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lunedì 25 febbraio 2013

chiusa una settimana di forti ribassi

Barometro settimanale dell'oro da Deshgold

Per il metallo giallo e per l’argento settimana di forti ribassi. Il mercato ha reagito in modo scomposto all’eventualità di un ridimensionamento del programma di acquisti di assets finanziari da parte della FED (quantitative easing), se non addirittura di un possibile (ma assai improbabile) prossimo rialzo dei tassi d’interesse.
Il quadro tecnico formatosi da due settimane a questa parte, ci suggerisce che le quotazioni dell’oro potrebbero soffrire di un ulteriore ribasso, arrivando a toccare un minimo di $1.510,00. Le quotazioni dell’oro sono rimaste sotto pressioni ribassiste tutta la settimana. Al COMEX di New York molti hedge funds e istituzioni finanziarie hanno liquidato posizioni sul metallo giallo nonostante perdite di profitto consistenti. Le posizioni ribassiste (short) da parte degli Hedge funds hanno raggiunto il record di 47.357 contratti.
Anche questa settimana i massicci flussi di vendita si sono principalmente verificati alla chiusura dei mercati londinesi, contestualmente all’apertura del COMEX. Questo ha riaperto il dibattito sulla manipolazione ribassista dei mercati dei preziosi. La media dei prezzi giornalieri, infatti, tende al rialzo all’apertura dei mercati asiatici (Tokio, Shangai, Hong Kong) poi “inspiegabilmente” tende a ripiegare all’apertura dei mercati londinesi, per poi franare alla contemporanea chiusura del fix di Londra e apertura del Comex di New York. Risulta evidente la manipolazione ribassista che  concentra tutte le proprie forze all’ora di apertura dei mercati di New York.

Sebbene negli ultimi due mesi gli investitori abbiano indirizzato i flussi di portafogli sulle borse mondiali, l’enorme mole di liquidita’ riversata dalle Banche Centrali sui mercati ci suggeriscono molta cautela sia nell’investimento azionario che sull’immobiliare. La ripresa economica per ora e’ solo teorizzata e vi e’ il pericolo reale di formazione di bolle speculative, soprattutto sulle Borse e sul Real Estate.
Adam Sarhan di Sarhan Capital, ha affermato che “gli investitori sono meno preoccupati per le tensioni inflazionistiche; e’ la deflazione che fa paura e questo e’ un segnale negativo per l’oro”. Pertanto, piu’ che di ripresa economica il metallo giallo soffre sia per le pressioni deflazionistiche che per un rinnovato interesse globale sul dollaro americano.
Se esaminiamo l’indice delle materie prime CCI (Commodities Continuous Index – grafico sotto), esso indica un forte rallentamento nei prezzi di tutte le principali materie prime.


Ulteriori notizie negative per il metallo giallo sono giunte tramite alcuni rumors di mercato inerenti un decremento nell’esposizione nel maggiore ETF mondiale () da parte di Allianz PIMCO, George Soros, Louis Moore Bacon e Julian Robertson.
John Paulson, di Paulson & Co. ha invece ribadito che il metallo giallo deve essere considerato alla stregua di una valuta globale. Le parole di Paulson non hanno fatto eco tra gli investitori che hanno preferito ridurre l’esposizione in oro nei propri portafogli.
A livello di analisi tecnica, come piu’ volte abbiamo sottolineato in questa rubrica, il metallo giallo si sta muovendo entro una fase di consolidamento laterale che dura da 16 mesi. Detta fase laterale ha molte analogie con la precedente, avvenuta nel 2006-2007. In quel periodo, dopo una fase di rialzo, l’oro consolido’ le sue posizioni per 18 mesi.
Vi sono ottime possibilita’ che detta fase si ripeta.
In questo caso la fase di consolidamento dovrebbe concludersi entro la fine di aprile. Successivamente potremmo vedere l’oro in una nuova fase di rialzo, con primo target di medio termine posto a 2050 – 2060 dollari/oncia.
(...)
Tornando al tema dei ribassi di questa settimana: gli investitori di lungo termine partecipanti al mercato dell’oro non devono focalizzarsi sui movimenti giornalieri del metallo prezioso. Essi non hanno alcun significato.
Se il fine delle manipolazioni ribassiste è quello di tentare di sottrarre il biglietto verde al suo destino, nessuna manipolazione sull’oro potra’ salvare la valuta di riserva mondiale. Il dollaro è seduto su un debito pubblico totale (comprensivo dei debiti delle Agenzie governative) di oltre 58.000 miliardi di dollari.
Il dollaro americano è seduto su passività finanziarie future (unfunded liabilities – ovvero spese future per servizio medico – medicare – pensioni del settore militare e civile – military and civil servant pensions) pari a 114.000 miliardi di dollari.
Il dollaro americano è seduto su titoli derivati tossici, detenuti dalle prime cinque banche statunitensi, pari a un totale di 627.364 miliardi di dollari.
Come dicevamo, sul lungo termine nessuna manipolazione ribassista potrà mettere in salvo dalla svalutazione necessaria della valuta americana. La fine del ruolo storico di valuta di riserva mondiale del dollaro è destino ineluttabile. 

Sterlina a rischio di svalutazione “su larga scala”

Sull’Indipendent è apparso un articolo con il quale alcuni esperti analisti mettono in guarda gli investitori su una possibile svalutazione della Sterlina Britannica “su larga scala”.
In un basket internazionale di valute la Sterlina risulta avere subito la peggiore performance (dopo lo yen) contro tutte le altre monete. Con il declino del valore della Sterlina, il cittadino e consumatore britannico ha visto crescere nel 2012 il costo del greggio da importazione e relativi prodotti petroliferi, nonche’ i costi dei prodotti alimentari e quelli assicurativi.
La Bank of England, con le sue politiche ultra-espansive, non solo non ha risolto alcun problema dell’economia reale inglese ma li ha addirittura aggravati. Pertanto la Sterlina continuera’ a deprezzarsi contro tutte le altre valute.

La banca svizzera UBS ha chiaramente affermato che la Sterlina sara’ la prossima valuta (dopo lo yen giapponese) a soffrire di una “pesante forma di svalutazione”.
All’interno dell’attuale guerra valutaria in corso le due valute piu’ fragili risultano essere la Sterlina (come ricordato sopra) e lo Yen giapponese. Il Premier Giapponese ha ripetuto piu’ volte che la Politica del proprio Governo sara’ quella di svalutare intensamente lo Yen nella speranza di fare ripartire l’export e la crescita interna.
L’attuale debolezza della Sterlina e dello Yen stanno conducendo a un rafforzamento della valuta americana il quale si ripercuote negativamente sulle quotazioni dell’oro (a causa della loro relazione inversa).
Riccardo G. - Deshgold


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