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sabato 30 marzo 2013

un euro non ha lo stesso valore ovunque


il giallo dei soldi dati dalla Bce a Cipro

di Mauro Bottarelli 

Dunque, ora che a Cipro le banche hanno riaperto - anche se con vincoli di controllo sul capitale in grado di scongiurare una corsa agli sportelli e con guardie armate a difesa dei cassieri - ci tocca porre un’altra domanda e dare un’altra risposta al giallo di Nicosia: chi sapeva in anticipo che l’Ue avrebbe rotto il tabù della libera circolazione dei capitali e dell’intangibilità bancaria?
Chi era a conoscenza del fatto che il “modello Cipro” si sarebbe basato sul bail-in, ovvero far pagare le ristrutturazioni bancarie anche ai correntisti?

Qualcuno di certo. Lo provano i dati resi noti ieri dalla Bce: nel mese di febbraio, quando quello cipriota continuava a essere un non problema per tutti - Ue, Bce stessa, FMI, analisti finanziari - e l’indice Dow Jones sfondava record su record, dalle casse delle banche cipriote è stato prelevato e spostato l’ammontare massimo degli ultimi tre anni. Una coincidenza fortuita? Difficile pensarlo, visto poi che l’ammontare è quasi equamente diviso tra componente retail e corporate, ovvero privati cittadini e aziende.

Insomma, a un mese dal golpe della Troika, qualcuno ha drizzato le antenne e pensato bene di mettere in salvo i suoi soldi. Russi? Inglesi? Difficile, viste le reazioni dei rispettivi governi alle decisione dell’haircut e al prelievo di massa della scorsa settimana tramite filiali russe e londinesi. Magari di nazionalità molto familiare con le questioni europee? Ecco, già più probabile. E qui inizia il vero giallo, almeno a mio modo di vedere.

Nel primo pomeriggio di giovedì, la versione on line del quotidiano tedesco Handelsblatt, riferiva che la Bundesbank avrebbe fornito liquidità per 5 miliardi alla Banca centrale di Cipro. Immediate sono fiorite le teorie più strampalate, visto che circolava anche una foto notturna di camion in coda, i quali sarebbero stati pieni dei soldi tedeschi per Nicosia. Ma perché mai la Bundesbank, notoriamente “falco” quando si tratta di salvataggi, dovrebbe prestare soldi a Cipro? E in quali termini?

(...)


Una cosa è certa, dopo quanto accaduto, nulla sarà più come prima. 
L’Ue ha infatti ottenuto un triplice risultato: portare la ratio debito/Pil al 120% in breve termine per ripagare il prestito, eliminare l’intangibilità della libera circolazione dei capitali nell’eurozona e distruggere il concetto di unità monetaria.
Già, perché un euro di Cipro non vale come un euro tedesco o francese o anche greco: e non lo dice il sottoscritto ma Martin Wolf, anima e mente del Financial Times.:

 «Ciò che ci insegna il caso di Cipro è che un euro non ha lo stesso valore ovunque. Le banconote sono le stesse ma di fatto quasi tutti gli euro sono passività delle banche. Quello che è successo a Cipro mostra chiaramente che il valore di un euro di passività bancarie dipende dalla solvibilità della banca stessa e dalla solvibilità del governo che sta dietro a quella banca. Se tanto la banca, quanto lo Stato sono insolventi, i prestatori hanno buone probabilità non solo di perdere una grossa fetta dei loro soldi, ma anche di scoprire che il resto è congelato sotto la cappa dei controlli di capitale, introdotti per impedire il collasso del sistema bancario di un Paese».

E, infatti, comincia a circolare la convinzione che presto si tenderà - all’interno dell’Unione - a non accettare banconote cipriote, denominate da una G nel numero seriale. Per Dimitris Drakopoulos di Nomura, «nessuno può sapere cosa succederà o già sta per succedere. L’economia potrebbe andare in caduta libera». Quindi, essendo stato colpito mortalmente il cuore della sua industria, il settore bancario, con cosa Cipro potrà rimpiazzarlo per non cadere nella depressione totale? Il turismo? No, perché l’entrata nell’euro ha reso Limassol e altre mete dell’isola molto care, decisamente più di Croazia, Turchia o Egitto. Chi poteva permettersi Cipro erano i russi: torneranno?

(...)

Per Rrbs, «i russi porteranno via da Cipro tutto quanto rimane, non appena saranno tolti i controlli sul capitale». Alla luce di questo, mi piacerebbe chiedere a Christine Lagarde, come pensa che questo accordo possa riportare il debito pubblico cipriota sotto il 100% del Pil nel 2020? Ah già, la Lagarde guida quel branco di irredimibili umoristi del Fmi, gente che parlava in questi termini anche per i due salvataggi greci. Tanto più che, come riportava ieri il Daily Telegraph, i controlli di capitale stanno devastando il poco di economia reale cipriota che resisteva: un commerciante, infatti, ha visto bloccato il suo conto alla Laiki e non ha potuto pagare un fornitore egiziano. Quindi, niente consegna delle scarpe e affare sfumato: quanti di questi mister x ci sono a Cipro? Migliaia.



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