Barometro settimanale dell'oro da Deshgold
Per il metallo giallo e per l’argento
settimana di forti ribassi. Il mercato ha reagito in modo scomposto
all’eventualità di un ridimensionamento del programma di acquisti di
assets finanziari da parte della FED (quantitative easing), se non
addirittura di un possibile (ma assai improbabile) prossimo rialzo dei
tassi d’interesse.
Il quadro tecnico formatosi da due
settimane a questa parte, ci suggerisce che le quotazioni dell’oro
potrebbero soffrire di un ulteriore ribasso, arrivando a toccare un
minimo di $1.510,00. Le quotazioni dell’oro sono
rimaste sotto pressioni ribassiste tutta la settimana. Al COMEX di New
York molti hedge funds e istituzioni finanziarie hanno liquidato
posizioni sul metallo giallo nonostante perdite di profitto consistenti.
Le posizioni ribassiste (short) da parte degli Hedge funds hanno
raggiunto il record di 47.357 contratti.
Anche questa settimana i massicci flussi di vendita si sono principalmente verificati alla chiusura dei mercati londinesi,
contestualmente all’apertura del COMEX. Questo ha riaperto il dibattito
sulla manipolazione ribassista dei mercati dei preziosi. La media dei prezzi
giornalieri, infatti, tende al rialzo all’apertura dei mercati asiatici (Tokio,
Shangai, Hong Kong) poi “inspiegabilmente” tende a ripiegare
all’apertura dei mercati londinesi, per poi franare alla contemporanea
chiusura del fix di Londra e apertura del Comex di New York. Risulta
evidente la manipolazione ribassista che concentra tutte le proprie
forze all’ora di apertura dei mercati di New York.
Sebbene negli ultimi due mesi gli investitori abbiano indirizzato i
flussi di portafogli sulle borse mondiali, l’enorme mole di liquidita’
riversata dalle Banche Centrali sui mercati ci suggeriscono molta
cautela sia nell’investimento azionario che sull’immobiliare. La ripresa
economica per ora e’ solo teorizzata e vi e’ il pericolo reale di
formazione di bolle speculative, soprattutto sulle Borse e sul Real
Estate.
Adam Sarhan di Sarhan Capital, ha affermato che “gli investitori sono
meno preoccupati per le tensioni inflazionistiche; e’ la deflazione che
fa paura e questo e’ un segnale negativo per l’oro”. Pertanto, piu’ che
di ripresa economica il metallo giallo soffre sia per le pressioni
deflazionistiche che per un rinnovato interesse globale sul dollaro
americano.
Se esaminiamo l’indice delle materie prime CCI (Commodities Continuous
Index – grafico sotto), esso indica un forte rallentamento nei prezzi di
tutte le principali materie prime.
Ulteriori notizie negative per il metallo giallo sono giunte tramite
alcuni rumors di mercato inerenti un decremento nell’esposizione nel
maggiore ETF mondiale (SPDR Gold Trust) da parte di Allianz PIMCO, George Soros, Louis Moore Bacon e Julian Robertson.
John Paulson, di Paulson & Co. ha invece ribadito che il metallo
giallo deve essere considerato alla stregua di una valuta globale. Le
parole di Paulson non hanno fatto eco tra gli investitori che hanno
preferito ridurre l’esposizione in oro nei propri portafogli.
A livello di analisi tecnica, come piu’ volte abbiamo sottolineato in
questa rubrica, il metallo giallo si sta muovendo entro una fase di
consolidamento laterale che dura da 16 mesi. Detta fase laterale ha
molte analogie con la precedente, avvenuta nel 2006-2007. In quel
periodo, dopo una fase di rialzo, l’oro consolido’ le sue posizioni per
18 mesi.
Vi sono ottime possibilita’ che detta fase si ripeta.
In questo caso la fase di consolidamento dovrebbe concludersi entro la
fine di aprile. Successivamente potremmo vedere l’oro in una nuova fase
di rialzo, con primo target di medio termine posto a 2050 – 2060 dollari/oncia.
(...)
Tornando al tema dei ribassi di questa
settimana: gli investitori di lungo termine partecipanti al mercato
dell’oro non devono focalizzarsi sui movimenti giornalieri del metallo
prezioso. Essi non hanno alcun significato.
Se il fine delle manipolazioni ribassiste è quello di tentare di
sottrarre il biglietto verde al suo destino, nessuna manipolazione
sull’oro potra’ salvare la valuta di riserva mondiale. Il dollaro è
seduto su un debito pubblico totale (comprensivo dei debiti delle
Agenzie governative) di oltre 58.000 miliardi di dollari.
Il dollaro americano è seduto su passività finanziarie future
(unfunded liabilities – ovvero spese future per servizio medico –
medicare – pensioni del settore militare e civile – military and civil
servant pensions) pari a 114.000 miliardi di dollari.
Il dollaro americano è seduto su titoli derivati tossici, detenuti
dalle prime cinque banche statunitensi, pari a un totale di 627.364
miliardi di dollari.
Come dicevamo, sul lungo termine nessuna manipolazione ribassista potrà
mettere in salvo dalla svalutazione necessaria della valuta americana.
La fine del ruolo storico di valuta di riserva mondiale del dollaro è
destino ineluttabile.
Sterlina a rischio di svalutazione “su larga scala”
Sull’Indipendent è apparso un articolo
con il quale alcuni esperti analisti mettono in guarda gli investitori
su una possibile svalutazione della Sterlina Britannica “su larga
scala”.
In un basket internazionale di valute la Sterlina risulta avere subito
la peggiore performance (dopo lo yen) contro tutte le altre monete. Con
il declino del valore della Sterlina, il cittadino e consumatore
britannico ha visto crescere nel 2012 il costo del greggio da
importazione e relativi prodotti petroliferi, nonche’ i costi dei
prodotti alimentari e quelli assicurativi.
La Bank of England, con le sue politiche ultra-espansive, non solo non
ha risolto alcun problema dell’economia reale inglese ma li ha
addirittura aggravati. Pertanto la Sterlina continuera’ a deprezzarsi
contro tutte le altre valute.
La banca svizzera UBS ha
chiaramente affermato che la Sterlina sara’ la prossima valuta (dopo lo
yen giapponese) a soffrire di una “pesante forma di svalutazione”.
All’interno dell’attuale guerra valutaria in corso le due valute piu’ fragili risultano essere la Sterlina (come ricordato sopra) e lo Yen giapponese. Il Premier Giapponese ha ripetuto piu’ volte che la Politica del proprio Governo sara’ quella di svalutare intensamente lo Yen nella speranza di fare ripartire l’export e la crescita interna.
L’attuale debolezza della Sterlina e dello Yen stanno conducendo a un rafforzamento della valuta americana il quale si ripercuote negativamente sulle quotazioni dell’oro (a causa della loro relazione inversa).
All’interno dell’attuale guerra valutaria in corso le due valute piu’ fragili risultano essere la Sterlina (come ricordato sopra) e lo Yen giapponese. Il Premier Giapponese ha ripetuto piu’ volte che la Politica del proprio Governo sara’ quella di svalutare intensamente lo Yen nella speranza di fare ripartire l’export e la crescita interna.
L’attuale debolezza della Sterlina e dello Yen stanno conducendo a un rafforzamento della valuta americana il quale si ripercuote negativamente sulle quotazioni dell’oro (a causa della loro relazione inversa).
Riccardo G. - Deshgold
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