metalli preziosi per proteggersi dal crollo del castello di carte

i metalli preziosi sono il miglior investimento per proteggersi dal crollo del castello di carte

giovedì 28 febbraio 2013

ultima copertina dell'Economist

clicca per ingrandire

Dopo la battuta di Steinbrück ecco anche la copertina dell'Economist"Che entrino i clowns".
Sottotitolo: "Come le disastrose elezioni italiane minacciano l'Euro".
Il Wall Street Journal, invece, scrive che il Movimento 5 Stelle era l’alternativa, quella che Bruxelles e l’Europa non vogliono vedere.

Di certo Beppe e Silvio non minacciano oro e argento.

Carlo Ponzi alias lo zio Sam



Carlo “Charles” Ponzi era un truffatore che potremmo definire il Bernie Madoff della sua epoca. Per due anni, dal 1918 al 1920, vendette un sogno impossibile: un investimento che rende ai sottoscrittori il 50% in 45 giorni. Pagava i vecchi investitori con il denaro dei nuovi investitori. Questo schema è stato imitato sin da allora.
Tutti gli schemi di Ponzi si caratterizzano per cinque elementi:
  1. la promessa di rendimenti di entità statisticamente impossibile;
  2. una descrizione dell’investimento che non ha alcun senso economico;
  3. investitori avidi che pretendono qualcosa in cambio di niente;
  4. una volontaria sospensione dell’incredulità da parte degli investitori;
  5. la furente opposizione degli investitori alla esposizione pubblica a seguito delle indagini.
Stranamente, molti schemi di Ponzi contengono anche un sesto elemento: la riluttanza del truffatore a smettere e scappare finché è ancora in tempo. Bernie Madoff è l’esempio supremo, ma fu Ponzi stesso ad inaugurare la tradizione.
Lo schema, una volta avviato, procede verso la sua fine matematicamente inevitabile. Sin dal giorno in cui è concepito, è destinato a fallire. Eppure anche il truffatore che lo architetta crede di poterlo far funzionare ancora per un anno, o un mese, o un giorno. Il progettista dello schema è intrappolato nella sua stessa retorica. Sviluppa dipendenza dalle sue stesse bugie. Non riesce a prendere i soldi e scappare.

Questo mi conduce ad una serie di conclusioni. Siccome tutti gli schemi di Ponzi sono caratterizzati da obiettivi statisticamente impossibili, avidità diffusa, sospensione dell’incredulità e resistenza alla pubblica esposizione, allora:

Tutto il sistema bancario a riserve frazionarie è uno schema di Ponzi.
Tutte le banche centrali sono schemi di Ponzi.
Tutti i programmi pensionistici statali sono schemi di Ponzi.
Tutta la medicina statale è uno schema di Ponzi.
Tutti gli imperi sono schemi di Ponzi.
Tutta l’economia keynesiana è uno schema di Ponzi.

Però c’è una differenza tra uno schema di Ponzi privato e uno schema di Ponzi statale. Uno schema privato si basa esclusivamente su inganno e avidità. Uno schema di Ponzi statale si basa su inganno, avidità, distintivi e armi.

(...)  non stiamo ponendo un peso sulle spalle dei nostri figli. Sono le nostre stesse spalle che stiamo caricando. Lo stato prende a prestito denaro per pagare i sistemi assistenziali. Quindi, stiamo aumentando il nostro livello di indebitamento.
(...) Non possiamo trasferire alcun obbligo ai nostri figli e nipoti, se i nostri figli e nipoti saranno nella posizione di rifiutare questo trasferimento. Legalmente non c’è nulla che costringa i nostri figli e nipoti a continuare a versare soldi al sistema. 

I nostri figli non saranno onerati da questo debito: saremo noi ad esserlo quando i giovani si sveglieranno abbastanza da staccare la spina. 
Lasceranno di stucco i creditori che hanno acquistato titoli di stato e buoni del Tesoro, cioè le banche che li hanno acquistati, i fondi monetari che li hanno acquistati, i fondi pensione che li hanno acquistati e chiunque altro li abbia acquistati, incluse la banca centrale cinese, la banca centrale giapponese e le altre banche centrali del mondo.
Naturalmente le altre banche centrali faranno lo stesso gioco e anche nelle nazioni estere tutte le altre categorie di votanti saranno contro agli anziani. In tutto il mondo è operativo lo stesso schema di Ponzi e in tutto il mondo fallirà. Non ce n’è uno che sopravvivrà. Insomma, sarà una questione di chi stacca la spina per primo.
Chi per primo lascerà a secco i creditori?


Gary North


mercoledì 27 febbraio 2013

errore o inversione ?

linea arancio=oro, grigia=argento

Ieri mattina, all'apertura dei mercati di New York, tanti si aspettavano la solita bastonata ribassista su oro e argento.
Sarà stato forse un errore degli algoritmi alla base del trading ad alta frequenza eseguito direttamente dai computer, comunque il solito ribasso si è subito trasformato in una violenta impennata dei prezzi (vedi grafico sopra).
Secondo i maligni, non è una coincidenza il fatto che Goldman Sachs aveva pubblicato proprio un giorno prima un rapporto sulla debolezza dell'oro:
articolo da:.businessweek.com

Chi segue i mercati, infatti, si è accorto che negli ultimi anni la "grande" Goldman Sachs tende a dare consigli sbagliati ai suoi clienti, per poi guadagnare mettendosi sul lato opposto dell'operazione.
Alcuni tra gli operatori di borsa più smaliziati, quindi, staranno probabilmente pensando che Goldman Sachs abbia comunicato con urgenza ai suoi clienti di vendere oro semplicemente perché vuole comperarselo lei.

A parte le supposizioni maliziose, è un dato di fatto che negli ultimi giorni l'esposizione dei fondi hedge verso oro e argento è scesa a livelli molto bassi, quindi possiamo supporre che il mercato sia pronto per un'inversione di tendenza.



martedì 26 febbraio 2013

crolla la carta sorride il metallo

Effetto Grillo + Berlusconi


 
Banche italiane sospese per eccesso di ribasso.
In caduta libera anche le banche francesi perché piene di BTP.

Secondo voci di corridoio, il rialzo del 4% della borsa italiana di ieri è stato pilotato dalle mani forti che volevano alleggerire il loro portafoglio in previsione del crollo post-elezioni.
Ci sono riuscite solo in parte, comunque la Consob dovrebbe indagare.

Stamattina la Consob, in contatto con la Borsa italiana, sta valutando la possibilita' di adottare provvedimenti tecnici per diminuire la volatilità dei mercati e scongiurare ulteriori crolli. Il clima a Piazza Affari è molto pesante e i numeri lo riflettono:

in alto le azioni, in basso lo spread






lunedì 25 febbraio 2013

a volte la borsa sbaglia le previsioni

grafico dell'indice di borsa di Milano

Molta gente afferma che il mercato ha sempre ragione e che gli operatori di borsa sono meglio informati di tutti.
Giornate storiche, come quella di oggi con tutto il mondo che sta guardando i risultati delle elezioni italiane, dimostrano l'esatto contrario.
Come ben visibile nel grafico, la borsa italiana pochi minuti dopo la chiusura dei seggi segnava un euforico guadagno del 4%, guadagno che si è totalmente azzerato nel giro di mezz'ora.

Oro e argento sono positivi, quindi per ora siamo certamente più tranquilli di chi ha fiducia cieca nei pezzi di carta ...

.

chiusa una settimana di forti ribassi

Barometro settimanale dell'oro da Deshgold

Per il metallo giallo e per l’argento settimana di forti ribassi. Il mercato ha reagito in modo scomposto all’eventualità di un ridimensionamento del programma di acquisti di assets finanziari da parte della FED (quantitative easing), se non addirittura di un possibile (ma assai improbabile) prossimo rialzo dei tassi d’interesse.
Il quadro tecnico formatosi da due settimane a questa parte, ci suggerisce che le quotazioni dell’oro potrebbero soffrire di un ulteriore ribasso, arrivando a toccare un minimo di $1.510,00. Le quotazioni dell’oro sono rimaste sotto pressioni ribassiste tutta la settimana. Al COMEX di New York molti hedge funds e istituzioni finanziarie hanno liquidato posizioni sul metallo giallo nonostante perdite di profitto consistenti. Le posizioni ribassiste (short) da parte degli Hedge funds hanno raggiunto il record di 47.357 contratti.
Anche questa settimana i massicci flussi di vendita si sono principalmente verificati alla chiusura dei mercati londinesi, contestualmente all’apertura del COMEX. Questo ha riaperto il dibattito sulla manipolazione ribassista dei mercati dei preziosi. La media dei prezzi giornalieri, infatti, tende al rialzo all’apertura dei mercati asiatici (Tokio, Shangai, Hong Kong) poi “inspiegabilmente” tende a ripiegare all’apertura dei mercati londinesi, per poi franare alla contemporanea chiusura del fix di Londra e apertura del Comex di New York. Risulta evidente la manipolazione ribassista che  concentra tutte le proprie forze all’ora di apertura dei mercati di New York.

Sebbene negli ultimi due mesi gli investitori abbiano indirizzato i flussi di portafogli sulle borse mondiali, l’enorme mole di liquidita’ riversata dalle Banche Centrali sui mercati ci suggeriscono molta cautela sia nell’investimento azionario che sull’immobiliare. La ripresa economica per ora e’ solo teorizzata e vi e’ il pericolo reale di formazione di bolle speculative, soprattutto sulle Borse e sul Real Estate.
Adam Sarhan di Sarhan Capital, ha affermato che “gli investitori sono meno preoccupati per le tensioni inflazionistiche; e’ la deflazione che fa paura e questo e’ un segnale negativo per l’oro”. Pertanto, piu’ che di ripresa economica il metallo giallo soffre sia per le pressioni deflazionistiche che per un rinnovato interesse globale sul dollaro americano.
Se esaminiamo l’indice delle materie prime CCI (Commodities Continuous Index – grafico sotto), esso indica un forte rallentamento nei prezzi di tutte le principali materie prime.


Ulteriori notizie negative per il metallo giallo sono giunte tramite alcuni rumors di mercato inerenti un decremento nell’esposizione nel maggiore ETF mondiale () da parte di Allianz PIMCO, George Soros, Louis Moore Bacon e Julian Robertson.
John Paulson, di Paulson & Co. ha invece ribadito che il metallo giallo deve essere considerato alla stregua di una valuta globale. Le parole di Paulson non hanno fatto eco tra gli investitori che hanno preferito ridurre l’esposizione in oro nei propri portafogli.
A livello di analisi tecnica, come piu’ volte abbiamo sottolineato in questa rubrica, il metallo giallo si sta muovendo entro una fase di consolidamento laterale che dura da 16 mesi. Detta fase laterale ha molte analogie con la precedente, avvenuta nel 2006-2007. In quel periodo, dopo una fase di rialzo, l’oro consolido’ le sue posizioni per 18 mesi.
Vi sono ottime possibilita’ che detta fase si ripeta.
In questo caso la fase di consolidamento dovrebbe concludersi entro la fine di aprile. Successivamente potremmo vedere l’oro in una nuova fase di rialzo, con primo target di medio termine posto a 2050 – 2060 dollari/oncia.
(...)
Tornando al tema dei ribassi di questa settimana: gli investitori di lungo termine partecipanti al mercato dell’oro non devono focalizzarsi sui movimenti giornalieri del metallo prezioso. Essi non hanno alcun significato.
Se il fine delle manipolazioni ribassiste è quello di tentare di sottrarre il biglietto verde al suo destino, nessuna manipolazione sull’oro potra’ salvare la valuta di riserva mondiale. Il dollaro è seduto su un debito pubblico totale (comprensivo dei debiti delle Agenzie governative) di oltre 58.000 miliardi di dollari.
Il dollaro americano è seduto su passività finanziarie future (unfunded liabilities – ovvero spese future per servizio medico – medicare – pensioni del settore militare e civile – military and civil servant pensions) pari a 114.000 miliardi di dollari.
Il dollaro americano è seduto su titoli derivati tossici, detenuti dalle prime cinque banche statunitensi, pari a un totale di 627.364 miliardi di dollari.
Come dicevamo, sul lungo termine nessuna manipolazione ribassista potrà mettere in salvo dalla svalutazione necessaria della valuta americana. La fine del ruolo storico di valuta di riserva mondiale del dollaro è destino ineluttabile. 

Sterlina a rischio di svalutazione “su larga scala”

Sull’Indipendent è apparso un articolo con il quale alcuni esperti analisti mettono in guarda gli investitori su una possibile svalutazione della Sterlina Britannica “su larga scala”.
In un basket internazionale di valute la Sterlina risulta avere subito la peggiore performance (dopo lo yen) contro tutte le altre monete. Con il declino del valore della Sterlina, il cittadino e consumatore britannico ha visto crescere nel 2012 il costo del greggio da importazione e relativi prodotti petroliferi, nonche’ i costi dei prodotti alimentari e quelli assicurativi.
La Bank of England, con le sue politiche ultra-espansive, non solo non ha risolto alcun problema dell’economia reale inglese ma li ha addirittura aggravati. Pertanto la Sterlina continuera’ a deprezzarsi contro tutte le altre valute.

La banca svizzera UBS ha chiaramente affermato che la Sterlina sara’ la prossima valuta (dopo lo yen giapponese) a soffrire di una “pesante forma di svalutazione”.
All’interno dell’attuale guerra valutaria in corso le due valute piu’ fragili risultano essere la Sterlina (come ricordato sopra) e lo Yen giapponese. Il Premier Giapponese ha ripetuto piu’ volte che la Politica del proprio Governo sara’ quella di svalutare intensamente lo Yen nella speranza di fare ripartire l’export e la crescita interna.
L’attuale debolezza della Sterlina e dello Yen stanno conducendo a un rafforzamento della valuta americana il quale si ripercuote negativamente sulle quotazioni dell’oro (a causa della loro relazione inversa).
Riccardo G. - Deshgold


venerdì 22 febbraio 2013

se le banche centrali non regalano soldi


Se le banche centrali non regalano soldi, le crollano

La sta pensando di cambiare strategia, smettendo o almeno diminuendo le “iniezioni di liquidità” che fin qui hanno tenuto su i anche se l’economia reale resta ferma.
La notizia è una bomba, per i mercati finanziari: la Federal Reserve è divisa al suo interno, e non è affatto detto che nella prossima riunione del Fomc (il comitato che decide sulle operazioni) accetti di continuare a “scaricare denaro dal cielo” come fin qui fatto con ben tre operazioni di “” (prestiti a tasso zero, acquisto di titoli “tossici” come se fossero buoni, acquisto dei titoli di stato del Tesoro Usa, ecc).
La terza operazione è ancor ain corso e si concretizza con acquisti per circa 85 miliardi di dollari al mese.

Contemporaneamente, la Fed mantiene da tempo ormai immemorabile (oltre due anni) i tassi di interesse base praticamente a zero (una forchetta tra zero e 0,25; di fatto regala soldi alle banche che chiedono prestiti, visto che possono “prendere” a costo zero e investire a tassi più alti, o comunque – causa inflazione – restituire a scadenza una cifra che comunque “pesa” meno di quanto era al momento del prestito.

L’altra notizia è che, dopo la Francia, anche la Spagna sta iniziando una politica di “svalutazione competitiva” anche in regime di moneta unica (in cui un singolo paese non può più decidere in proprio quanta moneta stampare), visto che sono vietati anche i finanziamenti diretti alle imprese o all’economia, il governo Rajoy azzera i contributi e l’Iva per chi assume disoccupati. Una “rinuncia” alle entrate fiscali che al momento non rientra nella categoria di “aiuti di stato” che farebbe scattare le sanzioni della Ue.

La notizia Usa è che i guasti di un lungo periodo di denaro facile potrebbe a breve diventare superiori ai benefici (hanno tenuto in vita i mercati finanziari, ma l’eccesso di liquidità può trasformarsi alla lunga in uno tsunami inflazionistico senza molti precedenti recenti).

Ed è una conseguenza dell’apertura, anche da parte del Giappone, di una offensiva al tempo stesso protezionistica e inflazionistica, per indebolire lo yen e favorire le proprie esportazioni.
Ma anche la mossa spagnola va letta nel quadro della “guerra delle monete” e della guerra commerciale. Inqeusto caso anche dentro l’Unione europea.

La Fed è divisa e potrebbe frenare sull’allentamento monetario. La Banca d’Inghilterra prosegue con l’iniezione di liquidità  di Vittorio da Rold
Contrordine a Washington sul QE3. All’interno della Federal Reserve di Ben Bernanke ci sono forti divisioni sulla strategia da tenere e sull’efficacia di una politica monetaria troppo accomodante, motivo per cui durante la riunione del prossimo 19 e 20 marzo si discuterà di un possibile cambio di strategia fin qui tenuta dalla più potente banca centrale del pianeta. È quanto si legge nei verbali del Fomc, il comitato di politica monetaria della Federal Reserve, relativi alla riunione dello scorso 29 e 30 gennaio.
Nonostante alcuni segnali incoraggianti arrivati dal fronte economico, per esempio sul versante immobiliare e d sul mercato dell’automobile, la Fed ha deciso di proseguire con l’acquisto di 85 miliardi di dollari di titoli di stato e bond garantiti da mutui al mese.

I programmi sono pensati per sostenere investimenti e assunzioni e rilanciare la crescita tenendo i tassi di lungo periodo bassi. I verbali del Fomc mostrano tuttavia che secondo alcuni membri del Fomc, tra cui il rappresentante della Fed di Kansas City, Esther George, una politica monetaria troppo accomodante potrebbe incoraggiare un’eccessiva assunzione di rischio in alcune aree del mercato del credito.

Anche se i programmi di stimolo hanno avuto successo, "molti hanno espresso preoccupazione sulle possibili conseguenze avverse sulla stabilità finanziaria", riportano le minute.


articolo completo su: finanzanostop

 

giovedì 21 febbraio 2013

segnale di acquisto sull'oro

clicca per ingrandire

Ma dai, questo è un segnale di acquisto sull'Oro, come lo sono state tutte le correzioni violente negli ultimi dieci anni.
L'errore che si fa sempre con l'Oro e l'Argento è non avere la grande pazienza di aspettare fino a quando non li buttano giù. Non bisogna mai comprarli quando salgono, ma neanche quando stanno in una fascia di oscillazione, bisogna comprarli solo quando c'è la sciacquata. E' stato così per dieci danni dal 2003 ad oggi, da 300 dollari l'oncia fino a 1900 dollari e anche ora che è fa 1.576 dollari l'oncia.

Dal 2003 ad oggi non ho mai indicato di vendere Oro quando arrivavano queste sciacquate, sempre di aggiungere se avevi una posizione o di comprare sulla sciacquata. Purtroppo è difficile avere la pazienza di aspettare perchè le sciacquate arrivano di colpo e in una settimana lo tirano giù del -10%.

Ma non significano niente. E sai perchè ? Perchè il Giappone, la Cina, l'Inghilterra, la Svizzera e anche gli Stati Uniti e presto di nuovo la BCE stanno creando moneta. (vedi: "La Bce ha acquistato 103 miliardi di bond italiani")

E' vero che se la FED alzasse veramente i tassi di interesse a un mese che ora sono allo 0% su fino al 2% l'Oro crollerebbe, ma la FED non lo farà. (Il Sequential Settimanale scatta la settimana prossima).

Guarda il grafico Oro/Euro, Oro/Yen, Oro/Sterlina, Oro/Franco e non solo Oro/Dollaro. L'Oro in Euro è la terza o quarta volta che testa 1.200 euro per un oncia d'oro e lo reggerà. Don't Worry.

G.Z.

fonte: cobraf.com

stanno scrollando l'albero

clicca per ingrandire

Secondo il guru Martin Armstrong, le mani forti nel mercato dell'oro stanno "scrollando l'albero" per far abbandonare le posizioni ai rialzisti meno convinti.

Ecco il suo ultimo articolo di stamattina:

Il supporto chiave a livello settimanale dei prezzi dell'oro si trova a 1579,50 dollari/oncia. Una chiusura settimanale al di sotto di quel livello sarà seguita da un ulteriore calo con un test del supporto che si trova tra 1410 e 1460 dollari/oncia. Questo è il fondo del canale dove oro dovrebbe fare un minimo importante. Secondo la mia teoria dei cicli, si prevede un grosso rialzo dei prezzi nel 2015. 
Negli ultimi mesi c'è stato tanto entusiasmo per l'oro,  ma in termini "reali" al netto dell'inflazione, l'oro deve ancora superare il massimo raggiunto nel 1980 mentre l'indice Dow Jones l'ha già superato. Alla fine l'oro ci riuscirà senza problemi a superare quel massimo precedente, è solo una questione di tempo. I nostri modelli computerizzati sono molto bravi nell'elaborare queste previsioni cicliche.

La regola d'oro sui fondamentali dell'economia è che la borsa li interpretati in base alla tendenza del momento. Quando tutti i prezzi tendono al ribasso, una buona notizia viene interpretata come "non abbastanza buona", invece quando il trend è rialzista, le brutte notizie vengono sempre ignorate. 


Non è la notizia che conta, è sempre, e senza eccezioni, il "sentiment". 

La seconda regola d'oro è che la maggioranza degli investitori DEVE sempre trovarsi dalla parte sbagliata. Questo è il meccanismo reale che guida le tendenze del mercato.  
Quando la maggior parte degli investitori rimangono imprigionati sul lato sbagliato,  ecco subentrare il panico  perché loro cercano di cambiare direzione e ci sono pochi investitori sul lato opposto disposti ad assorbire le loro proposte di vendita o di acquisto. 
Un'ottimo esempio è quanto avvenuto con la Borsa giapponese. Tutti gli investitori erano posizionati al rialzo sull'indice Nikkei. I prezzi delle azioni non potevano continuare a crescere per 23 anni perché gli investitori meno convinti erano sempre lì a prendere profitto ogni volta che c'era un picco al rialzo. 
I cosidetti "Crash Flash", o crolli repentini, avvengono quando tutti coloro che sono al rialzo cercano di vendere e non ci sono offerte di acquisto. I crolli non sono quindi dovuti a di chi specula al ribasso.

Di conseguenza, una fase come questa nella quale si "scuote l'albero" per far cadere gli investitori meno convinti è salutare per un mercato perché si rinnovano le basi per le future capacità di acquisto e si eliminano le posizioni di coloro che sono intenzionati a prendere profitto non appena ci sono rialzi rapidi. La Conferenza sulla crisi del debito sovrano che terrò a Philadelphia il 16 marzo sarà molto importante per la persona media che vuole comprendere la natura della bestia che ci troviamo di fronte.  


Come il presidente americano Hoover scrisse: 

"Durante questa nuova fase della depressione l'oro dei rifugiati e delle riserve dei governi esteri sono stati costantemente guidati dalla paura qua e là nel mondo. Abbiamo assistito allo spettacolo di valute demoralizzate e di governi imbarazzati mentre la paura spingeva l'oro da un paese all'altro. Infatti c'era una massa di oro e di credito a breve termine che si comportava come una mina vagante nel mondo in un'era tempestosa."


fonte: armstrongeconomics.com

Roma brucia ?


Da quello che leggi in giro negli ultimi due giorni su Reuters, Wall Street journal, Financial Times il mercato si prepara ad attaccare l'Italia.

I titoli sono del tipo: "Roma brucerà qualunque sia il voto..". Il Wall Street Journal vede un Senato senza maggioranza e questo è sufficiente per un attacco ai BTP e titoli italiani.

Qui si sarebbe negativi su BTP, Euro e azioni italiane già da un tot, ma parlando ora specificamente dell'elezione italiana, che è per una volta assai importante per i mercati, il feeling è che ci sarà qualche crac. Nessuno può indovinare con certezza se Monti e Bersani avranno la maggioranza sia al Senato che alla Camera. Se questo si verificasse il mercato rimbalza di sicuro, specie Btp e titoli bancari.

Ma dovendo scommettere ora, l'opinione informata sui mercati sembra stia scommettendo contro questo esito "positivo" (positivo per i mercati). Il mercato si attende del caos in Italia.

G. Z.

fonte: cobraf.com 

N.B.  Stamattina la Borsa di Milano sta azzerando i guadagni  di quest'anno.


mercoledì 20 febbraio 2013

arrendetevi ?


"ARRENDETEVI ! SIETE CIRCONDATI DAL POPOLO ITALIANO. USCITE CON LE MANI ALZATE...". OVVERO: "ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE"

L'entusiasmo intorno a Beppe Grillo cresce ogni giorno, guardando dei video da Milano e Monza bisogna dire che Casaleggio e Grillo sono dei geni della comunicazione. Sono stati capaci di toccare i tasti emotivi giusti, hanno creato aspettative e speranze parlando di cose più belle e più giuste e allo stesso tempo unificato e dato energia al movimento sparando su un nemico comune di tutti gli italiani (la classe politica.."Arrendetevi! Siete circondati dal popolo italiano. Uscite con le mani alzate...) (1). E' un messaggio geniale, che funziona perchè taglia attraverso le solite sinistra e destra, coalizza tutti contro un odiato nemico comune, ma parla anche di un futuro in cui c'è del latte e miele (...votate per voi stessi...)

Elemento cruciale di questo messaggio è evitare qualunque presa di posizione precisa sui problemi economici, il principale dei quali è che l'Italia si è impegnata con tutti in Europa e con i "mercati" ad AVANZI DI BILANCIO DEL 5% DEL PIL (prima degli interessi). In italiano questo significa che lo stato spende 700 miliardi e ne incassa di tasse 780 miliardi ogni anno per cui sottrae 80 miliardi al settore privato (salvo restituirne circa 35 miliardi tramite gli interessi alle famiglie italiane detentrici di BTP, quelle che hanno più soldi). L'Italia si è impegnata a incassare, come stato, 780 miliardi di tasse e spenderne (prima degli interessi) 700 miliardi per gli anni a venire....

Dire "L'ITALIA SI E' IMPEGNATA" significa che gli altri governi europei hanno dei trattati firmati e il fatto stesso di appartenere all'Europa per imporlo a noi. E significa che "i Mercati" (finanziari) sono in agguato, pronti a vendere 100 o 200 miliardi di BTP facendoli crollare da 100 a 70 se l'Italia "viene meno agli impegni". E questo salasso permanente di circa (80-35=) 45 miliardi l'anno si somma ad una contrazione del credito che al momento è di circa 50 miliardi (2) l'anno per le imprese e di circa 30 miliardi l'anno per le famiglie (mutui). Totale: 45+50+40= ... circa 130 miliardi l'anno che mancano al settore privato.

Grillo urla dal palco che cacciando via i partiti e con i referendum propositivi senza quorum in cui tutti noi decidiamo risolveremo questi problemi. Essendo "fuori" da tutto non ha un programma che viene esaminato come ad esempio i report economici che si accumulano ora sull'Italia esaminano i programmi dei partiti (PDL-Lega, Monti-UDC, PD-Sel o Giannino). E li trovano campati per aria come numeri ("Tagli alle tasse, dai partiti un miraggio da 180 miliardi") (3), pieni di promesse elettorali che contrastano con "gli impresi presi dall'Italia" in Europa.

(...)

Giovanni Zibordi

fonte: Cobraf.com



Hyper Report del 20 febbraio


martedì 19 febbraio 2013

rapporto GEAB n 72


Rapporto sulla crisi sistemica globale 

Secondo semestre 2013:  la realtà o l'anticipazione del crollo del dollaro obbligano il mondo a riorganizzarsi su nuove basi

Così come la crisi dell'Euro ha spinto l'Europa a modernizzare la sua politica di gestione economica e finanziaria per potersi adattare alle sfide del XXI secolo, la terribile crisi del dollaro obbligherà il pianeta a trasformare l'intera struttura amministrativa mondiale, a cominciare dal sistema monetario internazionale, se si vorrà riuscire a calmare la tempesta che si appresta a scoppiare fra le valute.
Secondo le nostre anticipazioni questa riorganizzazione, che comincerà a concretizzarsi solo a partire dal G20 di settembre, rischia di dover invece avvenire molto prima; la nostra equipe prevede infatti i primi grandi sconvolgimenti della moneta statunitense già a partire dal marzo-giugno 2013.

Una frase di Antonio Gramsci descrive magnificamente il lungo e pericoloso periodo di transizione che stiamo vivendo attualmente: "Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri".
Questo periodo, alla fine, sta terminando, ma i mostri si agitano ancora.
Non è una sorpresa affermare che uno dei principali fattori che accelereranno il declino dell’influenza statunitense sul resto del mondo, è legato al petrolio. Stiamo infatti assistendo agli ultimi giorni dei petrodollari, elemento chiave della dominazione USA.

In questa comunicazione pubblica del rapporto GEAB n. 72, la nostra squardra ha scelto di presentare una serie di indici convergenti sulla crisi che la vedranno al suo massimo stato di allerta in quanto "crisi sistemica globale" per il periodo marzo-giugno 2013.

Una raffica di segni inerenti alla crisi, ovvero perché consideriamo lo stato di allerta riferito al periodo marzo-giugno 2013.
Dall’ultimo mese a oggi, la linea di convergenza dei principali indici di tendenza che annuncia l’approssimarsi di una catastrofe per il periodo marzo-giugno 2013 si è ulteriormente rinforzata.
Innanzitutto la “guerra delle valute", che sta assumendo una dimensione politica ed inizia a minare la fiducia reciproca dei paesi. Qui di seguito svilupperemo la nostra analisi al proposito.
Ma non vanno sottovalutati neppure i numerosi indici interni che dovrebbero far suonare a martello le campane di allarme al riguardo degli Stati Uniti.

Con la decisione di effettuare in tempi diversi la discussione sui tagli al budget / aumento delle tasse e quella relativa al tetto del debito, gli americani hanno raddoppiato lo scossone in arrivo: ce n’era uno solo a fine febbraio / inizio marzo, ora se ne è aggiunto un altro a maggio.
Questa separazione rivela in modo chiaro la strategia dei repubblicani. Sicuramente eserciteranno una forte opposizione all’innalzamento del tetto del debito con lo scopo di diminuire ulteriormente la spesa, ma alla fine si sentiranno obbligati a votare comunque per un aumento del tetto per non correre il rischio di essere ritenuti responsabili per il disastro che potrebbe seguire ad un default.

In ogni caso, con questi tagli di bilancio ai primi di marzo, e dopo una "sorprendente" e in gran parte ignorata caduta del PIL statunitense nel quarto trimestre del 2012.

Il probabile annuncio per la fine di aprile di una nuova caduta degli Stati Uniti nella recessione (due trimestri consecutivi di calo del PIL) farà sicuramente la sua brava impressione sull'economia mondiale.
Fortunatamente è stata approntata una "diga" per evitare queste onde: per esempio, ad Egan Jones, un'agenzia di rating del credito meno nota delle sue tre sorelle maggiori (quella, per intenderci, che ha già declassato gli Stati Uniti ad AA- per tre volte), è stato proibito di valutare il rating del paese per 18 mesi, che bella coincidenza!
Inoltre è in corso un’azione legale nei confronti di una fra le tre principali agenzie di rating del credito, S&P, l'unica delle tre che abbia avuto il coraggio di effettuare il downgrade degli Stati Uniti: una seconda felice coincidenza!
Così gli altri sono avvisati: devono solo stare attenti a come muovono i loro passi.

Questa "diga", sebbene inutile, rivela peraltro che il il livello di paura è ai suoi massimi per quanto riguarda il 2013, e questo è solo un ulteriore segno dell’imminenza di un grosso scossone.
E' anche in questa prospettiva che va considerata la decisione presa il primo gennaio 2013, ovvero quella sulla garanzia di credito illimitata assicurata dalla FDIC (Federal Deposit Insurance Corporation): essendo la garanzia ora estesa solo fino a 250mila dollari, non sarebbero più garantiti i 1.400 miliardi di dollari, cosa che, in caso di problemi, potrebbe convenientemente evitare il fallimento della FDIC ...
Pare inoltre che gli addetti ai lavori della finanza mondiale si stanno preparando: enormi puntate a breve sono state collocate con le opzioni per scadenze fino alla fine di aprile; due banche svizzere stanno cambiando il loro status in modo che i loro partner non siano più personalmente responsabili per le perdite della banca; Eric Schmidt ha venduto 2,5 miliardi di dollari di azioni di Google; ecc.

Ma non sono solo i mercati che si stanno preparando al peggio.


Il governo stesso degli Stati Uniti pare si aspetti lo scoppio di disordini e grandi violenze: tanto è vero che prima di tutto ha armato il suo dipartimento di sicurezza interna (Department of Homeland Security) con 7mila fucili d'assalto e decine di milioni di cartucce; quindi Obama, con grande disappunto di una parte dell'opinione pubblica degli Stati Uniti, ha firmato una legge che permette la pura e semplice “esecuzione” di coloro che possano rappresentare una "minaccia imminente": una definizione inquietante anche perché vaga ...

Fallimenti bancari: verso una «islandizzazione» della gestione della crisi bancaria
Di fronte a questo possibile shock, il nostro team ritiene che la maggior parte dei paesi, compresi gli USA, potrebbero prendere in considerazione di applicare alla gestione della crisi uno "stile islandese", ovvero: rinunciare al salvataggio delle banche per farle collassare.
Ne abbiamo già avuto un anticipo con la liquidazione della banca irlandese IBRC, cosa che ha messo in testa alla gente molte idee: "come l'Irlanda ha liquidato i suoi albatros bancari in una sola notte".

Questa possibilità appare sempre più essere la soluzione in caso di una ricaduta delle banche, e questo per i seguenti motivi: - in primo luogo, a giudicare dalla ripresa islandese, sembra molto più efficace dei piani di salvataggio posti in essere nel 2008-2009; - in secondo luogo, in tutta verità, i paesi non hanno abbastanza risorse per finanziare nuovi salvataggi; - infine, non si può negare che potrebbe essere davvero una grande tentazioni per i leader politici: liberarsi in un modo popolare di una parte dei debiti e dei "titoli tossici" che ingombrano la loro economia.

Queste banche "troppo grandi per fallire" si sono infatti rimpinzate di debito occidentale pubblico e privato dal quale hanno ottenuto tutti i loro profitti e tutto il loro potere.
Nei GEAB passati la nostra equipe aveva già stabilito una possibile similitudine fra una banca come la Goldman Sachs (per esempio) e i Cavalieri Templari: un ordine militare medievale che, speculando sulle spalle delle nazioni di allora, era cresciuto diventando incredibilmente ricco, e aveva stimolato in re Filippo il Bello di Francia la tentazione di deciderne la fine e sequestarne l'oro per rimpinguare le casse dello Stato. Cosa che effettivamente avvenne il 13 ottobre 1307.

E' possibile quindi individuare alcune delle tendenze attualmente in corso: gli sforzi che alcuni Stati stanno compiendo per spingere le banche a separare i fondi per gli investimenti dai depositi bancari sarebbe infatti il tentativo di garantire che eventuali difficoltà nei primi non abbiamo troppo impatto sui secondi.
Lungo la stessa linea di ragionamento, tutte le cause in cui sono attualmente coinvolte alcune grandi banche (per esempio Barclays), possono anche essere viste come un mezzo per recuperare da loro il denaro per poi iniettarlo nuovamente nelle casse degli stati o nell'economia reale...

I responsabili politici dei principali paesi, probabilmente, non se la sentiranno di prendere la decisione di far "saltare in aria" una banca; se una certa indulgenza potrebbe essere mostrata nei riguardi di coloro che sono "troppo grandi per fallire", come per esempio la Bank of America che attualmente pare essere in difficoltà, certo è che le responsabilità per gli errori compiuti verranno in un prossimo futuro fatte scontare senza riserve.
Ma qualunque siano le misure che verranno adottate in questo periodo, come già vi avevamo anticipato nel rapporto GEAB n 62, questo nuovo scossone accelererà il declino dell’influenza degli Stati Uniti e, in particolare, minerà alla base la loro ultima arma: il dollaro.



fonte: www.leap2020.eu




lunedì 18 febbraio 2013

banche colabrodo

Banche Eurozona: chi salverà ciò che non può essere salvato?

La crisi è presente tra di noi. E credo che ognuno di noi sia ben cosciente del fatto che, quantomeno nella nostra Italia, di passi avanti se ne sono fatti veramente pochi. Anzi, parliamo di un progresso a “gambero”.
Ma per fortuna si parla di ripresa per il prossimo semestre…
Ovviamente la crescita non ci sarà e si cerca di alimentare ottimismo in uno scenario che non ha nessun motivo per esserlo.
Prossimamente leggerete un report maestoso dell’amico Gaolin che emtterà a nudo il grande disastro dell’Euro, dalla sua creazione ai giorni nostri.
Ma non ci si deve fermare solo all’Euro. I problemi sono tantissimi.
Per esempio, come ho già ricordato la settimana scorsa, come stanno le banche?
Un recente studio di Ernst & Young ha rivelato che le banche dell’Eurozona complessivamente detengono ormai 918.000.000.000 € (1,23 $ trn.) dei crediti in sofferenza (7,6% del totale dei prestiti in essere). E & Y calcola che circa il 15,5% di tutti i prestiti in Spagna e il 10,2% di tutti i prestiti in Italia siano fortemente a rischio insolvenza.

Ecco quindi il motivo per cui i tedeschi stanno remando contro alla possibilità di poter intervenire in modo illimitato, tramite l’ESM, al salvataggio delle banche, proprio perché le banche in Eurozona sono un colabrodo!

Ed i soldi potrebbero non bastare (senza poi dimenticare di perdere anche il rating AAA).
E chi salverà le banche quindi? I governi nazionali? A dire il vero non è assolutamente così semplice visto che che i contribuenti delle singole nazioni sono già stato piumati per benino per risanare in modo assolutamente relativo il sistema bancario, che nel frattempo continua ad essere in forte difficoltà.

I motivi sono sempre i soliti. Si è lasciata la massima autonomia al sistema bancario il quale è cresciuto a dismisura, ben oltre ogni logica, utilizzando leva finanziaria e derivati. E infatti oggi, la situazione è letteralmente insostenibile.
Guardate questo grafico. Come si può vedere, le sette nazioni elencate qui sotto, hanno asset bancari in rapporto al PIL che vanno dal 90% ad un incredibile 400% :

La media? 250% del PIL. E l’Italia, per fortuna, è uno dei fanalini di coda.
QUESTO è il classico “too big to fail”. Ma in questo caso…chi salverà il sistema finanziario?
A porsi queste domande NON è solo questo blogger che ormai avrete imparato a conoscere (e spero ad apprezzare un pochetto…) ma anche il FMI. Gia, proprio il Fondo Monetario Internazionale. Infatti  sulle pagine del FT, il FMI invita l’Eurozona a non demordere e continuare in modo rapido il processo di UNIONE BANCARIA. Il  motivo? Beh, non credo sia molto difficile capirlo… Il timore è proprio quello prima descritto: un eccessivo impatto sui contribuenti di una necessaria operazione di risanamento del settore bancario europeo. Solo che poi, proprio in questo momento, ci sono importanti scadenze elettorari. E non solo in Italia. Pensate all’importanza strategica delle elezioni tedesche.
Intanto, cari lettori, un piccolo consiglio. Riprendetevi questo post sulle obbligazioni SUBORDINATE, meditate ed abbattete i rischi del Vs portafoglio.
D.T.





propaganda schiacciante pro-euro


Ogni tanto bisogna correggere il tiro e fare ammenda e sull'uscita dall'Euro (grafico) l'evidenza è che, contrariamente a quello che si scriveva un anno fa, non c'è segno che i politici e soprattutto l'opinione pubblica vogliano tornare alle lire, peseta, escudo o dracma

Il Wall Street Journal ha commissionato un grosso sondaggio in tutti i paesi europei in crisi e i risultati sono maggioranze bulgare per rimanere nell'Euro. In Italia, Spagna, Grecia e Portogallo alla domanda "se sia meglio continuare con l'euro o tornare alla lira (escudo, peseta, dracma) ?" solo il 20-21% risponde di uscire dall'Euro!


clicca per ingrandire


In aggiunta, come tutti sanno, i politici sono quasi ovunque compatti per l'Euro. Persino in Grecia, nonostante siano al punto che autorizzano la vendita di cibo scaduto a sconto nei supermercati, sono per l'Euro e il partito principale di opposizione, Siryza (di sinistra) parla di cambiare tutto in Europa, ma alla fine dice che una valuta comune è necessaria. Solo i fascisti di Alba Dorata in Grecia sono per l'uscita. Questo riflette il fatto che solo il 21% dei greci vuole tornare alla Dracma. In Italia solo Berlusconi ha fatto qualche accenno al fatto che : "...se si continua così si dovrà uscire dall'euro..." e Grillo chiede un referendum, che però in questo momento sarebbe un trionfo per l'Euro. Nell'eurozona solo il Fronte Nazionale di Marine Le Pen è dichiaratamente per uscire dall'euro. Questo non riflette che nel mondo o in Europa si sia diventati più "pro-euro", in Svezia ad esempio c'è un crollo del supporto all'euro, che è ora sprofondato sotto il 10% (e negli altri paesi che non sono entrati nell'euro, Inghilterra, Norvegia... i sondaggi recenti sono nettamente contro l'Euro). Cosa succede ?

Probabilmente in Italia ad esempio ha contato molto il fatto che i BTP, che erano crollati di 30 punti un anno fa, siano tornati in pratica alla parità grazie a Draghi. Se ci fosse un altro crollo dei titoli di stato l'opinione pubblica potrebbe spostarsi, (ma anche prima non ho mai visto un sondaggio in cui il ritorno alla lira superasse il 40%). Paradossalmente più si approfondisce la crisi economica più c'è in Italia un riflesso di timore per non cambiare ed evitare di rischiare con la lira. (Siamo una popolazione anziana!... non bisogna farsi ingannare dai giovani che affollano i comizi di Grillo...)

Questi numeri di sondaggi sono così netti e schiaccianti in tutti i paesi in crisi europei che bisogna prendere atto che a torto o ragione (a torto per la verità) si rimarrà ancora nell'Euro a soffocare. Fino a quando ? Fino a quando la depressione economica non riduca alla disperazione o alla rabbia un numero sufficiente di persone....

Come discusso qui tante volte non solo l'Euro era errato come progetto all'inizio, ma non c'è una ragione economica per rimanerci ora. Qui si è d'accordo, ad esempio, con Claudio Borghi e Alberto Bagnai sulle ragioni per uscirne ora.
Ma bisogna prendere atto della realtà: la propaganda pro-euro è ancora schiacciante (basta vedere il PD e la sinistra italiana che in pratica sono uno schieramento pro-euro in economia), le manovre di Draghi e della BCE hanno funzionato nel sostenere i BTP e le banche e la crisi rende la gente più timorosa e avversa ai rischi.

Al contrario nei paesi che non sono entrati nell'euro e in cui le cose vanno relativamente bene, come la Svezia ad esempio, gli ultimi sondaggi mostrano schiaccianti maggioranze CONTRO L'EURO, l'ultimo sondaggio vede l'82% degli svedesi contrari ora all'euro, mentre nel 2009 ad esempio i pro-euro erano al 44%.

Evidentemente l'Euro è una trappola, in cui chi è fuori non vuole entrare, ma chi è dentro non può uscire.

G.Z.

fonte: cobraf.com

venerdì 15 febbraio 2013

traffico di valige piene d'oro


Sanzioni molto più rigide imposte dagli Stati Uniti stanno rovinando il traffico di oro in cambio di gas che avveniva tra la Turchia e l'Iran.

La Turchia è il più grande cliente di gas naturale iraniano e negli ultimi mesi l'Iran si faceva pagare in lire turche perché le sanzioni gli impedivano di effettuare operazioni bancarie in dollari o in euro.

Gli iraniani aggiravano le sanzioni utilizzando quelle lire, detenute in conti della Halkbank, per comprare oro in Turchia. Poi tramite corrieri trasportano, quei lingotti d'oro dal valore di milioni di dollari venivano trasportati come bagaglio a mano su aerei di linea diretti in Dubai.  Una volta giunti nell'emirato, fiorente centro commerciale internazionale, l'oro degli iraniani veniva rivenduto in cambio di valuta pregiata oppure proseguiva il viaggio verso l'Iran.

Halkbank si occupava anche dei pagamenti dell'India per il petrolio iraniano. 

Una disposizione di sanzioni degli Stati Uniti, diventata legge la scorsa estate e attuata a partire dal 6 febbraio rafforza in modo efficace il controllo sulle vendite di metalli preziosi. Gli scambi di lingotti d'oro turchi all'Iran via Dubai si stanno si stavano già prosciugando nelle scorse settimane perché banche e commercianti si rifiutano di acquistare il metallo prezioso per evitare rischi sanzioni associate al commercio.
Il totale esportazioni turche in metallo prezioso è sceso a 10,5 tonnellate nel mese di dicembre da 15,2 tonnellate nel mese di novembre.


stangata delle 8 di mattina

Anche stamattina, alle ore 8 di New York, stangata dell' 1% al ribasso contro oro e argento:

clicca per ingrandire


L'oro torna sull'importante supporto di 1600 dollari/oncia, il livello che aveva raggiunto nell'agosto 2012.



ancora bastonate sull'argento

clicca per ingrandire

Ieri pomeriggio, ancora una volta, all'apertura delle borse USA, la speculazione agisce prontamente.
Come ben visibile nel grafico sopra, le quotazioni del future sul paniere di titoli SP500 si impennano e contemporaneamente arriva la bastonata sulle quotazioni dell'argento (linea grigia)
90 milioni once d'argento (di carta) messe in venduta sul mercato in poche ore, che corrispondono circa al 12% della produzione mondiale di un anno.
Se questa non è pura speculazione ...

Secondo alcuni analisti del settore, i cinesi stanno continuando ad accumulare oro e argento fisici; riescono a fare acquisti a prezzi bassi perché hanno imparato anche loro come è facile buttar giù il prezzo di mercato vendendo lingotti virtuali.




giovedì 14 febbraio 2013

mai visto niente di simile in tempo di pace


Il governatore della Banca d'Inghilterra è Mervyn King. Sta per essere sostituito dall'attuale governatore della Banca del Canada, Mark Carney.

Questa sostituzione non ha precedenti. Un uomo che non è un cittadino britannico finirà per gestire l'istituzione economica più importante del Regno Unito. Ancora più sorprendente, a Carney mancano ancora due anni per terminare il suo mandato in Canada. E' un pezzo grosso molto importante. E' membro del Consiglio di Amministrazione della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI). E' membro del Consiglio della Fondazione del World Economic Forum, che si riunisce questa settimana a Davos, in Svizzera. Per 13 anni è stato un impiegato di alto livello della Goldman Sachs. Sorpresa!

Il 10 Dicembre, King ha tenuto un discorso all'Economic Club di New York. Nel suo discorso, ha rivelato molto sulle operazioni della Banca d'Inghilterra. Ha anche detto che cosa dobbiamo aspettarci dal 2013. Dato che è in procinto di lasciare la posizione, è stato molto più esplicito di quanto ci si potesse aspettare dal capo di qualsiasi grande banca centrale.

Nel suo intervento introduttivo, King ha detto che 30 anni fa lui e Ben Bernanke occupavano gli uffici uno di seguito all'altro presso il Massachusetts Institute of Technology. Essendo giovani, credevano che l'economia avesse risolto i problemi della Grande Depressione. Ha aggiunto questo: "Beh, ci siamo sbagliati."

APPROFITTARSI DEL PROSSIMO

King ha sottolineato l'ovvio. In primo luogo, in Gran Bretagna il governo ha grossi deficit, quello che i Keynesiani chiamano stimolo. In secondo luogo, la banca centrale ha ampliato l'offerta di moneta per finanziare questi deficit. Ha evidenziato qualcosa che la maggior parte di noi non ha notato, e cioè che questa strategia ha creato un calo del 25% nel tasso di cambio medio della sterlina rispetto a tutte le altre valute. E' stato un calo molto significativo, ha affermato, il più grande dopo la Seconda Guerra Mondiale. Lo ha puntualmente definito "un guadagno di competitività." O per meglio dire, è stato un ritorno alle politiche della Grande Depressione note come "frega il tuo prossimo." Lui lo sa, e ne ha parlato in un secondo momento nel suo discorso.

Non ha funzionato. Non c'è stata nessuna ripresa graduale dell'economia e la produzione è stazionaria. Lo ha definito un pattern a zig-zag. Ma secondo lui la politica di svalutazione ha fatto aumentare le esportazioni britanniche. Ha affermato: fin quando il deprezzamento è andato avanti, è stato "molto efficace nello stimolare le esportazioni di beni verso il resto del mondo, le esportazioni verso l'area Euro sono di nuovo diminuite." Il motivo per cui le esportazioni sono diminuite è stata proprio la crisi della zona Euro. Ne ha parlato, ma non c'è dubbio che sappia esattamente quali siano stati i benefici per l'economia nazionale della Gran Bretagna: una sovvenzione per il settore delle esportazioni.


Ecco la morale della favola. La politica monetaria di svalutazione della banca centrale, che viene adottata per fregare il prossimo, ha difatti fregato la popolazione che non faceva parte del settore delle esportazioni dell'economia nazionale.

Il problema della Gran Bretagna è che le banche britanniche sono fortemente esposte alla zona Euro. Le banche non hanno prestato ai governi. Hanno prestato alle imprese private nella periferia della zona Euro. In ogni caso, questa è la sua analisi.

Cosa può fare la Banca d'Inghilterra? Secondo lui può agire esattamente come sta agendo la Federal Reserve. In primo luogo, impegnandosi in ciò che definisce "un programma significativo di acquisti di asset." In altre parole, ha approvato l'inflazione monetaria.

In secondo luogo, ha adottato un programma chiamato finanziamento dei prestiti. La Banca d'Inghilterra garantisce alle banche commerciali in Gran Bretagna che coprirà ogni prestito concesso all'economia reale. Tale garanzia avrà una durata di quattro anni. In altre parole, si tratta di un sussidio diretto alle banche commerciali. Si tratta di un piano di salvataggio delle grandi banche.

Ha fatto poi riferimento a quello che chiama il paradosso della linea di politica. Si riferiva alle banche centrali in generale.


Ma il problema che abbiamo di fronte si chiama paradosso della linea politica. Vale a dire, quella che sembra la cosa giusta da fare nel breve periodo per dare sostegno alla domanda aggregata è assolutamente l'opposto di quello che dobbiamo fare nel lungo termine.

Amen. Questa è la grande sfida, questo è il problema che calceranno lungo la strada il più a lungo possibile.

E la grande sfida della politica monetaria è quella di capire a che punto è ragionevole passare da una politica di sostegno nel breve termine ad una politica di aggiustamenti necessari di lungo periodo, perché il Regno Unito, e credo anche l'economia mondiale in generale, ha bisogno di spostarsi in una nuova posizione di equilibrio.

In altre parole, il mondo intero è gestito dalle banche centrali che si stanno concentrando su problemi a breve termine, e le soluzioni che stanno offrendo sono l'opposto di quello che dovrebbero fare. Ciò che bisogna fare richiede la stabilizzazione del denaro, e questo è quello che non viene fatto. Devono passare ad altre politiche, ha detto, ma si rifiutano di farlo.

(...)

TROPPO GRANDI PER FALLIRE

Poi ha continuato a discutere di quell'argomento tanto amato da noi lettori: le banche troppo grandi per fallire. Alle pagine 18 e 19 della trascrizione, c'è riportata una delle storie più significative che abbia mai sentito da un banchiere centrale. Copertura dei media finanziari? Zero. Cito parola per parola, perché questa è davvero dinamite. E' venuto fuori nella sessione domande e risposte.


Bene, vorrei iniziare con un aneddoto avvenuto durante il picco della crisi, ad una riunione del G7 a Tokyo durata circa tre ore. Si fece tardi e avremmo dovuto trascorrere la notte lì, quindi i governatori delle banche centrali andarono a cena. Io proposi di conversare anche durante la cena, facendo un buon uso del tempo a Tokyo. Ne rimasero entusiasti e mi chiesero quali questioni avevo da proporre. Al che dissi: "beh, perché non parliamo di quello che succederebbe se una mattina andassimo in ufficio e ricevessimo una telefonata in cui ci verrebbe comunicato il default della Goldman Sachs? Cosa potremmo fare a riguardo?" Lo presero come uno scherzo. Troppo difficile come domanda, era meglio andare a cena. (Risate)

Non stava esagerando. I banchieri centrali del mondo non possono letteralmente concepire che cosa farebbero se Goldman Sachs andasse fallita. Metterebbe a rischio l'intera economia mondiale. È per questo che i governi e le banche centrali non lasceranno che Goldman Sachs fallisca, ed è per questo che Goldman Sachs si dedica ad una speculazione ad alto rendimento ma anche ad alto rischio: i manager sanno che sarà salvata. Questo si chiama azzardo morale, ed è fondamentale per l'economia moderna.


CONCLUSIONE

La teoria economica Keynesiana non si focalizzava sulla politica monetaria, ma piuttosto sulla politica fiscale. Invocava enormi disavanzi pubblici per superare le recessioni. Ora abbiamo proprio questi deficit in tutto l'Occidente, in Giappone e in Cina.

La politica monetaria è sempre stato un pensiero secondario nel sistema Keynesiano originario. I Keynesiani moderni sono giunti alla conclusione che la banca centrale deve aumentare l'offerta di moneta per finanziare i deficit nazionali con bassi tassi di interesse. Ma l'espansione monetaria di oggi è arrivata ad un livello considerato incomprensibile prima del 2008.
Non è giusto dare la colpa a John Maynard Keynes. Né a lui né a nessun altro che abbia mai immaginato il tipo di deficit considerati accettabili oggi. In una economia durante la guerra, gli economisti tengono la bocca chiusa, e le banche centrali inflazionano. I governi impongono controlli su prezzi e salari. Ci sono enormi carenze di beni e servizi. Ma tutto questo viene fatto in nome della guerra, in nome della vittoria sul nemico. 
Non s'è mai visto nulla di simile in tempo di pace, sin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, in ogni nazione industriale.

Le grandi banche sono troppo grandi per fallire. Le banche centrali saranno sempre lì a salvarle. I governi chiederanno alle banche centrali di salvarle. Ma per finanziare tale piano di salvataggio, le banche centrali dovranno creare moneta fiat. Questa è la grande minaccia. Non ci sarà più un ritorno al cosiddetto equilibrio di prima. King lo sa e anche Bernanke. In assenza di una dichiarazione politica esplicita che mostra come i banchieri centrali faranno tornare le nazioni all'equilibrio precedente, riducendo la base monetaria di due terzi, dovremmo concludere che nessuno al vertice crede sia possibile. Tutte le chiacchiere su un vecchio equilibrio sono stupidaggini.

Gary North


tazzina rialzista sull'oro

clicca per ingrandire

Osservando il grafico dell'oro (in dollari) possiamo notare la formazione di una figura classica dell'analisi tecnica, la "tazza con manico", che farebbe presagire un imminente rialzo significativo.

Nei giorni scorsi i metalli preziosi sono stati sotto tiro, ma ora stanno recuperando.

"Il più grande trionfo dell'industria bancaria non sono stati i Bancomat o la possibilità di versare un assegno scattando una fotografio con il vostro telefonino.
E' stato lo riuscire a convincere i ministeri del Tesoro e della Giustizia che perseguire i banchieri per i loro crimini avrebbe destabilizzato l'economia globale.”

Barry Ritholtz



fonte: jessescrossroadscafe.blogspot.it

mercoledì 13 febbraio 2013

italia nella bufera


Se provo a guardarmi indietro, quasi mi vengono le lacrime, e mi rendo conto che i mercati finanziari saranno anche drogati dalla politica monetaria, ma permettetemi, molto più grave è lo scoprire che è tutto drammaticamente corrotto.
Gli esempi li avete tutti davanti agli occhi.
Il primo esempio è ovviamente Monte dei Paschi di Siena. La politica ha distrutto la più antica banca d’Italia e chi era in cabina di regia ha fatto tutto quello che poteva inventarsi per polverizzare la dignità di una banca che era un’istituzione, oltre che un pezzo di storia. Si parla di tangenti per l’Acquisto di Antonveneta. Ma questa non è che uno degli aspetti della vicenda.
E poi ovviamente, Saipem… e poi ancora le tangenti di Eni e di Scaroni…
E poi Finmeccanica

Insomma, qui parliamo non solo di pezzi di storia, ma di alcune delle poche aziende veramente internazionali che l’Italia possiede, aziende che rischiano di diventare carne da cannibalizzare proprio dall’estero, che non vede l’ora di addentarsi i gioielli del Bel Paese a prezzi di saldo. E questo NON deve succedere, perché una volta persa la proprietà, ne perderemo anche l’italianità, diventando un paese sempre più scarno e più povero.

E poi.. ecco l’ultima arrivata: Banca Popolare di Spoleto. E’ la Banca d’Italia che a seguito di un’ispezione ha disposto lo scioglimento del CdA della banca che diventa di fatto commissariata.
MILANO - Finisce con la scelta dell’amministrazione straordinaria l’ispezione della Banca d’Italia presso la Popolare di Spoleto. L’istituto umbro, le cui azioni erano sospese da stamane in attesa di una comunicazione ufficiale, ha confermato quanto molti temevano: il ministero dell’Economia, con un decreto datato 8 ha stabilito lo scioglimento degli organi di governo della banca. 

Sono senza parole, sconcertato e deluso. Ed anche incuriosito dalla straordinaria tempistica della praticamente contemporanea uscita di una serie di notizie che hanno distrutto aziende, CdA, progetti industriali. Già viviamo in un paese in profonda crisi, ora ci troviamo a fare i conti con una serie di vicende che mettono in dubbio la credibilità di tutta un’economia. Il nostro listino, per 1/3 della sua capitalizzazione, ha grane con la legge. Ma siamo in Italia o nel Far West? Ah, è vero, nel far West c’era qualche regola che si rispettava e l’etica poteva ancora essere considerata un valore.

D.T.


 ---------------------------------------------------------------------------
Appena uscite anche le cifre preoccupanti di gennaio 2013 che dimostrano la situazione emergenziale in cui è caduta l’Italia:

consumi di petrolio (- 11,1 %)
consumi di carburanti (-10.5%),
immatricolazioni delle automobili (- 22,5%)
autoveicoli commerciali: ( -31,6% )
consumo di energia elettrica (-5,6 %)
consumi del gas metano (-3,2)
produzione industriale (-7,6 %)

martedì 12 febbraio 2013

nuovi poveri


Reuters riporta che le esportazioni di oro degli Stati Uniti nel mese di dicembre 2012 hanno segnato un nuovo record dopo quello del mese di settembre 2011, con un massiccio incremento del 43% rispetto al mese  precedente, raggiungendo i 4 miliardi di dollari
Dato ancora più sorprendente: la metà di tutte le esportazioni di oro degli Stati Uniti nel mese di dicembre sono state spedite a Hong Kong, quindi al mercato cinese.

La vera ricchezza degli Stati Uniti sta andandose in Cina in cambio di un paio di mesi in più di perdita di tempo prima di dover affrontare i problemi dell'economia.


Sempre più poveri anche gli italiani, con gran parte metallo ritirato dai compro-oro che attraversa il confine verso la Svizzera.

vedi anche: da Arezzo alla Svizzera


tre domande chiave sul 2013

Paul Brodsky

Le banche centrali mondiali alzaranno i tassi di interesse, ridurranno le riserve bancarie o restringeranno le politiche di credito in alcun modo prima che nell'economia globale si verifichi un significativo fenomeno di inflazione dei prezzi?  
No.

Le banche centrali continueranno a essere importanti acquirenti netti di oro fisico nel 2013 e oltre

Puoi scommeterci.
   
I grandi detentori di ricchezza globale convertiranno importi crescenti di moneta "fiat" in metalli preziosi fisici, risorse e altri beni il cui prezzo salirà in caso di inflazione globale? 

Altamente probabile.


Per un approfondimento su questi argomenti, ecco il rapporto completo da QB Asset Management: