moneta Helvetia da 20 franchi nominali |
Ecco un’altra lezione di civiltà e di profonda consapevolezza economica da parte della vicina Svizzera.
E’ ufficiale che a novembre di quest’anno i cittadini svizzeri saranno chiamati a votare per un referendum riguardante un’iniziativa popolare la quale, se i voti favorevoli dovessero prevalere, obbligherà la banca centrale svizzera a:
- far rimpatriare tutto l’oro di sua proprietà;
- a detenere in oro almeno il 20% del valore delle sue attività in bilancio;
- a vietare la vendita delle riserve auree della banca centrale svizzera.
Insomma, dopo la notizia secondo la quale
gli svizzeri sarebbero pronti a votare per un più onesto sistema
bancario a riserva frazionaria pari al 100% (leggi qui), adesso i cittadini elvetici, votando a favore dell’iniziativa “Salvate l’oro della Svizzera” sanciranno una modifica della propria carta costituzionale, così come riportato in questo documento.
Vincolando la banca centrale elvetica
obbligandola a detenere oro secondo le condizioni su riportate, essa
sarà costretta per legge a svolgere la propria attività con la copertura minima prevista in termini di un bene reale come l’oro (la moneta merce
per eccellenza, da sempre e da tutti accettata come mezzo di scambio,
la cui funzione nel mercato è attualmente neutralizzata da leggi
criminali che impongono solo l’uso di banconote di carta emessa – o
semplicemente riconosciuta – dai governi senza copertura reale).
La banca centrale sarà obbligata ad avere una quantità minima di un bene come l'oro il quale, storicamente, ha sempre avuto un valore
indiscutibile, contrariamente a quanto si possa dire invece circa
l’elevatissima concentrazione di cartastraccia di cui oggi è costituito
il bilancio di una banca centrale come quella svizzera.
Quindi, la banca centrale elvetica potrebbe non più emettere denaro in maniera illimitata, così da causere con maggiore difficoltà i disastrosi cicli economici, oggi sempre più frequenti e destabilizzanti. L’oro, in natura, è presente in maniera limitata e, grazie all’obbligo di detenerne almeno il 20% dei suoi attivi, esso potrebbe diventare un naturale deterrente alla svalutazione del denaro, alla svalutazione dei risparmi dei cittadini operosi e all’aumento del costo della vita. Ciò sfavorirà le
attività politiche e bancarie che mirano a falsare i conti pubblici e
ad arricchire solo gli amici di partito, le quali vengono notoriamente
spacciate come se fossero azioni per il bene dell’intera economia del
paese e che in realtà non lo sono affatto.
Certo è che imporre un riacquisto
massiccio di oro, quando il suo prezzo sarebbe considerato non
conveniente, potrebbe far rivelare l’operazione estremamente onerosa.
Ma, probabilmente, sarebbe più oneroso subire le conseguenze del non farlo,
ora che siamo ben lontani dai prezzi massimi storici.
Pasquale Marinelli
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