metalli preziosi per proteggersi dal crollo del castello di carte

i metalli preziosi sono il miglior investimento per proteggersi dal crollo del castello di carte

giovedì 31 maggio 2012

la Fed consiglia di disfarsi degli euro

La notizia è di quelle da far rabbrividire, e forse è proprio per questo che nessun media mainstream ha ritenuto opportuno darle risalto. Solo il Corriere della Sera le ha dedicato un piccolo trafiletto riquadrato riempito con poche righe, destinato a passare quasi inosservato.
Il governatore della Federal Reserve di Philadelphia Charles Plosser, in un’intervista rilasciata sabato scorso al Wall Street Journal, ha dichiarato che la Banca Centrale americana sta suggerendo caldamente ai fondi monetari statunitensi di ridurre drasticamente l’esposizione nei confronti delle istituzioni finanziarie europee.
I fondi monetari, si sa, sono quelli che investono prevalentemente in obbligazioni governative e corporate a breve scadenza e con rating elevato, e perseguono l’obiettivo di ridurre al minimo l’esposizione al rischio del risparmiatore
Quindi, tradotto in parole povere, il consiglio che la Fed ha rivolto ai gestori suona un po’ così: “Abbandonate gli investimenti in Euro perché la situazione si sta facendo più rischiosa, e un eventuale crash finanziario potrebbe contagiarvi”.
E da quel che sembra non è tanto la situazione greca a spaventare la massima autorità monetaria degli Stati Uniti, quanto piuttosto la possibilità che il contagio raggiunga altri paesi dell’UE, il cui default avrebbe un impatto decisamente più forte sulla finanza del Vecchio Continente rispetto a quello della penisola ellenica.
Del resto la strategia della Fed non può fare altro che creare un circolo vizioso: ritirare capitali dall’Europa significherebbe aggravare ulteriormente la già difficile situazione finanziaria afferente ai debiti sovrani, accelerando il percorso verso l’ipotetico default. Qualcuno dice che l’Europa a questo punto dovrebbe fornire delle garanzie serie sui debiti sovrani dei paesi membri, garanzie che siano in grado di arginare una volta per tutte lo spauracchio del default riportando gli spread a livelli accettabili, frenando la corsa agli sportelli dei risparmiatori, e stroncando sul nascere l’emorragia di capitali ridando vigore ai listini azionari.
Ma dopo la creazione del fantomatico Fondo di stabilizzazione finanziaria (EFSF), che dal prossimo luglio cambierà il nome, ma non la sostanza, in meccanismo di stabilità (ESM), dopo l’insediamento di governi “tecnici” per imporre politiche di austerity, e dopo l’iniezione di un trilione di euro nel sistema bancario da parte della BCE (destinato prevalentemente a sostenere le quotazioni dei titoli di stato, e non l’economia reale), ci sarebbe da domandarsi quali siano, e se ci siano rimaste, le frecce ancora da scoccare nella faretra delle Istituzioni europee per fornire ulteriori garanzie al sistema della finanza mondiale.


articolo originale con grafico



mercoledì 30 maggio 2012

euro sotto 1,24



Il cambio euro / dollaro è appensa sceso sotto il livello di 1,24.
Siamo tornati ai livelli di luglio 2010.
Cedono le borse, gli investitori si rifugiano verso la relativa sicurezza dei titoli di stato di USA e Germania, accontentandosi di rendimenti vicini allo zero.



un sistema che fa acqua da tutte le parti



: Too big to fail, but too big to bail
Qualche giorno fa, un certo signor Steve Roach che lavora in Morgan Stanley ha detto: “Spain? Too big to fail, but too big to bail”.
Molto bene. Quindi che si fa? Chi si prenderà l’onere di un salvataggio dalle dimensioni potenzialmente ingestibili?
In realtà nessuno lo può sapere con certezza. Certo è che nelle ultime ore la confusione, già elevatissima sull’argomento, non ha fatto che lievitare.
Dapprima il flash di Reuters che mette sul piatto delle ipotesi un progetto decisamente aggressivo e complesso.
(Reuters)  - European Union countries could be obliged to bail out one another’s struggling banks, according to a draft EU law that marks a big step towards greater EU financial integration likely to upset some members, particularly Germany.
Quindi i paesi dell’ potrebbero essere obbligati a creare un meccanismo con cui “si salvano” le banche a vicenda. Un progetto sicuramente importante se visto dal punto di vista dell’integrazione tra i paesi membri, ma altrettanto difficile nella creazione. Anche perché occorre dimenticare che c’è una cosa più di tutte che manca: il TEMPO.
(...)
La domanda da farsi ora, è ovviamente: “che succederà”?
Nessuno può dirlo con certezza. Secondo me occorre però capire cosa comporterà questo gioco al massacro non solo nei confronti di Bankia ma di tutto il sistema bancario, in particolar modo quello più dissestato. Perché, se non lo avete capito, la prima cosa che bisogna evitare è il cosiddetto o effetto CONTAGIO. Ma di certo questi conportamenti ambigui ed incerti non aiutano un mercato ed un sistema che, da solo, fa già acqua da tutte le parti.

D.T.

articolo completo su Intermarket & more

martedì 29 maggio 2012

in crisi famiglie italiane e orafi

 Cosa c’è dietro al boom delle esportazioni di lingotti d’oro dall’Italia alla Svizzera? E come mai l’Italia nel 2011 è diventato il terzo mercato produttore mondiale di “oro riciclato”?  Da un lato il florilegio dei “compro-oro”, negozi non regolamentati spesso nelle mani della criminalità organizzata. Dall’altro c’è la crisi dei distretti orafi, che costringe le banche italiane a rivendere al di là delle Alpi i lingotti che i gioiellieri non riescono a trasformare.
Gli italiani vendono i gioielli di famiglia, la Svizzera compra e ringrazia. Effetto recessione: nel 2011 l’Italia si è piazzata, con 116,5 tonnellate, al terzo posto nel mondo dietro alla Cina come produttore di oro riciclato (vendita da parte di singoli di oro usato e scarti di lavorazione). 
I dati di Banca Etruria, istituto di credito che rappresenta un “hub” nazionale per la compravendita di oro, evidenziano la debacle dei distretti orafi come Vicenza, Arezzo e Valenza Po: nel 2002 in Italia si producevano 412 tonnellate di gioielleria, nel 2001 solo 93,8, rispetto peraltro alle 116 tonnellate del 2010 (-20%). Le componenti della domanda del metallo pregiato sono tre: gioielleria, uso industriale (come protesi dentistiche) e oro da investimento. Se la seconda è marginale, circa il 6-7% del totale, la prima copre il 50% della domanda, ma è in discesa, mentre sale la terza componente, oggi al 40% circa. Ed è quest’ultima a incidere sulle esportazioni al di là delle Alpi. Ad esempio, nel 2010 Banca Etruria ha venduto 300 kg di oro da investimento, nel 2011 1,7 tonnellate.

Numeri che rappresentano meglio di un trattato di sociologia le difficoltà in cui versano tante famiglie italiane. Dietro al boom delle esportazioni in Svizzera, infatti, ci sono due fenomeni: da un lato l’esplosione dei “compro oro”, e dall’altro la crisi dei distretti orafi italiani, che a sua volta determina la rivendita – da parte delle banche italiane – dei lingotti agli istituti di credito elvetici da cui li avevano acquistati in precedenza. Se quest’ultimo aspetto è noto soltanto agli operatori del settore, il primo è sotto gli occhi di tutti, basta farsi un giro in città.
La scorsa settimana l’associazione consumerista Adoc ha pubblicato i risultati di un’indagine secondo cui, nell’ultimo anno, i negozi “compro oro” sono cresciuti del 15%, con un giro d’affari di 2 miliardi di euro. In un anno i negozi sul territorio nazionale sono passati da 20 a 30mila». Un’impennata trainata più dalla disperazione di molti che dalle quotazioni del metallo giallo, destinata a durare ancora tre anni al massimo, un po’ per le nuove aperture un po’ perché, ammette Zironi, «i clienti stanno iniziando a raschiare il fondo del barile».
Affari letteralmente d’oro, sui quali la criminalità organizzata ha messo le mani da tempo. Per questo, lo scorso novembre, Aira (Associazione nazionale responsabili antiriciclaggio) e Anopo hanno organizzato un convegno per sensibilizzare le istituzioni, Bankitalia in primis, sull’urgenza di rendere obbligatoria l’iscrizione a un albo, oltre a regole più stringenti in termini di tracciabilità del denaro e antiriciclaggio. Un esempio? Nonostante il pagamento in contanti oltre i mille euro sia vietato a norma di legge, gli esercizi che pagano in nero, senza rilasciare lo scontrino sono la maggior parte. Altro esempio: soltanto i compro oro autorizzati da via Nazionale, in teoria, possono acquistare monete d’oro. Un altro paletto completamente disatteso. Guadagnando cifre che variano dal prezzo corretto di 3-4 euro al grammo e salgono fino a 8-10 euro, a seconda della purezza dei preziosi (18 o 24 carati).
La legge 7 del 2000 – che distingue la compravendita di oggetti in oro con e senza trasformazione, in quest’ultimo caso, in teoria, è necessaria un autorizzazione della Banca d’Italia – e in particolare il quarto comma, ha di fatto sancito un “liberi tutti”, escludendo, tra gli altri, dai requisiti di onorabilità «gli operatori che acquistano oro al fine di destinarlo alla propria lavorazione industriale o artigianale o di affidarlo, esclusivamente in conto lavorazione, ad un titolare del marchio di identificazione di cui al decreto legislativo 22 maggio 1999, n. 251».

Palazzo Koch, però, continua a tenere la testa sotto la sabbia. Due anni fa, esattamente il 28 maggio 2010 l’istituto guidato da Ignazio Visco ha fornito alcuni chiarimenti sull’interpretazione della norma, stabilendo che i compro oro non sono autorizzati a trattare oro fino, ad uso industriale o semilavorato. Ergo, basta mettersi d’accordo con un intermediario che fisicamente si reca in una fonderia per trasformare fedi, catenine e orecchini in lingotti – al prezzo di 50 cent a grammo – e il gioco è fatto. Tanto che, dei 28mila, i compro oro autorizzati da Bankitalia sono soltanto 346.


la furbata del governo spagnolo

Le banche spagnole hanno comprato più di 320 miliardi di euro di Tesobonos spagnoli da quando Draghi ha annunciato il suo famoso "Litro" a natale (LTRO) con rendimenti tra il 5 e il 6%. Ora sono arrivati vicini al 7% e ovviamente le quotazioni sono andate giù in modo corrispondente, diciamo di 7-10 punti. A occhio e croce e secondo quelli che leggi su http://www.ft.com le banche spagnole stanno perdendo un 30-40 miliardi sui loro acquisti di titoli di stato.

Ma in Spagna capita di peggio. Mezzo milione di spagnoli si sono fatti convincere da una campagna pubblicitaria martellante del governo a comprare azioni della nuova banca, chiamata "Bankia", in cui si erano infilate sette casse e banche regionali che stavano andando in default, ricapitalizzandole l'anno scorso con qualche miliardo di soldi pubblici. Nella pubblicità per far comprare Bankia mostravano un giovane ingegnere appena sposato che dichiarava "ho deciso di fare qualcosa di nuovo, diventare un banchiere". Questi spagnoli fessi sono ora sotto del -65% in pochi mesi e lo stato spagnolo prima ha annunciato in marzo che a Bankia occorrevano altri 5 miliardi e la settimana scorsa altri 19 miliardi e questi rischiano di perdere tutto ("I misteri di Bankia: il crack nascosto dietro quei bilanci allegri")

Ieri notizia clamorosa : il governo spagnolo ha annunciato che le inietterà 19 miliardi di euro con questo trucco che è la prima volta al mondo che qualcuno tenta: le da 19 miliardi di titoli di stato, quindi non cash, soldi, euro, ma debito pubblico. Dopodichè questi titoli di stato vengono girati alla BCE che come noto da un paio di anni accetta qualunque cosa le banche le portino e gliela monetizza (in cambio da soldi). Quindi la BCE dovrebbe prendere questi titoli di stato e dare degli euro, con un certo sconto, si parla di ricevere 12 miliardi che vengono rigirati alla povera Bankia a titolo di iniezione di capitale. Un aumento di capitale con titoli pubblici! Geniale no ? Questi miliardi sono considerati un regalo, il governo ha dichiarato che la Banca non deve ridarli indietro. Da dove vengono alla fine questi miliardi ? In teoria da tutti, tedeschi, italiani, finlandesi, portoghesi, greci persino perchè siamo tutti nella stessa barca. In pratica non è così, è moneta che viene creata e oltre una certa misura farà scendere l'euro, ma non è che veramente qualcuno la debba mai ripagare

Nel suo genere è una trovata geniale e sfacciata. L'obiettivo finale è sempre lo stesso: avere soldi dalla BCE perchè lei li può emettere senza costo e senza difficoltà, ma per salvare le forme e confondere un attimo il popolo germanico si fa tutto questo giro: il governo spagnolo gira dei BTP spagnoli alla banca, questa li gira alla BCE e lei gira degli euro...

G. Z.

fonte: cobraf.com

lunedì 28 maggio 2012

anche gli svizzeri si preparano al crash dell'euro


Dopo gli inglesi :
  articolo del Telegraph di Londra

anche gli svizzeri stanno preparando piani di emergenza per un possibile crollo dell'euro.

In un’intervista pubblicata sulla SonntagsZeitung, il presidente della Banca nazionale svizzera Thomas Jordan difende il tasso minimo di cambio di 1.20 franchi per un euro. La Banca nazionale svizzera interviene da settembre sul mercato dei cambi per impedire che l’euro scenda sotto 1.20 franchi.
Jordan capisce gli appelli per l’innalzamento di questo tasso, conferma che il franco è una moneta sopravvalutata, se confrontata alla situazione oggettiva di mercato andrebbe svalutata.
Aggiunge poi che la situazione per molte imprese è difficile.
Malgrado ritenga che non vi sarà il crollo dell’euro, Jordan sta organizzando una Task force che dovrebbe – fra le altre cose – eseguire il controllo del flusso dei capitali, implementando misure che influenzino direttamente l’afflusso di fondi in Svizzera.
Il corso attuale a 1.20 è realistico e ha aiutato la congiuntura in Svizzera, commenta poi il presidente della BNS, assicurando che la politica monetaria dell’istituto nazionale verrà imperniata anche in futuro sul mantenimento di questo corso. Questo malgrado nelle ultime settimane la situazione sia andata peggiorando.

Jordan ha sorvolato sul fatto che anche giovedì scorso il franco aveva perso terreno nei confronti dell’euro, andando da 1.2010 a 1.2075 in pochissimo tempo. Questo era successo dopo che era girata la voce secondo cui la Banca nazionale svizzera avrebbe introdotto la misura degli interessi negativi sugli averi in franchi svizzeri.

Tre settimane fa il Fondo monetario internazionale aveva dichiarato che il franco è troppo forte, che l’economia svizzera è minacciata da recessione in caso di peggioramento della crisi nella Zona euro e che sarebbe utile tornare a un tasso di cambio determinato dal mercato.

fonte: www.ticinolive.ch

venerdì 25 maggio 2012

Catalonia


Il presidente della Catalonia,  la più importante regione spagnola, ha chietso l'aiuto del governo centrale di Madrid perché non trova più alcuna banca disposta a concedere finanziamenti.
Nel frattempo Standard & Poor’s ha abbassato di un altro scalino il rating di Bankia, a BB+, portandolo a livello junk (spazzatura), avendo riscontrato nei conti della banca spagnola qualcosa come 32 miliardi di euro di crediti difficilmente esigibili, poiché connessi alla bolla immobiliare esplosa nel paese. L’agenzia precisa anche che l’outlook rimane negativo in attesa della ricapitalizzazione dell’istituto che dovrebbe aggirarsi intorno ai 12 miliardi di euro.

la terza banca spagnola

 
L'autorità regolatrice dei mercati spagnoli ha comunicato oggi di aver sospeso le contrattazioni del titolo Bankia, l'istituto di credito spagnolo che oggi presenterà il proprio piano di ristrutturazione. Secondo la stampa, l'istituto di credito nazionalizzato dovrebbe chiedere al governo di Madrid ulteriori 15 miliardi di euro, oltre ai 4,5 miliardi di prestiti statali già forniti.
In pratica la Spagna si è vista costretta a nazionalizzare la terza banca del paese.
Le banche spagnole hanno sequestrato migliaia di case ai cittadini che non riuscivano a pagare le rate del mutuo, ora si trovano ingolfate dalla svalutazione immobiliare ... ma senza soldi.
Nel frattempo accelera la corsa agli sportelli e la fuga di capitali all'estero.
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Negli ultimi giorni, una delle frasi più richieste al motore di ricerca Google è stata "bank run" o "corsa agli sportelli", ovviamente in molte lingue diverse.


giovedì 24 maggio 2012

pronta una valuta parallela per la Grecia

LA GRECIA HA UN PIANO PER UNA VALUTA PARALLELA, AFFERMA LA BANCA DI RUSSIA

A quanto pare qualcuno si è dimenticato di avvisare i russi di tenere la bocca chiusa, oppure vogliono iniziare a creare scompiglio. Durante un'intervista a Milano, Sergei Shevstov, vice-direttore della banca centrale russa, ha appena affermato che:

- è "necessario" che la Grecia abbandoni l'euro;
- l'uscita della Grecia sarà un buon esempio anche per altri.

andamento dei titoli di stato greci


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vedi anche:

New York - La Grecia avrebbe solo 46 ore di tempo per uscire dall'euro in modo ordinato, senza provocare conseguenze catastrofiche in tutto il mondo. E' quanto risulta da uno studio messo a punto da 21 tra economisti, analisti e professori esperti dei problemi dell'Eurozona.

Il numero delle ore non è affatto casuale e corrisponderebbe al lasso di tempo compreso tra la chiusura delle contrattazioni a Wall Street e l'inizio della sessione, il lunedì successivo, nella borsa di Wellington, Nuova Zelanda. Una uscita di scena della Grecia dovrebbe infatti avvenire a chiusura dei mercati azionari, per non creare un effetto panico in tutto il mondo.

In queste ore, il lavoro dei leader ellenici sarebbe molto gravoso: le autorità di Atene sarebbero costrette infatti a pensare subito a un piano per l'addio, calmare le proteste civili che sicuramente si verificherrebero, gestire il potenziale del default del debito, pianificare una nuova valuta, ricapitalizzare le banche, frenare in tutti i modi la fuga di capitali e trovare un modo di riuscire a onorare i debiti una volta sprovvista delle operazioni di salvataggio che hanno assicurato fino a questo momento la sua sopravvivenza.

In una intervista a Bloomberg Dawn Holland, professore senior presso il National Institute of Economic and Social Reserch di Londra, afferma che il governo ellenico dovrebbe essere in grado di rispondere in modo efficace a questa soluzione - uscita dall'Euro - tentando soprattutto di impedire ai cittadini di farsi prendere dal panico e ritirare tutti i loro risparmi dalle banche.

fonte: Wallstreetitalia.com

Hyper report del 23 maggio


Approfittate dei prezzi bassi e continuate ad accumulare metallo fisico.

perfino le banche svizzere

Perfino le banche svizzere prestano oro all'insaputa dei clienti?


Greyerz - Un cliente scioccato dalla scoperta che il suo oro “allocato” non si trova più nella banca svizzera

Oggi Egon von Greyerz  ha rivelato che un cliente ha cercato di spostare una notevole quantità d'oro "allocato" presso una banca svizzera, ma la banca ha scioccato il cliente, perché non avevano l'oro. Egon von Greyerz è socio fondatore della Matterhorn Asset Management in Svizzera. Von Greyerz anche detto, "ci sono rischi elevati per chi decide di mantenere il proprio oro all'interno del sistema bancario.
Greyerz ha quindi commentato la corsa agli sportelli delle banche europee: "abbiamo corse agli sportelli in Grecia e in Spagna, e ora una banca francese, una delle più grandi banche ipotecarie, sta avendo problemi, in Irlanda pensavano di essere a posto ma hanno bisogno di più soldi. "
 
Egon von Greyerz continua: 
"i pezzi del domino continuano quindi a cadere e questo è ancora solo l'inizio. Non siamo lontano, in Europa, dalla diffusione della paura e da corse agli sportelli molto più drammatiche di quelle cui assistiamo oggi. Pasei che si credevano a posto, non lo sono. Prendete per esempio la Germania: qualunque cosa succeda la Germania avrà problemi.
Abbiamo avuto la riunione del G8 e Angela Merkel, era di cattivo umore, perché ognuno sta facendo pressione su di lei per portare più soldi per salvare l'Europa e la Grecia ....
"




fonte: kingworldnews.com

mercoledì 23 maggio 2012

50 anni di positività per l'argento



Intervistato ieri, Phil Baker, presidente e a.d. delle industrie minerarie Hecla Mining, ha confermato che il mercato dell'argento come metallo prezioso da investimento è importante, ma ben più importanti sono le crescenti applicazioni tecnologiche che ne sfruttano le qualità fisiche.

Baker ha detto che il mercato dell'argento di oggi può essere paragonato a dove era 100 anni fa, quando il suo utilizzo per lo sviluppo di fotografie stava appena cominciando a crescere.
"Hecla è stata una compagnia mineraria d'argento per 120 anni: per noi l'argento è stato un grande business fino ai primi anni 1980, poi abbiamo subito 20 anni di depressione, ora siamo tornati in una fase in cui l'argento ci offrirà grandi profitti per i prossimi 50 anni almeno."
Secondo Baker, ci sono due ragioni fondamentali alla base di questa previsione. La prima è che le proprietà fisiche uniche dell'argento vedono utilizzi crescenti e significativi in varie forme di tecnologia.
"Circa la metà di tutto l'argento che estraiamo oggi viene richiesto per usi tecnologici.
L'argento viene utilizzato in centinaia di prodotti - dai cerotti agli iPads - a causa della sua conducibilità, della sua malleabilità, della sua riflettività e della sua capacità di eliminare i batteri.
La seconda ragione per cui Baker è così ottimista sulla crescente domanda industriale di argento è che i mercati di tali prodotti tecnologici sono destinati a crescere in modo significativo nei prossimi anni, sia per la tendenza verso una sempre crescente urbanizzazione, sia per la crescita costante dei prodotti tecnologici.
"Un buon esempio di ciò è la Corea del Sud Circa 20 anni fa il consumo di argento era di circa 0,05 once per abitante mentre oggi si consumano circa 0,5 once, cioè 10 volte tanto.Prevediamo che lo stesso aumento di consumi avverrà anche in Cina. "
E, mentre la domanda è destinata a crescere, Baker è meno convinto che l'offerta sarà in grado di tenere il passo, almeno nel breve termine.
"Abbiamo avuto una depressione per l'argento negli ultimi 20 anni, fino al 2005 e, come risultato di ciò, non vi è stata l'esplorazione alla ricerca di nuovi giacimenti. I recenti aumenti della produzione di argento sono dovuti soltanto alla crescita delle estrazioni di altri metalli, come l'oro o lo zinco. Non ci sono molti nuovi progetti di apertura di miniere nel corso dei prossimi 10 anni ".
"Il mercato dell'argento verrà influenzato dalla rapida crescita della domanda tecnologica ed è difficile immaginare che le miniere siano in grado di tenere il passo con le richieste. Probabilmente allora una parte dell'argento che è stato accantonato come investimento verrà rivenduto per usi industriali. "
Detto questo, Baker è anche pronto a sottolineare che non si aspetta una crecita costante e lineare dei prezzi: "la domanda di argento per investimento è altalenante e i prezzi dell'argento subiranno fasi di volatilità elevata anche verso il basso".

martedì 22 maggio 2012

alla base del canale rialzista


Oggi le quotazioni dell'oro in dollari hanno toccato la base del canale rialzista di lungo periodo.
Secondo l'analisi tecnica e considerando le voci di nuove immissioni di liquidità da parte di BCE, il ribasso dell'oro degli ultimi mesi potrebbe essere al termine.

previsioni di breve termine

indicazioni di breve termine sull'oro dal "guru" Martin Armstrong

Verso fine settimana aumenterà la voaltilità, come pure il 29 maggio.
Giorni-chiave per eventuali svolte sono il 23, il 25 e il 30 di questo mese.
Quotazioni sopra 1609,80 dollari/oncia indicheranno un'inversione rialzista.
Inversione ribassista sotto i 1526,90 USD/oncia.
Un livello meno importante di inversione è 1544,50 e solo chiusure giornarliere sotto questa quotazione indicherebbero una ripresa del declino.
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Trailer del film su Martin Armstrong, prossimamente al cinema:


due affermazioni, stessa persona



“Non posso immaginare, nemmeno per un secondo, un'uscita della Grecia dall'Eurozona. Ciò non ha senso, è solo propaganda.”
– Jean-Claude Juncker, presidente del comitato per la finanza dell'Eurogruppo.

Quando la faccenda diventa grave, devi mentire.’’
– Jean-Claude Juncker, la stessa persona.
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Interessante anche questa notizia dalla Svizzera:

Piani contro il collasso delle banche



lunedì 21 maggio 2012

oro e argento per risanare la finanza globale

Non si vende il futuro

Questo non è un post per economisti. E’ una piccola guida dedicata alle persone di buon senso. Potete star sicuri che qualunque ipotetico “studioso” di economia classica leggerà questo piccola guida strabuzzerà gli occhi e griderà allo scandalo. Perché è un microscopico granello di sabbia che fa saltare tutta l’immensa costruzione di carta che caratterizza l’odierno sistema finanziario. (...)

Lo scenario attuale

Lo scenario lo conosciamo bene. Enormi societa finanziarie che soffocano perfino intere nazioni, multinazionali imponenti che delocalizzano le produzioni, un feroce capitalismo “a lama” (ovvero con una piccolissima parte di popolazione ricchissima e uno sterminato esercito di poveri) che si diffonde in tutto il mondo, le materie prime e perfino gli alimentari che soffrono di una “costruzione” finanziaria sovrastante che ne modifica il prezzo globale, eccetera eccetera.
Come nascerà la crisi globale? L’apocalisse che incenerirà tutto? Beh è possibile che sia generata dalla crisi del debito di un paese sufficientemente “pesante” nell’economia mondiale, cosi’ come dalla crisi sistemica dei giganti della finanza, cosi’ come si è rischiato nel 2008.
Fin dove arriva la valanga? Quali conseguenze verificabili o ipotizzabili ha uno scenario del genere? E’ chiaro che “in ipotesi” si fermerebbe tutta l’economia. Dell’intera Europa, degli Stati Uniti, della Cina, dell’Australia, del Brasile, insomma un “blocco sistemico globale”. Si potrebbe pensare che le merci non circolano, blocco del commercio, delle transazioni bancarie, dei trasporti, dell’energia, insomma un vero “black-out” a livello planetario. Pero’ pensiamoci bene. In realtà, si fermerebbe semplicemente perchè noi pensiamo che si fermi. Ovvero perchè sentendo la parola “fallimento” penseremmo che la società non ci paghi, che la banca non eroghi il credito, magari correremmo tutti in banca a ritirare i nostri risparmi, causando cosi’ la vera caduta del sistema, quella dell’economia reale. E’ per questo che io propongo in questa casistica di non pensare minimamente che si tratti di “fallimento”. Ma di “risanamento”. Dovrebbe essere usata questa parola, perchè la verità è che TUTTE le attività produttive dell’economia reale e non strettamente finanziaria, continuerebbero tranquillamente ad operare. Chi si troverebbe in difficoltà? I termini di cassa, i fornitori, i clienti e l’economia reale certamente no.
(...)
Il problema è che sto “giochino” sta letteralmente avvelenando e uccidendo il pianeta intero. Sapete qual’è la durata media di possesso di un qualsivoglia titolo nell’attuale sistema? Circa 40 secondi. E la posta in gioco nell’immenso casino’? Trilioni e Trilioni di dollari. Ipotetici o “reali” a seconda di “come li si prende”. Diciamo delle cifre con circa 18 zeri dietro.
 (...)
Proposta di riforma del sistema finanziario
Ora proviamo noi a fare un’altro “giochino”. Mettiamo il caso, nella situazione attuale e in condizioni di mercato normale e reale, che il valore di capitalizzazione di borsa non possa superare un cap. Cioè un valore massimo. Che altro non è che il valore dello stato patrimoniale di una società (da cui sono stati espunti i valori di azioni e obbligazioni o meglio rappresentati diversamente così come descritto piu’ avanti, ovvero come quota delle partecipazioni) + un “bonus” rappresentato dai possibili ragionevoli utili. Diciamo un 30% del valore certificato dallo stato patrimoniale riclassificato. A prezzo di normale mercato degli asset ivi contenuti, come da legge, ma con le quote appunto mobiliari “nuove” espresse in percentuale e non in valore. Stiamo commettendo un delitto? Non mi pare. Stiamo semplicemente facendo equivalere i due valori dell’effettivo valore certificato dalla società stessa in stato patrimoniale (riclassificato come sopra) con la capitalizzazione di Borsa.
 (...)
C’è una maniera per cercare di salvare qualcosa dei famosi “asset immaginari” nel nuovo sistema e giovarcene tutti, e in realtà, ci aiuta anche a capire come innescare il “meccanismo”.
E’ altresi’ ovvio che nel momento in cui un qualunque governo mondiale di una certa “dimensione” in termini di Pil globale annunciasse un provvedimento del genere, la prima cosa che succederebbe sarebbe la corsa alla vendita dei famosi “asset immaginari” alla ricerca di “asset tangibili”, prima che essi vengano pressochè “cancellati” dalla nuova riforma. E dove andrebbero? Mi pare ovvio che il primo riferimento diventa un asset tangibile o “bene rifugio” come l’oro, o come l’argento. In termini di possesso fisico di una quota appunto tangibile. Acquistandolo sul mercato dai vari operatori. Che poi l’oro risieda fisicamente in Svizzera, Sudafrica o Stati Uniti o dovunque esso sia, non è un problema.
E la cosa non è affatto cosi’ negativa come si potrebbe pensare. Anzi. In quanto cio’ che succede è l’innesco di un meccanismo.
L’Italia dà preavviso (di tre mesi ad esempio) che adotterà un sistema similare. Con la raccomandazione ad enti istituzionali, fondi pensione, banche e assicurazioni, cittadini e altro di trasformare gli asset mobiliari in asset “tangibili”, siano essi oro od argento, Si innesca una corsa furiosa a vendere tutti gli asset di tutte le società quotate in borsa, nonché i titoli di Stato per comprare oro (o argento). La quotazione dell’oro mondiale spicca il volo. Nel giro di 3 giorni è triplicata, nel giro di 10 giorni è aumentata di 5 volte. Mettiamo che alla fine dei tre mesi di “festival” sia arrivata a 10 volte la sua quotazione iniziale, in quanto gli si sono riversati tutti i flussi “ex finanziari” della borsa di Milano e in piu’, TUTTI gli altri paesi comincerebbero a comprare oro e argento, mentre la capitalizzazione di borsa di Milano andrebbe vero lo zero e rientrerebbe praticamente da sola senza alcun bisogno di altro nei famosi “parametri di capitalizzazione” (cap) ipotizzati dalla norma “protocollo” varata, alias il valore dello stato patrimoniale delle varie società quotate + il famoso 30%, o altro sistema che sia voluto adottare. E’ altresi’ ovvio che si bloccherebbe o quasi il sistema di vendita dell’oro per “intasamento” del medesimo, e in quanto la quantità di oro disponibile non è illimitata. Ma il prezzo dell’oro non si fermerebbe affatto.
Ora l’Italia sta al quarto posto mondiale come riserve auree. Si moltiplicherebbe il valore delle riserve auree italiane, di 10 volte. Probabilmente MOLTO di piu’, perchè la corsa non riguarderebbe solo l’Italia a quel punto. Attualmente il valore delle riserve è di circa 110 miliardi di Euro. Diventerebbero (nell’ipotesi prospettata) all’incirca 1100 miliardi di Euro. Se il valore aumenta di 20 volte siamo a 2200 miliardi di Euro. E l’Italia puo’ venderne anche una metà per avere la liquidità necessaria per sostenere il “passaggio epocale”, e tenere in piedi il sistema stato, e varare una norma per tutti quelli che nel “nuovo sistema”, pur essendo normali cittadini o pensionati sono finiti sul lastrico. Il globale del debito italiano è di circa 2000 miliardi di Euro, allo stato attuale.
Sia ben chiaro, nella nuova configurazione, i BOT e i CCT e gli altri titoli di stato sono stati “inceneriti”, in quanto diventati rappresentativi, nell’ipotesi prospettata della famosa quota percentuale dello Stato patrimoniale all’interno del bilancio dello Stato Italiano + 30% , ma sarebbe possibile far avere ai loro possessori un rimborso forfettario per il cambio di sistema in termini di capitale, corrispondente alla liquidazione della metà delle riserve auree detenute dallo Stato Italiano (per i detentori di BOT e CCT e titoli dello Stato) ad esempio tra 8 mesi. Alla data X. Beh, se il prezzo dell’oro schizza davvero in alto è un ottimo rimborso. Potrebbe perfino trasformarsi in un affare. E da cosa dipende? Dalla massa in gioco.
Mettiamo il caso che immediatamente dopo l’Italia, la Grecia, Il Portogallo e la Spagna annuncino provvedimenti similari. La corsa all’oro diventa una valanga, il prezzo dell’oro va a quotazioni semplicemente stellari, e le riserve auree di ciascun paese continuano a salire di valore. Dopo che la Francia ha deciso per il “protocollo”, il meccanismo diventa inarrestabile, TUTTI gli altri paesi saranno pressochè costretti ad adottare il “nuovo sistema”. La Germania, e probabilmente anche gli Stati Uniti. Forse l’Inghilterra al solito metterebbe qualche problema, in quanto non disponendo di granchè di riserve auree, ma alla fine la marea di problemi che sarebbe determinata dal rimanere a “vecchio regime”, la costringerebbe a “convertirsi”. Alla fine anche la Cina cadrà, perchè piuttosto che essere impossibilitata a vendere i propri prodotti all’estero, preferirà far svanire tutte le riserve di titoli di stato statunitensi ed altro che possiede come PBOC (Banca centrale). E avrà la quota di rimborso che alla data X potrà avere. In termini percentuali dello Stato patrimoniale (riclassificato) dello Stato X + 30% a quella data, rispetto al debito globale. Come gli altri. Non si puo’ determinarne il valore in quanto dipenderà dalla quotazione dell’oro nella famosa data X, nel caso prospettato a 8 mesi di distanza dal provvedimento di “riconversione” dello stato debitore. L’India ha in termini di privati il possesso di una enorme quantità di oro fisico. Non andrebbe malissimo nemmeno a loro.
E’ indiscutibile che il nuovo “sistema” o meglio la “rivoluzione” crea una gigantesca bolla dell’oro. Si è vero, ma l’oro (o l’argento) costituisce “asset tangibile” che NON produce interessi. E tale bolla si esaurisce soltanto quanto TUTTO il pianeta si è “riconvertito a nuovo sistema”. E chi più tardi arriva peggio alloggia, in quanto una cosa è “convertire” nella fase di passaggio i famosi “ex asset immaginari” a prezzo “attuale” dell’oro o dell’argento, mentre tra due anni, con ogni probabilità l’oro varrebbe 10/20 volte tanto. Poi è ovvio, il prezzo dell’oro a lungo termine si normalizzerebbe, ma si ristabilirebbe una situazione di normalità. Di certo non scenderebbe moltissimo.
Che c’è di male. Abbiamo semplicemente riconvertito il vecchio sistema planetario in uno “nuovo di zecca” con il minimo danno possibile. Senza guerre, senza rivoluzioni e senza sangue.
Ripeto, chi parte per primo avrà il maggior vantaggio. Il resto seguirà. Per forza di cose. E ci siamo riappropriati del mondo. Niente piu’ banche d’affari, niente piu’ finanza fasulla. Niente piu’ debito pubblico. Sarà come esserci risvegliati da un incubo.

Piccole note finali

Badate, non ho scritto questo breve vademecum perchè dispongo di lingotti d’oro depositati nella mia cassaforte. Avro’ qualche anellino o collanina. E vi diro’ di piu’, ovvero che forse e probabilmente perderei il lavoro, in quanto lavoro come dipendente bancario in un fondo pensione.
Ma come diceva qualcuno “Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui”.

Lukeof





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da Arezzo alla Svizzera




Oro e argento degli italiani: dai negozi dei Compro-Oro, alla Chimet di Arezzo, alla Svizzera.

venerdì 18 maggio 2012

il WSJ parla di 5 miliardi


Oggi il "Wall Street Journal"  riporta che la maxi-perdita registrata da J.P. Morgan Chase nel trading con derivati potrebbe salire a 5 miliardi di dollari. Secondo delle indiscrezioni raccolte dal quotidiano finanziario questa sarebbe la cifra indicata al CEO Jamie Dimon alla fine di aprile come perdita massima per le scommesse perse sui derivati. Non solo. Le fonti citate dal "Wall Street Journal" indicano che Dimon approvò personalmente la strategia che condusse a tali scommesse tralasciando di monitorare in che modo furono eseguite.
Per altre fonti, invece, nemmeno il Patron Jamie Dimon sa esattamente quanto cappero ha perso la sua JP Morgan ... anche perchè la tipica caratteristica delle armi finanziarie di distruzione di massa è che sono talmente complesse e strutturate  che anche i loro creatori ne hanno perso il controllo e non ne vengono più a capo ...
e la leva tiratissima fa in modo che le cose succedano molto velocemente.
Secondo altre indiscrezioni pare che la controparte alle enormi posizioni in sofferenza nei derivati di JPM  sia addirittura la Federal Reserve.


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Secondo l'agenzia Reuters, la società inglese De LaRue sta preparandosi a stampare le banconote per la nuova dracma greca.

azzerati i guadagni delle borse



Con la discesa di ieri, in Europa solo la borsa tedesca rimane positiva nel 2012. Giappone, Australia e l'indice "transportation" del Dow Jones sono tuti scesi a valori inferiori a quelli del primo gennaio.

giovedì 17 maggio 2012

fine della ripresa USA, oro si impenna



Appena sono usciti i dati deludenti sulla produzione americana, l'oro ha guadagnao 20 dollari/oncia.
La presunta ripresa dell'economia USA è stata negata dai fatti, si prevede una prossima ripresa delle stamperie di dollari ed euro.

P.S. Come previsto, le perdite di JP Morgan su operazioni con derivato salgono da 2 a 4 miliardi di dollari.



domanda di oro in crescita


Secondo i dati ufficiali appena rilasciati dal World Gold Council, la domanda di oro è cresciuta del 16% negli ultimi 12 mesi a 1.098 tonnellate. Nel primo trimestre 2012 sono stati spesi 59,7 miliardi dollari per l'acquisto di oro, a livello globale.

Mentre la domanda globale è scesa del 5% dal livello record del quarto trimestre 2011, è stata significativamente superiore alla domanda del primo trimestre 2011.

La tendenza della domanda di oro è quindi in rialzo.

argento al 13 di De Mark



I prezzi dell'argento hanno quasi raggiunto il livello chiave di 26 dollari/oncia, da dove dovrebbero rimbalzare. Un rimbalzo è prevedibile anche secondo il modello "Sequential" di Tom De Mark, perché i prezzi stanno scendendo da 13 giorni consecutivi.

andamento stagionale dei futures


Secondo l'andamento stagionale - degli ultimi 30 anni - dei futures di oro (sopra) e argento (sotto) e ora di iniziare ad accumulare metalli.


mercoledì 16 maggio 2012

chi perde la guerra perde il suo oro


la spartizione di Berlino

Dopo pressanti richieste di informazioni da parte della stampa tedesca, ieri finalmente la Bundesbank ha confermato che le riserve d'oro della Germania sono detenute all'estero dalla Federal Reserve, dalla Bank of England e dalla Banque de France. Si è però rifiutata di svelare le quantità della suddivisione.

Sempre più cittadini  tedeschi sono preoccupati per il rischio di contagio nella zona euro e il rischio che la moneta unica possa cadere a pezzi. Vogliono quindi poter contare sulle riserve d'oro della loro banca centrale.

Secondo un rapporto di Bild, l'ufficio di auditing federale ha criticato "l'insufficiente diligenza della contabilità delle riserve auree, che sono immagazzinate in alcuni paesi esteri, sollecitando un  rimpatrio delle riserve auree."

N.B.  Ai i lettori italiani consiglio di tenere ben presente cosa accadde il 3 settembre 1943.





martedì 15 maggio 2012

Monte Paschi quasi spazzatura

26 banche italiane subiscono il downgrading di Moody’s

Il taglio del rating sulle banche italiane era atteso da tempo ed è arrivato proprio nel momento di maggior tensione sui mercati e sulle banche. Timing come sempre perfetto, non c’è che dire!
Oggetto del taglio di rating sono proprio le banche italiane. Un abbassamento di rating che ha colpito 26 nostri istituti di credito, mandando nel baratro il nostro sistema finanziario. Infatti , a seguito di questo downgrading, abbiamo un rating medio per le banche che è tra i PEGGIORI d’Europa! Chiaramente il tutto è figlio di una crisi unica e di un contesto economico molto complesso.

Le due banche più importanti d’Italia mantengono la A ma attenzione a Monte dei Paschi e Banco Popolare:  sono alle soglie del livello Baa3, al di sotto del quale c’è il “junk bond”, ovvero la spazzatura.

 Ecco il FILE in esclusiva di tutti i 26 tagli. Un eccellente documento che illustra la sciabolata di Moody’s.

D.T.

 

lunedì 14 maggio 2012

la fine dell'euro in 4 mosse



L'economista Paul Krugman spiega in quattro passaggi perché siamo spacciati, e cosa dovremmo fare prima che sia troppo tardi:

 1. la Grecia esce dall’euro, probabilmente già il mese prossimo;
 2. prelevamenti di massa nelle banche spagnole e italiane, correntisti che cercano di trasferire i loro soldi in Germania;
3a. forse verrebbero introdotti controlli e limiti ai trasferimenti di denaro all’estero e ai prelievi di contanti;
3b. in alternativa, oppure contemporaneamente, la Banca Centrale Europea inizierebbe a fare grossi prestiti alle banche per evitare il loro collasso;
4a. la Germania ha una scelta, accettare che Italia e Spagna ricevano grandi quantità di denaro in prestito dalla BCE, per dare a questi paesi una speranza, soprattutto alla Spagna, è necessario garantire loro la possibilità di finanziarsi con bassi tassi di interesse e avere un tasso di inflazione più alto per aggiustare i prezzi;
--- oppure
4b. fine dell’euro, e parliamo di mesi, non di anni.




per ora solo un temporale


In attesa della tempesta perfetta, ecco un primo temporale.
Oggi a muovere i mercati è stata la paura, la mancanza di prospettive, i timori per una Grecia che ormai vaga nel mare del debito senza una direzione politica e che potrebbe creare il PRECEDENTE per l’eventuale uscita di altri stati. Quindi c’è il rischio e il timore della frantumazione dell’Eurozona.
Lo decolla a 430bp, grazie al super Bund e grazie ad un BTP in flessione.  E in perfetta atmosfera da tutto il mercato si muove in sincronia. Le borse al catafascio, commodity in correzione e dollaro USA che si rafforza. 

andamento dello spread BTP/Bund

articolo completo su intermarket & more

oro a 3mila USD oncia

L'oro salira' a quota 3 mila dollari l'oncia prima della fine di questo ciclo. Ne è convinto il rispettato economista e strategist David Rosenberg, che in un'intervista al Financial Times ha detto di vedere ottime opportunità di profitto nel settore minerario.

I mercati stanno rivivendo la fase di ribassi gia' vista nel 2010 e 2011 pertanto e' giunto il momento di accumulare asset rifugio, secondo l'analista di Gluskin Sheff.

Se si guarda al metallo giallo come a una divisa valutaria, il miglior modo per misurarne il valore è in termini di risorse liquide in circolazione. I volumi di dollari aumentareanno per via delle nuove misure straordinarie di allentamento economico in arrivo dalla Federal Reserve, la banca centrale americana.

Proprio per effetto del terzo round di quantitative easing, prevede il navigato analista, l'oro dovrebbe arrivare a raggiungere il prezzo di $ 3000 l'oncia.

Rosenberg ha precisato che non si tratta di essere rialzisti o ribassisti sui mercati, ma semplicemente di "dare un'opinione personale sugli investimenti in base a quello che sta succendo nel mondo".

Le principali banche centrali del mondo stamperanno nuova moneta, mantenendo i "tassi di interesse su livelli il più possibile negativi".

fonte: wallstreetitalia.com

venerdì 11 maggio 2012

in difficoltà il nemico n. 1 di chi detiene metallo fisico

da Milano Finanza: Con una improvvisa conferenza stampa, il Ceo di Jp Morgan, Jamie Dimon ha annunciato che a causa di alcune posizioni prese nel mercato dei derivati sul credito, la banca registrerà nel secondo trimestre 800 milioni di dollari di perdita nel segmento corporate, frutto di una maxiperdita sul mercato dei credit default swap di 2 miliardi nelle ultime sei settimane (?!?), solo parzialmente compensata da altre plusvalenze sul trading (1 miliardo)......
Il Ceo di Jpm si attende un altro miliardo di dollari di perdita nel secondo trimestre per la volatilità del mercato...........
JP Morgan ha anche deciso che il suo modello di value-at-risk (Var) si è dimostrato inadeguato e sta ritornando al vecchio modello.
Dimon dice che la strategia è stata “mal congegnata, mal eseguita e mal controllata”.
“Sono stati errori eclatanti, e ce li siamo auto-inflitti: le perdite nel primo trimestre erano piccole, ma nel secondo trimestre sono balzate a 2 miliardi di dollari”.....
Il titolo Jp Morgan in borsa ha perso subito il 5,2% a 38,61 dollari, trascinando con sè anche le altre grandi banche: Goldman giù del 2,6%, Morgan Stanley in calo del 3,5%, BofA giù del 3,5%, Citi -3,4%, Wells -2%, Aig -2%.
Alla domanda sul perché la Jpm avesse preso questa posizione sul mercato dei derivati del credito, Dimon ha risposto che “il piano originale era quello di proteggere la banca in un contesto di mercato del credito molto stressato. Nel ricoprirsi, la banca ha adottato una cattiva strategia , mal eseguita, e che si è rivelata troppo complessa”. Sotto accusa è il chief investment office (Cio) di JpMorgan ...


Insomma è già tutto QUI DENTRO, in questa dichiarazione del Banchiere più potente d'America, nonchè uno dei più potenti del Mondo ... a capo della JP Morgan, la Banca considerata più sicura e corazzata tra tutte quella che anche post-Lehman si è difesa meglio delle altre che si sfaldavano come neve al sole.
Farò solo una breve lista riassuntiva: se volete approfondire vi basterà leggere i miei post passati dove 3-4 anni fa già dicevo tutto per filo e per segno:
  • Sistema bancario e finanziario tecnicamente FALLITO;
  • Sistema Finanziario tamponato dalle Banche Centrali e dai Governi;
  • Banche Zombie che continuano a barcollare sui mercati ed ogni tanto dall'alto gli mettono un cerotto o gli ripassano il filo di sutura su un braccio che stava per straccarsi e cadere....
  • Giochini con derivati ed armi finanziarie di distruzione di massa, come prima e più di prima grazie al colossale Moral Hazard innescato da Banche Centrali e Governi che hanno salvato tutto e tutti a spese dei contribuenti;
  • Lehman non ha insegnato una cippa anzi...tutto come prima e peggio di prima ed il Moral Hazard ha spento l'impulso a riformare il sistema ed a fare pulizia;
  • Leverage bancari da palloncino gonfiato fino a un pelo dall'esplosione;
  • Gestione delle banche come delle bische d'azzardo;
  • Strumenti d'investimento così complessi e poco trasparenti che non li sa nemmeno più capire e gestire chi li ha creati;
  • Balla cosmica del Marciume Sistemico presentato come semplice Errore umano che ricade in capo al singolo capro espiatorio (vedi il mitico Jerome Kerviel);
  • Tempi velocissimi di crollo e sputtanamento di un contesto considerato solido fino al giorno prima (per capire vedi "palloncino" ed altri svariati punti soprastanti;
  • Maggiore scaicabarile della storia dal debito privato a quello pubblico;
  • Privatizzazione degli utili e socializzazione delle perdite;
  • Lobby finanziaria predatoria e trasversale che impone le scelte politiche in tutto il mondo;
  • e dunque niente vera Nazionalizzazione (provvisoria) del Sistema Bancario perchè altrimenti dovresti fare veramente pulizia della suddetta Lobby
 Devo andare avanti...direi di NO
E tutti i "soliti perditempo" già si chiedono: sarà un caso isolato o potrebbe essere il "canarino nella miniera"?
Si fermerà qui o sarà un'altra Lehman?
Tutto il sistema è marcio...
fonte: ilgrandebluff.info 

vedi anche: articolo su Intermarket & More

giovedì 10 maggio 2012

chiuse le scommesse


10 maggio 2012, la notizia del giorno:
i bookmaker inglesi da oggi NON accettano più scommesse sull'uscita dall'euro della Grecia. Non puoi più puntarci, anche se accetti probabilità di 1 a 100, per i bookmaker non vale pena farti da banco a qualunque posta. Ovvero i bookmaker valutano le probabilità di uscita dall'euro della Grecia al 100%

C'è solo da stabilire la data. Le elezioni successive in Grecia sono il 6 giugno, in base a questo ed altri calcoli più esotici direi che usciranno intorno al 20-25 giugno.

la tempesta perfetta dei 46 trilioni di dollari



Standard & Poor’s Ratings Services, la più famosa società di rating, ha fatto un po’ di conti e ha appena pubblicato un libretto degno di Nostradamus:  «The Credit Overhang: Is A $46 Trillion Perfect Storm Brewing?». 
Secondo S&P, nei prossimi cinque anni le società non finanziarie di Stati Uniti, Gran Bretagna, Cina, Eurozona e Giappone avranno bisogno di 30mila miliardi di dollari di nuovo debito per rifinanziare le obbligazioni in scadenza e i prestiti erogati nel periodo pre-crisi (le società europee contano per il 30%), più altri 13-16mila miliardi di nuovi capitali che si stima siano necessari per finanziare la crescita. Nel complesso quindi 46 trilioni di dollari (ovvero 35mila miliardi di euro).
Si noti bene: solo per rifinanziare! Se poi sommiamo anche quanto servirebbe al sistema bancario per non andare diritto all’insolvenza, la cifra raddoppierebbe tranquillamente: 92 trilioni di dollari.
Il report di Standard & Poor’s Ratings Services sorvola dignitosamente un aspetto del tutto marginale: dove li prenderemo?

la notizia dall'agenzia Reuters 


la Bundesbank non riavrà mai i suoi soldi


Il grafico mostra  la crescita dei crediti della Bundesbank verso il resto dell'Eurosystem. Possiamo considerarlo il costo che i tedeschi dovranno sostenere in caso di rottura della zona Euro. Al 30 aprile i crediti della banca centrale tedesca hanno superato  i 644 miliardi di euro, cioè esattamente il 25% del PIL della Germania.
Se la Grecia esce dall'euro, difficilmente la Germania riavrà questi soldi.

mercoledì 9 maggio 2012

conti truccati per l'euro


CIAMPI TRUCCO' I CONTI PER ENTRARE NELL'EURO

L’Italia truccò i conti per entrare nell’euro. Tra il 1996 e il 1998 Romano Prodi e il suo ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi, definito «un creativo giocoliere finanziario», misero in campo «misure di risparmio cosmetiche», che «si basavano su trucchi contabili» o addirittura «furono subito ritirate non appena venne meno la pressione politica»
È una specie di «wikileaks», un «wiki-Ciampi», che riscrive un capitolo decisivo della nostra storia recente. Il settimanale Der Spiegel lo squaderna nell’ultimo numero dopo aver consultato una mole di documentazione del governo Kohl tra il 1994 e il 1998, gli anni decisivi per la creazione della moneta comune. Resoconti diplomatici, note interne, appunti di colloqui. 

Lo scetticismo tedesco è palese, tutto nero su bianco. Ma nemmeno la coppia Prodi/Ciampi credeva di farcela: risulta infatti che nel 1997 il nostro governo chiese due volte di rinviare la partenza dell’euro, ma a Berlino si opposero. Avevano fiducia nel ministro del Tesoro, il tecnico che aveva lasciato il governatorato della Banca d’Italia per diventare presidente del Consiglio nel 1993: la storia si ripete oggi, con un altro tecnico al governo a fare gli interessi della Germania. «Per tutti Ciampi era come un garante, lui ce l’avrebbe fatta!», ha spiegato allo Spiegel Joachim Bitterlich, allora consulente di Kohl per la politica estera.

E in definitiva che cosa successe? «Alla fine – ricostruisce il settimanale - con una combinazione di trucchi e circostanze fortunate gli italiani riuscirono sul piano formale a rispettare i criteri di Maastricht. Il Paese trasse vantaggio da tassi di interesse storicamente bassi, inoltre Ciampi si dimostrò un creativo giocoliere finanziario».

La tassa per l’Europa, la vendita delle riserve auree, le tasse sugli utili: questa la finanza inventiva del futuro capo dello stato che in seguito sarebbe stata bocciata dagli esperti statistici dell’Ue.

Contro il parere di tutti i consiglieri, l'allora cancelliere Helmut Kohl coprì i trucchi del centrosinistra. «La parola d’ordine politica era: non senza gli italiani», rivela oggi Bitterlich. Parigi aveva fatto sapere che senza l’Italia nemmeno la Francia sarebbe entrata nell’euro.

Conclude lo Spiegel: «Kohl si fidò delle melodiose dichiarazioni di Ciampi, che assicurava un “cammino virtuoso” per la finanza pubblica italiana. Prevedeva al più tardi per il 2010 la riduzione al 60 per cento del debito pubblico. È andata diversamente».

Stefano Filippi
Fonte: www.ilgiornale.it   7.05.2012

vedi anche: ritorno alla lira?

svelato lo scandalo MPS


Oggi diventa veramente difficile difendere il Monte dei Paschi di Siena. La trasmissione Report della Gabanelli ha messo a nudo alcune verità che si conoscevano solo per metà e che hanno portato il noto istituto di credito alla deriva.
“Un groviglio armonioso”, così viene definita MPS dalla politica senese. Una mucca da mungere, dice il sottoscritto. Una macchina da querele, per chi non diceva cose “gradite”, un sistema che meriterebbe anche qualche attributo più pesante, ma che vi risparmio per non fare la fine del direttore de “La Nazione”, licenziato in tronco perché colpevole di aver pubblicato nella cronaca senese un comunicato della Fondazione poco gradito al sindaco.
Morale: pelle d’oca.
Vi lascio il FILE in PDF  del servizio sul Monte dei Paschi (cliccate QUI) oppure se volete, cliccate qui sotto per vedere il video completo.

D.T.

articolo completo su intermarket & more

martedì 8 maggio 2012

la Cina continua a importare oro


Nel primo trimestre 2012 le importazioni di oro della Cina da Hong-Kong sono cresciute del 587 %.
Considerando inoltre che la notevole produzione mineraria cinese non viene esportata, è evidente che la Cina sta preparandosi alla caduta del dollaro e sta puntando sull'oro come base per una nuova valuta di riferimento internazionale.

nuovo record di prestiti dalla BCE



La  Banca d'Italia ha appena comunicato che nel mese di aprile le banche italiane hanno richiesto un ulteriore miliardo di euro alla BCE, raggiungendo la cifra record di 271 miliardi.
Secondo la Banca Centrale Europea, le banche italiane oggi detengono più titoli di stato delle banche rispetto a qualunque altra economia grande europea: quasi 324 miliardi di euro di obbligazioni.
Le banche spagnole stanno ancora peggio, con il premier Rajoy che ha dovuto ammettere l'imminente nazionalizzazione di alcune di loro. Anche il settore bancario spagnolo è pesantemente investito in debito sovrano: ben 263 miliardi di euro.

lunedì 7 maggio 2012

portafoglio per vedove e orfani

Penso che, ma DOPO UN ALTRO SCOSSONE e/o caos politico e di piazza entro questa estate che metta paura alle elites globali, sceglieranno la strada dell'INFLAZIONE. Per ora la situazione è ancora incerta perchè in Cina, Giappone ed Europa e persino in Brasile c'è DEFLAZIONE (nonostante il petrolio Brent a 110 dollari) tanto è vero che i Bond governativi tedeschi, inglesi, giapponesi e americani sono sui massimi.
Ma guardando un anno in avanti nell'ipotesi che entro questa estate ci sia una svolta inflazionista diciamo, i portafogli "OrsoPrudenti", da cassettista, da Vedove & Orfani che raccomanderei per il 2012 sono composti di:

1) Oro e Argento;
2) alimentari (materie prime e azioni legate a frumento, carne, pollame...) ;
3) bond asiatici (eccetto India, Cina e Giappone), russi, est europa, canadesi ;
4) borse dei petrodollari (Quatar, Arabia Saudita, Kuwait...)
(in percentuali ovviamente disuguali e li sta il trucco...).

G. Zibordi

David Morgan: sta per terminare la soppressione dei prezzi dell'argento


secondo DB oro a 2100 dollari quest'anno


Nel suo ultimo report sulle materie prime, il gigante bancario tedesco Deutsche Bank prevede che i prezzi dell'oro toccheranno i 2100 dollari / oncia nel quarto trimestre di quest'anno.
Si parla di una crescita costante, con la conferma dei 1600 dollari/oncia nel secondo trimestre e 1800 nel terzo.

Secondo questo report, le banche centrali stanno dimostrando di essere una potente fonte di domanda d'oro, superando in modo significativo gli acquisti fatti negli anni precedenti.

Gli analisti di DB affermano quindi: "stiamo mantenendo una vista rialzista sul metallo giallo".
 

Gli acquisti di oro da parte delle banche centrali nelle ultime sei settimane hanno permesso un consolidamento dei prezzi dell'oro, nonostante il deflusso di investimenti di privatio dai fondi ETF e la riduzione della posizioni rialziste dei trader nel mercato dei futures sull'oro.

giovedì 3 maggio 2012

l'Europa intera ha fatto default



La verità è che "tutta l'Europa ha fatto default" e non potete immaginare quanto la situazione sia negativa nel continente. Parola di Hugh Hendry, gestore dell'hedge fund Eclectica Asset Management e molto noto nel Regno Unito per i suoi commenti sulla crisi finanziaria. Hendry ha parlato (col suo caratteristico accento scozzese) in occasione della "Global Conference 2012" che si è conclusa nella giornata di ieri a Los Angeles presso il Milken Institute.
"L'economia politica in Europa è tale che i politici hanno scelto di fare default sugli obblighi di spesa che hanno nei confronti dei loro cittadini, al fine di onorare il patto con i propri creditori finanziari e dunque, con il tempo che passa, alla fine i politici vengono cacciati".





il fallimento della fiat money



L’economia USA rallenta. Si torna a parlare di (QE III) e di politica monetaria espansiva. E quindi di quella che ormai è ormai riconosciuta come : se volete è un modo elegante per dire “denaro creato dal nulla”. Ed è quello che hanno fatto la banche centrali negli ultimi anni, in particolar modo FED e BOE. E’ il trionfo della carta che ha come il sottostante…la speranza e soprattutto la FIDUCIA. Occhio però, questa è carta con corso legale, malgrado che essa non abbia alcun valore intrinseco e non sia coperta da riserve.
Storicamente, la maggior parte delle valute sono state basate su materie prime, come l’oro o l’argento, ma la moneta “fiat” si basa esclusivamente sulla fiducia . Ormai tutto il sistema monetario è fiat money. E per molti il FIAT MONEY rappresenta, se non la soluzione, una valida cura alla crisi. Partita in modo prepotente con Greenspan, la politica della FIAT MONEY continua tutt’ora ad essere al centro dell’attenzione, proprio perché potrebbe ancora continuare e riprendere pienamente la sua attività. Vedasi Quantitative easing I, II e prossimamente su questi schermi (da confermare) III.
Siamo in un mercato che è comandato da dinamiche anomale, con carta senza valore intrinseco e sistemi computerizzati che muovono con degli algoritmi le tendenze dei mercati.

D.T.

articolo completo su: intermarket & more

mercoledì 2 maggio 2012

la natura giuridica dell'euro


Finalmente è arrivata la risposta all'ultima interrogazione sulla natura giuridica dell'euro presentata dall'europarlamentare Marco Scurria.
Purtroppo suona come l'ennesima conferma su quello che oramai da sospetto è diventata una certezza: la BCE continua ad infliggere ai popoli europei la più colossale truffa che sia mai esistita.


P-003128/2012  Risposta di Olli Rehn a nome della Commissione:

"  L'articolo 128 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea rappresenta la base giuridica per la disciplina dell'emissione di banconote in euro da parte dell'Eurosistema (costituito dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali) e di monete in euro da parte dei singoli Stati membri. In assenza di una normativa armonizzata al livello dell'Unione, la proprietà delle banconote e monete in seguito all'emissione è soggetta alla legge nazionale applicabile nel momento in cui avviene il trasferimento al nuovo detentore. Alcuni paesi ritengono che il legittimo detentore delle banconote e delle monete in euro ne sia anche proprietario, altri considerano il contante in euro come un bene pubblico e limitano di conseguenza i diritti di proprietà del detentore (ad es. il diritto di danneggiare o distruggere deliberatamente il bene)."

Nel linguaggio di legno proprio della tecno-eurocrazia, il commissario Olli Rehn prova ad arrampicarsi sugli specchi citando nuovamente l'art 128 che, come ampiamente dimostrato, non attribuisce alla BCE la proprietà della moneta. Glissa sulla proprietà all'atto dell'emissione dicendo che la proprietà in seguito all'emissione è soggetta alla legislazione nazionale nel momento in cui avviene il trasferimento al nuovo detentore.

Dire che esiste un nuovo detentore è ammettere che ne sia esistito almeno un altro! Ma chi è il detentore precedente al nuovo? La logica, inconfutabile, ci dice che è la BCE: all'atto dell'emissione questa presta e prestare è inequivocabilmente una facoltà di chi detiene la proprietà.

Rehn nelle sue disperate confutazioni non fa altro che confermare che la BCE si appropria del mezzo monetario trasformandolo in merce da prestare, e se ne appropria indebitamente perchè nessun riferimento giuridico, nessun trattato, nessuna legge, nessuna deliberazione, niente di niente ci dice che l’Eurosistema ha la facoltà di addebitare la moneta. E’ evidente quindi che la BCE si appropria di questo grande ed esclusivo privilegio.

Questo è un vero e proprio furto, perchè la proprietà della moneta deve essere dei cittadini che creano valore per convenzione.

La truffa è smascherata, è macroscopica.


per approfondire: articolo dal blog rapportoaureo.wordpress.com


debiti non coperti da garanzie

la piramide inversa di chi può offrire garanzie


Dove sono le garanzie?

Un sano sistema di credito si basa sulle garanzie. Un sistema del debito condannato siede precariamente su garanzie fantasma.
In questi giorni si dice che la "ripresa" globale non deve basarsi  sulla riduzione del debito ma sul suo aumento. In teoria tutto giusto, ma dove sono le garanzie?  L'idea di base del debito è che il credito si estende basandosi su garanzie, cioè qualcosa di duraturo, su valori negoziabili, oppure su un flusso di reddito che non si riduce a zero per colpa di tasse e di spese non-discrezionali.

Come illustrato sopra dalla piramide inversa, ricordiamo che la stragrande maggioranza del patrimonio immobiliare e ricchezza finanziaria è di proprietà del 20% soltanto della popolazione, con la maggioranza concentrato nel 5% dei più ricchi. Ciò significa che l' 80% dei cittadini hanno ben poche garanzie da offrire a copertura dei loro debiti.
Tralasciando le ricchezze acquisite e considerando solo il flusso del reddito, notiamo come il 10% della popolazione riceve quasi il 50% del reddito, mentre la maggior parte del reddito del restante 90% della popolazione viene assorbito in gran parte da spese non-discrezionali e da tasse. Quindi solo il 10% della popolazione dispone di un reddito discrezionale che può essere sfruttato per aumentare in modo san l'indebitamento.

Le banche europee non hanno abbastanza soldi per rimborsare i depositi (quando le persone ritirano i loro soldi dalle banche) quindi devono costringere la Banca centrale europea (BCE) a stampare moneta dal nulla, svalutando cosìnogni euro e distruggendo in tal modo il potere di acquisto Potenza (si ottiene il denaro, ma questo compra di meno).
E quali garanzie hanno le banche che dovrebbero erogare nuovo debito? Il debito sovrano di paesi che sono insolventi.
In conclusione, la BCE stampa soldi per acquistare le obbligazioni delle banche insolventi che offrono come garanzia obbligazioni di nazioni insolventi. Come risultato, i popoli delle nazioni insolventi non solo sono più poveri, ma sono ora responsabili di ripagare con interessi che in origine era loro proprietà.

Considerando questi fattori ci ritroviamo con un'economia globale che dipende da debiti erogati a fronte di garanzie fantasma e un'economia americana in cui solo il 10% della popolazione può offrire garanzie credibili o redditi capaci di ottenere nuovi crediti.
In un sistema sano, quando la garanzia svanisce, così fa anche il debito (svalutazioni e write-off, fallimenti, ecc.). In un sistema folle, invece, garanzie fantasma sostengono montagne di debiti sempre maggiori.
Quanto tempo credete che durera ancora l'attuale sistema folle?
La garanzia è virtuale, ma i pagamenti di interessi sono molto, molto reali, soprattutto per il debito pubblico italiano.