, un passo avanti verso la separazione degli Stati Uniti.
In base alla proposta di legge 483, approvata all'unanimità dal Senato dello stato, Glenn Hegar, Revisore dei conti pubblici del Texas, sarebbe autorizzato a istituire e amministrare i primi lingotti che lo stato depositerebbe in un luogo non ancora determinato. Nessun altro stato negli Stati Uniti ha ancora un proprio deposito di oro fisico.

Il senatore repubblicano Lois Kolkhorst ha detto che lo Stato e i vari organismi collegati hanno più di mille milioni di dollari in oro oggi conservati in strutture di altri stati.
Il disegno di legge dice: "La creazione di un deposito sicuro nel Texas consente allo Stato, alle agenzie statali e ai privati di accumulare metalli preziosi in sicurezza, di ridurre la dipendenza da organismi di altri stati e di proteggere i capitali delle instabilità del mercato ".
"New York respingerà tutto ciò", ha detto Kolkhorst. "Per me, questo rifiuto e il fatto che farà risparmiare soldi al Texas la trasformano in un'idea d'oro."

Gli stati non si fidano più degli Stati Uniti
Non è il primo tentativo del Texas di mostrare la propria indipendenza e di allontanarsi dagli Stati Uniti. Quest'ultima mossa rappresenta un passo decisivo verso la creazione in Texas di una propria moneta e di una sua indipendenza come repubblica autosufficiente.
Questo Stato ha tutte i requisiti per farlo diventare una realtà: il Texas è un territorio enorme, si può addirittura dire che è un paese indipendente, con una cultura ed uno stile di vita unico. Ha una visione del mondo completamente diversa e punti di vista propri sulla politica degli Stati Uniti; in particolare è del tutto in contrasto con la politica del governo federale degli Stati Uniti in materia fiscale.
L'economia del Texas è una delle più grandi e in più rapida crescita negli Stati Uniti. In Texas risiedono 50 tra le aziende presenti nella classifica Fortune 500 (terzo posto dopo New York e la California).
Il Texas è il più grande esportatore di beni verso gli Stati Uniti, il volume di affari dal commercio dello stato con altri paesi supera i 100.000 milioni di dollari l'anno. Se il Texas fosse un paese sovrano, avrebbe la 14a economia più grande del mondo in termini di PIL (davanti a Corea del Sud e Paesi Bassi).
Gli Stati Uniti rischiano di perdere in breve tempo non solo uno dei suoi stati più ricchi, ma le sue riserve auree -cuscinetto di sicurezza- che scompariranno a velocità record, alla luce dei tentativi di diversi paesi di rimpatriare i loro lingotti (per ultima l'Austria).


 Liliya Khusainova

vedi anche articolo sull Houston Chronicle

giovedì 11 giugno 2015

il tesoro di Himmler


Negli ultimi giorni della Seconda Guerra Mondiale le truppe americane hanno scoperto un graosso deposito di monete d'oro e d'argento presso l'ufficio postale di Plauen, una cittadina della Germania orientale.
I documenti dell'epoca dimostrano che la quel tesoro era direttamente collegato al capo delle SS, Heinrich Himmler.
Gli americani conquistarono la città il 16 aprile 1945. I documenti scoperti a Washington dallo storico tedesco Peter Heintje indicano che undici giorni più tardi un convoglio ha lasciato la città diretto a Francoforte sul Meno.
 

A quanto pare l'ufficio postale della cittadina era anche una filaile segreta della Reichsbank, la banca centrale tedesca. Nel 1944, con l'intensificarsi dei bombardamenti su Berlino, Himmler trasferì il suo tesoro di metalli preziosi  nella tranquilla città orientale di Plauen (vicino al confine con la repubblica Ceca).
I funzionari del III Reich avevano depredato oro in tutta L'Europa occupata. In particolare erano state depredate le riserve auree delle banche nazionali di Austria, Cecoslovacchia, Polonia e Belgio, come pure l'oro di privati cittadini.
Nella cassaforte dell'ufficio postale di Plauen c'erano 900 chili d'oro principalmente sotto forma di monete, 70 chili di argento e denaro contante.
I lingotti erano stati nascosti in 35 sacchi. Il tesoro comprendeva anche un milione di franchi svizzeri e 151.560 corone norvegesi e 98.450 fiorini olandesi. Il valore odierno si aggirerebbe sui 32 milioni di euro.

Il giorno successivo alla scoperta il tesoro era già in viaggio per Francoforte, perché Plauen era nella zona orientale che doveva finire sotto il controllo russo, come concordato durante la conferenza di Yalta.

A quanto pare il tesoro è rimasto a Francoforte per qualche tempo, ma non sono stati trovati documenti che mostrano la sua destinazione finale. Si ritiene sia stato spedito negli Stati Uniti come riparazione di guerra e sarà probabilmente finito a Fort Knox o nei forzieri della Federal Reserve di New York.



articolo completo su: www.goldcore.com  

lunedì 8 giugno 2015

scarseggia anche il denaro fisico


Un possibile "cigno nero" in arrivo quest'anno ?

Dal report degli analisti di Bonner & Partners:

Bill Bonner si aspetta un violento shock monetario .
Our financial system could take a surprising and catastrophic twist that almost nobody imagines, let alone anticipates.

non c'è denaro fisico a sufficienza

Here’s how… and why:
It’s almost seems impossible. Hard to imagine. Difficult to understand. But if you look at M2 money supply – which measures coins and notes in circulation as well as bank deposits and money market accounts – America’s money stock amounted to $11.7 trillion as of last month.
But there was just $1.3 trillion of physical currency in circulation – about only half of which is in the US. (Nobody knows for sure.)
What we use as money today is mostly credit. It exists as zeros and ones in electronic bank accounts. We never see it. Touch it. Feel it. Count it out. Or lose it behind seat cushions.
Banks profit – handsomely – by creating this credit. And as long as banks have sufficient capital, they are happy to create as much credit as we are willing to pay for.
After all, it costs the banks almost nothing to create new credit. That’s why we have so much of it.
A monetary system like this has never before existed. And this one has existed only during a time when credit was undergoing an epic expansion.
So our monetary system has never been thoroughly tested. How will it hold up in a deep or prolonged credit contraction? Can it survive an extended bear market in bonds or stocks? What would happen if consumer prices were out of control?
Our current money system began in 1971.
It survived consumer price inflation of almost 14% a year in 1980. But Paul Volcker was already on the job, raising interest rates to bring inflation under control.
And it survived the “credit crunch” of 2008-09. Ben Bernanke dropped the price of credit to almost zero, by slashing short-term interest rates and buying trillions of dollars of government bonds.
But the next crisis could be very different…
Short-term interest rates are already close to zero in the U.S. (and less than zero in Switzerland, Denmark, and Sweden). And according to a recent study by McKinsey, the world’s total debt (at least as officially recorded) now stands at $200 trillion – up $57 trillion since 2007. That’s 286% of global GDP… and far in excess of what the real economy can support.
At some point, a debt correction is inevitable. Debt expansions are always – always – followed by debt contractions. There is no other way. Debt cannot increase forever.
And when it happens, ZIRP and QE will not be enough to reverse the process, because they are already running at open throttle.
What then?
The value of debt drops sharply and fast. Creditors look to their borrowers… traders look at their counterparties… bankers look at each other…
…and suddenly, no one wants to part with a penny, for fear he may never see it again. Credit stops.
It’s not just that no one wants to lend; no one wants to borrow either – except for desperate people with no choice, usually those who have no hope of paying their debts.
Just as we saw after the 2008 crisis, we can expect a quick response from the feds.
The Fed will announce unlimited new borrowing facilities. But it won’t matter….
House prices will be crashing. (Who will lend against the value of a house?) Stock prices will be crashing. (Who will be able to borrow against his stocks?) Art, collectibles, and resources – all we be in free fall.

The NEXT Crisis

In the last crisis, every major bank and investment firm on Wall Street would have gone broke had the feds not intervened. Next time it may not be so easy to save them.
The next crisis is likely to be across ALL asset classes. And with $57 trillion more in global debt than in 2007, it is likely to be much harder to stop.
Are you with us so far?
Because here is where it gets interesting…
In a gold-backed monetary system prices fall. But the money is still there. Money becomes more valuable. It doesn’t disappear. It is more valuable because you can use it to buy more stuff.
Naturally, people hold on to it. Of course, the velocity of money – the frequency at which each unit of currency is used to buy something – falls. And this makes it appear that the supply of money is falling too.
But imagine what happens to credit money. The money doesn’t just stop circulating. It vanishes. As collateral goes bad, credit is destroyed.
A bank that had an “asset” (in the form of a loan to a customer) of $100,000 in June may have zilch by July. A corporation that splurged on share buybacks one week could find those shares cut in half two weeks later. A person with a $100,000 stock market portfolio one day could find his portfolio has no value at all a few days later.
All of this is standard fare for a credit crisis. The new wrinkle – a devastating one – is that people now do what they always do, but they are forced to do it in a radically different way.
They stop spending. They hoard cash. But what cash do you hoard when most transactions are done on credit? Do you hoard a line of credit? Do you put your credit card in your vault?
No. People will hoard the kind of cash they understand … something they can put their hands on… something that is gaining value – rapidly. They’ll want dollar bills.
Also, following a well-known pattern, these paper dollars will quickly disappear. People drain cash machines. They drain credit facilities. They ask for “cash back” when they use their credit cards. They want real money – old-fashioned money that they can put in their pockets and their home safes…

Dollar Panic

Let us stop here and remind readers that we’re talking about a short time frame – days … maybe weeks … a couple of months at most. That’s all. It’s the period after the credit crisis has sucked the cash out of the system … and before the government’s inflation tsunami has hit.
As Ben Bernanke put it, “a determined central bank can always create positive consumer price inflation.” But it takes time!
And during that interval, panic will set in. A dollar panic – with people desperate to put their hands on dollars … to pay for food … for fuel … and for everything else they need.
Credit may still be available. But it will be useless. No one will want it. ATMs and banks will run out of cash. Credit facilities will be drained of real cash. Banks will put up signs, first: “Cash withdrawals limited to $500.” And then: “No Cash Withdrawals.”
You will have a credit card with a $10,000 line of credit. You have $5,000 in your debit account. But all financial institutions are staggering. And in the news you will read that your bank has defaulted and been placed in receivership. What would you rather have? Your $10,000 line of credit or a stack of $50 bills?
You will go to buy gasoline. You will take out your credit card to pay.
“Cash Only,” the sign will say. Because the machinery of the credit economy will be breaking down. The gas station… its suppliers… and its financiers do not want to get stuck with a “credit” from your bankrupt lender!
Whose credit cards are still good? Whose lines of credit are still valuable? Whose bank is ready to fail? Who can pay his mortgage? Who will honor his credit card debt? In a crisis, those questions will be as common as “Who will win an Oscar?” today.
But no one will know the answers. Quickly, they will stop guessing… and turn to cash.
Our advice: Keep some on hand. You may need it.
 
Regards,

   Paul Bonner
   5 giugno 2015