Mentre si avvicina la data del 14 dicembre, quando conosceremo finalmente un parere ufficiale sul risultato delle controverse elezioni presidenziali 2020, Donald Trump sta intensificando la sua controoffensiva giudiziaria portando le prove di un livello di brogli senza precedenti e - soprattutto - sta sconvolendo i vertici dell'apparato militare con stravolgimenti senza precedenti nel Pentagono.
Negli ultimi giorni, infatti, Donald Trump ha rapidamente preteso e ottenuto le dimissioni dei seguenti uomini-chiave:
1) il segretario alla Difesa (ministro della Difesa), Mark Esper, sostituendolo con l'ex colonnello dei berretti verdi Christopher Miller (vedi immagine sopra);
2) il sottosegretario alla Difesa per l’Intelligence e la Sicurezza, Joseph Kernan, sostituito da Ezra Cohen-Watnick;
3) il capo di gabinetto del Pentagono, Jen Stewart sostiuito da Kash Patel;
4) il direttore della politica della Difesa, James Anderson, sostituito da Anthony Tata;
5) l’agente di collegamento con la NATO, Michael Ryan, con Andrew Winternitz.
Tutti i civili che fanno parte del SOCOM (Special Operations Command) sono stati spostati per la prima volta sotto il controllo diretto del Ministero della Difesa.
Quasi tutti i dirigenti del Pentagono silurati da Trump in questi giorni avevano mantenuto forti legami con esponenti politici della precedente amministrazione Obama. Negli stati moderni i militari raramente sono ai vertici della piramide, però chi detiene il potere non roesce a mantenerlo se non controlla anche i militari.
Christopher Miller, che come ultimo incarico operativo, nel 2011, era "direttore per le operazioni speciali e la guerra irreolare", ha già ordinato il ritiro delle truppe US Army dal Medio Oriente:
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il comunicato di ieri: "bring the current war to an end"
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Dopo appena un'ora dall'annuncio del ritiro delle truppe americane dal Medio Oriente, la Green Zone di Baghdad è stata colpita da missili:
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l'ordine esecutivo del 12 settembre 2018
Con lo "Ordine esecutivo sull'imposizione di determinate sanzioni in caso di interferenza straniera in un'elezione degli Stati Uniti" il presidente Trump aveva dichiarato un'emergenza nazionale. Quell'emergenza è ancora in vigore e le elezioni del 2020 si sono svolte in questo stato di emergenza.
Trump ha già i log completi delle transazioni delle modifiche elettorali del Dominion Voting Systems (che elabora i dati in Spagna, in Canada e in Germania) e con i raid che si sono svolti in Europa sono state raccolte ulteriori prove di interferenze straniere. È importante sottolineare che questa enorme quantità di prove di frode elettorale sarà più che sufficiente per il presidente Trump per dichiarare un tentativo di insurrezione illegale contro gli Stati Uniti d'America.
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Vedi anche il nostro articolo pubblicato lo scorso 3 novembre, prima di conoscere i risultati degli exit-poll :
USA: guerra civile inevitabile ?
M. R
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Sei fattori che ci fanno pensare a elezioni truccate:
https://off-guardian.org/2020/11/16/6-factors-which-point-to-a-rigged-election/
il conteggio dei voti legali
Martin Armstrong su Dominion
Ultime notizie sulle frodi elettorali :
https://www.thegatewaypundit.com/
Martin Armstrong can Trump win in the House ?
Interferenze anche da parte del MI6 britannico :
lord Malloch-Brown revealed the British hand behind coup
https://greatgameindia.com/dominion-voting-systems-rigged-us-elections/
M.R.
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Il più grande sistema di voto per computer privato negli Stati Uniti, che serve 30 stati e 70 milioni di elettori, ha dimostrato di essere al centro dell’attuale furto elettorale.
Dominion Voting Systems è una società canadese che domina i sistemi di voto computerizzati privati degli Stati Uniti ed è strettamente legata a un’altra società più grande chiamata Smartmatic.
Smartmatic fornisce macchine per il voto e il suo software (codici backdoor e tutto il resto) ai governi di tutto il mondo ed è fortemente invischiato con la Fondazione Clinton, la Open Society di Soros e il capo dello staff di Nancy Pelosi.
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Lord Mark Malloch Brown
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Non solo, ma la figura chiave che controlla Smartmatic non è altro che Lord Mark Malloch Brown, un ex vicepresidente dei fondi di investimento di George Soros (2007), così come l’Open Society Institute di Soros e il World Economic Forum, ex vicepresidente di Banca mondiale (1995-1999), amministratore delle Nazioni Unite per lo sviluppo (1999-2005), vice segretario generale delle Nazioni Unite e ministro di Stato britannico per l’Africa, l’Asia e l’ONU (2007-2009).
(...) Utilizzando la sua esperienza nella frode del voto e nella gestione della percezione, non dovrebbe sorprendere il fatto che Malloch Brown si sia trovato presto al timone di SGO Corporation Ltd nel 2014, che funge da holding la cui risorsa principale sono le tecnologie di voto Smartmatic. Smartmatic si dice che abbia “gestito più di 3,7 miliardi di voti negli ultimi 14 anni in progetti elettorali in cinque continenti”.
Dal 2010 si è scoperto che Smartmatic è stata al centro delle frodi elettorali in Messico, Venezuela, Stati Uniti e Filippine, dove le prime elezioni presidenziali che utilizzano questo sistema hanno portato alla vittoria del figlio di Corazon Aquino, Benigno Aquino. Dopo che montagne di prove sono venute alla luce sul ruolo di Smartmatic nella frode sistemica , la Fondazione IBON ha definito Lord Brown “uno straniero che ha fatto carriera influenzando le elezioni”.
(...)
In un recente discorso programmatico del 26 ottobre 2020 sul tema delle Nazioni Unite "Slow Death o New Direction?" , Lord Brown chiede la creazione delle Nazioni Unite riformate per evitarne l’obsolescenza sbarazzandosi del Consiglio di Sicurezza che ha impedito le necessarie azioni umanitarie a causa del veto insopportabile di Russia e Cina. Alla domanda su come abolire il veto, Lord Malloch Brown ammette che le due nazioni non l’accetteranno mai e quindi “l’unico modo per convincere questi membri trincerati a intraprendere questo è renderli in gran parte irrilevanti … dobbiamo lavorare intorno (aggirando) il consiglio di sicurezza .”
M. B.
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N.B. guarda caso, ogni Segratario Generale delle Nazioni Unite è sempre stato un socialista o un comunista:
1945-46: Alger Hiss, comunista (Stati Uniti)
1946-53: Trygve Lie, socialista (Norvegia)
1953-61: Dag Hammarskjold, socialista (Svezia)
1962-71: U Thant, socialista (Birmania, ora Myanmar)
1972-81: Kurt Waldheim, nazional-socialista (Austria)
1982-91: Javier Perez de Cuellar, socialista (Peru)
1992-96: Boutros Boutros-Ghali, socialista (Egitto)
1997-06: Kofi Annan, socialista (Ghana)
2007-16: Ban Ki-moon, socialista (Corea del Sud)
2017- oggi : Antonio Guterres, comunista (Portogallo)
Il fondatore del World Economic Forum, Klaus Schwab (comunista di fatto), ha recentemente affermato che la quarta rivoluzione industriale nell’ambito del “Great Reset” avrebbe “portato a una fusione della nostra identità fisica, digitale e biologica” tramite microchips impiantati nel corpo umano.
“Il ‘Great Reset’ è una gradita consapevolezza che questa tragedia umana (pandemia corona) deve essere un campanello d’allarme. Dobbiamo costruire economie e società più equilibrate, inclusive e sostenibili che siano più resilienti di fronte a pandemie, cambiamenti climatici e molti altri cambiamenti globali che stiamo affrontando “, ha affermato António Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite a New York.
Negli ultimi giorni della necessità di un "grande reset" stanno parlando apertamente sempre più personaggi importanti, come il primo ministro del Canada Justin Trudeau e il capo dell’UE Ursula von der Leyen.
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