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sabato 26 novembre 2011

allarme rosso?


Secondo voci non ancora confermate, i cittadini indiani con attività commerciali in Italia hanno ricevuto oggi un comunicato della loro ambasciata che li avvisa della necessità di ritirare al più presto tutto il contante dalle banche in previsione di un crollo della borsa di Milano, degli istituti bancari italiani e quindi di tutta l'Eurozona.
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Secondo il quotidiano inglese "The Telegraph"  il ministero degli esteri di Londra ha richiesto alle sue ambasciate nella zona Euro di prepare piani di emergenza per la protezione degli espatriati britannici in caso di collasso delle banche, impossibilità di prelevare denaro, disordini e sollevazioni.

articolo completo del Telegraph

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Lo scenario "Armageddon" (dall'economista Giovanni Zibordi)

Nel caso in cui la BCE decida di NON AGIRE come prestatore di ultima istanza per l'area dell'euro si profila uno scenario da Armageddon.
La ragione per cui "i falchi" del Nord-Europa non offrono alcuna alternativa reale alla soluzione della BCE come un prestatore di ultima istanza è perché l'alternativa è il collasso economico - e riconoscerlo per loro non è ora politicamente accettabile. Sappiamo che l'Italia darà default senza la banca centrale europea che interviene, sulla base dell'analisi di cui sopra. Il default in Italia scatenerebbe una cascata di fallimenti bancari interconnessi e una depressione, come fece l'insolvenza di Creditanstalt nel 1931. L'Italia potrebbe uscire unilateralmente dalla zona euro e ridenominare i debiti in euro alla pari in una "lira nuova" per prevenire il default? Forse. Questo è qualcosa da considerare in un secondo momento. Per ora, ecco cosa accadrà in caso di insolvenza Italia.

1. Evento creditizio :  un default italiano sarebbe un "evento creditizio" in termini legali, il che significa che non potrebbe verificarsi in applicazione del regime di "riduzioni" volontarie che l'UE sta cercando di forzare con i creditori della Grecia perché l'Italia è semplicemente troppo grande per le banche perchè accettino le svalutazioni necessarie per far fronte alla sua insolvenza. In questo modo quindi un default parziale italiano renderebbe molte istituzioni finanziarie insolventi. Un default italiano sarebbe di conseguenza incontrollato e subito cristallizzerebbe perdite nei bilanci di tutti quelli in Europa (e nel mondo) che contengano obbligazioni di stato o bancarie italiane.

2. Corsa agli sportelli delle banche italiane :  una volta dichiarato un default dell'Italia, le banche italiane sarebbe insolventi poiché sono i più grandi detentori di debito sovrano italiano. La svalutazione degli attivi di Unicredit di 10 miliardi di qualche giorno fa e gli ultimi risultati di bilancio, come queste banche sono già deboli e il crollo dei loro bonds negli ultimi giorni sta spaventando tutti. Pertanto, dovremmo anticipare corse agli sportelli in Italia che vanno oltre il caso di una o due banche particolarmente deboli (come Monte dei Paschi di Siena e Banco Popolare).

3. Insolvenza di Spagna, Portogallo e Slovenia :  altri creditori sovrani più deboli all'interno della zona euro, in assenza di sostegno del Fondo Monetario verrebbero messi sotto pressione con vendite pesanti dei loro bonds e debito bancario. Questo include Spagna, Portogallo e Slovenia, ma forse includerebbe anche il Belgio e poi forse l'Austria a causa della sua esposizione delle sue banche verso l'Europa orientale. Questi governi seguirebbero l'Italia dichiarando default e poi, a cascata le perdite si abbatterebbero sui loro sistemi bancari. Questi default porterebbero ad un insolvenza delle banche nazionali come in Italia. Paesi come Irlanda, Portogallo e Grecia vorrebbero il default per sfuggire alle restrizioni soffocanti dell'austerità, dato il percorso di solvibilità ora insostenibile che una profonda depressione potrebbe causare. Probabilmente, questi paesi avrebbero quindi un default. Diversi analisti stimano eventuali perdite in Grecia fino al 90%.
Nello scenario di un default italiano, queste perdite si cristallizzeranno nel giro di qualche ora, senza lasciare il tempo di reagire se non a pochissimi.

4. Contagio in Europa orientale : Le perdite di Unicredit includevano svalutazioni significative in Europa orientale e Asia centrale (Kazakistan e Ucraina). Un'area di contagio potrebbe essere quella di altre banche con esposizione alle economie deboli altrove in Europa orientale come l'Ungheria e Slovenia. L'Ungheria, già sotto la minaccia di un downgrade del suo debito sovrano a livello di "spazzatura", in mezzo a una svalutazione record del cambio Fiorino / Euro tasso, soffrirebbe certamente il contagio.

5. Insolvenza di Euro banche : Altri creditori con significativa esposizione verso l'Italia avrebbe svalutazioni enormi, l'esposizione bancaria nei paesi importanti al debito italiano è di un ordine di grandezza triplo che verso la "periferia" . Le istituzioni finanziarie con maggiore esposizione potrebbe essere ricapitalizzata dallo Stato francese o tedesco o olandese. Le domande qui per Germania, Francia e Paesi Bassi sono: a) un sostegno alle loro banche significa però che i loro obbligazionisti avrebbero perdite, a differenza di quelli in America ? b) cosa succederebbe al loro debito sovrano e "punteggio" del loro credito? c) che implicazioni avrebbe sulla disponibilità di credito e la crescita economica?

6. I credit default swap:  un default italiano sarebbe un "evento creditizio" legalmente, si innescherebbero quindi le credit default swap, molti dei quali sono stati vendute dalle istituzioni finanziarie americane. Sarebbero queste istituzioni in grado di pagare e quanto inciderebbeo le perdite italiane sulla loro base di capitale? Le stesse domande per i paesi dell'eurozona diventano applicabili anche alle banche americane che in alcuni casi potrebbero essere ricapitalizzate dallo Stato.

Ci sono altre potenziali aree in cui questo default avrebbe ripercussioni in termini di controlli sui capitali, disordini civili, disgregazione dell'eurozona, ma tutto questo è solo ipotetico. Gli elementi invece certi nel caso di default dell'Italia sono:
i) un "evento creditizio" che mette in bancarotta le banche italiane
ii) corse agli sportelli
iii) la Spagna, Portogallo e la Slovenia insolventi e un contagio in Europa orientale
iv) qualche banca europea importante insolvente
v) le credit default swap che scattano per le banche americane che le hanno vendute. Chiaramente, tutto questo significherebbe una recessione economica profonda e paragonabile all Grande Depressione.

Questa sarebbe un onda di crisi che rotolarebbe attraverso la zona euro infettando sempre più paesi e arrivando sempre più vicino al "nucleo" germanico alla fine. Questo perchè il problema è strutturale: tutti i paesi della zona dell'euro hanno nel sistema attuale vincoli di liquidità e tutti alla fine soccomberebbero all'onda di insolvenze, uno per uno, fino a quando non si concordi un soluzione sistemica: o la monetizzazione completa e unione fiscale oppure rottura dell'eurozona e dell'euro.

COME PROTEGGERSI

In questo scenario, in cui la BCE NON MONETIZZA IL DEBITO ITALIANO E SPAGNOLO E HAI UNA "LEHMAN" ITALIANA avrai una catena di eventi imprevedibili che certamente coinvolgono disordini civili, repressione dei governi, nazionalismo economico o anche svalutazioni monetarie competitive, controlli valutari e guerre commerciali.  Queste dinamiche di deflazione del debito significano che la produzione economica diminuirebbe in modo significativo, e così le borse e le obbligazioni societarie specie ad alto rischio. Anche i prezzi delle materie prime potrebbe declinare molto. A seconda della risposta politica dei governi, invece le obbligazioni di stato e i metalli preziosi sono i "jolly" che possono sia salire che scendere.
Ma in un mondo di repressione finanziaria, di deprezzamento delle valute una contro l'altra e di inflazione, metalli preziosi e terra potrebbero però essere settori che non perdono. 


fonte: www.cobraf.com

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