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Il discorso di addio di Ben Bernanke, presidente della Fed, ieri ha fatto lievitare i titoli azionari e crollare l'oro al livello minimo degli ultimi tre anni, confermando la politica di medio termine della Federal Reseve che ho più volte denunciato in questo blog.
Il crollo dell'oro si è fermato poco prima del forte supporto a 1180 dollari per oncia, confermando la tendenza ribassista che avevo indicato nel post del 13 dicembre scorso.
Il grafico sopra indica l'andamento dei prezzi dell'oro da giugno a dicembre, con barre giornaliere. La fascia rossa congiunge i minimi di luglio 2013 con quelli di ieri e indica la forte area di supporto tra i 1180 e i 1200 dollari per oncia.
Se ci limitiamo a considerare la borsa del Comex (ignorando quindi la domanda e l'offerta di metallo fisico) dobbiamo sperare che non venga rotto al ribasso il livello-chiave di 1180. Sotto quel prezzo, infatti, secondo l'analista Dan Norcini, verrebbero attivati molti ordini di vendita di tipo "stop-loss" e il prezzo potrebbere scendere rapidamente a 1155 e quindi a 1090/1100 dollari per oncia.
Ricordo infine che Martin Armstrong negli ultimi mesi ha più volte spiegato che solo dopo un brusco crollo dell'oro potremo avere una immediata e vigorosa inversione di tendenza dei prezzi che si consoliderà nel mercato toro previsto dal 2015 al 2020.
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