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Il grafico sopra offre una confronto dal 2005 a oggi dell'andamento dei prezzi in dollari di oro (linea rossa) e argento (linea blu).
Nel 2005 un oncia di argento veniva scambiata a 6 dollari soltanto. Da allora il prezzo è cresciuto del 233%.
Il crollo delle quotazioni dell'argento avvenuto quest'anno non ha nulla a che vedere con i fondamentali di questo metallo, era unicamente un danno collaterale di una anomala svendita di oro. L'oro è stato schiacciato quando la levitazione dei mercati azionari provocata ad arte dalla Federal Reserve ha risucchiato capitale fuori dal grosso fondo ETF GLD, che è stato costretto a scaricare sul mercato quantità record di lingotti d'oro.
Mentre l'argento ha certamente i suoi meriti peculiari come metallo prezioso e industriale, l'andamento dei suoi prezzi risente normalmente dei movimenti del più importante mercato dell'oro, come si può notare anche nel grafico sopra. Gli investitori acquistano argento quando l'oro è forte, e lo vendono quando l'oro è debole. Così i prezzi d'argento tendono ad amplificare ciò che accadendo nel mercato dell'oro. Nel corso degli ultimi dodici anni, infatti, i prezzi giornalieri dell'argento nel 92% dei casi hanno riflettuto l'andamento delle quotazioni dell'oro.
Se rimangono valide le due linee di tendenza evidenziate nel grafico, i prezzi di entrambi i metalli si trovano ora in zona di supporto. Nel corso del 2014 dovrebbero risalire verso la linea di resistenza, con l'argento oltre i 40 dollari per oncia e l'oro oltre i 2200.
Adam Hamilton
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