Brinks accusa una forte riduzione delle scorte d’oro al Comex
Il rialzo dell’oro riscontrato questa
settimana non e’ dovuto solo alle parole di Ben Bernanke in relazione al
proseguimento delle politiche monetarie accomodanti (ovvero
ultraespansive). Una delle cause piu’ rilevanti (sebbene non divulgata
in modo sufficiente) e’ il continuo declino delle scorte di metallo
giallo al Comex di New York.
Grandi acquirenti di oro fisico a
livello internazionale (in particolare compratori asiatici) esigono la
consegna di oro fisico alla chiusura dei contratti “futures”. Come
conseguenza, le scorte al Comex si stanno prosciugando a ritmi
estremamente spediti. Giovedi’ 11 luglio le scorte sono diminuite di un
altro 1,5% (vedi tabella sopra).
La società Brinks ha accusato un massiccio calo delle proprie scorte di oro negli ultimi giorni di contrattazione. L’enorme calo da parte di Brinks segue un calo simile accusato precedentemente da JP Morgan. Le scorte in oro di Brinks al Comex, sono scese da 570 mila once registrate il 3 luglio a 257 mila once in data 11 luglio. Un calo netto di 313 mila once – ovvero un crollo pari al 55% in una sola settimana di trading. Le grandi istituzioni finanziarie depositarie delle scorte del Comex (Scotia Mocatta, JP Morgan Chase, Brinks Inc. HSBC Bank USA), registrano un totale di 7 milioni 96 mila once d’oro inventariate, per un controvalore di 9,1 miliardi di dollari americani. Un importo estremamente esiguo rispetto alle altre assets class (azioni, obbligazioni, liquidità e altre).
Se si dovesse verificare una rapida
fuoriuscita di capitali da questi assets per convergere sull’oro fisico
potremmo assistere a un default del Comex. I rapidi movimenti verso
l’oro riscontrati questa settimana dovranno essere attentamente
monitorati in quanto hanno tutte le caratteristiche di una corsa ad
accaparrarsi la maggior quantità di oro fisico detenuto al Comex di New
York.
Riccardo G.
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