Se le banche centrali non regalano soldi, le borse crollano
La Federal Reserve sta pensando di cambiare strategia, smettendo o almeno diminuendo le “iniezioni di liquidità” che fin qui hanno tenuto su i mercati finanziari anche se l’economia reale resta ferma.La notizia è una bomba, per i mercati finanziari: la Federal Reserve è divisa al suo interno, e non è affatto detto che nella prossima riunione del Fomc (il comitato che decide sulle operazioni) accetti di continuare a “scaricare denaro dal cielo” come fin qui fatto con ben tre operazioni di “quantitative easing” (prestiti a tasso zero, acquisto di titoli “tossici” come se fossero buoni, acquisto dei titoli di stato del Tesoro Usa, ecc).
La terza operazione è ancor ain corso e si concretizza con acquisti per circa 85 miliardi di dollari al mese.
Contemporaneamente, la Fed mantiene da tempo ormai immemorabile (oltre due anni) i tassi di interesse base praticamente a zero (una forchetta tra zero e 0,25; di fatto regala soldi alle banche che chiedono prestiti, visto che possono “prendere” a costo zero e investire a tassi più alti, o comunque – causa inflazione – restituire a scadenza una cifra che comunque “pesa” meno di quanto era al momento del prestito.
L’altra notizia è che, dopo la Francia, anche la Spagna sta iniziando una politica di “svalutazione competitiva” anche in regime di moneta unica (in cui un singolo paese non può più decidere in proprio quanta moneta stampare), visto che sono vietati anche i finanziamenti diretti alle imprese o all’economia, il governo Rajoy azzera i contributi e l’Iva per chi assume disoccupati. Una “rinuncia” alle entrate fiscali che al momento non rientra nella categoria di “aiuti di stato” che farebbe scattare le sanzioni della Ue.
La notizia Usa è che i guasti di un lungo periodo di denaro facile potrebbe a breve diventare superiori ai benefici (hanno tenuto in vita i mercati finanziari, ma l’eccesso di liquidità può trasformarsi alla lunga in uno tsunami inflazionistico senza molti precedenti recenti).
Ed è una conseguenza dell’apertura, anche da parte del Giappone, di una offensiva al tempo stesso protezionistica e inflazionistica, per indebolire lo yen e favorire le proprie esportazioni.
Ma anche la mossa spagnola va letta nel quadro della “guerra delle monete” e della guerra commerciale. Inqeusto caso anche dentro l’Unione europea.
La Fed è divisa e potrebbe frenare sull’allentamento monetario. La Banca d’Inghilterra prosegue con l’iniezione di liquidità di Vittorio da Rold
Contrordine a Washington sul QE3. All’interno della Federal Reserve di Ben Bernanke ci sono forti divisioni sulla strategia da tenere e sull’efficacia di una politica monetaria troppo accomodante, motivo per cui durante la riunione del prossimo 19 e 20 marzo si discuterà di un possibile cambio di strategia fin qui tenuta dalla più potente banca centrale del pianeta. È quanto si legge nei verbali del Fomc, il comitato di politica monetaria della Federal Reserve, relativi alla riunione dello scorso 29 e 30 gennaio.
Nonostante alcuni segnali incoraggianti arrivati dal fronte economico, per esempio sul versante immobiliare e d sul mercato dell’automobile, la Fed ha deciso di proseguire con l’acquisto di 85 miliardi di dollari di titoli di stato e bond garantiti da mutui al mese.
I programmi sono pensati per sostenere investimenti e assunzioni e rilanciare la crescita tenendo i tassi di lungo periodo bassi. I verbali del Fomc mostrano tuttavia che secondo alcuni membri del Fomc, tra cui il rappresentante della Fed di Kansas City, Esther George, una politica monetaria troppo accomodante potrebbe incoraggiare un’eccessiva assunzione di rischio in alcune aree del mercato del credito.
Anche se i programmi di stimolo hanno avuto successo, "molti hanno espresso preoccupazione sulle possibili conseguenze avverse sulla stabilità finanziaria", riportano le minute.
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