LO SCHEMA PONZI DEL DEBITO PUBBLICO E LA GRANDE TRUFFA FINANZIARIA DEL PROFESSOR MONTI
A meno di cambiamenti radicali nella struttura portante dell’eurozona (unione fiscale, banca centrale pubblica, nuovo governo centrale che si occupa dei trasferimenti finanziari all’interno dell’area monetaria), il conto alla rovescia per la fine dell’euro è già partito da un bel pezzo.
La certezza di questa affermazione risiede nel meccanismo anomalo di circolazione dei capitali nei paesi dell’eurozona e dal modo utilizzato dai tecnocrati e dai politici europei per mantenere in vita questo schema ampiamente squilibrato e disfunzionale: alla base di tutta la piramide del debito c’è soltanto la capacità dei cittadini europei di procurarsi reddito da soli offrendosi ai mercati a qualunque prezzo e la loro volontà di continuare a pagare le tasse. Nel caso in cui uno di questi due fattori o entrambi vengano meno, come accade oggi che siamo nel pieno di una spirale recessiva, l’immenso edificio d’argilla è costretto ad implodere miseramente, perché non esiste nessuna entità terza economica o politica (quello che un tempo chiamavamo stato o governo federale) che possa compensare e alleggerire i sacrifici dei singoli cittadini, creando una barriera e un filtro fra questi ultimi e il mercato. (...)
Nel caso dell’Italia e dei paesi dell’eurozona, diversamente dagli USA, il debito pubblico è una grandezza di primaria importanza perché lo stato non ha la certezza di poterlo ripagare essendo denominato in una moneta straniera (l’euro) e il governo deve assicurare continuamente tutti gli investitori che sarà in grado di rimborsarlo fino all’ultimo centesimo, tramite il prelievo fiscale.
In questi giorni il nuovo primo ministro esattore e curatore fallimentare, nonché allibratore e truffatore, Mario Monti sta facendo una maratona da Wall Street a Seoul a Tokyo a Pechino, con la sua inseparabile valigetta in mano, per convincere gli investitori ad acquistare i suoi prodotti finanziari tarocchi e ad entrare nella catena di Sant’Antonio dei titoli di stato italiani, ricevendo in cambio molte strette di mano ma tanto scetticismo: vedete non tutti gli investitori sono stupidi come sembrano e capiscono spesso al volo per intuito, a naso, dove c’è puzza di truffa. Il professore Mario Monti sarà pure una persona rispettabile e seriosa, ma ciò non toglie che l’investimento che propone non ha neppure lontanamente le caratteristiche di un buon affare. Anzi. E’ una truffa in piena regola.
Quando uno fa un investimento crede nella capacità del beneficiario di utilizzare questi soldi in modo produttivo ed efficace per ricavarne un profitto. Se uno investe in una azienda, a meno che non lo fa per fini speculativi di breve termine, crede che quella azienda potenzierà la sua struttura, aumenterà le vendite, migliorerà le sue quotazioni internazionali. Se uno investe in uno stato, crede che lo stato in questione spenderà questi soldi per migliorare le infrastrutture, sostenere le aziende, aumentare la produzione interna, il turismo e le esportazioni e infine ripagare gli investitori che hanno creduto in quello stato. Ma quando uno investe in un stato solo per ripagare i vecchi investitori è chiaro che entra in un meccanismo perverso che è ai limiti della legalità ed in un altro contesto l’intermediario o l’allibratore, che in questo caso è lo stato italiano, sarebbe già stato incriminato per truffa finanziaria internazionale.
fonte e articolo completo: tempesta-perfetta.blogspot.it
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