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Ieri pomeriggio abbiamo assistito a un violento movimento al ribasso nei mercati dei metalli preziosi, con l'oro che ha perso in poche ore il 3.2% e l'argento il 5.2%. Nelle stesse ore si è sensibilmente apprezzato il dollaro USA. La discesa si è fermata in corrispondenza della linea di resistenza ascendente posta a quota 1270 dollari per oncia, una resistenza già testata lo scorso 23 giugno in occasione della scadenza delle opzioni.
La causa scatenante del crollo dei prezzi sembra sia stato il discorso molto aggressivo su un probabile aumento dei tassi di interesse da parte di Jeff Lacker, presidente della Fed di Richmond.
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