Dal 19 aprile 2016 il fixing del prezzo dell'oro avviene anche in Cina, con prezzi denominati in yuan, presso lo Shanghai Gold Exchange (SGE).
Il meccanismo dei fixing di Shangai vede coinvolti 18 membri. Oltre alle banche cinesi, ci sono due banche straniere, Standard Chartered e ANZ, le due compagnie minerarie più importanti della Cina e il rivenditore al dettaglio più importante del mondo, Chow Tai Fook.
Il lancio del nuovo meccanismo presso la borsa di Shanghai è stato salutato come un evento epocale, una sfida al secolare sistema di fisxing del prezzo dell'oro a Londra presso la London Bullion Market Association (LBMA).
Ricordiamo che l'oro non è solo una merce come tante altre ma è stato storicamente utilizzato per impostare il livello delle valute globali.
Ancora oggi il FMI (Fondo monetario internazionale), i governi e le banche centrali di tutto il mondo riconosciuto l'oro come un asset di grande valore, utilizzabile come riserva.
Una differenza importante tra il fixing dell'oro a Shangai e quello che avviene a Londra è che la SGE richiede la parte acquirente futures sull'oro di depositare oro fisico presso i forzieri della borsa stessa.
Ci sono già state molte discussioni sulle conseguenze della costituzione del SGE.
Certamente darà alla Cina una maggiore voce in capitolo nel mercato internazionale dell'oro.
Non dimentichiamoci, comunque, che la Cina è di fatto il più grande produttore e importatore mondiale di oro.
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