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martedì 9 ottobre 2012

a rischio l'oro di Bankitalia

 GIU’ LE MANI DALL’ORO ITALIANO! LA CONSOB CI PROVA. 

Uno studio riservato dimostra che può essere venduto l’oro di Bankitalia. Pazzesco: Mentre di soppiatto tutte le banche centrali del mondo stanno acquistando oro, la Consob, con un rapporto riservato, prepara la strada alla vendita del patrimonio di generazioni, stimato in circa 110 MLD. (Il debito pubblico è 2.000 MLD)
Infatti secondo la Consob la Banca d’Italia può “liberamente disporre di tutti i beni mobili ed immobili, nei limiti in cui tali atti di disposizione non incidano sulla capacità di trasferire alla BCE le attività di riserva eventualmente richieste”
Nel 2007 le riserve valevano 44,8 MLD mentre a fine settembre ammontavano a 108,2 con un incremento del 141,5%
Secondo Giovanni Siciliano, responsabile dello studio, non vi sarebbero ostacoli sia da parte del Tfue (Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea) nè nello statuto della Sebc (Sistema europeo delle banche centrali) che porrebbero limiti solo all’utilizzo delle valute estere sulle operazioni in cambi. E quindi – secondo la Consob – l’oro, non essendo considerato “valuta” nè ha un ruolo monetario dopo il 1971.
L’unico limite sarebbe rappresentato dal Central Bank Gold Agreement sottoscritto da alcune banche all’interno del Sebc, accordo rinnovato nel 2009 e scadente nel 2014 , che fissa i limiti annuali a 400 tonnellate e a 2000.
Fortunatamente per Bankitalia l’esborso massimo si fermerebbe pro quota in base alla partecipazione alla BCE a 6,3 … anche se ci dovrebbero spiegare cosa succederebbe se i PIGS (gli altri 4 PD Paesi Deboli) non potessero pagare…
Da ciò, prosegue il ragionamento della Consob,
discende che “l’oro non sia uno strumento necessario o indispensabile per il compimento delle finalità istituzionali del Sebc nè che la detenzione e gestione delle riserve auree rientroi tra i compiti istituzionali.
A questo punto la conclusione della Consob (ma non si può occupare meglio dei conti delle banche, magari Montepaschi prima dell’aiutino da 1.9 MLD, Intesa durante la gestione Passera e la gestione degli strani conti Lussemburghesi…) È la seguente:
“Si può ritenere quindi che gli atti dispositivi aventi a oggetto le riserve auree da parte delle banche centrali NON debbano essere oggetto ad autorizzazione della BCE”


Ma c’è ancora un ultimo granello di sabbia prima della dissipazione del secolare patrimonio Italiano:
La legge sul Risparmio, infatti, (262/2005) ha stabilito che Bankitalia sia istituto di diritto pubblico, in cui alcune quote sono tuttavia detenute ancora oggi dalle banche.
Manca un regolamento governativo (Psss, mi chiamate un attimo Monti?) che permetterebbe allo Stato, quale unico azionista di disporre liberamente dei beni tra i quali l’oro.
Torna alla memoria l’idea di Vegas di creare un superfondo da tripla A con immobili, partecipazioni … Magari Finmeccanica ed Eni e oro.
I 28.000 compro oro attendono famelici intorno a palazzo Koch.

fonte: rischiocalcolato.it



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