Ieri il gigante bancario Citigroup ha fatto circolare l'idea che è possibile a metà febbraio un arresto temporaneo delle attività governative se non viene prima approvato l'innalzamento del tetto del debito U.S.A.
Si tratterebbe del primo default tecnico degli Stati Uniti.
Oggi pare che questa ipotesi venga accolta con favore da un numero crescente di deputati del partito Repubblicano: "più della metà dei membri del partito si preparano per consentire di default a meno che non Obama non acconsenta ai tagli drammatici cui ha più volte affermato di opporsi."
Inoltre, "molti altri membri del partito, tra cui alcuni dirigenti, sono disposti ad arrivare a una sospensione del governo per far valere le loro ragioni".
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L'amministrazione Obama dovrà disinnescare la bomba: trovare un accordo con i Repubblicani sull'aumento del tetto del debito e i tagli alla spesa entro il primo marzo come stabilito dall'accordo sul fiscal cliff. Altrimenti sarà la fine.
Se le trattative - che si presentano in salita - dovessero far saltare il banco, ossia se il Congresso non approverà un aumento del tetto del debito, gli Usa potrebbero non rispettare i loro obblighi di pagamento. E per l'America lo scenario di un fallimento non sarebbe quindi più solo ipotesi di scuola, ma diventerebbe realtà. Steven Englander, alla guida del team di reddito fisso della banca americana Citi, lo ha già preventivato.
In un report ha scritto che è un'opzione realistica quella che prevede per gli Stati Uniti una fase di default tecnico per qualche giorno, anche se ha aggiunto che è più probabile che il Congresso decida di esprimere il proprio voto sul tetto del debito e di prendere tempo sul Fiscal Cliff, facendo quindi diventare reale lo scenario fallimento per gli Stati Uniti.
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