Hans-Werner Sinn |
Oggi uno dei principali consiglieri economici della Merkel, il tremendo prof Hans-Werner Sinn, appena dopo che sono usciti questi dati industriali mensili per l'Eurozona stamattina migliori del previsto, è apparso sul Financial Times con un editoriale stasera dedicato a spiegare che la Grecia e altri paesi possono ora uscire dall'Euro e che è meglio che escano rispetto agli Eurobonds o altre forme di sostegno e che per i paesi in difficoltà CHE NON ESCANO DALL'EURO UNA RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO E' NECESSARIA (qui parla dell'Italia...).
"...Greece would benefit from orderly exit followed by devaluation. Exit should be accompanied by haircuts that convert debt into national currencies and an option to re-enter at a later date would strengthen the country’s zest for reform. A common debt moratorium for overly indebted countries not exiting the euro may also be needed....
Come mai ora getta la maschera ? Perchè ormai mancano solo poche settimane all'elezione della Merkel (se leggi i commenti all'articolo ...)
Scrive che l'Euro è come il vecchio sistema di Bretton Woods e che si può anche uscirne e poi eventualmente tornarci, ma il succo se guardi i commenti che sul sito del Financial Times sono sempre acuti è: "hanno solo aspettato che finalmente arrivasse l'elezione per la Merkel, (a settembre) e poi faranno uscire finalmente dall'euro la Grecia e forse anche il Portogallo ..."
Il prof Hans-Werner Sinn, incoraggiato dal dato di oggi e dato che ormai manca poco all'elezione è finalmente molto chiaro, l'austerità è necessaria e deve continuare, ma alcuni paesi possono uscire dall'Euro. Hanno solo aspettato che la Merkel venga eletta di nuovo a settembre e ora che mancano poche settimane cominciano a mettere le mani avanti.
G.Z.
fonte: cobraf.com
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Sono ancora validi gli avvertimenti lanciati da quest'altra fonte, sempre tedesca?rapporto del Bertelsmann-Stiftung sull' Italia
Il Bertelsmann
Stiftung, eminente think tank tedesco, ha pubblicato un interessnate rapporto relativamente ai supposti
effetti legati ad un’uscita selettiva dall’euro. Il documento si
intitola “Economic impact of Southern European member states exiting the
eurozone”1,
del giugno 2012. Secondo l’autore, tale documento non ha avuto l’eco
che meritava, soprattutto in relazione ai contenuti espressi, che si
ritiene molto “forzati” per quanto riguarda il coinvolgimento
dell’Italia, oltre che per le conseguenze di una interpretazione
acritica dei risultati proposti. Tale documento va letto congiuntamente
con il più conosciuto “twin paper” della stessa fonte del Gennaio 2013,
in cui si dà conto di come il vantaggio competitivo accumulato dalla
Germania negli ultimi 12/13 anni sia ascrivibile in buona parte –
sebbene non completamente – all’adozione della moneta unica (“How
Germany Benefits from the Euro in Economic Terms”).
In buona sostanza, sembra emergere da un lato una chiara
convenienza tedesca alla presenza dell’euro come moneta regionale unica e
comune, con indubbi vantaggi accumulati dalla Germania.
Dall’altra viene fatta una valutazione sui costi associati all’uscita
dall’Euro – vari scenari – con dettaglio di costo a livello dei
principali Paesi mondiali.
La cosa che stupisce sembra essere che l’uscita dei paesi
periferici dall’Euro inclusa l’Italia determinerebbe quasi un collasso
dell’economia globale, con un danno non solo della Germania ma anche
degli Stati Uniti, Giappone, mercati emergenti etc. nell’ordine di
svariate migliaia di miliardi di EUR (trillions, più di 17, vedasi
oltre…)
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