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Oggi pomeriggio, all'apertura dei mercati di New York, c'è stato un "flash crash" delle quotazioni del future dell'argento (vedi grafico sopra) e forti ribassi anche nei mercati dell'oro, del rame e di molte altre materie prime. Contemporaneamente si è rafforzato il dollaro.
Ieri mattina la notizia dell'attentato di Bruxelles aveva fatto salire i metalli preziosi, poi le borse si sono rese conto che i danni erano limitati e il panico è svanito dopo un paio d'ore.
Quando troppa gente è convinta che i mercati seguiranno nel breve termine una certa direzione, quasi sempre questi si muovono nella direzione opposta.
Le prospettive di medio termine per metalli preziosi e materie prime, comunque, rimangono positive.
Pessime prospettive, invece, per i titoli legati al debito pubblico e per l'euro, che dovrebbe indebolirsi sensibilmente tra maggio e giugno, come pianificato da Mario Draghi.
Se guardiamo all'economia reale, gli ultimi due anni di discesa dei prezzi delle materie prime hanno provocato la chiusura di miniere e di impianti di estrazione, inoltre molte aziende hanno ridotto drasticamente gli investimenti per la ricerca di nuovi giacimenti (vedi grafico sotto).
L'offerta di materie prime si è quindi fermata mentre la domanda lentamente aumenta e porterà a un aumento dei prezzi, provocando una crescita dell'inflazione.
Con i tassi di interesse attorno allo zero, l'inflazione darà luogo a tassi reali nettamente in negativo, che spingeranno molti investitori a rifugiarsi nell'oro.
M.R.
perdite delle società minerarie USA |