metalli preziosi per proteggersi dal crollo del castello di carte

i metalli preziosi sono il miglior investimento per proteggersi dal crollo del castello di carte

lunedì 26 dicembre 2016

albero della cuccagna del denaro

L'albero della Cuccagna c'è in finanza, sono le Banche "in crisi"

  di Giovanni Zibordi

Come pensiero di Natale va ricordato che l'intricata e apparentemente insolubile storia di Monte Paschi e delle altre banche italiane da salvare o paralizzate dai crediti marci è una favola (non di Natale, ma una favola, una finzione).
Il modo più semplice e sintetico per ripetere la spiegazione è il seguente (quello più dettagliato lo trovi nel libro che ho pubblicato con Hoepli da pagina 260 circa).

Se le Banche hanno crediti "marci" che nel bilancio sono segnati a 100 ma ora valgono (ad esempio) 30, la Banca Centrale li compra lei a 100 e le libera da questo peso per cui possono tornare a fare credito.
La Banca Centrale poi ha lei una perdita di 70 ?
No. La Banca Centrale compra a 100 qualcosa che vale 30, ma a lei costa 0. Le costa 0 perchè lei non deve chiedere soldi a nessuno, li crea a costo zero. Quindi le Banche eliminano il buco di 30 (100-70) e sono di nuovo a posto. 
La Banca Centrale tiene lei nel suo bilancio i crediti "svalutati" a 30 e può tenerli per anni senza problemi perchè a lei sono costati 0, per cui in teoria ha un utile anche al valore di 30 (30 - 0 = 30)

Questa non è una teoria curiosa condivisa da qualche blogger. E' quello che hanno fatto da più di un secolo tutte le banche centrali dei paesi industriali ogni volta che si sono ritrovati con il problema delle banche fallite o sul punto di fallire.
E' semplice. La Banca Centrale per conto dello Stato crea denaro che NON è debito, denaro vero, moneta appunto e che le costa 0 (zero). Per cui può assorbire senza costi il debito delle banche (ovviamente nella propria valuta).Estendiamo ora un attimo lo schema al caso attuale delle banche italiane con numeri che non siano fittizi.

Le Banche italiane hanno nei loro oltre 200 miliardi (arrotondando per semplicità) di crediti incagliati, "marci", non esigibli, su cui non vengono pagate tutte o molte delle rate (in base ad altri calcoli e stime il numero può essere anche di 300 mld ma lasciamo stare).
Leggi ora che in totale, quindi oltre a MontePaschi e le altre piccole banche come la Veneto, Etruria ecc, ci vorrebbero 50 miliardi circa di soldi freschi per ricapitalizzarle. Questo perchè i 200 mld e rotti di crediti marci scritti a bilancio valgono oggi di meno, almeno 50 miliardi di meno (e secondo molti anche di più, forse 70 o anche 80 mld in meno). E le banche italiane hanno come capitale a bilancio meno di 100 miliardi oggi per cui se gli svaluti i crediti incagliati o marci il loro capitale scende sotto la soglia minima imposta dalle regole di Basilea e sono "fallite" (libri in tribunale !!)

Il governo ha appena deciso, con il consenso della UE, di aumentare il debito pubblico di 20 miliardi per fare fronte in caso di bisogno a queste ricapitalizzazioni (di MPS ed eventualmente di altre banche) e c'è chi dice che è sbagliato aumentare il debito (i tedeschi, Oscar Giannino ecc..) e chi dice che è OK, ma non basta e ce ne vogliono almeno 50 miliardi. Poi ci sono tutte le discussioni intricate sul rimborso o indenizzo agli obbligazionisti di MPS, Etruria, Veneto.., sulle regole del Bail-In che si applicano o meno... Sono interessanti per gli addetti ai lavori, ma irrilevanti per capire il punto essenziale che riguarda i cittadini italiani per cui le lasciamo da parte)

Riassumiamo:
1) ci sono 200 miliardi (o 300 secondo altre stime) di crediti che non vengono ora rimborsati ("marci") nei bilanci delle banche italiane (di cui solo MPS ha circa 50 mld), la percentuale più alta rispetto al PIL di ogni paese occidentale;
2) questi crediti valgono ora molto meno di quello che è scritto nei bilanci, per cui se vengono liquidati o venduti o segnati al valore di mercato riducono il capitale delle banche, diciamo quidi almeno 70 miliardi (arrotondando e per semplicità);
3) Le banche italiane hanno (a fronte di circa 2,500 mld di attivi e passivi a bilancio) meno di 100 miliardi di capitale , per cui "svalutando" i "crediti marci" ad esempio di 70 miliardi, ma anche solo di 50, perdono metà o più del loro capitale. Questo le mette in default perchè il capitale (non la "liquidità"!) deve essere circa un 8% minimo del totale del bilancio (calcolato però secondo le regole di Basilea che lo "pesano" in modo particolare, a secondo che siano titoli di stato ecc...ma su tutto questo sorvoliamo, sempre per semplicità).

ESISTE ALLORA UNA SOLUZIONE ?
Sicuro, la conoscono tutti in finanza (vedi il commento degli analisti di Goldman Sachs e vedi l'esperienza degli altri paesi che hanno affrontato e risolte le crisi bancarie nell'ultimo secolo). E' possibile spiegarla a chiunque abbia fatto le scuole superiori e anche forse solo le medie:

i) hai 200 miliardi di crediti marci nelle banche italiane a bilancio e questi valgono in realtà 70 miliardi di meno (magari anche 80 o 100 mld, ma non ha importanza)
ii) Bankitalia (e BCE) stanno però ora (da circa due anni) comprando 120 mld di Btp l'anno con denaro creato dal niente,del programma "QE" che costa ZERO (non paga  interessi e non va rimborsato a nessuno)
iii) Bankitalia (e BCE) possono quindi finanziare direttamente o indirettamente l'acquisto dell'intero stock di crediti marci delle banche italiane, che siano 50, 70 o anche 100 mld. (vedi commento di Garzarelli di Goldman citato sopra)
Ad esempio, se il governo italiano li comprasse (lui, o Bankitalia o un "veicolo" creato appositamente) e simultaneamente emettesse 80 miliardi di Btp,CCT e Bot poi Bankitalia e BCE comprano automaticamente questi titoli di stato già adesso automaticamente con il "QE". In questo modo, di fatto (facendo solo un giro contabile in più) il debito "incagliato" che sta sui bilanci delle banche viene spostato elegantemente su quello della Banca Centrale, a costo zero per lo Stato e quindi i contribuenti

La Banca Centrale (tutte le banche centrali del mondo, sia la BCE che Bankitalia) poi può tenerlo anche per 20 anni se vuole, perchè non ha vincoli di bilancio, si finanzia da sola, si addebita la cifra che vuole quando deve comprare qualcosa, ha una carta di credito illimitata e gratuita che lo Stato le ha creato
(...)
A questo punto della spiegazione (o anche prima) inizia il coro scandalizzato degli "eh... ma se fosse così facile.." "sì..l'albero della cuccagna" "..ahhh...i soldi che piovono..."

Lo hanno fatto gli USA nel 2009, gli inglesi anche loro nel 2008-2009, i giapponesi dagli anni '90 e dopo la guerra, la Cina già tre volte dal 1997, lo hanno fatto gli inglesi nel 1914 quando allo scoppio della guerra tutte le loro banche erano fallite ecc...  In alcuni casi questo si è accompagnato con l'azzeramento dei vertici delle banche perchè c'erano colpe dei loro vertici, in altri casi invece (guerre ad esempio) lo si è fatto come misura di emergenza nazionale e basta. E in finanza lo sanno tutti che si può fare così, anche perchè è sotto gli occhi di tutti che da due anni le BCE e Bankitalia stanno creando centinaia di miliardi di denaro fresco che usano per assorbire il debito.

Il modo più semplice per fermarlo è fare esempi pratici (che sarebbero tanti da riempire un libro, ma stiamo solo scrivendo qualcosa di semplice qui e ci limitiamo)

Esempio. Tenendo a bagnomaria, cioè in crisi per anni MontePaschi facendo tre "ricapitalizzazioni" sul mercato, tutte falite, ha fruttato circa UN MILIARDO DI EURO DI COMMISSIONI E INTERESSI per JP Morgan, UBS e altre banche (alcune italiane) (solo il salvataggio è costato mezzo miliardo, vedi articolo su il Giornale:  http://www.ilgiornale.it/news/economia/salvataggio-mps-ci-costa-mezzo-miliardo-euro-1334998.html).
Questo miliardo di euro in commissioni e interessi è finito in ville, appartamenti esclusivi, Porsche, escort di alto bordo, cene nei top ristoranti del mondo, abiti firmati, Rolex dei managers e investitori esteri che controllano queste banche. E il risultato è stato zero, visto che ora come si sa interviene lo Stato.
Se invece lo Stato  fosse intervenuto nel 2009 o 2012 tramite la Banca Centrale come si fa nei paesi civili questo miliardo di euro non sarebbe entrato in tasca alle banche estere e lo stato italiano avrebbe avuto un miliardo in più (visto che poi ha dovuto metterlo in MontePaschi come si è visto) con cui ridurre le tasse o ricostruire dal terremoto.

In aggiunta, a causa di questa "continua crisi" MPS ha tagliato il credito alle imprese nel frattempo facendone fallire tante e riducendo in miseria o riducendo molto il tenore di vita di decine di migliaia di italiani e spingendo altri a svendere immobili o aziende.

L'albero della cuccagna del denaro in effetti c'è, è quello che oggi consente alla grande finanza di tenere per la gola gli stati e di fare miliardi a spese della collettività grazie alla finzione delle banche che vanno periodicamente "salvate".

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(N.B. questa soluzione richiede di uscire dall'Euro prima ? Dipende dal tuo potere negoziale. Se ad esempio invece di aumentare di solo 20 mld il debito pubblico come ha appena fatto Padoan per salvaguardare le banche, lo aumenti di 80 miliardi e compri 80 mld di crediti marci in teoria lo puoi fare anche ora perchè Draghi non cessa di colpo per questo di far comprare BTP a Bankitalia con il QE, pena il crollo dell'eurozona. E' ovvio però che devi scontrarti duramente con la Germania e la Troika e forse ne viene fuori l'uscita dall'Euro. Oppure forse alla fine cedono loro e te lo fanno fare, questo non si può sapere e dipende dalla qualità delle persone che hai al governo)

 articolo completo su: www.cobraf.com

 

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mercoledì 21 dicembre 2016

Goldfinger team



Solo negli ultimi 18 mesi, n gruppo ristretto di Stati europei ha riportato in patria la cifra record di oltre 400 tonnellate d’oro da New York e da Londra, le due capitali finanziarie mondiali che dal 1945 custodiscono più della metà del tesoro aureo sovrano di almeno 100 nazioni. Prove certe non esistono, ma sono in molti a sospettare che dietro lo scudo dell’euro si stia creando uno scudo fatto d’oro.

Germania, Olanda, Belgio e Austria, nazioni-guida dell’Europa Centrale e della stessa eurozona, intendono riportare sotto la propria gestione diretta più del 50% delle riserve auree totali nazionali tra il 2018 e il 2020. Reimpatri non dettagliati di lingotti sono in corso anche da parte della Francia, della Romania e della Polonia tra i Paesi Ue, a cui possiamo aggiungere la vicina Svizzera che avrebbe in programma di riportare nei Cantoni fino a 500 tonnellate d’oro custodite a Londra e a New York.


Alla fine degli anni '90 la Banca Centrale Europea decise di inserire nelle riserve lingotti d'oro per il 30% della quota di riserve nazionali conferite dai Paesi membri. I soci dell’euroclub hanno versato nel complesso 767 tonnellate d’oro sovrano. Molto stranamente, a Francoforte non solo non è depositato neanche un lingotto delle 504 tonnellate d’oro che la Bce ha dichiarato di possedere a fine 2015. Secondo le stime degli analisti di BullionStar, oltre la metà dei lingotti Bce sono “curiosamente” affidati alla custodia di due banche centrali esterne all’Eurozona: la Federal Reserve a New York e la Bank of England a Londra.



ultimi dati ufficiali sulle riserve auree



Nel grafico sopra: dal 2010 le banche centrali dei 10 paesi con le maggiori riserve aurifere hanno incrementato i loro depositi di metallo giallo.




Per approfondire:

articolo dello scorso luglio: il-furto-del-millennio

vedi anche articolo su: ilsole24ore.com

giovedì 8 dicembre 2016

4 banche condannate per manipolazione dei prezzi


Ieri in un tribunale federale di Manhattan sono state presentate numerose prove che dimostrano l'esistenza di collusione tra un gruppo di banche globali per manipolare in modo fraudolento le quotazioni del mercato dell'argento.

Gli avvocati dei querelanti, nel corso di un processo iniziato nel 2014, hanno depositato "più di 350.000 pagine di documenti e 75 nastri audio" che coinvolgono Deutsche Bank, HSBC, Banca di Nuova Scozia e UBS. Le conversazioni tra trader riportate nelle registrazioni potrebbero riguardare anche Barclays, Standard Chartered, BNP Paribas Fortis e Bank of America / Merrill Lynch.

"Questa condotta manipolativa coordinata aveva lo scopo di sfruttare la natura a somma zero dei derivati ​​di negoziazione, e in particolare nei contratti sul future dell'argento nel mercato del
COMEX, e di ottenere profitti illeciti provocando forti movimenti di prezzi che forzavano la chiusura in perdita di posizioni di segno opposto apete da altri speculatori o investitori".

In particolare, si accusano UBS e Deutsche Bank di aver implementato la "regola delle ore 11", per cui avrebbero aperto grosse posizioni ribassiste sull'argento alla stessa ora ogni giorno", con un countdown che permetteva a traders di banche diverse di investire il mercato con i loro ordini nello stesso istante."

L'azione legale lascia aperta la possibilità che altre banche globali potrebbero essere incriminate in futuro.



articolo completo su: wallstreetonparade.com 

vedi anche articolo su: jessescrossroadscafe.blogspot.it 


martedì 22 novembre 2016

prezzo argento vicino a un supporto importante

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Il grafico sopra mostra l'andamento dei prezzi dell'argento negli ultimi 7 anni, in dollari per oncia.
Possiamo notare sia l'uscita dal canale discendente - in essere dal 2011 - avvenuta prima di questa estate sia l'avvicinamento dei prezzi alla forte zona di supporto al livello di 16 dollari per oncia.
Anche nel grafico sotto, che mostra solo i prezzi dell'ultimo anno, possiamo notare sia la vicinanza di un supporto importante sia il raggiungimento del lato inferiore del canale discendente.



Secondo l'analisi tecnica ci sono quindi buone probabilità di un rimbalzo dei prezzi, magari dopo la scadenza delle opzioni di giovedì 24 novembre.

Grafici preparati da Clive Maund su: streetwisereports.com


venerdì 11 novembre 2016

il sistema bancario ombra sta per implodere


.
Marvyn King, Governatore della Banca d’Inghilterra, nel 2012 spiegò che:
Quando le banche erogano prestiti ai clienti, creano il denaro accreditandolo sui loro conti. Nella creazione di moneta, quindi, il ruolo di gran lunga maggiore è quello delle banche private.”

Il meccanismo d’indebitamento sul quale poggia tutto il sistema finanziario globale, risulta essere fonte di gravi instabilità che limitano il progresso, il benessere e l’equa redistribuzione della ricchezza.

Infatti nella zona euro, a fronte di circa 1.150 miliardi di euro di banconote e monete metalliche create dalla Banca Centrale Europea, la moneta bancaria creata dal nulla dalle banche quando fanno prestiti, cioè il credito bancario, ammonta a circa 35.000 miliardi di euro.

Considerato che la moneta bancaria si basa sul presupposto che il prestito venga interamente restituito con gli interessi  e che se questo non avviene la banca fallisce, questo fatto costituisce il primo elemento di instabilità del sistema monetario.

Il 
secondo fattore di instabilità è la tendenza delle banche ad utilizzare questo denaro creato dal nulla nei mercati finanziari e nelle bolle immobiliari, per loro natura instabili e rischiose soprattutto se erogati a soggetti ad “alto rischio” , perché più redditizie rispetto agli investimenti nell’economia reale, che normalmente sono caratterizzati da maggiori garanzie e controlli e da una minore volatilità dei prezzi.


(...)

Ma il sistema è stato ulteriormente  reso ancor più instabile, dalla creazione di prodotti finanziari  derivati, che scommettevano sulla tenuta o meno dei mutui subprime cartolarizzati, ma con importi ancora più elevati.
Al sistema bancario tradizionale così congegnato, si è venuto affiancando un altro sistema bancario “ombra”, il cosiddetto shadow banking system, basato su una varietà di veicoli di investimento con elevata leva finanziaria, di conduits (enti societari costituiti ad hoc) e di altre strutture al di fuori del sistema bancario. A differenza delle banche tradizionali, che si finanziano prevalentemente attraverso i depositi creati dal nulla con i prestiti e hanno accesso, se necessario, alla liquidità di banca centrale, queste “banche ombra non regolamentate” creavano moneta attraverso prestiti garantiti da prodotti finanziari, esponendosi al rischio di dovere vendere forzosamente e a prezzi ridotti le attività in portafoglio nei casi di instabilità del mercato.
Il sistema bancario tradizionale e quello ombra, con i loro rispettivi meccanismi di creazione di denaro dal nulla, sono la vera causa della crisi finanziaria, che poi si è riflessa nell’economia reale riducendo la sua liquidità ed il suo credito.
(...)La stragrande maggioranza della moneta che circola nel nostro sistema economico globale, viene creata dal nulla con il debito, avendo però come garanzia beni reali o finanziari la cui variabilità di valore rende tutto il sistema fortemente instabile e potenzialmente sempre a rischio di crollo.

     Stefano Di Francesco e Fabio Conditi

  articolo completo su: www.monetapositiva.it

 

mercoledì 2 novembre 2016

oro verso i 1340

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L'oro dovrebbe rimbalzare e sembra avviato a salire fino al livello di 1340 dollari per oncia entro la fine dell'anno.
Abbiamo bisogno di una chiusura settimanale al di sopra del livello 1336 per avere conferma della sostenibilità della tendenza rialzista.
A livello giornaliero abbiamo una prima resistenza a quota 1308 e abbiamo bisogno di una chiusura giornaliera al di sopra 1319 per la conferma del trend.


     Martin Armstrong

articolo completo su: armstrongeconomics.com



nuovi Krugerrand in argento



Entro fine novembre la zecca nazionale del Sud Africa  Mint fornirà la suo prima moneta Krugerrand in argento.
Dal 1967 coniava solo Krugerrand in oro. Ne ha prodotti per oltre 50 milioni di once nel corso degli ultimi 49 anni.
Dopo il Krugerrand, la moneta d'oro da un oncia più diffusa è la Gold Eagle della zecca degli U.S.A. al secondo posto con oltre 22 milioni once prodotte dal 1987.
In occasione dell 50esimo anniversario 50 della coniazione del Krugerrand in oro, nel 2017 il governo sudafricano produrrà anche un nuovo Platinum Krugerrand da un oncia.
Sono previsti inoltre nuovi formati di Krugerrand in oro: da 1/20esimo di oncia, da 1/50esimo e una grossa moneta da 5 once.

giovedì 20 ottobre 2016

occhio ai diamanti


Quanta truffe e disinformazione ai danni di chi vuole investire in diamanti.
Domenica 17 ottobre 2016, su Report di
 RAI 3, in una puntata dedicata ai risparmi abbiamo visto esempi scandalosi di come quello di un diamante da mezzo carato pagato 7.016 euro in Banca (valore reale di circa 2mila euro).

A chi, invece, è propenso a comperare diamanti fisici, ricordiamo che al momento di una eventuale rivendita potrà ottenere solo la metà del prezzo corrente di mercato.



Riassunto dell'inchiesta di Report:
In banca è sempre più facile trovare il promoter finanziario che propone diamanti come investimento sicuro, sono considerati bene rifugio per eccellenza. Non tutte le banche però ci dicono che il prezzo che paghiamo per acquistare il diamante è il doppio del valore di mercato. Quanto sono trasparenti questi investimenti? Non dicono neppure che per l’investitore rivendere il diamante è praticamente impossibile e l'unica strada è affidarsi a chi glielo ha venduto, pagando però una salata commissione. Alla fine chi guadagna sempre, a prescindere dell’esito dell’investimento sono sempre loro, le banche. Ogni anno venti miliardi dei nostri risparmi vanno in fumo in spese di commissione. Sono soldi spesi per dei buoni consigli? Non è andata bene neppure ai risparmiatori di Poste: hanno investito sui fondi immobiliari e hanno immaginato di fare un investimento sicuro puntando sul mattone, dopo dieci anni hanno perso il 70%. Poste propone anche investimenti in fondi, polizze e strumenti finanziari complessi, e per venderne tanti hanno mobilitato un esercito di 7.000 consulenti finanziari. Si tratta di consulenti preparati? Solo una piccola parte di loro sono iscritti all'albo, molti non sono laureati e fino a qualche anno fa lavoravano allo sportello con il compito di pagare le bollette della luce.

mercoledì 5 ottobre 2016

crollo violento fino alla linea di resistenza

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Sopra: grafico a barre giornaliere con le quoatazioni in dollari per oncia dall'ottobre 2015.

Ieri pomeriggio abbiamo assistito a un violento movimento al ribasso nei mercati dei metalli preziosi, con l'oro che ha perso in poche ore il 3.2% e l'argento il 5.2%. Nelle stesse ore si è sensibilmente apprezzato il dollaro USA. La discesa si è fermata in corrispondenza della linea di resistenza ascendente posta a quota 1270 dollari per oncia, una resistenza già testata lo scorso 23 giugno in occasione della scadenza delle opzioni.

La causa scatenante del crollo dei prezzi sembra sia stato il discorso molto aggressivo su un probabile aumento dei tassi di interesse da parte di Jeff Lacker, presidente della Fed di Richmond.


articolo completo su: jessescrossroadscafe.blogspot.it


lunedì 26 settembre 2016

Deutsche Bank sull'oro del baratro

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Stamattina il valore delle azioni del gigante bancario tedesco Deutsche Bank perdono il 6% e scendono a 10,70 euro, un nuovo record negativo.

Cosa accadrebbe al castello di carte della finanza dell'Eurozona in caso di un fallimento di D. B. ?
Se collassa Deutsche Bank e il ministro Schauble impone il "bail-in" (ossia che partecipino al salvataggio gli investitori e i depositanti tedeschi sopra i 100 mila euro) collassano migliaia di piccole imprese tedesche e crolla il governo Merkel. Se ricorre al "bail-out", ossia  all’aiuto di Stato, al salvataggio coi  soldi dei contribuenti,  infrange la dottrina di cui lui, Merkel e il trisomico di Bundesbank  sono impositori e inquisitori.
La Merkel ha detto: “Nessun aiuto pubblico per DB”, poi è  stata pregata  di tacere.
Deutsche Bank è sistemica, se crolla trascina con sé il mondo bancario, come evidenziato nello schema qui sotto:







vedi anche: http://independenttrader.org/deutsche-bank-on-the-brink-of-bankruptcy.html



martedì 20 settembre 2016

calano le scoperte di nuovi giacimenti


Nel grafico sopra le barre blu indicano le scoperte di nuovi giacimenti significativi di oro, mentre la linea gialla mostra l'andamento degli investimenti (in miliardi di dollari) per l'esplorazione.

In un articolo pubblicato su Mining.com Gary Goldberg ha dichiarato che la sua azienda,  Newmont Mining (la seconda produttrice d'oro più grande al mondo), è una delle poche che sta attualmente costruendo nuove miniere — nello specifico il progetto Merian in Suriname e il Long Canyon in Nevada.
A causa della mancanza di nuove miniere, si prevede un calo
del 7% della produzione di oro da qui al 2021.


 






giovedì 15 settembre 2016

forte supporto al livello 1300

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Sopra: grafico con barre settimanali delle quotazioni dell'oro in dollari per oncia dall'ottobre 2013.
Si vede chiaramente come il livello-chiave di 1300 dollari per oncia ha fatto da resistenza per ben quasi due anni, da luglio 2014 al giugno di quest'anno.
Da quest'estate quel livello si è trasformato in supporto, a sostegno della tendenza rialzista iniziata lo scorso gennaio.

Il supporto ha tenuto anche in occasione dei due violenti attacchi al ribasso avvenuti in agosto.
Secondo l'analisi tecnica, l'attuale tendenza al rialzo rimarrebbe in essere anche in caso di discese dei prezzi nella fascia tra 1200 e 1250 dollari per oncia.


   Michael Noonan




19 a 1 sotto terra


Nella infografica sopra, realizzata da Desjardins, si evidenzia come il rapporto tra oro e argento presenti nella crosta terrestre è di 1 a 19, cioé per ogni oncia d'oro da estrarre ce ne sono 19 di argento.
Negli ultimi anni, tuttavia, le miniere tipicamente estraggono solo 10 once di argento per ogni oncia d'oro.  Se guardiamo ai prezzi, invece, il rapporto è ben diverso ...

Infografica completa, con tutte le molte qualità dell'argento, su: www.visualcapitalist.com

martedì 6 settembre 2016

19mila miliardi creati dal niente

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Le principali banche centrali hanno creato dal niente 19mila miliardi di dollari, nel grafico sopra sono visibili le percentuali di questo incremento senza precedenti.
Ciò nonostante, la maggior parte della gente crede ancora che esista una quantità fissa di denaro ...
La maggior parte di questi capitali rimangono comunque a disposizione dei mercati finanziari e non riescono a dare beneficio all'economia reale.


martedì 30 agosto 2016

sempre sopra la MM a 200 gg

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Il grafico sopra mostra l'andamento dei prezzi dell'oro nell'ultimo anno, in dollari per oncia.
Con la discesa degli ultimi giorni i prezzi sono scesi sotto la media mobile a 50 giorni, però rimangono saldamente sopra la media a 200 giorni, che è quella maggiormente considerata dagli investitori di medio-lungo termine.

mercoledì 17 agosto 2016

navighiamo in acque inesplorate

Jacob Rothschild

Lord Rothschild: "Questo è l'esperimento più grande nella politica monetaria Nella Storia Del Mondo"


Lord Jacob Rothschild, presidente Rothschild Investment Trust, ha recentemente fatto il punto della situazione finanziaria del primo semestre di quest'anno. 

Ecco una sintesi della sua relazione:

"
I sei mesi in esame hanno visto banchieri centrali continuare quello che è sicuramente il più grande esperimento di politica monetaria nella storia del mondo. Siamo quindi in acque inesplorate ed è impossibile prevedere le conseguenze non volute di tassi di interesse
molto bassi, con circa il 30% del debito pubblico globale a rendimenti negativi, in combinazione con il quantitative easing praticato su larga scala.Fino ad oggi, almeno in termini di mercato azionario, la politica ha avuto successo con i mercati vicini ai massimi, mentre la volatilità nel complesso è rimasto bassa. Quasi tutte le classi di investimento sono state potenziate dalla marea di liquidità immessa sui mercati. Nel frattempo, la crescita rimane anemica, con la debolezza della domanda e la deflazione in molte parti del mondo sviluppato.Rimangono molti dei rischi che avevo sottolineato nella mia relazione sull'anno 2015, anzi la situazione geo-politica si è deteriorata con il Regno Unito che hanno votato per lasciare l'Unione europea, le elezioni presidenziali negli Stati Uniti di novembre saranno probabilmente piene di complicazioni, mentre la situazione in Cina rimane opaca e il rallentamento della crescita economica porterà sicuramente problemi. Il conflitto in Medio Oriente continua ed è improbabile che possa essere risolto per molti anni ancora. Abbiamo già sentito le conseguenze di questo conflitto con gli attacchi terroristici in Francia, Germania e Stati Uniti.
Riguardo le valute, abbiamo ridotto la nostra esposizione in sterline in previsione del Brexit e dell'ambiente politico generalmente instabile nel Regno Unito. La nostra significativa posizione in dollari USA è ora un po' ridotta, dopo l'ascesa del dollaro, abbiamo visto interessanti opportunità in altre valute, compreso l'oro
, quest'ultimo riflette le nostre preoccupazioni per la politica monetaria e rendimenti reali continuamente in calo".

Nei dettagli, il fondo di lord Rothschild ha diminuito l'esposizione in sterline dal 55%
a circa il 25% mentre gli investimenti in oro e metalli preziosi in giugno sono stai incrementati fino a raggiungere l'8% del totale.

sabato 13 agosto 2016

un mercato da 5mila miliardi




Banche d’affari alla guerra dell’oro. Un mercato che vale 5 mila miliardi


articolo di Giuseppe Bottero

fonte:  La Stampa di Torino

Wall Street ha appena centrato un triplice record grazie alla corsa dei consumi e al rally del petrolio, eppure le sue regine, Goldman Sachs e JpMorgan, si danno battaglia sul più antico e affidabile dei beni rifugio: l’oro. Fedeli al vecchio motto dell’antiquario Alessandro Morandotti, secondo cui «chi detiene l’oro detiene il potere», le banche d’affari incrociano le armi sul sistema che, da quasi un secolo, viene usato per fissare il prezzo del metallo giallo.  

Da una parte, racconta il Financial Times, c’è Goldman Sachs: assieme ai cinesi del colosso statale Icbc, punta a rivoluzionare il «Fixing». Dall’altra Jp Morgan e Hsbc, pronte a sostenere la London Bullion Market Association, il mercato dell’oro della City che vale almeno 5mila miliardi di dollari e lotta per conservare il suo ruolo chiave, migliorando però la trasparenza.  

ISTITUZIONE STORICA  
Per capire la posta in palio, bisogna fare un passo indietro. Se fino a un anno e mezzo fa il valore dei preziosi veniva fissato due volte al giorno da un piccolo gruppo di banche, esattamente come nel 1912, quando Rothschild e altri istituti crearono il «London Gold Fixing», un’istituzione ristretta ed elitaria ma in grado di resistere agli scandali e alle accuse di opacità, oggi quel metodo è stato rimpiazzato da un sistema elettronico. Basta a garantire l’indipendenza? Secondo Goldman, probabilmente la banca più influente quando si parla di materie prime, no, visto che la maggior parte delle negoziazioni viene ancora fatta privatamente. La situazione potrebbe finire se passasse la linea dell’istituto e dei suoi alleati cinesi, che immaginano una piattaforma di scambi aperta. «Il mercato di Londra non si evolve da decenni, senza cambiamenti rischia il declino», attacca Raj Kumar, capo analista di Icbc, l’istituto controllato direttamente da Pechino.  

L’OMBRA DEI CINESI  
Il suo affondo è tutt’altro che casuale: la Cina è il primo produttore e consumatore di oro, e sta tentando di costruire un «benchmark» regionale asiatico indipendente da quello tradizionale, strappando lo scettro alla Gran Bretagna.  
I sostenitori delle contrattazioni tra privati, da Jp Morgan in giù, spiegano invece che la mancanza di una piattaforma di trading favorisce la flessibilità e rende meno costose le transazioni. Ovviamente, dicono, bisogna migliorare la trasparenza.  

DOMANDA RECORD  
Sullo sfondo, la ritrovata popolarità del metallo giallo, che in un anno ha visto volare i prezzi del 26% spinto dalle performance negative dei mercati azionari europei e dalle incertezze provocato dalla Brexit. La domanda mondiale, nel secondo semestre dell’anno, ha raggiunto le 1.050 tonnellate, contro le 910 tonnellate dello stesso periodo del 2015. Ovvio che, controllare un tesoro del genere, sia diventato il più prezioso degli affari.