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martedì 13 dicembre 2011

sempre più voci sulla Terza Guerra Mondiale

Per vari motivi il rischio geopolitico di un attacco militare all’Iran da parte dell’asse Israele-USA è in forte aumento. Paura della che aumenta …

Si parla di Iran, si parla di armi, si parla di guerra.

Già alcuni giorni fa ho scritto un post intitolato World War III: risiko in movimento dove ho iniziato a parlare in modo concreto del rischio Geopolitico.
Da una parte gli USA, con Israele e Gran Bretagna, e dall’altra l’Iran con l’appoggio di Russia e Cina.
Una bella partita che a risiko può anche regalare emozioni ma dal punto di vista bellico non promette nulla di buono.
Ma andiamo al punto. Perché ho scritto ora questo post?
Semplicemente perché la battaglia diplomatica ormai ha raggiunto il suo epilogo ed il rischio che si passi dalle parole ai fatti sta diventando ahimè seria realtà.
Tanto per cominciare un segnale molto negativo.

Alcuni amici lettori molto fidati, che vivono nella zona di Aviano mi hanno riferito di movimenti molto anomali nei pressi della nota base militare Nato (US Air Force). In passato certi movimenti sono sempre stati propedeutici ad attacchi militari di una certa portata: Balcani e Irak, tanto per fare due nomi.
Che sia un’esercitazione? Tutto può essere. Ma nel cuore della notte, con la pioggia ed il forte vento, e con il movimento di diverse unità, tutto fa pensare ad uno spostamento di aereomobili massiccio, verso territori più “vicini” ad aree fortemente a rischio geopolitico.
L’amico Lampo si imbatte in un articolo di Taiwan News, dove si parla dell’aereo spia che gli iraniani avrebbero catturato nei giorni scorsi. Articolo che ho è stato ripreso e visionato dal sottoscritto sul sito FocusMO,   specializzato sul Medio Oriente.
Gli esperti iraniani sono nelle fasi finali per recuperare i dati del drone di sorveglianza statunitense catturato dalle forze armate del paese, lo stato ha riferito quest’oggi. Teheran ha ostentato la cattura del drone, sottolinando come sia una vittoria per l’Iran e una sconfitta per gli Stati Uniti in una complicato battaglia tecnologica. Il deputato Parviz Sorouri ha detto che le informazioni estratte verranno utilizzate per presentare una querela contro gli Stati Uniti per l’”invasione” da parte del velivolo.
Sorouri anche affermato che l’Iran ha la capacità di riprodurre questo oggetto attraverso il reverse engineering. Giovedì scorso una televisione ha trasmesso un video che mostrava ufficiali militari iraniani ispezionare il drone RQ-170 Sentinel. I media di stato iraniani hanno detto che l’aereo spia senza pilota è stato individuato al confine con l’Afghanistan. I funzionari degli Stati Uniti hanno riconosciuto la perdita del drone. I funzionari americani hanno detto che le valutazioni dell’intelligence degli Stati Uniti indicano che l’Iran non ha attaccato il drone, né ha usato cybertecnologia per portarlo giù dal cielo. Essi sostengono che il drone ha presentato un malfunzionamento. I funzionari degli Stanti Uniti sono anche preoccupati che gli avversari possano essere in grado di incidere nel database del drone, anche se non è chiaro se i dati potranno essere recuperati. (Focus MO)
L’ennesimo passo di una partita a scacchi che vede ora l’Iran addirittura in posizione di vantaggio e gli USA, feriti nell’orgoglio e nella tecnologia. In realtà i droni RQ 710 (o meglio, i drones) potrebbero diventare la vera chiave di questa nuova guerra. Lo ricordo, i droni sono velivoli senza pilota, veri gioielli tecnologici telecomandati che possono eludere i radar. Un gioiello talmente importante che non è stato distrutto appena catturato solo perché sarebbe stata GUERRA TOTALE in quanto occorreva aggredire gli avversari direttamente sul proprio territorio. E questo era l’inizio della fine. E secondo alcune fonti giornalistiche,  è possibile che un attacco militare possa essere effettuato proprio coi droni.
Ormai su internet si moltiplicano i siti dove si ipotizza a breve un attacco militare all’Iran. Sia da siti israleliani  ma anche sull’agenzia Reuters sponda Barclays. E come dice giustamente Lampo, quando le banche se ne escono con queste analisi, vuol dire che forse forse…
(Reuters)  – The chance of a military strike on Iran has roughly tripled in the past year, the senior geopolitical risk analyst at Barclays Capital said on Thursday.
New York-based analyst Helina Croft, writing in a note titled ‘Blowback: Assessing the fallout from the Iranian sanctions’, said even increased sanctions without an all-out military strike was increasing the risk of a spike in oil prices.
(...)

IAEA: rischi concreti nucleari e mancanza di collaborazione dell’Iran

 E per chiudere, quella che Lampo definisce la “bomba”. E’ il rapporto dell’IAEA. CLICCATE qui e leggete.
In massima sintesi posso solo dirvi una cosa. E’ assolutamente evidente che l’Iran non ha nessuna intenzione di collaborare. Il che segna la strada.

La chiave del report? E’ il Punto G dello stesso, che per una volta non è né misterioso né piacevole. E’ l’atto di accusa all’Iran dove si certifica che Teheran ha fatto, fa e continua a proseguire col suo programma nucleare.
Quindi, che sia una questione di tempo, è palese. Ma visti gli utlimi chiari di luna, temo di poter dire che il tempo si sta drammaticamente avvicinando.
Mi fermo qui perché non voglio passare né da guerrafondaio né da terrorista psicologico. Sia il sottoscritto che Lampo, con cui ho condiviso opinioni e piccole ricerche, effettuate grazie al suo impagabile contributo di “ricercatore di notizie”, vogliono portare agli amici lettori la realtà delle cose più alcuni pareri personali.
Mai, mai, mai come stavolta saremmo felicissimi di avere proprio sbagliato tutto in questo approfondimento.
Ma se sono arrivato a scrivere fino a questo punto, forse qualcosa inizia a preoccuparmi seriamente.
 
D.T.  articolo completo su Intermarketandmore  

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Aumentano le tensioni anche in Siria:

pronti missili con testate non convenzionali

centinaia di truppe USA in Giordania (al confine con la Siria)

L'informatore attivista Sibel Edmonds ha riferito Domenica che "gruppi militari stranieri, stimati in centinaia di individui", hanno assunto posizione nella città di al-Mafraq nella Giordania settentrionale, al confine siriano.
La presenza di truppe straniere sono state segnalate anche da un ufficiale militare giordano che ha chiesto di rimanere anonimo. Ha detto che centinaia di soldati che parlano lingue diverse dall'arabo sono stati visti durante gli ultimi due giorni (a partire da Domenica) muoversi avanti e indietro in veicoli militari tra la Base Aerea Re Hussein di al-Mafraq, a dieci chilometri dal confine siriano, e in prossimità dei villaggi giordani vicino al confine siriano, tra cui Albaej, l'area intorno alla diga di Sarhan, i villaggi di Zubaydiah e al-Nahdah adiacente al confine siriano.
Un'altra fonte di Boiling Frogs ad Amman ha identificato un centro di comando USA-NATO nel villaggio di al-Houshah vicino ad al-Mafraq e al confine siriano.
"Alcune delle forze Usa, che hanno lasciato la base Aerea di al-Assad Ain in Iraq Giovedi scorso, non sono tornate negli Stati Uniti o nella loro base in Germania, ma sono state trasferite in Giordania durante le ore serali," ha detto al blog un giornalista iracheno con sede a Londra.

 

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