Crisi Sistemica Globale - autunno 2012:
benvenuti nella stagione del grande cambiamento – la geopolitica sarà il detonatore del nuovo grande shock mondiale
Da parecchi mesi abbiamo anticipato, per l’autunno del 2012, un’importante scossa per l'economia e per la stabilità politica globale. Confermiamo quest’allarme rosso e faremo inoltre il punto, a metà novembre 2012, sulla situazione mondiale a quella data.
Mercato immobiliare occidentale - Fine del 2012: la caduta è veramente cominciata
In Canada, nel Regno Unito, in Spagna ed in Francia i prezzi sono ora orientati al ribasso. Studieremo anche la
situazione degli Stati Uniti, dove la cosiddetta ripresa è nient’altro
che un ulteriore artificio. Vedremo infine cosa possiamo aspettarci per
questo fine d’anno e per il 2013. Analogamente alla maggior parte degli altri mercati immobiliari,
anche quello olandese ha subito una grave paesi come la Spagna o l'Irlanda.
USA 2013: Riotmageddon (Riots + Armageddon)
La seconda parte del nostro studio riguardo il rischio di rivolte, si
riferisce agli USA. Dopo aver elencato le ragioni sistemiche alla base
delle rivolte europee del 2013 (si veda il Geab n. 67), esamineremo ora
le ragioni che innescheranno le specifiche rivolte negli Stati Uniti.
GlobalEurometre - Risultati & Analisi
Se lo scorso mese abbiamo rilevato una certa "fluttuazione"
nell’opinione pubblica europea, ottobre segnala invece un rinnovato
ottimismo, confermando il carattere transitivo delle rilevazioni
effettuate nel mese di settembre.
In queste ultime settimane, come previsto dal nostro team, la
situazione geopolitica mondiale si è rapidamente deteriorata: il
conflitto siriano è diventato un conflitto regionale nell’ambito del
quale le grandi potenze stanno cercando di non farsi trascinare oltre i
limiti che hanno fissato; a nord del Sahel (Mali, Niger, ...) è in vista un nuovo confronto militare tra il Mondo Islamico e l’Occidente;
il Mar della Cina si è trasformato in una zona di "tiepidi" conflitti a
tutti i livelli, con quello fra Giappone e Cina al centro del caos in
gestazione; le maggiori economie mondiali sono tutte entrate in recessione;
i disordini sociali sono in aumento, così come la pressione fiscale e
non c'è più liquidità disponibile (persino il QE ha un'efficacia in
caduta libera), esattamente come nel 2009.In questo numero la nostra equipe analizza le prospettive del settore immobiliare occidentale per il 2013, e aggiunge una speciale anticipazione riguardo il mercato immobiliare olandese, in ragione del crollo che è in corso in quel paese. Allo stesso tempo continuiamo ad analizzare le conseguenze socio-politiche, per il 2013, della crescente agitazione dell'opinione pubblica, concentrandoci adesso sugli Stati Uniti d’America. Infine, dopo aver rivisto e calendarizzato le principali tendenze per i prossimi mesi, proponiamo le nostre raccomandazioni riguardo i beni immobili, l'oro e le borse.
Allo stesso tempo, sullo sfondo dei conflitti asiatici o arabo-musulmani, stiamo assistendo a dei tests, effettuati dagli alleati e dagli avversari, sul grado d'indebolimento del potere statunitense. Così, ogni nuova settimana illustra la crescente impotenza dell'unica superpotenza della fine del 20° secolo. Quello che è stato il “King Maker” del Medio Oriente, negli anni 1990/2000, dovrà d'ora in poi limitarsi a contenere il rigetto della propria presenza, e a guardarsi da azioni militari contrarie; la "Superpotenza del Pacifico" è ormai ridotta a "contare i colpi" tra il Giappone, suo storico alleato strategico in quest’area, e la Cina, suo principale concorrente geopolitico, ma soprattutto suo principale partner economico, monetario e finanziario. E, del resto, è proprio su questo tema che il "tallone d'Achille" degli Stati Uniti ha conseguenze sempre più gravi, ogni giorno di più.
In aggiunta all'estratto di una parte delle nostre analisi sul mercato immobiliare americano, che conferma l'ingresso del mercato immobiliare occidentale in una depressione di lungo termine, abbiamo scelto, in questo GEAB n. 68, di presentare un certo numero di grafici che illustrano la cortina fumogena e il carattere manipolatorio delle statistiche economiche relative agli Stati Uniti.
Per quanto riguarda la Cina, la transizione politica in corso sta procedendo con difficoltà, a causa sia della crisi economica globale (che ha infine raggiunto il paese, e con esso tutti i BRICS), che della necessità di doversi inventare un nuovo corso strategico per il paese, allo scopo di affrontare una duplice pressione interna: quella del rischio di un’esplosione sociale (torneremo in dettaglio su quest’argomento nel numero di novembre del GEAB), e quella del suo posizionamento geopolitico, sia regionale che globale. Non sono solo gli Stati Uniti ad essere radicalmente cambiati, dal 1990/2000 !
Il terzo più importante pilastro dell'ordine mondiale è l'Unione Europea o, più esattamente, Eurolandia. Come abbiamo già anticipato l’Eurozona è, per quest’autunno, l'unica portatrice di buone notizie. Essa è posta, naturalmente, fortemente in ombra sul breve periodo, a causa delle conseguenze economiche e di bilancio della crisi sistemica globale (disoccupazione, recessione, austerità, ecc.) ma, sul medio-lungo termine, Eurolandia sarà impegnata, finalmente, su una "strada che porta da qualche parte", dopo mesi d’impotenza politica: alcuni potenti strumenti sono ora disponibili, ha inoltre e finalmente preso piede la comune volontà politica di uscire insieme dalla crisi, poiché ciascun Stato membro ne sentirà d’ora in poi l'impatto.
Esprimendoci nei termini di una tabella di marcia, pensiamo che d’ora in poi la tempistica sarà molto chiara:
- entro fine novembre 2012 gli Stati Uniti e la Cina entreranno in una doppia fase di storiche tensioni interne, sociali e politiche, prima di dover fare i conti con la fine di quel periodo di "pacifica convivenza economica e commerciale" che ha caratterizzato questi ultimi decenni.
- per dicembre 2012 l’Eurozona uscirà (dopo una lunga corsa, come al suo solito) dalla "crisi dell'Euro", e si troverà di fronte ad una triplice sfida, quella della ripresa economica (nel contesto della crisi globale), quella della sua strutturazione istituzionale (nell’imprescindibile contesto della sua democratizzazione), e infine quella (compresa nel punto precedente) dell'assestamento di lungo termine del problema britannico (nei fatti, 26 paesi contro 1).
articolo completo con grafici
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