Mentre si avvicina il quinto anniversario del crollo del gigante bancario Lehman Brothers, preparatevi a eventi ancora più burrascosi.
In questi giorni i media ci aggiornano sull'orrore dei combattimenti in Siria. Nei momenti di stress estremo, come le minacce di guerra, i prezzi di oro e argento normalmente salgono. Solo in tempi di stress estremo, tuttavia, come all'epoca dell'invasione sovietica dell'Afghanistan, alla fine del 1979. In caso contrario, gli investitori occidentali tendono a ignorare i problemi e i conflitti d'oltremare, e l'andamento delle quotazioni dei metalli preziosi tendono a concentrarsi solo su questioni monetarie.
Ricordiamo per esempio l'invasione russa della Ossezia del Sud nell'estate 2008. Non ha influenzato i prezzi dell'oro, che continuava a cadere da un allora record di 1000 dollari per oncia.
La Siria, tuttavia, è una faccenda completamente diversa. La sua ragnatela di amici, alleanze e nemici del nemico è inquietante, così come i suoi confini con la Turchia e con Israele.
Non sappiamo se questa settimana l'oro si apprezzerà di un altro 9 %. Ma dopo la "crisi finanziaria" del 2007-2009 è arrivata la "crisi del debito sovrano" del 2010-2012. E di solito non c'è due senza tre.
La recente impennata dell'oro ci indica probabilmente che la crisi geopolitica di oggi può ancora prendere fuoco. Certamente qualcosa di terribile è in corso in Siria.
Adrian Ash
articolo completo su: bullionvault.com
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