Lo “scontro” avviene all’interno del corridoio di prezzo compreso tra i 1.735 e i 1.800 dollari/oncia.
Di riflesso, le quotazioni dell’argento, seguono un andamento identico a quello dell’oro.
A causa dei limiti strutturali sul lato dell’offerta di metallo giallo (cosi’ come dell’argento), il confronto potrebbe rivelarsi disastroso per gli speculatori ribassisti sull’oro cartaceo. A un eventuale repentino rialzo della domanda di oro fisico, questi sarebbero esposti a significative perdite, avendo aperto un numero enorme di posizioni “short” (vendita) che saranno costretti a chiudere (in perdita) sui mercati futures.
Durante una breve intervista a Bloomberg Business Week, Frank Holmes,
Amministratore Delegato di U.S. Global Investors Inc., ha dichiarato
che il prezzo dell’oro potrebbe facilmente superare i 2mila dollari/oncia
solo per il fatto che la psicologia dei partecipanti al mercato e’
affascinata dai grandi numeri.
Holmes ha sorriso ironicamente alla
domanda di Guy Johnson il quale chiedeva dove sarebbe, in quel caso,
finito il prezzo del dollaro. “Svalutato” ha risposto serafico, come del
resto saranno soggette a un lungo processo di svalutazione
(debasement) tutte le altre valute principali mondiali. Holmes ha
inoltre dichiarato che ritiene che le quotazioni dell’oro non siano
arrivate neppure a meta’ del suo Super-Ciclo rialzista.
Il membro della Camera dei Rappresentanti USA, Ron Paul,
ha pubblicamente accusato la Federal Reserve di devastare l’economia statunitense
tramite la manipolazione dei tassi ufficiali di riferimento
e con allentamenti monetari (quantitative easing) che avranno come
effetto la distruzione del potere d’acquisto; provvedimenti che
trascineranno gli Stati Uniti verso una gigantesca crisi finanziaria.
Traduciamo quanto ha comunicato via web da Ron Paul:
“Uno dei miti piu’ duri a morire e’ che questo paese ha un
mercato libero, quando in realta’, da dietro le quinte e’ il Governo che
tira le fila. Ma un esempio ancora piu’ calzante puo’ essere
rintracciato nella manipolazione dei tassi d’interesse operata dalla
Federal Reserve.”
“La FED interferisce nei tassi d’interesse da anni a questa parte, ma mai in modo cosi’ aggressivo come negli ultimi tempi, da quando ha cominciato a varare le sue politiche di quantitative easing. Bernanke ha dichiarato pubblicamente che la Fed, non solo intende abbassare i tassi di rendimento dei Titoli del Tesoro ma intende abbassare anche i tassi sui mutui, sulle obbligazioni societarie e altri tassi d’interesse. I mercati hanno festeggiato a queste parole: si attendono la creazione di migliaia di miliardi di dollari che alimenteranno direttamente Wall Street.”
“Se la domanda di beni di consumo, di beni mobili e immobili ristagna, e se l’offerta ristagna, e’ deleterio continuare a erogare credito (che in realta’ e’ debito da restituire con interessi), per modelli di vita orientati al credito al consumo diretti solo a gratificare i bisogni presenti a discapito della produttivita’ e del benessere futuro. Le risorse dovrebbero essere orientate in opere produttive in un regime di vero libero mercato dove i tassi d’interesse sono determinati dal libero gioco della domanda e dell’offerta. Bisogna svincolare tutte le risorse che possono essere destinate a uso produttivo che stimolino la domanda reale di beni, non bolle speculative”.
“Un altro effetto delle iniezioni di credito nel sistema e’ l’aumento dei prezzi. Piu’ denaro e’ immesso nel sistema senza una contropartita produttiva piu’ si attiva la dinamica negativa dell’aumento dei prezzi. Wall Street e il sistema bancario ottengono l’uso del nuovo credito prima che i prezzi salgano: la popolazione, al contrario, vede i prezzi salire prima di essere in grado di sfruttare la nuova creazione di credito. Il potere d’acquisto del dollaro e’ eroso e il tenore di vita del popolo americano si contrae.”
“Oggi noi viviamo non in un sistema di libero mercato ma in un’economia “mista”, caratterizzata da una miscela letale di corporativismo, di vera e propria pianificazione centrale in alcuni settori, e vestigia del vecchio sistema del libero mercato. Ogni infusione di nuovo credito da parte della Fed distorce la struttura dell’economia, danneggia il ruolo dei tassi d’interesse che dovrebbe essere determinato dal gioco della domanda e dell’offerta, erode il potere d’acquisto del dollaro.
La Fed e i politici che le reggono il sacco si considerano guru e saggi nella gestione dell’economia: la verita’ e’ che ogni loro azione si traduce in una distorsione economica e devastazione monetaria.
“La FED interferisce nei tassi d’interesse da anni a questa parte, ma mai in modo cosi’ aggressivo come negli ultimi tempi, da quando ha cominciato a varare le sue politiche di quantitative easing. Bernanke ha dichiarato pubblicamente che la Fed, non solo intende abbassare i tassi di rendimento dei Titoli del Tesoro ma intende abbassare anche i tassi sui mutui, sulle obbligazioni societarie e altri tassi d’interesse. I mercati hanno festeggiato a queste parole: si attendono la creazione di migliaia di miliardi di dollari che alimenteranno direttamente Wall Street.”
“Se la domanda di beni di consumo, di beni mobili e immobili ristagna, e se l’offerta ristagna, e’ deleterio continuare a erogare credito (che in realta’ e’ debito da restituire con interessi), per modelli di vita orientati al credito al consumo diretti solo a gratificare i bisogni presenti a discapito della produttivita’ e del benessere futuro. Le risorse dovrebbero essere orientate in opere produttive in un regime di vero libero mercato dove i tassi d’interesse sono determinati dal libero gioco della domanda e dell’offerta. Bisogna svincolare tutte le risorse che possono essere destinate a uso produttivo che stimolino la domanda reale di beni, non bolle speculative”.
“Un altro effetto delle iniezioni di credito nel sistema e’ l’aumento dei prezzi. Piu’ denaro e’ immesso nel sistema senza una contropartita produttiva piu’ si attiva la dinamica negativa dell’aumento dei prezzi. Wall Street e il sistema bancario ottengono l’uso del nuovo credito prima che i prezzi salgano: la popolazione, al contrario, vede i prezzi salire prima di essere in grado di sfruttare la nuova creazione di credito. Il potere d’acquisto del dollaro e’ eroso e il tenore di vita del popolo americano si contrae.”
“Oggi noi viviamo non in un sistema di libero mercato ma in un’economia “mista”, caratterizzata da una miscela letale di corporativismo, di vera e propria pianificazione centrale in alcuni settori, e vestigia del vecchio sistema del libero mercato. Ogni infusione di nuovo credito da parte della Fed distorce la struttura dell’economia, danneggia il ruolo dei tassi d’interesse che dovrebbe essere determinato dal gioco della domanda e dell’offerta, erode il potere d’acquisto del dollaro.
La Fed e i politici che le reggono il sacco si considerano guru e saggi nella gestione dell’economia: la verita’ e’ che ogni loro azione si traduce in una distorsione economica e devastazione monetaria.
Puoi ascoltare direttamente il comunicato via web di Ron Paul, cliccando su questo link.
articolo completo su: deshgold.com
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