metalli preziosi per proteggersi dal crollo del castello di carte

i metalli preziosi sono il miglior investimento per proteggersi dal crollo del castello di carte

venerdì 31 ottobre 2014

mossa disperata dei giapponesi

l'indice esplode al rialzo del 5%

Stanotte, con una mossa a sorpresa, la Banca del Giappone ha deciso di incrementare il programma di acquisto di bond da 70 miliardi di yen a 80 trilioni ... e di triplicare l'acquisto di fondi ETF a 3 mila miliardi di yen.
Dopo questa mossa l'indice azionario Nikkei è schizzato in alto di 400 punti, facendo salire anche i futures delle azioni delle borse americane.
Ulteriore crollo di oro e argento dopo le discese dei giorni scorsi.
Con una mossa disperata per cercare di scuotere un'economia in stagnazione, le autorità monetarie giapponesi inondano i mercati speculativi di liquidità, che verrà probabilmente sfruttata da traders cocainomani per distruggere ogni rimasuglio di correlazione tra il mondo della finanza elettronica e l'economia reale.

Nel frattempo, a casa nostra, il titolo Banca Monte Paschi viene ancora una volta sospeso dalle contrattazioni con un calo teorico del 2,7%.

 
 

martedì 14 ottobre 2014

analisi di medio termine di De Casa

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Per quale motivo l'oro costa così poco, proprio quando l'incertezza generale giustificherebbe l'esatto contrario?

Risponde Carlo Alberto De Casa, analista dei mercati valutari nonché responsabile marketing di ActivTrades e autore del libro "I segreti per investire con l'oro" (ed. Hoepli).


Per quale motivo l'oro costa così poco? Per quale motivo, mai come in questo periodo si è visto un calo così drastico del metallo prezioso, proprio quando l'incertezza sui mercati e sullo scenario internazionale giustificherebbe l'esatto contrario?

Partiamo da uno scenario molto complicato ma allo stesso tempo anche particolarmente interessante, dove il grande malato è Sua Maestà l’oro.

Linea Maginot o Linea del Piave che dir si voglia, sta di fatto che questo livello di 1180-1200 (dollari per oncia) risulta essere sempre più una barriera importante. Una rottura ribassista di questo supporto aprirebbe una discesa importante. Facciamo un passo indietro.
Nella primavera del 2013 abbiamo avuto le quotazioni dell’oro che hanno continuato a scendere in maniera vistosa, culminando nel crollo tra venerdì 12 e lunedì 15 aprile con oltre 200 dollari persi in circa 48 ore, quindi un crollo estremo per una serie di motivi:

1) le aspettative per un rallentamento della Cina che alla fine non si è verificata;

2)  i timori per un’introduzione dei dazi indiani che avrebbero potuto diminuire la domanda indiana, anche questa eventualità si è risolta in un nulla di fatto perché la richiesta è rimasta fortissima;

3)  le aspettative per un rafforzamento del dollaro Usa in seguito al tapering, cosa che in realtà si è verificata solo in un periodo più lungo perchè il 2013 si è chiuso con un euro-dollaro a 1,36-1,38 quindi un rapporto ancora alto della moneta unica che solo adesso si è ridotto a 1,25-1,26. (il dollaro è inversamente correlato con l’oro).

C’è poi da considerare un altro fattore e cioè l’analisi tecnica. (...) Tra il 2011 e il 2012, le quotazioni hanno registrato 11 rimbalzi sul supporto di 1530-1550, quindi la rottura del supporto e una serie di stop loss che fanno partire al ribasso i prezzi che da 1560 scivolano a 1320, toccano i 1180 una prima volta quindi, dopo un primo rimbalzo, tornano a 1180 creando un doppio minimo in area 1180-1190. A questo punto si crea un supporto importantissimo in quest’area, che resta fermo fino alle quotazioni di qualche giorno fa. Insomma un percorso piuttosto complesso.


E arriviamo ai nostri giorni

Situazione complicata per l’oro che è a nuovo crocevia: decidere se siamo arrivati alla fine della caduta è difficile. Siamo arrivati per la terza volta in area 1180, disegnando un triplo minimo. Da un lato bisogna capire se è possibile tentare un ulteriore rimbalzo, dall’altro c'è il pericolo che l’oro possa rompere nuovamente i 1.180 aprendo di fatto una discesa estremamente più considerevole anche di 50-70 dollari. Non è da escludere un valore intorno ai 1.120-1.100.

Oro: short o long?

Io personalmente non sono ancora long (al rialzo) sull’oro, perché c’è il pericolo di vederlo debole per altri 3-6 mesi ma oltre non si dovrebbe andare. Per un investitore di breve periodo non credo sia il caso di entrare sul long: sul livello di 1180 si potrebbe tentare di cogliere il rimbalzo, ma resta sempre un punto interrogativo. Il punto principale è sul medio-lungo periodo. In quest’ottica ci sono degli elementi che mi fanno dire che più di tanto in basso l’oro non può andare. E’ pur vero, come in molti sottolineano che all’inizio degli anni 2000 l’oro valeva 500 dollari l’oncia, peccato che adesso non siamo nel 2000, c’è stato l’11 settembre, il mondo è cambiato, il panorama è particolarmente instabile da un punto di vista geopolitico: per la precisione io stesso sono stupito del fatto che nonostante Gaza, Isis, Ucraina ed altri pericoli sparsi in giro per il mondo, l’oro valga solo 1300 dollari e, volendo potrebbe toccare anche i 1000 dollari l’oncia.

Cina e India ancora protagoniste?

La domanda cinese ed indiana è fortissima: sulle 4 mila tonnellate di domanda annuale, circa 2mila arrivano dalla Cina, con Pechino che ha superato nel 2013 per la prima volta Nuova Delhi ed è anche in crescita. E ancora: in India l’oro come corredo nuziale per le donne è molto richiesto. Al momento abbiamo fra i 5 e gli 8 milioni di matrimoni all’anno, il 50% della popolazione è sotto i 25 anni cosa che fa pensare che nell’arco di pochi anni il numero di matrimoni potrebbe raddoppiare e questo porterebbe con sè anche la domanda che, in media, prevede per ogni celebrazione, circa 200 grammi di oro, ovvero 6 once. Di fronte a questi numeri e di fronte alla necessità di crearsi un corredo nuziale, i dazi voluti dal governo non hanno possibilità di frenare la domanda.

Lo stesso dicasi per quella cinese e il che fa capire come le stime per il 2016-2017 siano chiare e quindi in rialzo.

Dall’altro lato intanto, le aziende si stanno abituando a produrre a costi alti che si aggirano intorno agli 800 dollari l’oncia su un costo totale che può arrivare fino a 1000. Con queste spese di base, che per alcune aziende, specialmente le medio-piccole, arriva ad essere anche di 1.400 dollari per oncia, per molti produrre ed estrarre oro sarà antieconomico.

Da segnalare ancora una cosa il Grades, ovvero la quantità di oro estratta da una tonnellata di materiale è diminuita notevolmente aumentando i costi di produzione che si vanno a sommare all’aumento del costo del lavoro, le spese di elettricità e manutenzione dei giacimenti, cioè tutti costi che sono cresciuti. L’unico fattore che era sceso era il dollaro debole, ma nell’immediato futuro c’è da aspettarsi un aumento anche di questa voce.

Alla fine di questa analisi mi sento di dire che nel medio-lungo periodo potrebbe essere difficile avere una visione particolarmente negativa sull'oro
.

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