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domenica 15 luglio 2012

Il vortice di prospettiva finanziaria


Ho deciso di parafrasare Douglas Adams per indicare il fenomeno che sta colpendo l'Italia in questo periodo, e che ha una profonda analogia con quanto scritto dal geniale scrittore, ovvero la capacità di far tornare nella persona una percezione realistica di sè nel contesto materiale ove vive. Ed è quello che sta avvenendo all' Italia in questi giorni.
Soltanto all'inizio degli anni '80, se aveste chiesto a qualsiasi italiano come si collocava economicamente, vi avrebbe detto "benestante". E se gli aveste chiesto come si collocava socialmente, vi avrebbe detto "alto livello socioeconomico" o "ceto medio".
Ma in realtà tutto questo era artificiale.
La proliferazione di piccole aziende, di piccole imprese edili e di piccole era dovuta principalmente ad una spesa pubblica incontrollata: sebbene i titolari continuassero a sostenere di lavorare nel "privato", si trattava di veri e propri impieghi pubblici, che funzionavano mediante assegnazione di appalti e subappalti.
Del resto, dagli anni 70 agli anni 80 non era cambiato abbastanza perché l'Italia potesse avere un'economia moderna, invece il PIL italiano iniziò a gonfiarsi a dismisura, e con lui la società italiana cambiò, diventando una società pseudomoderna. Questo fu dovuto a:
  1. Politiche di svalutazione che, a spese del debito pubblico, permettevano agli obsoleti prodotti italiani di essere competitivi. Fiat era competitiva persino in sudamerica e Russia.
  2. Frammentazione degli appalti pubblici. Si decise che l'azienda che prendeva l'appalto si limitava a prendere l'appalto, ma poi si poteva frammentare l'appalto stesso in subappalti. Questo permise ad un sacco di ex operai di "mettersi in proprio". Di fatto erano aziende a parteciapazione statale, dal momento che i soldi erano statali.
  3. Il debito pubblico fu ingigantito in rapporto al PIL. MA se considerate che il PIL cresceva enormemente, potete capire che il fiume di soldi che finì con l'alimentare i bilanci pubblici, e quindi a riempire il paese di appalti ed appaltini, era frutto del debito pubblico.
  4. Gli immobiliaristi crescevano e diventavano padroni di banche. Spingenvano poi le banche a fare credito. Gli industriali divennero padroni di banche, e le spingevano a fare credito. Intere categorie di consumi nacquero così: turismo, automobilismo, edilizia, elettronica di consumo, abbigliamento, furono spinte in alto da questa gigantesca bolla speculativa.
Il risultato di 20 anni di questo, dopo una generazione, fu la società italiana che io definisco "waiting for a rude awakening " . Una societa' in cui se non sei un professionista sei almeno un imprenditore, e se non sei ceto medio sei perlomeno benestante.
  (...)
Come avvenne la trasformazione della cultura italiana? Innanzitutto nacque una nuova lingua fatta apposta, dalla quale doveva sparire la parola "debito". Gli italiani, sino al 1970, coltivavano una saggia diffidenza per la parola debito. Sentivate dire dalle famiglie "facciamo sacrifici e non andiamo al mare d'estate, ma almeno NON ABBIAMO DEBITI", sino a "meglio una malattia di un debito".

Come avvenne il cambiamento? Semplice: si fece scomparire la parola 'debito".
  • Fare debiti per comprare l'auto => Finanziamento a tasso zero. Non fate debiti: vi finanziano.
  • Fare debiti per comprare la casa => Mutuo casa. Non avete debiti. Avete "un mutuo".
  • La mia azienda ha debiti con le banche => la mia azienda ha credito dalle banche.(1)
  • La mia azienda non copre le spese => la mia azienda ha un fido con la banca.
  • Faccio debiti per le vacanze => compro una vacanza a rate.
  • Faccio debiti per il telefono => compro il telefono a rate nella bolletta.
  • Ho impegnato la casa per debiti => ho messo la firma in banca a garanzia.
Questo stravolgimento del linguaggio ha completamente trasformato la cultura italiana, trasformando l'italiano in uno straccione colmo di debiti ma coperto da vestiti alla moda. Da povero operaio che era, l'italiano diventava - grazie ai debiti che non percepiva più perché avevano cambiato nome - un vincente imprenditore vestito alla moda.
Tutto questo avveniva a furia di debiti, debiti cui si era cambiato nome.

Per trent'anni tutti facevano debiti, al punto che oggi si dice che il lavoro serve non tanto ad avere un reddito, ma per poter fare un mutuo, OVVERO DEBITI. E questo perché? Perché anche con un lavoro, non è possibile vivere all'attuale stile di vita senza fare DEBITI.

In pratica, il debito - o meglio lo stile di vita che ne risultava - era l'identità dell'italiano.
"Sono benestante", "sono nel ceto medio", "sono un imprenditore", "sono un  professionista" erano tutte identità fittizie prodotte da una semantica distorta, dove si sarebbe dovuto dire "GRAZIE AI DEBITI, sembro benestante", "grazie ai debiti, fingo di essere nel ceto medio", "grazie ai debiti, posso atteggiarmi ad imprenditore".

E la mentalità era penetrata così tanto nella mente degli italiani che Berlusconi poteva negare la crisi dicendo "ehi, ma lo vedete? Tutti hanno due cellulari, i ristoranti sono pieni, va tutto bene". Ovvero: la vostra identità di cetomedio e da imprenditori-professionisti-benestanti è ancora intatta.
Questo avveniva, ed avviene a tutt'oggi, ma adesso sta iniziando il fenomeno che, appunto, io chiamo "vortice di prospettiva finanziaria". Così come il vortice di prospettiva totale annichilisce l'ego della persona mostrandogli le proporzioni immense dell'universo, il vortice di prospettiva finanziaria sta piano piano erodendo l'ego degli italiani mostrandogli molto semplicemente l'immensità dei loro debiti.
Il fatto che le banche non permettano più agli imprenditori di fare del DEBITO li sta riducendo alla chiusura, riportando la semantica al punto di partenza: la banca non ti ha mai "dato credito", eri TU che avevi DEI DEBITI. Per questo chiudi. 
Il fatto che le banche non diano più dei mutui per la casa sta semplicemente spiegando a questa gente che non hanno MAI posseduto una casa, né hanno MAI avuto i soldi per farlo: erano DEBITI. facevano DEBITI per comprare una casa che altrimenti non potevano comprare.
Negli ultimi anni, le banche hanno smesso di concedere prestiti e leasing per comprare automobili: risultato, ogni anno il mercato è crollato del 30%. Sapete cosa significa? Che un'automobile su tre di quelle che vedete in giro era comprata COI DEBITI.
Le banche hanno smesso di concedere soldi per finanziare vacanze, ed ecco che un terzo degli italiani non va in vacanza quest'anno, dicono i giornali. Che succede? Succede che uno su tre di quelli che andavano in vacanza prima ci andavano COI DEBITI.
Sinora resiste un solo tipo di credito, che resiste ancora per via dei tassi alti e della necessita' degli operatori di vendere, che e' il credito al consumo. Potete ancora comprare cellulari, mobili, vestiti e altre piccole cose a credito. 
Se si chiudesse anche quel credito, e presto si chiuderà, quello che otterrete sarà di vedere il 50% di bei vestiti, di begli orologi, di case arredate "in stile", di tutti quegli status symbol.
Anche Industria e PMI stanno iniziando a notare che non ricevono più gli appalti di prima, e i subappalti di prima, e i comuni e le province e le regioni sono senza un soldo .Perché? Ma perché tutti i soldi che c'erano prima erano soldi DEL DEBITO pubblico.
La fine dei debiti, o meglio il ritorno agli sbarramenti NORMALI per l'accesso al credito, dopo la ventennale anomalia nata con gli anni '80, è il "vortice di prospettiva finanziaria".
E' il fenomeno culturale ove viene cancellata una intera serie di identita'. Ove il "ceto medio italiano" scompare semplicemente perché non può più fare DEBITI, ove gli imprenditori italiani scompaiono perché non possono piu' fare DEBITI con le banche, ove il loro ego si sgonfia non tanto di fronte all'immensità del cosmo, ma alla semplice immensità del DEBITO.
Tutti questi cialtroni con un bel vestito addosso che prima vi disprezzavano perché non avevate abbastanza biglietti da cento investiti nell'abbigliamento stanno iniziando ad invidiarvi. E non stanno iniziando ad invidiare i vostri. Oh, no.

Stanno iniziando ad invidiarvi per un altro motivo.
 
Indovinate qual'è.

E' il vortice di prospettiva finanziaria. Loro NON POSSONO permettersi una maglietta come la vostra.

E questo, proprio quella scritta lì che vedete , ebbene, quello è il nuovo status symbol del futuro. Dopo che il vortice di prospettiva finanziaria avrà fatto il suo lavoro.

Uriel

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N.B.    il denaro cartaceo (o elettonico) rappresenta sempre il debito di qualcuno mentre i metalli preziosi sono vera ricchezza libera da ogni forma di debito.

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