metalli preziosi per proteggersi dal crollo del castello di carte

i metalli preziosi sono il miglior investimento per proteggersi dal crollo del castello di carte

giovedì 24 maggio 2018

debito pubblico italiano e creazione di denaro

  Storia del debito pubblico nella Repubblica Italiana

di Giovanni Zibordi

fonte: http://cobraf.com/

(...) ti dovresti fare una domanda: ovvio che sarebbe meglio stampare moneta perche' non ci paghi interessi, ma allora perche' nella storia del capitalismo le grandi infrastrutture (e sviluppo in genere) sono sempre state finanziate tramite emissione di titoli? Tutti fessi? Se sei al tavolo del poker e i tuoi competitor ti sembrano tutti fessi e' molto probabile che il fesso sei tu.

Dove lo hai letto ? Nei 120 anni dal 1860 al 1980 la percentuale di debito pubblico che è stata monetizzata è il 53% (Storia Monetaria d'Italia di Fratianni e Spinelli, che quando studiavo economia era il testo classico di storia monetaria e lo è ancora, pagina 125, tabella 4.4, la colonna 3 definita come "quota di deficit statale finanziato tramite il canale del Tesoro"). 
Addirittura del 1861 al 1913 questa percentuale è stata l'82% cioè quasi tutto il deficit lo si è finanziato stampando moneta, alla faccia del Gold Standard.




Negli anni del "Miracolo Economico" italiano del 1960-1969 sai quanto è stata la "quota di deficit statale finanziato tramite il canale del Tesoro" ? Il 62% (pagina 125, tabella 4.4, colonna 3...). Adesso quanto è la quota di deficit pubblico monetizzata ? ZERO. E' per questo che allora abbiamo avuto il miracolo economico e oggi abbiamo la Depressione.
La quota monetizzata si è abbassata al 53% alla fine nel periodo 1861-1980 perchè durante il fascismo invece si smette di far finanziare al Tesoro il deficit pubblico, lo si finanzia con le tasse e si punta a ridurre i deficit (a differenza del nazismo il fascismo in politica monetaria era ortodosso essendo andato anche al potere in un periodo economico favorevole e non durante la Depressione come Hitler.

Il fascismo è stato deflazionista e il risultato è stato che se guardi la performance economica dal 1922 al 1940 dell'Italia è stata peggiore di quella prima della Grande Guerra e dopo la II guerra mondiale.



Mussolini si era messo nelle mani dei banchieri dato che non capiva queste cose e nessuno del suo entourage aveva nozioni economiche.

Il duce pensava che lo stato forte doveva avere la la moneta forte e un deficit dello stato era sinonimo di debolezza per cui il fascismo doveva avere pareggio di bilancio, cioè i banchieri se lo intortarono, a differenza di Hitler per il quale erano tutti ebrei e che aveva con se degli economisti eterodossi come Feder ecc...)

In ogni caso se leggi Fratianni e Spinelli che è il testo completo e definitivo sull'argomento vedi che la maggioranza del debito pubblico nei primi 120 anni di storia italiana è stato pagato stampando moneta ("monetizzandolo").

Anche alla fine dell'800 ai tempi della moneta convertibile in oro lo stato italiano periodicamente si faceva comprare dalla Banca d'Italia i titoli.

Ma questo è vero in tutti i paesi del mondo: i deficit pubblici sono sempre stati finanziati in parte stampando moneta e in parte facendo erodere il debito pubblico dall'inflazione, cioè NON PAGANDO DI FATTO INTERESSI (in termini REALI). Se oggi l'inflazione fosse il 5% e i BTP a 10 anni pagassero il 3% in pratica lo stato non pagherebbe interessi e non ci sarebbe problema!

Se leggi la storia e non solo i forum impari che non è mai successo che si cercasse di ripagare il debito pubblico a forza di tasse come ora ti raccontano. Lo si è sempre ripagato monetizzandolo (stampando moneta) e/o con un insieme di misure amministrative (restrizioni ai movimenti di capitali, tetti agli interessi...) che imponevano interessi inferiori all'inflazione.

Anche quando non lo si monetizzava direttamente in tutti i paesi, fino agli anni '80, il debito pubblico aveva in media rendimenti reali NEGATIVI cioè inferiori all'inflazione, cioè di fatto non pagava interessi. Avendolo mostrato già un centinaio di volte citando studi del Fondo Monetario o Banca d'Italia non rimetto i link di nuovo, ma dal 1949 al 1981 il debito pubblico in Italia in media pagava di interessi dai 3 ai 5 punti meno dell'inflazione, cioè ad es. pagava un 2% medio e l'inflazione era un 5% l'anno. Per cui lo stato DI FATTO NON PAGAVA INTERESSI IN TERMINI REALI

Quello che succede ora con Monti e la BCE è invece un "esperimento" nuovo e mai tentato prima, si cerca sia di far pagare interessi superiori all'inflazione che di rimborsare interamente il debito pubblico a forza di tasse. MA NON E' MAI STATO FATTO PRIMA NELLA STORIA

lunedì 7 maggio 2018

produzione di oro in calo ?


La richiesta di oro è in aumento, ma le nuove scoperte del metallo prezioso non hanno tenuto il passo con la domanda. 

Gli investimenti destinati alla ricerca di nuovi giacimenti sono storicamente alti:  54,3 miliardi di dollari, cresciuti del 60 percento negli ultimi 18 anni.L'aumento degli investimenti, tuttavia, non ha prodotto l'equivalente nelle nuove scoperte sull'oro. Nell'ultimo decennio, la scoperta di 41 giacimenti ha prodotto solo 215,5 milioni di once di metallo prezioso. Anche considerando le miniere scoperte di recente, ma inesplorate, che possono contenere scoperte ancora importanti, la quantità totale disponibile di oro in queste ultime non dovrebbe superare 363 milioni di once nei prossimi dieci anni.


Le scoperte dell'oro hanno seguito uno schema prevedibile. 263 importanti scoperte sull'oro sono state fatte negli ultimi 28 anni, ma la metà di quelle scoperte è avvenuta negli anni '90. Questo boom durò fino alla fine del secolo scorso, quando il tasso di scoperta cominciò a declinare. 

(...)
Nel 2010 sono stati scoperti solo 18,6 milioni di once d'oro, un forte calo rispetto ai 61,5 milioni di once trovate nel 2009.
I vecchi giacimenti si stanno esaurendo, mentre l'esplorazione attiva per le nuove scoperte ha dato risultati deludenti.
La quantità di oro disponibile non ha soddisfatto le aspettative e rimane molto al di sotto del massimo del 2009.


Sopra: grafico del World Gold Council che mostra chiaramente il calo delle scoperte di nuovi giacimenti

(...)
L'intervallo di tempo tra la scoperta e la produzione è di circa 20 anni. Salvo nuove scoperte significative, la quantità di oro disponibile potrebbe diminuire nel prossimo futuro, aumentando ulteriormente la domanda di metallo.
La scarsità porta inevitabilmente a prezzi più alti, e il calo dell'oro globale fa quasi certamente aumentare il prezzo.

 

(...)  Gran parte dell'oro disponibile nel giacimento "Goldfield settentrionale" in Australia è stato esaurito e le aziende stanno perforando fino a una profondità senza precedenti di 3 chilometri sotto la superficie sperando in nuove scoperte, poiché i nuovi giacimenti stanno diventando più rari e più costosi da trovare.
Secondo Richard Schodde, amministratore delegato di MinEx, la produzione mineraria aurifera australiana potrebbe diminuire del 50 percento nei prossimi otto anni, con solo quattro miniere rimaste aperte entro il 2057.
La necessità di scavare più a fondo renderà l'oro più difficile da trovare e più costoso da produrre
.


    Lawrence Thomas

articolo completo su: www.goldtelegraph.com

mercoledì 2 maggio 2018

oro sceso sulla media a 200 giorni

clicca per ingrandire
Come ben visibile nel grafico sopra, che riporta le quotazioni dell'oro in dollari per oncia dal mese di ottobre 2017, le quotazioni sono scese stamattina a contatto dell'importante media mobile a 200 giorni  (indicata da una linea blu).
L'ultimo ribasso dell'oro segue lo stesso andamento del ribasso delle quotazioni dell'euro rispetto al dollaro, avvenuto dalla metà dello scorso mese di aprile.
Dal punto di vista della speculazione di breve termine, l'oro si trova ora in zona di iper-venduto ed è probabile un rimbalzo.

Dall'inizio del 2018 le quotazioni dell'oro sono comunque rimaste sempre sopra il supporto importante che si trova a 1304 dollari per oncia, indicato nel grafico sopra dalla linea tratteggiata.