Non si vende il futuro
Questo non è un post per economisti. E’ una piccola guida dedicata alle persone di buon senso. Potete star sicuri che qualunque ipotetico “studioso” di economia classica leggerà questo piccola guida strabuzzerà gli occhi e griderà allo scandalo. Perché è un microscopico granello di sabbia che fa saltare tutta l’immensa costruzione di carta che caratterizza l’odierno sistema finanziario. (...)Lo scenario attuale
Lo scenario lo conosciamo bene. Enormi societa finanziarie che soffocano perfino intere nazioni, multinazionali imponenti che delocalizzano le produzioni, un feroce capitalismo “a lama” (ovvero con una piccolissima parte di popolazione ricchissima e uno sterminato esercito di poveri) che si diffonde in tutto il mondo, le materie prime e perfino gli alimentari che soffrono di una “costruzione” finanziaria sovrastante che ne modifica il prezzo globale, eccetera eccetera.
Come nascerà la crisi globale? L’apocalisse che incenerirà tutto?
Beh è possibile che sia generata dalla crisi del debito di un paese
sufficientemente “pesante” nell’economia mondiale, cosi’ come dalla
crisi sistemica dei giganti della finanza, cosi’ come si è rischiato nel
2008.
Fin dove arriva la valanga? Quali conseguenze verificabili o ipotizzabili ha uno scenario del genere? E’ chiaro che “in ipotesi” si fermerebbe tutta l’economia. Dell’intera Europa, degli Stati Uniti, della Cina, dell’Australia, del Brasile, insomma un “blocco sistemico globale”. Si potrebbe pensare che le merci non circolano, blocco del commercio, delle transazioni bancarie, dei trasporti, dell’energia, insomma un vero “black-out” a livello planetario. Pero’ pensiamoci bene. In realtà, si fermerebbe semplicemente perchè noi pensiamo che si fermi. Ovvero perchè sentendo la parola “fallimento” penseremmo che la società non ci paghi, che la banca non eroghi il credito, magari correremmo tutti in banca a ritirare i nostri risparmi, causando cosi’ la vera caduta del sistema, quella dell’economia reale. E’ per questo che io propongo in questa casistica di non pensare minimamente che si tratti di “fallimento”. Ma di “risanamento”. Dovrebbe essere usata questa parola, perchè la verità è che TUTTE le attività produttive dell’economia reale e non strettamente finanziaria, continuerebbero tranquillamente ad operare. Chi si troverebbe in difficoltà? I termini di cassa, i fornitori, i clienti e l’economia reale certamente no.
(...)
Il problema è che sto “giochino” sta letteralmente avvelenando e uccidendo il pianeta intero. Sapete qual’è la durata media di possesso di un qualsivoglia titolo nell’attuale sistema? Circa 40 secondi. E la posta in gioco nell’immenso casino’? Trilioni e Trilioni di dollari. Ipotetici o “reali” a seconda di “come li si prende”. Diciamo delle cifre con circa 18 zeri dietro.
(...)
Proposta di riforma del sistema finanziario
Ora proviamo noi a fare un’altro “giochino”. Mettiamo il caso, nella situazione attuale e in condizioni di mercato normale e reale, che il valore di capitalizzazione di borsa non possa superare un cap. Cioè un valore massimo. Che altro non è che il valore dello stato patrimoniale di una società (da cui sono stati espunti i valori di azioni e obbligazioni o meglio rappresentati diversamente così come descritto piu’ avanti, ovvero come quota delle partecipazioni) + un “bonus” rappresentato dai possibili ragionevoli utili. Diciamo un 30% del valore certificato dallo stato patrimoniale riclassificato. A prezzo di normale mercato degli asset ivi contenuti, come da legge, ma con le quote appunto mobiliari “nuove” espresse in percentuale e non in valore. Stiamo commettendo un delitto? Non mi pare. Stiamo semplicemente facendo equivalere i due valori dell’effettivo valore certificato dalla società stessa in stato patrimoniale (riclassificato come sopra) con la capitalizzazione di Borsa.
(...)Fin dove arriva la valanga? Quali conseguenze verificabili o ipotizzabili ha uno scenario del genere? E’ chiaro che “in ipotesi” si fermerebbe tutta l’economia. Dell’intera Europa, degli Stati Uniti, della Cina, dell’Australia, del Brasile, insomma un “blocco sistemico globale”. Si potrebbe pensare che le merci non circolano, blocco del commercio, delle transazioni bancarie, dei trasporti, dell’energia, insomma un vero “black-out” a livello planetario. Pero’ pensiamoci bene. In realtà, si fermerebbe semplicemente perchè noi pensiamo che si fermi. Ovvero perchè sentendo la parola “fallimento” penseremmo che la società non ci paghi, che la banca non eroghi il credito, magari correremmo tutti in banca a ritirare i nostri risparmi, causando cosi’ la vera caduta del sistema, quella dell’economia reale. E’ per questo che io propongo in questa casistica di non pensare minimamente che si tratti di “fallimento”. Ma di “risanamento”. Dovrebbe essere usata questa parola, perchè la verità è che TUTTE le attività produttive dell’economia reale e non strettamente finanziaria, continuerebbero tranquillamente ad operare. Chi si troverebbe in difficoltà? I termini di cassa, i fornitori, i clienti e l’economia reale certamente no.
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Il problema è che sto “giochino” sta letteralmente avvelenando e uccidendo il pianeta intero. Sapete qual’è la durata media di possesso di un qualsivoglia titolo nell’attuale sistema? Circa 40 secondi. E la posta in gioco nell’immenso casino’? Trilioni e Trilioni di dollari. Ipotetici o “reali” a seconda di “come li si prende”. Diciamo delle cifre con circa 18 zeri dietro.
(...)
Proposta di riforma del sistema finanziario
Ora proviamo noi a fare un’altro “giochino”. Mettiamo il caso, nella situazione attuale e in condizioni di mercato normale e reale, che il valore di capitalizzazione di borsa non possa superare un cap. Cioè un valore massimo. Che altro non è che il valore dello stato patrimoniale di una società (da cui sono stati espunti i valori di azioni e obbligazioni o meglio rappresentati diversamente così come descritto piu’ avanti, ovvero come quota delle partecipazioni) + un “bonus” rappresentato dai possibili ragionevoli utili. Diciamo un 30% del valore certificato dallo stato patrimoniale riclassificato. A prezzo di normale mercato degli asset ivi contenuti, come da legge, ma con le quote appunto mobiliari “nuove” espresse in percentuale e non in valore. Stiamo commettendo un delitto? Non mi pare. Stiamo semplicemente facendo equivalere i due valori dell’effettivo valore certificato dalla società stessa in stato patrimoniale (riclassificato come sopra) con la capitalizzazione di Borsa.
C’è una maniera per cercare di salvare qualcosa dei famosi “asset immaginari” nel nuovo sistema e giovarcene tutti, e in realtà, ci aiuta anche a capire come innescare il “meccanismo”.
E’ altresi’ ovvio che nel momento in cui
un qualunque governo mondiale di una certa “dimensione” in termini di
Pil globale annunciasse un provvedimento del genere, la prima cosa che
succederebbe sarebbe la corsa alla vendita dei famosi “asset immaginari”
alla ricerca di “asset tangibili”, prima che essi vengano pressochè
“cancellati” dalla nuova riforma. E dove andrebbero? Mi pare ovvio che
il primo riferimento diventa un asset tangibile o “bene rifugio” come
l’oro, o come l’argento. In termini di possesso fisico di una quota
appunto tangibile. Acquistandolo sul mercato dai vari operatori. Che poi
l’oro risieda fisicamente in Svizzera, Sudafrica o Stati Uniti o
dovunque esso sia, non è un problema.
E la cosa non è affatto cosi’ negativa come si potrebbe pensare. Anzi. In quanto cio’ che succede è l’innesco di un meccanismo.
L’Italia dà preavviso (di tre mesi ad
esempio) che adotterà un sistema similare. Con la raccomandazione ad
enti istituzionali, fondi pensione, banche e assicurazioni, cittadini e
altro di trasformare gli asset mobiliari in asset “tangibili”, siano
essi oro od argento, Si innesca una corsa furiosa a vendere tutti gli
asset di tutte le società quotate in borsa, nonché i titoli di Stato per
comprare oro (o argento). La quotazione dell’oro mondiale spicca il
volo. Nel giro di 3 giorni è triplicata, nel giro di 10 giorni è
aumentata di 5 volte. Mettiamo che alla fine dei tre mesi di “festival”
sia arrivata a 10 volte la sua quotazione iniziale, in quanto gli si
sono riversati tutti i flussi “ex finanziari” della borsa di Milano e in
piu’, TUTTI gli altri paesi comincerebbero a comprare oro e argento,
mentre la capitalizzazione di borsa di Milano andrebbe vero lo zero e
rientrerebbe praticamente da sola senza alcun bisogno di altro nei
famosi “parametri di capitalizzazione” (cap) ipotizzati dalla norma
“protocollo” varata, alias il valore dello stato patrimoniale delle
varie società quotate + il famoso 30%, o altro sistema che sia voluto
adottare. E’ altresi’ ovvio che si bloccherebbe o quasi il sistema di
vendita dell’oro per “intasamento” del medesimo, e in quanto la quantità
di oro disponibile non è illimitata. Ma il prezzo dell’oro non si
fermerebbe affatto.
Ora l’Italia sta al quarto posto mondiale
come riserve auree. Si moltiplicherebbe il valore delle riserve auree
italiane, di 10 volte. Probabilmente MOLTO di piu’, perchè la corsa non
riguarderebbe solo l’Italia a quel punto. Attualmente il valore delle
riserve è di circa 110 miliardi di Euro. Diventerebbero (nell’ipotesi
prospettata) all’incirca 1100 miliardi di Euro. Se il valore aumenta di
20 volte siamo a 2200 miliardi di Euro. E l’Italia puo’ venderne anche
una metà per avere la liquidità necessaria per sostenere il “passaggio
epocale”, e tenere in piedi il sistema stato, e varare una norma per
tutti quelli che nel “nuovo sistema”, pur essendo normali cittadini o
pensionati sono finiti sul lastrico. Il globale del debito italiano è di
circa 2000 miliardi di Euro, allo stato attuale.
Sia ben chiaro, nella nuova
configurazione, i BOT e i CCT e gli altri titoli di stato sono stati
“inceneriti”, in quanto diventati rappresentativi, nell’ipotesi
prospettata della famosa quota percentuale dello Stato patrimoniale
all’interno del bilancio dello Stato Italiano + 30% , ma sarebbe
possibile far avere ai loro possessori un rimborso forfettario per il
cambio di sistema in termini di capitale, corrispondente alla
liquidazione della metà delle riserve auree detenute dallo Stato
Italiano (per i detentori di BOT e CCT e titoli dello Stato) ad esempio
tra 8 mesi. Alla data X. Beh, se il prezzo dell’oro schizza davvero in
alto è un ottimo rimborso. Potrebbe perfino trasformarsi in un affare. E
da cosa dipende? Dalla massa in gioco.
Mettiamo il caso che immediatamente dopo
l’Italia, la Grecia, Il Portogallo e la Spagna annuncino provvedimenti
similari. La corsa all’oro diventa una valanga, il prezzo dell’oro va a
quotazioni semplicemente stellari, e le riserve auree di ciascun paese
continuano a salire di valore. Dopo che la Francia ha deciso per il
“protocollo”, il meccanismo diventa inarrestabile, TUTTI gli altri paesi
saranno pressochè costretti ad adottare il “nuovo sistema”. La
Germania, e probabilmente anche gli Stati Uniti. Forse l’Inghilterra al
solito metterebbe qualche problema, in quanto non disponendo di granchè
di riserve auree, ma alla fine la marea di problemi che sarebbe
determinata dal rimanere a “vecchio regime”, la costringerebbe a
“convertirsi”. Alla fine anche la Cina cadrà, perchè piuttosto che
essere impossibilitata a vendere i propri prodotti all’estero, preferirà
far svanire tutte le riserve di titoli di stato statunitensi ed altro
che possiede come PBOC (Banca centrale). E avrà la quota di rimborso che
alla data X potrà avere. In termini percentuali dello Stato
patrimoniale (riclassificato) dello Stato X + 30% a quella data,
rispetto al debito globale. Come gli altri. Non si puo’ determinarne il
valore in quanto dipenderà dalla quotazione dell’oro nella famosa data
X, nel caso prospettato a 8 mesi di distanza dal provvedimento di
“riconversione” dello stato debitore. L’India ha in termini di privati
il possesso di una enorme quantità di oro fisico. Non andrebbe malissimo
nemmeno a loro.
E’ indiscutibile che il nuovo “sistema” o meglio la “rivoluzione” crea una gigantesca bolla dell’oro.
Si è vero, ma l’oro (o l’argento) costituisce “asset tangibile” che NON
produce interessi. E tale bolla si esaurisce soltanto quanto TUTTO il
pianeta si è “riconvertito a nuovo sistema”. E chi più tardi arriva
peggio alloggia, in quanto una cosa è “convertire” nella fase di
passaggio i famosi “ex asset immaginari” a prezzo “attuale” dell’oro o
dell’argento, mentre tra due anni, con ogni probabilità l’oro varrebbe
10/20 volte tanto. Poi è ovvio, il prezzo dell’oro a lungo termine si
normalizzerebbe, ma si ristabilirebbe una situazione di normalità. Di
certo non scenderebbe moltissimo.
Che c’è di male. Abbiamo
semplicemente riconvertito il vecchio sistema planetario in uno “nuovo
di zecca” con il minimo danno possibile. Senza guerre, senza rivoluzioni
e senza sangue.
Ripeto, chi parte per primo avrà il
maggior vantaggio. Il resto seguirà. Per forza di cose. E ci siamo
riappropriati del mondo. Niente piu’ banche d’affari, niente piu’
finanza fasulla. Niente piu’ debito pubblico. Sarà come esserci
risvegliati da un incubo.
Piccole note finali
Badate, non ho scritto questo breve
vademecum perchè dispongo di lingotti d’oro depositati nella mia
cassaforte. Avro’ qualche anellino o collanina. E vi diro’ di piu’,
ovvero che forse e probabilmente perderei il lavoro, in quanto lavoro
come dipendente bancario in un fondo pensione.
Ma come diceva qualcuno “Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui”.
Lukeof
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