70 anni di manipolazione al ribasso

La manipolazione al ribasso del prezzo dell'argento è stata la politica del governo degli Stati Uniti da quando il presidente Lyndon B. Johnson firmò il Coinage Act del 1965, che eliminò l'argento dalle monete in corso legale negli USA.

Non si sa per quanto tempo durarono le scorte strategiche di argento del governo degli Stati Uniti dopo il 1965 e quanto fu utilizzato per eseguire la politica di soppressione dei prezzi proclamata da Johnson, ma alla fine, collezionisti e investitori fecero esattamente ciò che il presidente aveva avvertito non avrebbe portato loro alcun profitto. Rimossero le monete d'argento dalla circolazione e le accumularono mentre la costante inflazione del dollaro statunitense le faceva valere molto più del loro valore nominale.

La banca JPMorgan Chase è da tempo un primario operatore di titoli di Stato statunitensi ed è stata particolarmente vicina al Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, quindi quando il fondo SLV è stato lanciato nel 2006 e la banca è diventata depositaria dell'argento del fondo, è subito circolato il sospetto di un coinvolgimento del governo con la banca e il fondo ETF. (La banca ora è anche depositaria del metallo del principale ETF sull'oro, GLD, il che ha suscitato un sospetto più legittimo.)

Dopo la fondazione di SLV, le lamentele secondo cui JPMorgan Chase stava manipolando il mercato dell'argento sono diventate così forti che la banca si è sentita obbligata a rispondere pubblicamente.

Nel 2022, durante il processo ai trader di JPMorgan Chase accusati e condannati per "falsificazione" dei mercati dei future sui metalli monetari, nell'ultimo paragrafo del suo rapporto del 31 luglio sul processo, Bloomberg News ha riferito:

"Un altro gruppo di clienti importanti erano le banche centrali, che commerciano oro per le loro riserve e sono tra i maggiori attori nel mercato dei lingotti. Almeno 10 banche centrali hanno detenuto il loro metallo in caveau gestiti da JPMorgan nel 2010, secondo i documenti divulgati in tribunale":

(...)

La Banca dei Regolamenti Internazionali commercia i metalli monetari per il governo degli Stati Uniti, direttamente o tramite intermediari?

Nel 2005 il capo del dipartimento monetario ed economico della BRI, William R. White, ha dichiarato in una conferenza presso la sede centrale della BRI in Svizzera che uno scopo primario della cooperazione tra banche centrali è "la fornitura di crediti internazionali e sforzi congiunti per influenzare i prezzi degli asset (in particolare oro e valuta estera) in circostanze in cui ciò potrebbe essere ritenuto utile".
Gli Stati Uniti sono membri della BRI e i "prezzi degli asset" di White potrebbero facilmente riguardare anche i prezzi dell'altro metallo monetario tradizionale, l'argento.

    Chris Powell

articolo completo su: moneymetals.com 

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Secondo la Costituzione degli Stati Uniti, il governo può emettere banconote solo se dispone di riserve di oro e/o di argento. Basandosi su questa legge, il presidente John F. Kennedy nel 1963 aveva dato ordine di emettere biglietti da 20 dollari garantite dalle riserve di argento controllate dal governo.

Sempre nel 1963, a Dallas, spararono al presidente e poco dopo le banconote da 20 dollari vennero tolte dalla circolazione ... guarda caso.

L'iconico dollaro d'argento statunitense fu la prima vittima della tendenza alla demonetizzazione dell'argento degli anni '60. All'inizio del 1963, il Tesoro degli Stati Uniti deteneva una cifra apparentemente consistente di 94 milioni di dollari d'argento come riserve contro i certificati d'argento in circolazione. All'inizio del 1964, quel numero era precipitato a 28 milioni di monete. Con il passare delle settimane, si sviluppò rapidamente una corsa ai dollari d'argento. A marzo 1964, solo 3 milioni di cartwheel d'argento erano rimasti nei caveau del governo, spingendo il Tesoro degli Stati Uniti a sospendere bruscamente i riscatti dei dollari d'argento il 25 marzo 1964.