metalli preziosi per proteggersi dal crollo del castello di carte

i metalli preziosi sono il miglior investimento per proteggersi dal crollo del castello di carte

martedì 31 dicembre 2013

botti di fine anno

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I due grafici indicano il crollo e la successiva violenta impennata dei prezzi di argento (in alto) e oro (in basso) avvenuta oggi tra le 8:30 e le 10 di mattina (ora di New York).
Da notare la figuraccia dei commentatori di CNBC e Bloomberg che non avevano nascosto la loro soddisfazione nel commentare l'enensimo crollo dei prezzi nella fase di apertura dei mercati.
Secondo Martin Armstrong, la maggior parte degli analisti hanno ora una visione ribassista per oro e argento, "quando saranno tutti ribassisti, allora partirà un mercato toro impetuoso".

lunedì 30 dicembre 2013

come undici anni fa?

Rivelazioni da una fonte anonima, poco prima del raggiungimento dei prezzi minimi dell'oro nel 2002: 

"Qualcuno sta dicendo che "nessuno vuole più l'oro", ecco perché il prezzo in dollari continua a cadere. Le persone capaci di pensare con la propria testa ridono di tali chiacchiere sciocche. Sanno che il prezzo dell'oro è in calo proprio perché "troppe persone stanno comperando!".

Provate a riflettere: per una persona che dispone di capitali notevoli non è meglio acquistare l'oro nel corso degli anni, a prezzi migliori? Per i piccoli investitori, invece, non conviene seguire le orme dei giganti?
Le mani forti stanno vendendo tutte le forme di oro di carta o elettronico e, contemporaneamente, acquistando il metallo fisico! Perché?  Perché ogni pezzo di carta che si riferisce all'oro sta perdendo valore molto, molto più velocemente del metallo. Alcuni tipi di carta scompariranno tutti insieme con un incendio di proporzioni epiche!
Presso la LBMA gli scambi avvengono con forti volumi, ma ora occorre accorgersi di qualcosa ... i prezzi sono scesi a livello dei costi di produzione ...
Il grande errore della BRI (Banca dei Regolamenti Internazionali) è stato quello di sottovalutare gli asiatici. Alcuni grandi commercianti avevano detto che avrebbero comprato tutto l'oro offerto sul mercato sotto i 365 dollari per oncia, e lo hanno fatto.
Sono riusciti a far vendere alla LBMA quantità enormi di carta per seguire il mercato al ribasso e ora chi deve ricoprire le poszioni ribassiste si trova in un pasticcio."

venerdì 27 dicembre 2013

forte divergenza negli ETF

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Il grafico indica l'andamento degli inventari di tonnellate di oro (linea gialla) e di argento (linea grigia) posseduti dai due maggiori fondi di investimento ETF: : GLD and SLV. 
L'andamento degli inventari di oro è quello che ti aspetteresti. La fuoriuscita di metallo sottostante le quote del fondo GLD diventa marcata dall'inizio di quest'anno, poi è stata una discesa continua, senza mostrare segni di aver raggiunto il fondo. Dal suo apice del 2012, il fondo GLD ha perso il 40% dell'oro in suo possesso.

L'andamento dell'argento, invece, è decisamente divergente. Come ci si potrebbe aspettare, la quantità di argento fisico detenuta dal fondo SLV ha raggiunto il picco il 25 aprile 2011, lo stesso giorno in cui le quotazioni di mercanto avevano raggiunto il picco.
Del giorno successivo il metallo ha iniziato a fuoriuscire dai magazzini del fondo, scendendo rapidamente del 14%.
Poi ha smesso di cadere e, alla fine del 2012, le tonnellate di argento hanno ricominciato a salire. Ol prezzo dell'argento ha perso 60% dal suo picco mentre l'inventario di argento del fondo SLV è sceso solo del 9%.


Una spiegazione possibile di questa divergenza può essere la differenza di "sentiment" tra gli investitori in oro e quelli in argento. Pare che molti di questi ultimi rimangono aggrappati ai loro investimenti in perdita perché sperano che il prezzi ricominciaranno presto a schizzare verso l'alto.
Un'altra spiegazione può essere che la fuoriuscita di oro dagli inventari del fondo GLD sia servita a soddisfare la fame insaziabile di metallo fisico da parte degli investitori cinesi.


Ricordiamo infine che secondo alcuni analisti, sia il fondo GLD sia SLV  non dispongono realmente del metallo fisico che sostengono di possedere:  "you must be very careful in trading GLD and SLV as these funds do not have any beneficial gold or silver behind them. They probably have only paper claims and when the dust settles, on a collapse, there will be countless class action lawsuits trying to recover your lost investment. There is now evidence that the GLD and SLV are paper settling on the Comex."   Harvey Organ

lo specchietto per le allodole

Cavoli l’Euro va di gran moda. Basta fare un post con un titolo pro o contro e BUM le statistiche di lettura si impennano. Il che significa che la stampa mainstream sta prendendo una nuova posizione. Principalmente contro ovvero per attribuire i problemi dell’economia italiana, la disoccupazione e il malessere sociale alle rigidità della moneta comune, alla cattiveria dei tedeschi e alla malvagia BCE.
Vi riassumo in premessa il mio pensiero:  l’Euro è uno strumento indifferente.

Si può scegliere di utilizzarlo correttamente ovvero:
  • sfruttarne i tassi bassi per mettere a posto i conti pubblici, cioè essenzialmente ridurre la spesa e la pressione fiscale;
  • fare efficenza, ovvero per incominciare eliminare ogni cattiva allocazione delle risorse pubbliche, cioè ogni spreco di denaro in mega-stipendi, opere inutili, affitti d’oro e altre simili amenità;
  • lavorare sui gap di competitività comparati, ovvero cercare di imparare dai vicini europei migliori, al limite copiando se proprio non sia ha un sussulto di fantasia;
  • lavorare correttamente e concretamente nelle sedi europee per fare valere i propri interessi nazionali. E non gli interessi di una qualche specifica lobby nazionale.
Si può scegliere di uscirne ovvero:
  • mettersi nelle condizioni economiche e di sistema per avere una valuta credibile sui mercati internazionali, ovvero al limite “svalutabile” dalla banca centrale ma comunque sotto controllo. Per sotto controllo si intende una condizione per cui ci sia una domanda estera per quella moneta sovrana. Altrimenti si finisce in una situazione Argentina.
  • Lavorare a testa bassa, con una classe dirigente preparata, per ricostruire i necessari trattati internazionali di scambio delle merci e circolazione dei capitali (e degli uomini) adatti e convenienti alla nuova situazione e che NON favoriscano singole lobbies italiane ma l’intero sistema Italia
  • Garantire condizioni interne di tutela della proprietà privata e del “fare” impresa, con tasse, burocrazia e giustizia civile “decenti” e competitive con i vicini europei diventati  competitors esterni.
  • Fare alleanze con altri paesi europei in difficoltà e NON adattati all’Euro per creare alleanze anche politiche, privilegiate (Spagna e fra poco Francia).
Ma in ogni caso, il nocciolo del problema NON è l’Euro.
Anzi, la questione dell’Euro e dell’invadenza degli organismi Europei è lo Specchietto per le Allodole.

Stare li a teorizzare che i problemi dell’Italia sono “Colpa dei Tedeschi” rappresenta il più idiota autogoal possibile (se si è in buona fede, altrimenti è solo legittima propaganda di partito).
E sta funzionando. (...)

Ora il punto è che l’Italia di oggi a livello di sistema è la stessa di quella di Craxi, Andreotti e Forlani. Eppure 20 anni fa sapevamo benissimo che l’Euro ci avrebbe imposto un prezzo in termini di efficenza interna  sapevamo benissimo che non avremmo più potuto permetterci residui fiscali mostruosi fra le regioni, ovvero milioni di cittadino parassiti sulle spalle di altri cittadini che producono. E sia chiaro parlo in termini di sistema, il SUD Italia DOVEVA essere il problema da risolvere con i 700 miliardi di sconto sugli interessi grazie all’Euro. Esattamente come la Germania ha affrontato e sta risolvendo il problema dell’EST.
Invece i 700 miliardi sono andati si al Sud, ma solo a mafie, politici e caricature di imprenditori.
E ora arriva il conto. Niente più pasti gratis per far funzionare il sistema Craxi, Andreotti, Forlani.
Soluzione: diamo la colpa ai tedeschi e al limite proviamo a tornare ala lira, hai visto mai che stampando si riesce a sopravvivere per quelli che siamo. 
Scordatevelo. Qualunque sia il sistema valutario che l’Italia sceglierà se manterremo al potere l’attuale classe dirigente, quella che ha governato alternativamente negli ultimi 20 anni, siamo finiti. Se ci mettiamo a dare la colpa ai tedeschi saremo solo complici, consapevoli o idioti inconsapevoli, degli stessi personaggi che hanno creato il problema. E non importa se perché in malafede oppure perché sono semplicemente inadatti al compito. E’ irrilevante.
Capite perché non ci penso neppure ad allinearmi alla retorica contro l’Euro ne tantomeno ai “Cattivi Tedeschi”?
Se volete vedere in faccia il problema basta uno specchio. E per cambiare è necessario cominciare a fare pulizia da casa nostra, e non mi pare una buona idea andare dietro ai nuovi convertiti alle più moderne teorie monetariste. Specie poi se i partiti che le propongono hanno costantemente fallito nel realizzare una qualsivoglia promessa elettorale, pur avendo avuto in mano il potere.
I “cattivi tedeschi” e la scelta del regime valutario sono specchietti per le allodole.

    FunnyKing

articolo completo su: rischiocalcolato.it

prelievo del 10%

La Soluzione a cui pensano per l'Italia è una patrimoniale del 10%, sembra. Prima lo ha indicato il FMI nel report di ottobre (pag 49 dove parla di un prelievo una tantum del 10% sulla ricchezza netta senza specificare se liquida o tutta) e poi ora Nomisma di Prodi, il cui attuale direttore è un banchiere che è stato a capo di Tassara di Zaleski. Nomisma però vuole tassare del 10% solo gli investimenti finanziari, non l'insieme della ricchezza e quindi lasciare fuori gli immobili. In questo modo però prendi solo 110 miliardi circa di euro, che non sono niente rispetto ai 2,100 miliardi di debito pubblico. Questa proposta può essere la cosa che sposta la maggioranza per l'uscita dall'Euro...

"L’ex banchiere Modiano: “Con prelievo forzoso al 10% gettito di 113 miliardi”

L’ultima spiaggia per l’Italia? Un prelievo una tantum del 10% sulla fascia più ricca della popolazione. A tornare alla carica è stato l’ex banchiere Pietro Modiano oggi presidente di Nomisma, della società degli aeroporti milanesi Sea e, benché in uscita, della Tassara, la holding di uno dei più importanti debitori di Intesa Sanpaolo, Romain Zaleski che quest’estate ha ottenuto l’ennesima moratoria sul suo debito di oltre 2 milairdi di euro verso il sistema bancario.
“Si stima che la ricchezza liquida delle famiglie italiane – al netto di attività reali, titoli di stato e partecipazioni in società di persone – sia pari a circa 2.400 miliardi. Si può, inoltre, stimare che Il 47,5% di questo ammontare, ovvero 1.130 miliardi, sia posseduto dal 10 % più ricco delle famiglie italiane – si legge nell’editoriale della newsletter di dicembre di Nomisma scritto da Modiano e dal capo economista Sergio De Nardis -. Un prelievo una tantum del 10% su questa fascia darebbe luogo a un gettito di entrate per lo stato di 113 miliardi di euro, 7 punti percentuali di PIL, da distribuire a favore delle famiglie più povere e delle imprese”.
Secondo gli autori, “se questa tassa sul patrimonio venisse pagata in quattro rate annuali di 28 miliardi, il bilancio pubblico potrebbe fornire uno stimolo equivalente nell’arco di un quadriennio all’economia, modificandone il sentiero di crescita.  (...)




fonte: cobraf.com




In tutti i paesi occidentali stanno aumentando le voci di prelievi forzosi ...


lunedì 23 dicembre 2013

un buon punto di ingresso

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Il grafico mostra i prezzi dell'argento, in dollari per oncia, negli ultimi 14 anni.
Possiamo notare come le quotazioni dell'argento, nonostante la severa correzione dopo i massimi della primavera del 2011, si trovano ancora nel grande trend rialzista iniziato nel 2003.  
Siamo ora in corrispondenza della zona di supporto che collega i massimi del 2008 con il minimo dello scorso mese di giugno. (...)
In conclusione, secondo l'analisi tecnica la configurazione grafica per l'argento sembra fortemente positiva. Per una conferma del proseguimento della tendenza rialzista di lungo termine, i prezzi devono rimanere al di sopra del livello di supporto posto tra i 18 e i 20 dollari per oncia, anche se non si può escludere un breve movimento di panico sotto quel livello. Tale mossa, tuttavia, sarebbe probabilmente seguita da una violenta inversione al rialzo. Ora stiamo a vedere se i prezzi riescono a rompere la linea di tendenza discendente di breve, che ora si trova tra 20,5 e 21 dollari per oncia. Questi sviluppi spianeranno la strada per il trend positivo che ci aspettiamo il prossimo anno.

fonte: clivemaund.com



uno sciocco, irresponsabile ottimismo temporeggiatore



(In Italia)  con lo LTRO della BCE avete comprato tre anni di tempo. Ne avete sprecati due, a discutere di legge elettorale, Renzi, Grillo, primarie ed altre inutili sciocchezze: Ve ne resta solo uno.

Tra voi ed il BOIA resta un anno. Anzi, considerando che BCE e parlamento europeo stanno per perdere la forza politica di opporsi a Berlino, e che le banche inizieranno a vendere in anticipo per non far scoppiare la bolla mentre ce l'hanno in mano, avete si e no SEI mesi.

 In questi sei mesi, o mettete a posto ALMENO quattro punti:

    riforma radicale della fiscalità:
    riforma radicale del credito;   
    investimenti robustissimi nei trasporti;
    incentivi alla grande distribuzione;
    una lotta reale e feroce a burocrazia e corruzione;

 oppure, il 2014 non sarà  più l'anno della "ripresa": lo sarà per altri. Lo sarà per chi si aggancia ai consumi USA, lo sarà per chi si aggancia alla ripresa di altri paesi. Ma ricordate che in un mondo basato sulla competizione la ripresa degli altri paesi NON E' una buona notizia. Non esistono più "locomotive" nel mondo della concorrenza: nel mondo della concorrenza, quando un altro paese si riprende, sono i tuoi concorrenti a diventare più forti.

Quindi, ripeto: no, per l' Italia vedo solo uno sciocco, irresponsabile ottimismo temporeggiatore. I governanti italiani sono dei pazzi irresponsabili o dei malvagi profittatori, che vi stanno tranquillizzando mentre vi conducono al macello, come foste un gregge bello grasso.

Entro metà 2014 le banche, in Italia ed Europa, inizieranno a liberarsi dei BTP per restituire gli LTRO. Se per quel momento non sarete in grado di tagliare ALMENO 300/400 miliardi di debito, in pratica
gli irresponsabili e ipocriti politici italiani vi avranno portato, come un gregge, verso il macello.

E se vi illudete che la risposta sia "usciamo dall' Euro", beh, se volete entrare nell'arena MONDIALE  con le gambe rotte, ciechi, e con le mani mozzate, (ovvero senza avere messo mano ai cinque punti di cui sopra, e seriamente) siete liberi di farlo.

Ma non aspettatevi pietà dagli altri gladiatori. Fuori dalla UE è ancora peggio.

              Uriel F.

articolo completo su: Keinpfusch.net


venerdì 20 dicembre 2013

JPM approfitta dei prezzi bassi per rifornire i forzieri

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La scorsa settimana, JP Morgan  ha accumulando una quantità impressionante di oro nei suoi depositi presso la borsa del Comex, con incrementi di 64,3 mila once di oro su base giornaliera. Due mesi fa JPM aveva solo 181mila once d'oro "eliglble". Proprio oggi, il Comex ha annunciato che il deposito di  JPM è aumentato di 125mila once, raggiungendo un rispettabile totale di 1,2 milioni di once.

Con l'oro precipitare al livello minimo da tre anni JPM sta approfittando del "bagno di sangue" per reintegrare i suoi forzieri che in agosto erano quasi vuoti (vedi grafico sopra) ... oppure sta succedendo qualcos'altro?
 

Addio di Bernanke e crollo dell'oro

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Il discorso di addio di Ben Bernanke, presidente della Fed, ieri ha fatto lievitare i titoli azionari e crollare l'oro al livello minimo degli ultimi tre anni, confermando la politica di medio termine della Federal Reseve che ho più volte denunciato in questo blog.
Il crollo dell'oro si è fermato poco prima del forte supporto a 1180 dollari per oncia, confermando la tendenza ribassista che avevo indicato nel post del 13 dicembre scorso


Il grafico sopra indica l'andamento dei prezzi dell'oro da giugno a dicembre, con barre giornaliere. La fascia rossa congiunge i minimi di luglio 2013 con quelli di ieri e indica la forte area di supporto tra i 1180 e i 1200 dollari per oncia.

Se ci limitiamo a considerare la borsa del Comex (ignorando quindi la domanda e l'offerta di metallo fisico) dobbiamo sperare che non venga rotto al ribasso il livello-chiave di 1180. Sotto quel prezzo, infatti, secondo l'analista Dan Norcini, verrebbero attivati molti ordini di vendita di tipo "stop-loss" e il prezzo potrebbere scendere rapidamente a 1155 e quindi a 1090/1100 dollari per oncia.

Ricordo infine che Martin Armstrong negli ultimi mesi ha più volte spiegato che solo dopo un brusco crollo dell'oro potremo avere una immediata e vigorosa inversione di tendenza dei prezzi che si consoliderà nel mercato toro previsto dal 2015 al 2020.




i cinesi non vogliono più dollari ma solo oro

giovedì 19 dicembre 2013

il contrabbando di oro supera quello di narcotici


Le autorità indiane stanno combattendo il contrabbando di oro con maggior impegno rispetto alla lotta contro i traffici di eroina e cocaina


Ieri la  Reserve Bank of India (RBI) ha comunicato che continuerà il blocco delle importazioni di oro.
I contrabbandieri indiani di oro stanno adottando i metodi dei corrieri della droga per eludere un giro di vite del governo. Trafficanti, commercianti e privati cittadini vagano in tutta l'Asia per comprare oro e cercare di introdurlo di nascosto nel paese.  Sri Lanka, Thailandia e Singapore sono gli ultimi punti caldi tenuti sotto controllo dalle autorità doganali indiane, oltre ai viaggiatori provenienti da Dubai, che è la tradizionale fonte di oro di contrabbando.
"Oro e stupefacenti operano come due sindacati diversi, ma l'oro di contrabbando è diventato più redditizio e alla moda", ha detto Kiran Kumar Karlapu, un funzionario della Air Intelligence Unit di Mumbai.

Il World Gold Council stima che da 150 a 200 tonnellate di oro di contrabbando entreranno in India nel 2013 , oltre le 900 tonnellate della richiesta ufficiale.
Alle prese con un elevato deficit commerciale e una moneta debole, l'India ha imposto una serie misure per cercare  di limitare la domanda di l'oro, il secondo elemento più importante nel suo deficit commerciale dopo il petrolio. Vige ora un dazio del 10 per cento su lingotti e del 15 per cento sui gioielli.

L'oro è parte integrante della cultura indiana e l'India è stato il più grande consumatore mondiale di oro fino allo scorso anno, ma sarà superato dalla Cina nel 2013
.


sette scenari possibili

i sette possibili scenari sulla fine della moneta cartacea a corso forzoso

Traduzione integrale in italiano dell’articolo "How the Paper Money Experiment Will End" di Philipp Bagus professore associato all’Universidad Rey Juan Carlos, associate scholar del Ludwig von Mises Institute.

Un sistema basato sulla carta moneta contiene i semi della propria distruzione. La tentazione per il produttore monopolista del denaro di aumentare l’offerta di moneta è quasi irresistibile. In un tale sistema con un’alimentazione costante dell’aumento del denaro e, di conseguenza, con un costante aumento dei prezzi, non ha molto senso risparmiare denaro per acquistare in seguito dei beni.

La miglior strategia, dato questo scenario, è quello di indebitarsi per l’acquisto di beni e di pagare in seguito i debiti mediante una moneta svalutata. Inoltre, ha senso l’acquisto di beni che possano successivamente costituire la garanzia per ottenere ulteriori prestiti bancari. Un sistema basato sulla carta moneta porta ad un indebitamento eccessivo. Ciò è particolarmente vero per i soggetti che si aspettano di essere salvati con i nuovi soldi emessi, come ad esempio le grandi imprese, le banche e il governo.

Ora siamo giunti in una situazione che sembra essere un vicolo cieco per il sistema della carta moneta. Dopo l’ultimo ciclo, i governi hanno salvato i cattivi investimenti nel settore privato e aumentato la loro spesa sociale pubblica. I deficit e i debiti sono alle stelle. Le banche centrali stampano denaro per comprare il debito pubblico (o accettarli come garanzia collaterale ai prestiti al sistema bancario) in quantità senza precedenti.

I tassi di interesse sono stati tagliati e sono vicini allo zero. I deficit restano grandi. Nessuna crescita reale e sostanziale è in vista. Allo stesso tempo, i sistemi bancari e gli altri operatori finanziari sono seduti su grandi mucchi di debito pubblico. Un default pubblico farebbe scattare immediatamente la bancarotta del settore bancario.

L’aumento dei tassi di interesse a livelli più realistici o la vendita degli asset acquistati dalla banca centrale metterebbe in pericolo la solvibilità del settore bancario, le imprese altamente indebitate, e il governo. Sembra che persino il rallentamento della stampa di denaro (ora chiamato "tapering" o "riduzione del QE”) potrebbe innescare una spirale di fallimento. Una drastica riduzione della spesa pubblica e dei deficit non sembra molto probabile che vi possa essere, dati gli incentivi dei politici, nelle democrazie.
 

La stampa di denaro sarà una costante con tassi di interesse vicini allo zero fino a quando le persone non perderanno la loro fiducia nelle valute cartacee? Il sistema della carta moneta potrà mantenersi o prima o poi ci sarà necessariamente una iperinflazione?. Ci sono almeno sette possibilità:
 

1) Inflazionare
I governi e le banche centrali possono procedere semplicemente sulla via dell’inflazione e stampare tutti i soldi necessari per salvare il sistema bancario, i governi, e gli altri agenti sovraindebitati. Ciò consentirà di aumentare ulteriormente l’azzardo morale. Questa opzione conduce infine all’iperinflazione, sradicando così i debiti. Il profitto è per i debitori, i risparmiatori ci perdono. La ricchezza di carta che le persone hanno risparmiato in tutta la loro vita non sarà in grado di garantire un elevato standard di vita come in precedenza invece previsto.
 

2) Default sui diritti acquisitiI governi possono migliorare le loro posizioni finanziarie semplicemente non soddisfacendo le loro promesse. I governi possono, ad esempio, ridurre drasticamente le pensioni pubbliche, la previdenza sociale e le indennità di disoccupazione per eliminare i deficit e pagare i debiti accumulati. Molti diritti, che le persone al momento dispongono, si riveleranno pretese inutili.
 

3) Ripudiare il debito
I governi possono anche mandare in default apertamente i loro debiti. Questo porta a perdite per le banche e le compagnie di assicurazione che hanno investito i risparmi dei loro clienti in titoli di Stato. La gente vede il valore dei loro fondi comuni di investimento, fondi di investimento ed assicurazioni crollare, rivelando così le perdite già verificatesi. Il default predefinito dal governo potrebbe portare al collasso del sistema bancario. La spirale del fallimento degli agenti sovraindebitati sarebbe un Armageddon economico. Pertanto i politici fino ad ora hanno fatto di tutto per evitare che questa opzione accada.

4) Repressione finanziaria
Un altro modo per uscire dalla trappola del debito è la repressione finanziaria. La repressione finanziaria è un modo di canalizzare più fondi al governo facilitando in tal modo la liquidazione del debito pubblico. La repressione finanziaria può consistere in una normativa che renda le alternative di investimento meno attraenti, o più direttamente nella regolazione affinché si inducano gli investitori ad acquistare titoli di Stato.
 

5) Pagare il debito
Il problema del sovraindebitamento può anche essere risolto attraverso misure fiscali. L’idea è quella di eliminare i debiti dei governi e ricapitalizzare le banche attraverso la tassazione. Riducendo l’eccessivo indebitamento, la necessità che la banca centrale mantenga basso il tasso di interesse, e che continui a stampare moneta, è alleviata. La moneta potrebbe essere rimessa nuovamente su una base più solida. Per raggiungere questo scopo, il governo espropria la ricchezza su vasta scala per pagare i debiti del governo. Il governo aumenta semplicemente le aliquote fiscali esistenti o può avvalersi di una confisca o esproprio di ricchezza. Esso utilizza queste entrate per pagare i suoi debiti e ricapitalizzare le banche. Infatti, il Fondo Monetario Internazionale ha recentemente proposto, una sola volta, una patrimoniale del 10% sulla ricchezza in Europa, al fine di ridurre gli alti livelli di debito pubblico. 


6) Riforma monetaria
Vi è la possibilità di una vera e propria riforma valutaria, comprensiva di un (parziale) default sul debito pubblico. Questa opzione è anche molto interessante se si vuole eliminare il sovraindebitamento senza impegnarsi in una forte inflazione dei prezzi. E’ come premere il pulsante reset continuando con un regime basato sulla carta moneta. Tale riforma ha funzionato in Germania (e in Italia) dopo la seconda guerra mondiale quando la vecchia carta moneta è stato sostituita da una nuova valuta. In questo caso, i risparmiatori che detengono grandi quantità di vecchia moneta sono fortemente espropriati, ma i carichi dei debiti per molte persone diminuiranno.
 

7) Bail-in
Ci potrebbe essere un bail-in, quale procedura intermedia di passaggio verso una riforma monetaria. In un bail-in, come è avvenuto a Cipro, i creditori bancari (i risparmiatori) vengono convertiti in azionisti delle banche. I debiti bancari diminuiscono ed aumenta il capitale. L’offerta di moneta si riduce. Un bail-in, quale ricapitalizzazione del sistema bancario, elimina allo stesso tempo i cattivi debiti. L’equità può aumentare così tanto che un default parziale sui titoli di Stato non minaccerebbe la stabilità del sistema bancario. I risparmiatori subiranno perdite. Ad esempio, le persone che hanno investito in assicurazioni sulla vita che a loro volta hanno acquistato passività bancarie o titoli di Stato assumeranno perdite. Come risultato il sovraindebitamento delle banche e dei governi si riduce.

 
Una qualsiasi delle sette opzioni, o combinazioni di due o più opzioni, possono profilarsi in futuro. In ogni caso riveleranno le perdite subite dalla fine dell’illusione della ricchezza. In sostanza, i contribuenti, i risparmiatori, o i detentori di valuta saranno sfruttati per ridurre i debiti e mettere la moneta su una base più stabile. Una imposta patrimoniale una tantum, una riforma monetaria o un bail-in non sono opzioni politiche molto popolari, dato che le perdite apparenti emergeranno brutalmente in una sola volta.
La prima opzione dell’inflazione è molto più popolare con i governi che nascondono i costi del salvataggio degli agenti sovraindebitati. Tuttavia vi è il pericolo che l’inflazione a un certo punto vada fuori controllo. Il produttore monopolista del denaro non vuole rovinare i suoi privilegi da un tracollo monetario. Prima di arrivare ad un’inflazione galoppante, i governi pondereranno sempre le altre opzioni quali alternative che potrebbero consentire un ripristino del sistema.

fonte: www.lindipendenza.com  


Bitcoin dimezzato

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Le autorità monetarie cinesi hanno deciso di limitare le transazioni che avvengono attraverso l'utilizzo del Bitcoin.
Subito dopo la notizia i prezzi del Bitcoin sono crollati,  scendendo fino a 2.560 yuan, cioé 421 dollari, rispetto al record di fine novembre, a quota 7.588 yuan (1250 dollari).

Ripeto la domanda fatta in novembre: cos'è il sottostante del Bitcoin?

vedi anche il post di novembre


mercoledì 18 dicembre 2013

GEAB: oro come elemento affidabile in un situazione di caos




GEAB n 80:  LE VALUTE, LA GEOPOLITICA, L’IMMOBILIARE, LA FINANZA … 2014: LA “GRANDE RITIRATA” AMERICANA

Il 2013 termina su un “mondo del passato” totalmente frammentato. Il 2014 sarà spietato con quel mondo, di cui resteranno solo rovine.

Seppur dovute ai problemi economici e politici degli Stati Uniti, del Giappone e dell’Unione Europea, le vittorie diplomatiche russe nei riguardi della Siria, dell’Armenia e dell’Ucraina – come anche le ambizioni cinesi nel Mar Cinese Orientale – rivelano che le “potenze del futuro” stanno riempiendo rapidamente il vuoto lasciato dalle “potenze geopolitiche del passato”.
Il 2014 vedrà la drammatica accelerazione di questa tendenza, grazie alla convergenza di diversi fattori: la perdita del controllo sul mondo da parte degli Stati Uniti, la fine dell’efficacia delle disperate azioni di salvaguardia che sono state adottate (principalmente il Quantitative Easing), la nuova implosione del mercato immobiliare … per non parlare dell’onda anomala costituita dalla riforma del Sistema Monetario Internazionale.
Prendendo ad esempio l’immagine della roulette, fino a poco tempo fa eravamo nella fase del “faites vos jeux” – in cui i giocatori preparano ed attuano le loro strategie – mentre ora siamo nella fase del rien ne va plus” – nella quale i giocatori potranno presto vedere i loro guadagni, oppure le loro perdite.
 (...)
L’oro, come abbiamo già visto più volte, sta andando a tutta velocità dall'Occidente verso l’Oriente, anche per sostenere la graduale legittimità internazionale dello Yuan. Anche se non vi è alcun dubbio sul fatto che il “gold standard” non vedrà la luce del giorno, perché poco adeguato alle esigenze del nostro tempo – anche se il nuovo Sistema Monetario Internazionale includerà probabilmente un legame con l’oroil possesso di questo metallo continuerà a essere, comunque, un importante marchio di fiducia, nell’attuale caos monetario.




David Morgan: nel 2013 oro a 1700, argento oltre i 30


Previsioni sui metalli preziosi nel 2014 da parte dell'analista David Morgan di Silver-Investor.com.
Dopo aver spiegato perché stavolta è molto difficile fare previsioni in questa situazione così strana, Morgan si sbilancia a prevedere per la fine del 2014 un prezzo di 1700 dollari per oncia per l'oro e un valore di mercato tra i 30 e i 34 dollari per oncia per l'argento.




martedì 17 dicembre 2013

analisi dei bilanci delle miniere di argento

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La tabella mostra il confronto tra i risultati di bilancio del terzo trimestre 2013 con il terzo timestre 2012 delle 12 principali società minerarie che estraggono argento.

La variazione più evidente riguarda il taglio dei costi, ottenuto soprattutto con una drastica riduzione (- 62%) dei costi di esplorazione, cioé legati alla ricerca di nuovi giacimenti.

Anche se le compagnie minerarie hanno fatto un buon lavoro nel ridurre i costi e abbassare il punto di break-even, il confronto anno su anno mostra un quadro decisamente negativo. 

In primo luogo, i ricavi totali del gruppo sono diminuite da 924,2 milioni dollari nel terzo trmestre 2012 a 821,7 milioni dollari nel Q3 2013, mentre le vendite di argento aumentate di ben 2,6 milioni di once.
 

In secondo luogo, i costi di produzione per oncia di argento sono aumentati nel terzo trimestre 2013 rispetto a un anno prima:   Q3 2012 = 456 milioni dollari dei costi di produzione / 21,9 milioni di once di  produzione = 20,82 dollari per oncia; Q3 2013 = 495,6 milioni di dollari di costi di produzione / 23,5 milioni di once di produzione = 21,09 dollari per oncia. Naturalmente in questa analisi dei costi non includo i sottoprodotti. 

In terzo luogo , il prezzo di break-even stimato per oncia è sceso di 5,11 dollari, da 26,50 dollari nel Q3 2012 a 21,39 dollari nel Q3 2013. Ciò è dovuto alle maggiori vendite di argento e alla riduzione dei costi. Questo aspetto è positivo nel breve termine ma può danneggiare le compagnie minerarie nel medio/lungo termine.

articolo completo su: srsroccoreport.com


lunedì 16 dicembre 2013

mai successo prima




Sono appena tornato dalla visita presso una delle quattro principali raffinerie svizzere di oro. Il direttore della raffineria mi ha confidato che ci sono state diverse volte quest'anno in cui non sono stati in grado di reperire oro fisico: ciò mi ha scioccato. Stanno fondendo lingotti "good delivery" da 400 once, rottami e minerale appena arrivato dalle miniere, in pratica tutto l'oro su cui riesconoa  mettere le mani. Questo signore è stato in attività per 37 anni, lui era lì durante l'ultimo mercato toro negli anni settanta. 

Gli ho chiesto quando è stata l' ultima volta che questo è successo, che non era in grado di reperire oro fisico: mi ha risposto "mai". Gli ho ripetuto la domanda:  mi sta dicendo veramente che negli ultimi 37 anni nei quali avete lavorato nel settore dell'oro non è mai accaduto?  Lui ha confermato: "questo non è mai accaduto".

Tutti e quattro raffinerie svizzere combinate quest'anno possono fornire alla Cina 2mila tonnellate di oro. Dobbiamo poi aggiungere l'oro fornito alla Cina dalla zecca di Perth (Australia) Mint in Cina e le 400 tonnellate di minerale estratte annualmente dalle miniere in territorio cinese. Ho il sospetto che la domanda cinese totale può arrivare ad assorbire l'intera produzione mineraria globale di quest'anno. 
Il direttore della raffineria svizzera mi ha anche fatto notare che in Cina ci sono 6 raffinerie aderenti alla LBMA ma lui non ha mai visto un lingotto d'oro cinese, stanno tenendoselo tutto. L'oro che arriva in Cina è se finisse in un buco nero. Non credo che sarà disponibile sul mercato per i decenni a venire. I cinesi non stanno comprando oro per speculare, lo stanno acquistando come parte della costruzione di ricchezza per le generazioni future. Quando i comunisti giunsero al potere nel 1949, il generale Chiang Kai-shek e l'esercito nazionalista fuggirono dal paese e si portarono via tutto l'oro. In quel momento la Cina non aveva l'oro, anche se avevano migliaia di anni di storia con l'oro hanno dovuto ricominciare tutto da capo. 
Negli ultimi decenni stanno gradualmente ricostruendo le loro riserve auree, con una accelerazione negli ultimi tre anni, oltre a incoraggiare gli investimenti in oro da parte dei comuni cittadini.
    

  Alex Stanczyk

 articolo completo su: ingoldwetrust.ch

 

raggiunto il picco della produzione di oro ?


(...)
Considerate per esempio il caso del Sud Africa, famoso per le sue miniere di oro:
Nel 1971 il Sud Africa ha prodotto 47,5 milioni once di oro, pari al 68% della produzione mineraria mondiale.
Nel 2011, il Sud Africa rappresentava solo il 7% della produzione d'oro con circa 8 milioni di once di produzione mineraria.
Nonostante tutti i progressi tecnologici e miliardi di dollari di investimenti per esplorazione e sviluppo, da allora la produzione d'oro del Sud Africa è calata del 82%.
Il Sud Africa non è un'anomalia, perché anche negli Stati Uniti negli ultimi 20 anni la produzione è in calo del 30%. Attualmente le scoperte di nuovi giacimenti sono piccole, in aree remote, e sono depositi di grado inferiore.

PeakResources.org ha recentemente partecipato a un convegno di aziende minerarie aurifere a Londra, in quell'occasione abbiamo appreso che i bilanci di esplorazione sono stati tagliati! Nessune nuove esplorazioni e progetti molto ridimensionati.

 

per approfondimenti: peakresources.org/

venerdì 13 dicembre 2013

sempre diretto a 1180

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L’oro sta rispecchiando, ancora una volta, un movimento che sembra scritto negli annali dell’analisi tecnica.Analizzando le mie affermazioni, possiamo verificare che:
1) Il rimbalzo c’è stato, ma non solo, è arrivato esattamente a lambire la neckLine di un testa e spalla ribassista passante per quota 1260.
2) Oggi è il 13 dicembre e la proiezione temporale indicata in grassetto è la data perfetta per cercare quel minimo in area 1180 che potrebbe far rimbalzare temporaneamente le quotazioni in attesa di un ultimo possibile affondo, quello che vado a predire oramai da molti mesi.
3) Il mio consiglio di fare molta attenzione ad andare long direi che ha messo in guardia da facili entusiasmi sul rimbalzo della scorsa settimana.

A questo punto ritengo che tra oggi e lunedì un ulteriore affondo sia molto probabile e che l’area 1180 sia il target raggiungibile in questo frangente (doppia linea nera orizzontale nel grafico sopra).
A livello matematico, sempre smentibile, a questo punto direi che l’area 1100 sia raggiungibile in tempi ragionevolmente veloci, anche perché a questo livello avremmo il primo target dettato dal “testa e Spalla ribassista” in essere che andrebbe a consolidare tutte le tesi esposte nelle mie analisi precedenti.

     Davide Spinelli

articolo completo su: truccofinanza.it

giovedì 12 dicembre 2013

tenete i soldi in tasca

Gerald Celente : tenete i soldi in tasca, o non saranno più i vostri soldi

Lo scorso febbraio aveva iniziato a intravedere una forte similitudine fra l’attuale situazione monetaria e quella precedente la Seconda guerra mondiale, mentre in ottobre aveva lanciato un chiaro allarme : il dollaro collasserà : “Lo dico a voi tutti, se non avete i vostri soldi in tasca, non sono soldi vostri.”
“E’ in corso una guerra valutaria – prosegue Celente – Nel 1930 il Giappone si sottrasse al gold standard e cominciò a svalutare la propria moneta per rendere i prodotti più economici. E lo fece a tal punto, che la sua valuta scese di oltre il 60% nei confronti del dollaro e di oltre il 40% nei confronti della sterlina britannica.
Fu così che ebbero inizio le guerre commerciali [...] La stessa cosa si ripete adesso. [...] Dal 2008 non c’è alcuna ripresa economica. La sola ripresa che c’è stata si è ottenuta pompando denaro a buon mercato nel sistema.
Sono in corso delle guerre valutarie. Si pompa il sistema con denaro a buon mercato. L’unica differenza rispetto al 1930 è che la Cina di oggi è il Giappone di allora.
La Cina ha eclissato gli Stati Uniti dal ruolo di più grande nazione commerciale. E’ questo è il nemico, adesso.

[...] Entro il secondo trimestre del 2014 ci aspettiamo di toccare il fondo, oppure che possa accadere qualcosa per distogliere la nostra attenzione mentre staremo affondando.”

fonte: ticinolive.ch

 

la sfera di cristallo per il 2014

Krassimir Petrov

La sfera di cristallo


A  Doug Casey piace dire che è un grosso errore fare una previsione che include sia un evento sia un riferimento temporale. Ogni tanto, tuttavia, si può fare un'eccezione, se non altro per puro intrattenimento.
 
Penso che sarà chiaro a maggior parte dei metalli preziosi investitori che la correzione è finita e che la seconda metà di questo fortissimo mercato toro dell'oro riprenderà il suo corso ben prima della fine del 2014.


Alla base di questa mia previsione c'è anche una conversazione che ho avuto  recentemente con Krassimir Petrov. Krassimir è un vero uomo internazionale, è professore universitario in Bulgaria aderente alla Scuola austriaca  di Von Mises, attualmente vive in Tailandia. L'ultima volta che lo avevo intervistato, ha predetto con precisione la tempistica del corrente ciclo toro dell'oro più di altri analisti più famosi, un fatto che mi ha colpito molto. 
Ques'ultima intervista è stata molto lunga e densa di importanti pensieri e intuizioni: ora posso cercare di farvi un riassunto.
Sulla base dell'analisi ciclica, dell'analisi tecnica, analisi dei fondamentali e sull'analisi di portafoglio, Petrov dice che quest'anno potremmo aver già visto il minimo del mercato dell'oro, ma molto probabilmente potremo dire di averlo orami alle spalle solo entro sette mesi. Parliamo quindi della prima metà del 2014, un periodo che sta avvicinandosi rapidamente.
Detto questo, vorrei ricordare anche che Krassimir Tale è convinto che la fase di euforia per il mercato dell'oro - cioé quando il parco buoi si getta a capofitto nel mercato dell'oro e perfino il vostro tassista vi consiglierà di comperarlo - è ancora distante almento sei anni.  Chi è già investito in oro potrebbe rimanere deluso dai tempi lunghi di attesa prima di raccogliere grandi ricompense, tuttavia si tratta di un'ottima notizia perché potremo fare tanti soldi nel lungo rialzo prima di arrivare alla fase di esuberanza del mercato,  proprio come abbiamo fatto nella prima metà del questo mercato toro epico.

Credo ancora che sia impossibile prevedere il minimo esatto di una correzione del mercato, tuttavia se consideriamo che la maggior parte delle miniere sono già costrette a vendere il metallo estratto sottocosto o con forti sconti, è chiaro come il sole che la cosa da fare è costruire una posizione mentre i prezzi di mercato sono bassi. Non è il caso di perdere questo treno che sta per partire.  
Incoraggio quindi tutti gli investitori ad acquistare ciò che gli altri stanno vendendo, con il coraggio dello speculatore "contrarian", anche se questa la parte più difficile da attuare per seguire la regola di "comprare basso e vendere alto". 
 
     Louis James
      Senior Metals Investment Strategist presso Casey Research

 fonte: Casey Research


 

mezza Bankitalia in vendita

Il Passaparola di Lucio di Gaetano, ex-dipendente Banca d'Italia

"Sono Lucio Di Gaetano, nella vita mi sono sempre occupato di banche, per cinque anni ho lavorato in Banca di Italia, per altri sette ho lavorato nel settore privato e ora faccio il consulente di azienda.
Sono qui per parlarvi della fregatura che il governo Letta, di nascosto, mentre si dichiarava la decadenza di Berlusconi ha fatto a danno di tutti gli italiani, attraverso il decreto sulla rivalutazione delle quote della banca di Italia, per avere 900 milioni di Euro senza sforare il tre per cento del deficit. Ne regaleremo 450 all’anno agli azionisti della Banca di Italia, che come sapete sono privati.
Ma facciamo un passo indietro, perché la banca di Italia nella governance ha azionisti privati? Perché c’è questa situazione da mondo di Oz dove un istituto di diritto pubblico è partecipato da banche private che sono detenute da fondazioni controllate dai partiti?
 

La Banca di Italia nasce nel 1893 ed è completamente detenuta da azionisti privati, all’epoca si usava così. Nel 1926 il governo fascista la pubblicizza e espropria i suoi azionisti. Successivamente le quote del capitale della Banca di Italia vengono cedute alle banche, nel frattempo pubblicizzate a causa della crisi degli anni '30. Nel '93, a seguito della crisi finanziaria il governo Amato concepisce un mostro giuridico, la privatizzazione delle banche italiane mediante la'attribuzione delle loro quote di controllo alle fondazioni nominate dai partiti.
Il grosso del capitale viene quotato in borsa e di conseguenza oggi ci troviamo nell’azionariato della Banca di Italia, banche che agiscono con logiche di soggetti privati.
Per fortuna il mostro in passato è stato in qualche modo limitato, perché? Perché la ripartizione degli utili prodotti dalla Banca di Italia è sempre stata riservata in minima parte ai suoi azionisti privati, non più dello 0,5 per cento delle riserve, che ammontano più o meno a 22 miliardi di Euro. Per cui anni buoni e anni cattivi non hanno consentito agli azionisti di prendere più di 50 - 70 milioni di Euro all’anno dal capitale della Banca di Italia, che non si è mosso dalla cifra originaria di 156 mila Euro con cui era stato valorizzato.
 

Nel 2005 il governo Berlusconi stabilisce che le quote nel capitale della Banca di Italia, detenute da soggetti non pubblici debbano passare entro tre anni allo Stato. Sono passati otto anni e quella legge è rimasta inattuata.

Il 27 novembre notte tempo, mentre il Parlamento dichiara la decadenza di Berlusconi e tutti i cittadini sono distratti, Saccomanni fa una clamorosa marcia indietro, con un decreto legge stabilisce che la Banca di Italia non sarà più destinata a diventare un istituto di diritto pubblico detenuto dallo Stato, ma una public company, ovvero una società a azionariato diffuso con azionisti tutti privati.
Inoltre, il capitale della Banca di Italia passerà dagli attuali 156 mila Euro a 7,5 miliardi di Euro, con un forte vantaggio patrimoniale per tutti partecipanti, che saranno obbligati a pagare una imposta, per di più agevolata, del 12%, e avranno, poi, tutto il tempo per eseguire l’obbligo di vendita della quota eccedente il 5% eventualmente detenuta, con una fortissima plusvalenza.
E torniamo alla fregatura di cui parlavamo all’inizio, la cosa più importante è che fino a oggi la Banca di Italia non poteva distribuire un utile superiore al 10% dell’attuale capitale sociale, di 156 mila Euro, più una quota delle riserve, che per prassi non superava mai lo 0,5 per cento all’anno.
Nel progetto del governo Letta questo limite viene alzato al 6% del nuovo capitale sociale di 7,5 miliardi di Euro, vale a dire ben 450 milioni di utili distribuibili all’anno.
Non è cosa di poco conto, perché se i grandi banchieri possono brindare a champagne i cittadini non hanno proprio nulla da festeggiare! Quei 450 milioni, se non fossero dati ai banchieri privati andrebbero dritti nelle casse dello Stato. Come è stato fino a oggi.



 
  Lucio di Gaetano

mercoledì 11 dicembre 2013

gli stati del Golfo scartano l'euro



Gli stati di Arabia Saudita, Qatar, Bahrain e Kuwait, tutti membri del Gulf Cooperation Council, stanno progettando un'unione monetaria con una singola valuta.
La nuova valuta sarà ancorata al dollaro statunitense, non all'euro, che sta scendendo in terza posizione nei commerci internazionali, scalzato dallo yuan cinese.

  fonte: armstrongeconomics.com 


N.B. ricordo che i cinesi a loro volta stanno spingendo per un nuovo paniere di valute di referimento per gli scambi internazionali e per le riserve, con un ruolo importante per l'oro fisico all'interno di questo paniere.


martedì 10 dicembre 2013

futures sospesi per troppo rialzo

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L'oro sopra 1260 dollari per oncia e l'argento oltre i 20 stanno estendendo il rialzo di ieri sera.
Oggi alle 8:07 ora di New York il mercato dei futures dell'oro è stato sospeso perché sono stati scambiati oltre 3mila contratti in un secondo, facendo impennare il prezzo di 10 dollari.

Quest'anno il mercato era stato sospeso anche il 12 aprile, il 12 settembre, l'11 ottobre, il 20 e il 25 novembre, però sempre per eccesso di ribasso.

effetti avversi dello stimolo monetario


(...) abbiamo un paradosso: la crescita del PIL resta positiva; anzi artificialmente forte a causa della sotto-stima dell'inflazione, mentre in realtà l'economia è in crisi. L'aumento del PIL, che riflette il denaro speso dai pochi fortunati prima che venga assorbito dalla circolazione generale, nasconde una situazione economica peggiore. L'effetto di una nuova espansione monetaria non farà star meglio la maggioranza delle persone; invece li farà stare peggio a causa dell'effetto del trasferimento di ricchezza. Non c'è da stupirsi se la disoccupazione rimane ostinatamente alta.
 
Il problema per le banche centrali è che l'alternativa al mantenimento di un ritmo crescente di crescita monetaria è quello di provocare una crisi del debito, la quale coinvolgerebbe sia i governi più indebitati sia le imprese troppo estese ed i proprietari di case. Questo era il motivo per il presunto tapering: mettere un freno al tasso di creazione della moneta; è stato rapidamente abbandonato a causa della destabilizzazione dei mercati mondiali. 
Con le banche sottocapitalizzate già schiacciate da crediti inesigibili e passività dei depositanti, c'è il potenziale per una cascata di fallimenti finanziari. E mentre molti banchieri centrali potrebbero trarre profitto dalla lettura e comprensione di questo articolo, la verità è che non vengono nominati per affrontare la realtà: l'inflazione monetaria è economicamente distruttiva, e l'escalation dell'espansione della moneta porterà alla sua logica conclusione, ovvero, la moneta diventerà senza valore.


     Alasdair Macleod


articolo completo su: johnnycloaca.blogspot.it