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domenica 3 marzo 2013

in un anno non avremo più soldi


L'Italia è persa da tempo,  in un anno non avremo più soldi ...
non c'è più molto da salvare

Bisogna essere pessimisti sull'Italia, azioni e obbligazioni nonchè economia. Perchè è in una situazione in cui purtroppo dipende dalle decisioni dei politici e quelli nuovi che hanno ora il coltello dalla parte del manico (e vinceranno le prossime elezioni che non sono lontane) ti dicono che l'Italia è persa. Sono passate le elezioni e invece di offrire una soluzione fanno del catastrofismo sul debito pubblico peggio di Mario Monti

(intervista di oggi alla Bild am Sonntag di Beppe Grillo): «l'Italia è persa da tempo. In un anno non avremo più soldi per pagare le pensioni e gli stipendi dei dipendenti pubblici. Non c'è più molto da salvare»

Da quello che si sente sia da Grillo sul palco, che sul suo blog, che nell interviste dell'unico economista (Galegatti) forse dietro al M5S e dalle interviste di Grillo dopo le elezioni come questa fresca di oggi, ha anche lui in testa che il debito pubblico è un problema schiacciante... che non avremo più i soldi per pagare pensioni e stipendi... che siamo rovinati...Nessuno ancora gli ha spiegato che sono tutte balle. O forse anche lui fa di questo terrorismo fiscale per accellerare il crac e andare al potere più in fretta ...


Il leader del M5s: «Fossi premier ricomprerei i bond italiani»
Dopo le dichiarazioni rilasciate al settimanale tedesco Focus, in un'intervista concessa alla Bild am Sonntag, in uscita il 3 marzo, il leader del Movimento 5 stelle ha rilanciato l'ipotesi del referendum sull'euro.
«EUROPEO CONVINTO». «Sono un convinto europeo», ha dichiarato Grillo,«per questo sono per una votazione online sull'euro, voglio un'Europa unita che sia moderna, parli una lingua comune e non 11 diverse come nel parlamento europeo».
«ONESTI AI VERTICI». Il comico ha aggiunto di voler «portare gli onesti ai vertici del Paese. Com'è in Europa, ma non in Italia».
«Se fossi premier», ha proseguito, «farei ricomprare all'Italia i suoi titoli di Stato da Paesi come Francia e Germania e contratterei nuovamente il tasso d'interesse».
«C'È POCO DA SALVARE». Per il leader dei 5 stelle, «l'Italia è persa da tempo. In un anno non avremo più soldi per pagare le pensioni e gli stipendi dei dipendenti pubblici. Non c'è più molto da salvare». Colpa anche di Monti, che «non ha fatto vere politiche di risparmio. Invece di togliere ai privilegiati, per primi ai politici, si è servito coi risparmi delle famiglie, che ora non sanno più come andare avanti senza soldi».
Sabato, 02 Marzo 2013

A questa intervista demenziale di Grillo va risposto con un Vaffan *** ... nemmeno Monti i politici del PD in campagna elettorale hanno mai fatto del terrorismo sul debito pubblico del genere. Quello che dice qui il leader del M5S non ha senso, sono le solite balle spaziali al quadrato sul debito pubblico con cui hanno rimbambito la gente per due generazioni ormai. Se veramente crede a quello che dichiara siamo fregati perchè non capisce niente, se fa del catastrofismo per creare caos siamo fregati ugualmente

Leggere invece se si vuole la bozza di report che sto mettendo assieme cucendo insieme un poco di articoli: "La soluzione al problema del Debito Pubblico"

G. Z.

fonte: cobraf.com

Default parziale?  Non praticabile

Un default parziale rimanendo nell'Euro è l'idea più cretina che si possa avere

Tutto rimarrebbe come prima delle cose che soffocano l'economia italiana, avresti sempre l'Euro che ti taglia l'export e la tassazione più alta del mondo che ti soffoca. In più daresti una mazzata gratuita alle banche e famiglie italiane di, ad esempio, 500 miliardi (taglio del -25%), per cui le prime vanno dichiarate fallite (si azzerano gli azionisti e obbligazionisti e le nazionalizzi oppure devi salvarle con denaro pubblico...) e le seconde subiscono una patrimoniale secca, ma indiscriminata. E anche doppia, perchè le famiglie italiane hanno in pancia forse 150 miliardi di obbligazioni e azioni bancarie direttamente e tramite fondi e perdono anche su quelle.

Ovviamente un default del debito italiano, anche parziale, ti riclassifica il tuo debito come "spazzatura", per cui i restanti 1500 miliardi diventano difficilissimi da finanziare, nessuno più li vuole, dopo aver subito un taglio del 25% secco chi vuoi che più voglia toccare un BTP ? Per cui i BTP restanti vanno giù e i loro rendimenti salgono...

Allo stesso tempo sei sempre dentro il Fiscal Compact che impone il pareggio di bilancio. Cioè i problemi veri che sono l'euro, le tasse e il pareggio di bilancio rimangono tutti. Ti sei fatto del male inutilmente.

Ma questo è poi anche solo un discorso teorico, perchè è impossibile che lascino fare ad un paese come l'Italia un default parziale tipo 500 miliardi su 2.000 miliardi, avrai contro tutti, ma proprio tutti tutti, dalla Casa Bianca alla BCE, devi rompere i trattati ed uscire dall'Europa e non solo dall'Euro.... La Grecia ha fatto un default parziale di 70 miliardi circa. Ha impiegato due anni a negoziarlo perchè l'Europa lo accettasse, glielo hanno concesso solo perchè stavano per saltare fuori dall'Euro e come eccezione particolare motivata dal fatto che la Grecia è un paese il cui PIL è il 2% del totale dell'eurozona. Nel loro caso, se non altro, dato che I GRECI NON AVEVANO PIU' COME FAMIGLIE UN SOLO BOND GRECO, non gli è costato così caro come sarebbe da noi dove le famiglie ne hanno ancora un terzo

Assegni bancari o postali, cambiali, vaglia o tratte: le imprese fanno sempre più fatica ad onorarli e così i protesti hanno subito un aumento molto consistente. Dall’inizio della crisi  i titoli di credito che alla scadenza non hanno trovato copertura sono cresciuti del 12,8%,  mentre le sofferenze bancarie in capo alle aziende hanno fatto registrare un’impennata spaventosa: + 165%. Alla fine del 2012 l’ammontare complessivo delle insolvenze ha superato i 95 miliardi di euro.
Queste tendenze, secondo l’analisi effettuata dall’Ufficio studi della CGIA,  dimostrano che l’aumento dei protesti bancari ha sicuramente concorso – assieme al calo del fatturato e al “blocco” dei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione – a “mandare in rosso” i conti correnti di molti imprenditori, non consentendo a molti di questi la possibilità di restituire nei tempi concordati i prestiti ottenuti dalle banche.
Ovviamente, fa notare la CGIA di Mestre, la causa principale di questa situazione è la crisi economica che ormai sprigiona i suoi effetti negativi da ben 5 anni, con conseguenze  pressoché inimmaginabili sino a qualche tempo fa. Precisa il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi:
“Il disagio economico in cui versano le piccole imprese è noto a tutti, con risvolti molto preoccupanti soprattutto per i dipendenti di queste realtà aziendali che faticano, quando va bene, a ricevere lo stipendio con regolarità. Purtroppo, sono aumentate a vista d’occhio le aziende che da qualche mese stanno dilazionando il pagamento degli stipendi a causa della poca liquidità. Stimiamo che almeno unapiccola impresa su due sia costretta a rateizzare  le retribuzioni ai propri collaboratori”.
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