sabato 31 marzo 2012

inizio della fine per l'euro ?

spread tra banche LTRO e non

Bundesbank contro l'Eurozona ?

Da Bloomberg: "La Bundesbank è la prima delle 17 Banche Centrali dellarea euro a rifiutare di accettare come collaterale i titoli di banche garantite da Stati membri che ricevono aiuto dallUnione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale".
fonte: Frankfurter Allgemeine Zeitung.
All'inizio di febbraio Margio Draghi affermò pubblicamente che non ci sarebbero state conseguenze negative per le banche europee che utilizzavano i fondi di salvataggio dello LTRO (“There is no stigma whatsoever on these facilities")
Probabilmente Draghi stava mentendo, infatti in meno di due mesi è raddoppiato lo spread tra le banche che hanno chiesto fondi LTRO e le altre, come ben visibile nel grafico sopra.
Essendo inevitabile che dopo la Grecia anche Portogallo, Spagna e Italia dovranno ricorrere a salvataggi, cosa accadrà oltre 2 trillioni di dollari di obbligazioni di stati sovrani non saranno più garantiti dall'unica grande banca centrale ancora solvente?
Quanto tempo ci vorrà prima che il cittadino comune si renda conto che negli ultimi cinque mesi la BCE non ha fatto altro che stampare soldi? Cosa accadrà all'inflazione?
Si tratta di un semplice avvertimento da parte dei tedeschi oppure siamo davanti al primo atto della fine dell'euro?
L'unica conclusione - per ora - è che per noi italiani non esiste alcuna soluzione indolore.

Aggiornamento: lunedì 2 aprile alle ore 11 la Bundesbak ha smentito quanto affermato il venerdì precedente dal Frankfurter Allgemeine Zeitung. 

mercoledì 28 marzo 2012

evidente manipolazione dei prezzi


Nella grafico qui sopra, possiamo notare come negli ultimi tre anni il prezzo oro in dollari ha seguito una tendenza notevolmente stabile. Sembra quasi che ci sia un righello sotto i prezzi, e raramente il mercato ha deviato di molto da quella traiettoria.
Certo, alcuni potrebbero sostenere che questo dato non può essere utilizzato a sostegno della tesi che il prezzo dell'oro sia stato manipolato, a meno che non vogliamo sostenere che è stato manipolato a salire costantemente verso l'alto.
Come prova evidente di un fenomeno di soppressione dei prezzi, dobbiamo confrontare il grafico 

soprastante sia con l'esame del comportamento del mercato dell'oro durante giorno sia con dell'andamento dei prezzi durante la notte.
Se un investitore avesse comprato l'oro ogni mattina durante l'apertura per poi venderlo alla chiusura del fix giornaliero degli Stati Uniti, avrebbe perso il 70% del proprio denaro durante lo stesso periodo di tempo che l'oro è aumentato di prezzo di oltre il 500 %.



Chris Martenson

Giannino: ristrutturazione del debito


Né privatizzatori né tagliatori di spesa. Allora, ristrutturazione straordinaria del debito

di Oscar Giannino

Il peggio deve ancora  venire”. Così si è espresso lo scorso 22 marzo, parlando dell’eurocrisi, non proprio l’ultimo degli sprovveduti. E’ infati l’opinione di Willem Buiter, chief economist di Citigroup. Ma soprattutto economista, visto che per anni ha servito Bank of England nel suo Monetary Commitee,  e non proprio un banchiere d’assalto, visto che pochi mesi prima di assumere l’incarico in Citi a fine 2009 nel suo blog l’aveva descritto come “un conglomerato dedito alle peggiori pratiche lungo l’intero spettro dell’intermediazione finaziaria”. Perché Buiter ha questa opinione, mentre gli spread sono scesi di centiniaia di punti rispetto al picco della crisi, tre mesi fa? Perché stiamo tirando il fiato illudendoci di esser tornati a guardar le stelle, ma in realtà non stiamo traendo la giusta lezione dalla crisi greca.
Penso che Buiter abbia ragione. E aggiungo: la lezione greca dovrebbe valere proprio per i Paesi non tripla A, ad altissimo debito, bassa crescita, altissima spesa pubblica e tasse. In altre parole: de te Ausonia loquitur. Sono due, le considerazioni essenziali di uno scenario che non va considerato pessimista, ma al contrario prettamente realista. La prima è che risulta evidente proprio in queste settimane post controlled default greco, che le tensioni di finanza pubblica degli euromembri restano forti. Non è escluso che Atene non ce la faccia comunque e abbia bisogno di nuovi aiuti. Si è aggiunta la nuova crisi spagnola, troppo lontana dagli obiettivi di rientro dichiarati, e a serio rischio di diventare assai presto a propria volta un Trojka country. Poi il Portogallo. L’Irlanda. Persino l’Olanda, alle prese con tagli assai superiori alle sue attese, se vuole stare negli obiettivi del fiscal compact.
La seconda è quella strettamente collegata al default controllato greco. Non è saltata nessuna banca né alcun hedge fund. Non c’è stato alcun effetto contagio. Anzi, si è diffuso un eccessivo ottimismo malgrado 160 miliardi di haircut ai detentori di titoli pubblici greci, in grazioso cambio di circa 60 miliardi di carta a bassissimo rendimento e a lunghissima scadenza.
Se però questo effetto si è prodotto, tanto varrebbe approfittarne. Degli oltre 500 miliardi di eurotitoli pubblici in scadenza per Paesi non tripla A nei tre trimestri residui del 2012, oltre 300 miliardi è costituita da titoli italiani. Il 50% dei quasi due trilioni di euro di debito pubblico italiano va in scadenza nei prossimi due anni. Ora è vero che negli ultimi tre mesi il rendimento del  Btp decennale è sceso di 250 punti base sino a sotto la soglia del 5%, prima di risalire ora verso quota 320. E che al Tesoro, la direzione preposta al debito pubblico guidata da Maria Cannata sta esaminando tutte le possibili strategie per tornare ad allungare la duration del nostro debito pubblico senza chiamare i bondholders ad alcuna perdita di valore.
Tuttavia, per l’Italia sarebbe il caso di fare di più. La penso in questo come Georges Ugeux, CEO di Galileo Global Advisors, che ne ha scritto il 25 marzo sull’Huffington Post. L’Italia  potrebbe – meglio: dovrebbe  – pensare a una vera e propria ristrutturazione straordinaria del proprio debito pubblico. Certo, con un haircut assai inferiore al quasi 70% inflitto ai bondholder greci. Ma comunque di una notevole consistenza.

(...)

fonte: Chicago-blog.it


martedì 27 marzo 2012

scadenze sempre più vicine


Tra novembre 2011 e settimana scorsa, la repubblica italiana ha emesso titoli di debito per 157 miliardi di euro. A questo totale andrebbero aggiunti almeno 70 miliardi  di debito ulteriore che il governo ha garantito nello stesso periodo.
Di questi 157 miliardi di nuovo debito, oltre il 77 % ha una scadenza che non supera i tre anni, con addirittura un 56% che scadrà tra meno di un anno
In pratica l'Italia sta continuando a pagare i suoi debiti con nuovo debito a breve scadenza. Una nazione prudente dovrebbe cercare di allungare le scadenze del debito, non di accorciarle.
Il mercato sta celebrando il successo delle ultime aste, evitando però di esaminare che genere di debito viene emesso. 
Se la Germania fosse seria riguardo il cosidetto "firewall", assieme alla BCE dovrebbe incoraggiare i paesi a chiedere prestiti di lungo termine.

una fotografia dell’assurdo

l'indice CESI

Quanto è successo ieri sera (e di riflesso oggi) sui mercati è la perfetta fotografia dell’assurdo di un sistema che è condizionato in modo determinante dalla politica monetaria delle .
Se da un lato continuano ad uscire dati economici che definirei mediocri sul mercato USA, dati che dovrebbero lasciar pensare ad una correzione dei mercati visto anche il corposo rialzo delle ultime settimane, dall’altra abbiamo in compensazione le notizie in arrivo dalle banche centrali.
Mi riferisco ovviamente all’annuncio “tra le righe” di un’apertura verso il o il terza puntata. E se poi aggiungiamo Angelona Merkel che (sempre ipotesi, notate bene…) si dice propensa ad un ampiamento del , allora il cerchio è chiuso. Si vendono promesse, si vende ottimismo, si vende fumo. E se sarà il caso si riverserà sul mercato altra liquidità.
A mettere a nudo questo assurdo con cui dobbiamo convivere è l’indice CESI, alias il (Citigroup Economic Surprise Index) che mette in evidenza il fatto che gli ultimi dati macro, usciti nelle ultime giornate, sono stati peggiori delle attese o comunque deludenti.
Ma le borse sempre al rialzo. Notare la divergenza tra la realtà e la bolla negli USA.

D.T.

fonte: Intermarket & More

le cinque manovratrici dei mercati


Come è evidente nel grafico, il 95,7% del mercato dei derivati è controllato soltanto da cinque grosse banche.
Si tratta dei dati ufficiali relativi all'ultimo trimestre del 2011.
Ecco i nomi delle cinque manovratrici di un mercato da 230 trilioni di dollari: JP Morgan; Bank of America; Morgan Stanley; Goldman Sachs e HSBC.

lunedì 26 marzo 2012

ultime indicazioni da Martin Armstrong


Negli ultimi due mesi di febbraio e marzo abbiamo assisitito a due cambi di direzione del mercato dell'oro. Il ciclo al declino di marzo è durato esattamente 17,2 giorni, che è il doppio del numero magico per i cicli, cioé 8,6.
Una chiusura del mese di Marzo sopra 1685 dollari/oncia è da considerarsi neutra, in attesa del prossimo punto di svolta ciclico che cadrà in maggio, seguito da quello di giugno e dal punto più importante di tutti che cadrà in settembre.
Il livello di resistenza per le chiusure mensili rimane 1755 dollari/oncia mentre la resistenza per i prossimi 6 mesi rimane ancora il livello di 1807 dollari/oncia. Supporti primari si trovano a 1570 e 1480 dollari/oncia.
Finché le quotazioni di un'oncia di oro rimangono tra 1807 e 1480 possiamo considerare la tendenza di mercato come neutra.
In gennaio Martin avevo previsto che i prezzi dei metalli preziosi non sarebbero cresciuti per i primi sei mesi dell'anno in caso del persistere della deflazione.
Quando era in vigore il gold standard (cioé la copertura aurifera per le valute) i prezzi del metallo giallo calavano in presenza di inflazione e crescevano in presenza di deflazione.
Oggigiorno, con prezzi che fluttuano in un mercato libero, avviene l'esatto opposto.
La prima forte crescita delle quotaizoni dell'oro si è verificata nel 1934 sia perché il presidente Roosevelt ha confiscato l'oro dei privati cittadini statunitensi, sia perché la Federal Reserve decise una svalutazione del dollaro, con il prezzo all'oncia che passò da 20,67 a 35 dollari.
L'oro rimane un buon investimento - a prescindere dai discorsi sulle valute "fiat" - perché sta per tornare l'inflazione e ci sarà quindi una forte esplosione di movimento dei prezzi.
Ciò avverrà quando la crisi dei debiti sovrani toccherà anche gli USA.

fonte: Martinarmstrong.org

Gerald Celente 23 marzo


Bolle speculative che stanno per esplodere quest'anno: le obbligazioni, le carte di credito, i prestiti agli studenti. Per il medio termine rimanere investiti in oro fisico. Legge marziale negli USA.

venerdì 23 marzo 2012

secondo Barclays oro a 1850 USD oncia entro giugno

Barclays Capital ha appena pubblicato un report dove si afferma che i metalli preziosi saranno tra le commodity più performanti nel secondo trimestre. Tra le cause viene citata la ripresa delle preoccupazioni per "inflazione e perdita di valore delle valute". Raccomandano inoltre agli investitori di acquistare posizioni al rialzo sui contratti del palladio con scadenze dicembre 2012, spiegando che si prevedono problemi di approvigionamento dovuti alla riduzione delle esportazioni dalla Russia, unico paese produttore del metallo prezioso.
Barclays Capital prevede per il palladio il raggiungimento di un prezzo di 745 dollari/oncia nel secondo trimestre del 2012. Ieri il palladio quoatava soltanto 645 dollari/oncia.

giovedì 22 marzo 2012

ennesima prova delle manipolazioni contro l'argento


Questo grafico fornito dal Nanex dimostra chiaramente l'operatività di un algoritmo che genera 75.000 ordini al secondo con lo scopo di abbattare le quoatazioni dell'argento.
Il 20 Marzo, alle 13:22 questo attacco sul fondo ETF SLV ha causato un ritardo di 50 millisecondi nella gestione degli ordini al Nasdaq.

mercoledì 21 marzo 2012

oro: a questi prezzi occasione di acquisto ?


Siamo ad un punto topico, in concomitanza di canale rialzista ed Ichimoku Cloud. Un livello che negli ultimi anni è sempre stato “inaffondabile “ed è sempre comportato come eccellente base di ripartenza.
Ma non solo.
La casa USA la vede diversamente dai colleghi di UBS.
Secondo loro, il metallo giallo oggi rappresenta una , anche in vista di un QE3 che, secondo MS, non tarderà ad arrivare.

D.T.

articolo completo su intermarket & more 

quanto sta costando il rinvio del disastro


Se l'oro non è il denaro, ed è semplicemente un metallo, che può guadagnare alcun interesse, allora perché ci si guadagna interesse?
Alan Greenspan, ex-presidente della Federal Riserve, ha affermato che: "le banche centrali sono pronte a prestare oro in quantità crescenti qualora l'aumento dei prezzi."
Questa ammissione di Alan Greenspan ci dice che hanno già preso dato in prestito l'oro che dovrebbe restare nei loro forzieri e, come dice Michael Maloney: "se non puoi tenerlo, non lo possiedi."
Recentemente Germania, Svizzera, Venezuela, e altri paesi pare stiano prestato attenzione per alla attuale svalutazione competitiva delle monte e stanno rendendosi conto che qualcosa di molto, molto grande sta per arrivare. Questi paesi vogliono rimpatriare quanto prima il loro oro perché sanno che è importante arrivare per primi quando lo stesso oro viene prestato e venduto (sulla carta) più volte, (una prassi chiamata rehypothecation).

I mass-media stanno martellandoci con il messaggio approvato dalle autorità che siamo in una lenta ripresa. La verità è che il crollo del 2008 è stato solo il primo scoppio all'inizio dello spettacolo fuochi d'artificio. Seguirà l'inflazione, e finora le banche centrali non hanno deluso. Dopo il 2008, 7.000 miliardi dollari sono già stati stampati dalla Fed e dalla BCE in uno sforzo per sostenere il sistema.
Con l’espandersi dell'offerta di moneta, il potere d'acquisto di ogni unità di moneta diminuisce, e ci vogliono più pezzi di carta per acquistare la stessa attività reale, che si tratti di una pagnotta di pane o un grammo di argento.
La distruzione finale dell’attuale sistema monetario senza copertura aurifera arriverà con la perdita di fiducia da parte del pubblico. Come sappiamo dalla storia, ciò avviene rapidamente. Quella che è oggi una popolazione pacifista e neutrale si può trasformare in pochi giorni in un branco di animali selvaggi che agiscono in base all’istinto e in preda al panico, contendendosi l’accesso a una quantità limitata di beni reali.

Il fenomeno del “pregiudizio di normalità”  induce la gente a sottovalutare sia la possibilità che si verifichi un disastro sia la gravità dei suoi possibili effetti. Per questo motivo le persone spesso non riescono a prepararsi adeguatamente all’eventualità di un disastro. Vi è anche l'incapacità di persone ad affrontare un disastro volta che si verifica. Il “pregiudizio di normalità” rende difficile per le persone a reagire a qualcosa che non hanno sperimentato prima. Le persone inoltre tendono a interpretare le avvertenze in modo più ottimistico possibile, cogliendo tutte le sfumature che fanno sperare in uno sviluppo meno grave degli eventi.
L'unico modo che conosciamo per preparare l'inevitabile è attraverso il potere della conoscenza.


fonte: wealthcycles.com

domenica 18 marzo 2012

andamento dell'argento dal 2003


Il canale ascendente di lungo termine rimane confermato.

le banche centrali comprano oro a buon mercato

Il Financial Times riferisce che la recente caduta di prezzo dell’oro ha fatto scattare grossi acquisti di oro da parte delle banche centrali: "l’attività di acquisto mette in luce una tendenza da parte delle banche centrali delle economie emergenti a comprare oro, laddove invece alcuni investitori occidentali stanno cominciando a perdere la pazienza con questo metallo. I prezzi dell’oro sono caduti del 13,8% dal record nominale di 1920 dollari/oncia raggiunto in settembre e questo venerdì un'oncia veniva scambiata a 1655,60 dollari."
Un trader ha aggiunto che " La BIS (Bank for International Settlements, sede a Basilea), che agisce per conto delle banche centrali, ha comprato significative quantità di oro sul mercato internazionale mentre  prezzi scendevano. Si stima che la scorsa settimana la BIS avrebbe comprato dalla 4 alle 6 tonnellate d’oro, per un valore approssimativo di 250-300 milioni di dollari ai prezzi correnti, sul mercato Over the Counter del fisico.
In una nota ai suoi clienti di questa settimana Credit Suisse parla di “acquisti aggressivi da parte delle banche centrali questo Venerdì.”
Nello stesso lasso di tempo le banche centrali europee hanno smesso di vendere il loro oro.
Le banche centrali hanno certamente cominciato a tenere d’occhio molto più seriamente l’oro come classe di asset da quando le banche centrali europee hanno smesso di vendere.
Gli acquisti da parte delle banche centrali sono iniziati quando il prezzo ha cominciato a scivolare tre settimane fa, quando sono stati rilasciati dei rapporti che indicavano una certa forza nei dati economici per gli USA, riducendo con questo le aspettative da parte degli investitori di un ulteriore quantitative easing (eufemismo per stampa di soldi) da parte della Federal Reserve, e spingendoli verso altri investimenti, come le azioni.

venerdì 16 marzo 2012

attacco all'Iran e impennata del Brent


Stasera il petrolio Brent ha sfiorato ancora una volta i 126 dollari al barile con un impennata di 3 dollari in poche ore. La causa più probabile è la notizia che il comitato ministeriale per la sicurezza di Israele ha approvato con 8 voti contro 6 la necessità di attaccare l'Iran.
Per la prima volta il premier Netanyahu ha ottenuto il sostegno di una maggioranza per la sua intenzione di attaccare l'Iran prima delle elezioni presidenziali statunitensi del prossimo novembre, con o senza l'approvazione da parte di Obama.
In alcune province italiane la benzina verde ha già superato i due euro al litro, di questo passo la vedremo presto a 4 o 6 euro/litro.

16 marzo: secondo Bradley inversione importante

Punto di inversione. I mercati secondo Bradley sono ad un momento topico
Quando parlo del Siderografo di Bradley il 95% dei lettori vedono un qualcosa che è paragonabile all’astrologia, una sorta di “Oroscopo” dei mercati.
Io sono il primo ad essere sempre molto prudente su questi metodi “alternativi” di analisi dei mercati.
Però credo meritino comunque un po’ di spazio. Il motivo? Semplice, perché facendo il back testing…e vedendo certi risultati, bisogna anche avere l’umiltà e dire che forse…c’è un qualcosa di curioso.

Il siderografo di Bradley, ha dei punti di inversione ben definiti, che si trovano nel grafico mostrato sopra.

Quindi è evidente che oggi, 16/03/2012, è un giorno “di marca”. Tenendo conto che al siderografo bisogna lasciare l’elasticità di qualche giorno, significa che nell’arco di qualche giorno POTREBBE succedere qualcosa.

D.T.

articolo completo su Intermarket & More

chi compera metalli non corre questi rischi


Derivati: l'Italia ci perde 31 miliardi di dollari (Bloomberg)

L'Italia ha pagato a Morgan Stanley a gennaio 3,4 miliardi di dollari per chiudere delle posizioni in derivati sui tassi di interesse. Si trattava di contratti attivati negli anni Novanta ed è stato più economico chiuderli che rinnovarli, secondo quanto riportato da Bloomberg Businessweek. Ammonta proprio a circa 3,4 miliardi di dollari il totale degli incrementi delle tasse quest'anno e questo fa comprendere il peso di queste esposizioni finanziarie sulle tasche dei contribuenti. Se si considera il debito complessivo di 2.500 miliardi di dollari circa dell'Italia, le perdite complessive sui derivati ammonterebbero a 31 miliardi di dollari.

rimbalzo e nuovo QE


Ieri oro e argento hanno rimbalzato sulle resistenze con un progresso migliore rispetto alla media delle commodities. Il rialzo è stato probabilmente aiutato dalla consapevolezza degli investitori che la Federal Reserve avvierà presto il terzo "Quantitative Easing", cioé una nuova inizione di liquidità in un mercato già fortemente drogato. 

giovedì 15 marzo 2012

ritorno ai livelli di metà gennaio


Negli ultimi due giorni abbiamo assistito al maggior rialzo dei rendimenti dei titoli di stato americani a 10 anni degli ultimi cinque mesi. Evidentemente sempre più gente si aspetta un ritorno dell'inflazione. Per quanto riguarda l'oro, invece, negli ultimi sei mesi ci sono già stati nove crolli giornalieri di ampiezza percentuale simile al movimento degli ultimi due giorni.  Ancora una volta siamo davanti all'evidenza di ribassi artificiali dei prezzi dei metalli preziosi, creati ad arte dalle grosse banche che sono terrorizzate dalla perdita di fiducia nei loro pezzi di carta.
Sembra che la discesa di oro e argento si sia fermata sui supporti corrispondenti ai livelli di prezzo di metà gennaio.

Stranamente quest'ultima discesa dei prezzi dei metalli preziosi non è riuscita a spaventare gli investitori in metallo fisico, perché i livelli di open interest sulle opzioni non sono calati e rimangono molto alti.
Ci sono voci che alcune banche europee hanno dovuto vendere parte del loro oro in seguito a "margin calls" da parte della BCE.



la farsa degli stress test delle banche

Secondo l'ultima simulazione degli stress test per le banche USA,  Federal Reserve afferma che JP Morgan nella peggiore delle ipotesi potrebbe perdere lo 0,0000043%

Come è possibile accettare questa ennesima farsa?
Secondo Bloomberg, infatti, secondo gli scenari degli ultimi "stree test" per JP Morgan e Goldman Sachs si potevano stimare perdite di trading di poco superiori ai 27 miliardi di dollari.
Considerando il fatto che JP Morgan ha emesso 61,53 TRILIONI di dolalri in derivati di swap "over the counter", chi mai potrebbe credere alla favola che le perdite massime possibili ammonterebbero a solo 27,7 miliardi ?

mercoledì 14 marzo 2012

ogni tanto emerge la verità anche nella finanza


Greg Smith è il direttore esecutivo della Goldman Sachs per i CDS in USA, Europa, Medio Oriente e Africa. Anzi lo era fino a ieri: oggi rassegna le dimissioni, e racconta il perché sul New York Times. Ecco alcuni estratti della sua clamorosa confessione:
Posso onestamente sostenere che l'ambiente è oggi più tossico e distruttivo di quanto abbia mai visto. Per più di un decennio ho partecipato alla selezione dei candidati attraverso i colloqui. Ho capito che era tempo di lasciare quando non riuscivo più a guardare gli studenti negli occhi e dire loro che la banca era un bel posto in cui lavorare.
I miei clienti hanno una base totale di investimenti di mille miliardi di dollari. Sono sempre stato orgoglioso nel consigliare i miei clienti su cosa fosse il meglio per loro, anche se ciò significava meno soldi per la banca. Questa visione sta diventando sempre più impopolare alla Goldman Sachs.
Come siamo arrivati qui? E' cambiato il sistema della leadership. Oggi, se fai abbastanza denaro per la banca sarai promosso in posizioni  chiave. 

Quali sono i tre modi veloci per riuscirci?
1) Convinci i tuoi clienti a investire in prodotti di cui  ci vogliamo liberare perché non hanno un profitto;
2) Vai a "Caccia di  elefanti", ovvero induci i clienti a investire dove c'è il maggior  profitto per Goldman. Sarò fuori moda, ma questo a me non piace;
3)  Procurati una poltrona dove puoi fare trading su misteriosi prodotti con  acronimi di tre lettere.

Mi fa sentire male il modo cinico in cui  stanno depredando i clienti. Negli ultimi 12 mesi ho sentito cinque  diversi direttore riferirsi ai loro clienti come "burattini". In questi  giorni, la più comune domanda che ricevo dai nuovi assunti è "Quanti  soldi ci tiriamo fuori da questo cliente?". Mi infastidisce ogni volta,  perché rispecchia chiaramente quello che sentono dai loro capi. Non  occorre essere scienziati per capire che il giovane analista seduto  in un angolo, che sente parlare di "burattini", "strappare gli occhi" e  "guadagnarci su", non diventerà un cittadino modello.
 

Goldman Sachs sarà anche fulcro e sentina di tutti i mali, ma è assai probabile che questo andazzo sia il medesimo in ogni banca del mondo. Banche che con tale approccio gestiscono e custodiscono i debiti di intere Nazioni. Se persino i supermanager, avvezzi a tutto, si scandalizzano e si licenziano forse è ora di pensare a ripulire l'ambiente. Prima che trascini a fondo l'intero pianeta.

martedì 13 marzo 2012

continua la fuga dai depositi bancari


Il grafico riporta i dati ufficiali aggiornati al 31 dicembre 2011.
La linea azzurra indica chiaramente la fuga dei depositi dalle banche italiane e spagnole.
Finchè si assiste alla fuga di depositi dai sistemi bancari  di questi due maggiori nazioni sovrane (apparentemente verso i sistemi bancari di Finlandia, Germania e Lussemburgo) il solo modo per sostenere le debolezze bancarie (fino a quando resterà pressochè morto il mercato interbancario) sarà la BCE.
E mentre i depositi calano, il bisogno di ridurre gli asset potrà solo accelerare i problemi all’interno delle grosse banche spagnole e italiane – soprattutto visto che stanno rimpiazzando i loro passivi con debito sovrano – portando ad un rischio sistemico sempre più concentrato in queste banche.  
 

deficit USA in forte aumento

Ultimi dati ufficiali dagli USA:
 - nel solo mese di febbraio il deficit statale degli USA è cresciuto di 231,7 miliardi di dollari;
 - nuovo debito emesso 727 miliardi (il 25% in piu' del necessario) ;
 - le entrate fiscali negli ultimi cinque mesi sono calate di 2 miliardi rispetto al 2011.
In pratica, il deficit di bilancio continua ad aumentare mentre le entrate fiscali non aumentano.
Il castello di carte è sempre più fragile.

sabato 10 marzo 2012

Alla Fine è Arrivato il Default

 Alla Fine è Arrivato il Default della Grecia

Se leggi i giornali forse non te ne accorgi, ma all'ultimo momento è venuto fuori che la ristrutturazione dei bonds greci NON è più volontaria, ma è imposta, quindi è FALLIMENTO e infatti alla fine la ISDA ha decretato ieri sera che chi aveva scommesso su un default della Grecia comprando CDS (cioè appunto "credit DEFAULT swap" e come dice il nome sono scommesse sul Default) va pagato

9 marzo – L’uso da parte della Grecia della clausola di azione collettiva (Cac), un dispositivo coercitivo che obbligherà i creditori privati recalcitranti a partecipare alle perdite sul debito ellenico causate dalla sua ristrutturazione, farà scattare il pagamento di 3 miliardi di dollari di risarcimenti da parte delle assicurazioni stipulate contro l’insolvenza di Atene. Lo ha deciso la International, Swaps & Derivative association (Isda).

Il default della Grecia è quindi scattato venerdì ufficialmente e sul debito greco detenuto da privati il "taglio" è stato alla fine circa del -70% medio, la Grecia pagherà circa un 30% alla fine, quasi come l'Argentina nel 2002 (in totale però, dato che il debito detenuto dalla BCE e FMI verrà rimborsato interamente, la media sarà del -53%). E chi ha speculato sul default dei bonds greci un anno fa ad esempio ha guadagnato dei bei soldi.

G. Z.

articolo completo su Cobraf.com

vedi anche approfondimento su intermarket & more

venerdì 9 marzo 2012

ci sarà la ripresa economica?



Italia: ci sarà la ripresa economica?
Il grafico qui sopra sintetizza la nostra storia economica e, in particolare, quali sono stati gli eventi che hanno determinato le inversioni di tendenza, che nel grafico appaiono in modo inequivocabile e, negli ultimi anni, in tutta la loro drammaticità, a dispetto delle rassicurazioni che vengono in questi tempi profuse al nostro popolo.
Il grafico ci dovrebbe anche far capire perché abbiamo, da un po’ di tempo, così tante difficoltà a finanziare il nostro deficit pubblico, in costante aumento. In pratica, per supplire al deficit delle partite correnti come paese, ci stiamo indebitando sempre di più verso l’estero e per somme ogni anno maggiori. Si può pensare che ciò non sia in qualche modo notato dagli altri che ci dovrebbero prestare i soldi? Credo di no.
Comunque, facendo un’analisi del grafico è opportuno evidenziare che:
A) Prima del 1987, a partire dall’inizio del miracolo economico, l’Italia ha quasi sempre avuto saldi positivi, tanto che la lira al tempo meritò l’oscar delle valute.
B) Nel 1992 ci fu l’ultima svalutazione della lira. Nel 2002 ci fu l’introduzione dell’EURO e l’Italia ne fece parte da subito.
Oggi, dopo 10 anni di EURO la situazione delle imprese in Italia è veramente alla frutta, con qualche eccezione ovviamente e il futuro che si può intravedere è che andrà sempre e ancora peggio.
Le cure che stanno somministrando i nostri 2 Mario, che stanno in questo periodo dando tante soddisfazioni alle banche, sono quanto di peggio si possa fare per una ripresa dell’economia reale, che deve confrontarsi con la concorrenza internazionale.
Per finire e per tornare all’Italia, la mia opinione è che con l’entrata nell’EURO ci siamo rovinati e se ci restiamo ancora lo saremo definitivamente. Altro che ripresa.
Gaolin

articolo completo su Intermark & More


i cinesi stanno accumulando argento fisico

Secondo un bene informato trader di Londra, i cinesi stanno accumulando argento fisico a 33 dollari l'oncia. Ogni volta che gli speculatori anglo/americani buttano giù i prezzi, dalla Cina ne approfittano per comperare, principalmente sul mercato di Londra. 
Durante le ultime sessioni della CFTC, è emerso che il mercato cartaceo/elettronico di oro e argento è 100 volte più grande di quello dei metalli fisici. In altre parole, per ogni oncia di oro o argento reale, ci sono 99 once di derivati o di altri strumenti finanziari.
Di questo passo tra poco tempo a Londra non ci sarà più metallo reale da spedire in Cina perché i cinesi l'avranno già acquistato in precedenza.

giovedì 8 marzo 2012

Germania e Svizzera vogliono riprendersi l'oro depositato a NY


L'altro ieri la Germania è tornata alla carica per chiedere un inventario accurato delle sue 3.400 tonnellate di oro, in gran parte depositate presso la Federal Reserve di New York.
Per ora le autorità USA hanno respinto le richieste tedesche.
Ieri in Svizzera è partita l'iniziativa "Rettet unser Schweizer Gold" per proteggere ed eventualmente incrementare le riserve di oro della Banca Nazionale Svizzera. I cittadini svizzeri avranno il diritto di votare su tre questioni molto semplici:
1) mantenere tutto l'oro svizzero fisicamente in Svizzera;
2) vietare alla Banca Nazionale Svizzera la vendita delle riserve di oro;
3) almeno il 20% delle riserve della Banca Nazionale Svizzera devono essere rappresentate da oro fisico.

il sito di Goldinitiative


martedì 6 marzo 2012

Morgan Stanley consiglia di mantenere gli investimenti in oro

La discesa odierna del prezzo dell'oro sotto i 1700 dollari/oncianon modifica il giudizio degli analisti di Morgan Stanley. Loro continuano a consigliare 'Stay Long Gold' cioé di mantenere gli investimenti in oro. Secondo loro i prezzi saliranno per tutto il 2012. La forza momentanea del dollaro frena la crescita dell'oro, tuttavia loro prevedono che gli ulteriori interventi aggressivi che sono previsti da parte della Federal Reserve e di altre importanti banche centrali non faranno che aumentare la richiesta di oro.
Sempre secondo Morgan Stanley, l'analisi delle dinamiche di domanda e offerta indica chiaramente che il mercato dell'oro rimarrà improntato al rialzo anche in tutti i prossimi quadrimestri almeno fino alla fine del 2013.
I quattro pilastri che hanno dato rigine a questo mercato toro, infatti, sono ancora in piedi:
1) la diminuzione del ricorso a coperture da parte dei produttori di oro;
2) la dininuzione delle vendite da parte delle banche centrali e l'aumento degli acquisti da parte delle stesse;
3) l'incapacità di aumentare la produzione da parte delle miniere;
4) la crescita di lungo termine della richiesta di metallo fisico da parte degli investitori.

I grafici sottostanti, dal report di Morgan Stanley, confermano le loro tesi:

clicca per ingrandire

lunedì 5 marzo 2012

analisi tecnica argento 4 marzo



Analisi tecnica secondo Morris Hubbart, che vede un trend di crescita con obiettivo tra 42 e 44 dollari/oncia.

articolo completo con previsioni anche sull'oro

giovedì 1 marzo 2012

petrolio WTI oltre 110 dollari al barile


Il petrolio WTI stasera ha toccato i 110,5 dollari al barile. Il barile di petrolio Brent segna un nuovo massimo assoluto superando i 96 euro al barile.
Il motivo è probabilmente una notizia che per ora viene riportata solo da fonti giornalistiche iraniane: : "Un'esplosione ha colpito un oleodotto in Arabia Saudita,  vicino alla città di Awamiyah."
Cosa succederà al petrolio quando verrà bloccato lo stretto di Hormuz?


le borse stanno vivendo di aria fritta

Lo scorso dicembre, in coincidenza con l’LTRO 1, è partita una vera decorrelazione tra le borse europee e il mercato dei titoli di stato tedeschi (Bund). Dove sta l’assurdo? Se si trattava di vera ripresa, mi sarei aspettato quantomeno quel fenomeno che si chiama reverse fly-to-quality, dove gli asset considerati “safe haven” o porto sicuro, vengono liquiditati e si punta sugli asset più rischiosi. E invece no.
Come mai?
Semplice. Il denaro entrato sul mercato è denaro FRESCO, nuovo di pacco, che prima non c’era e viene utilizzato per fare trading (e quindi non genera inflazione, sia ben chiaro). Un denaro però a scadenza in quanto tra 3 anni verrà distrutto dalla BCE, una volta restituito dalle banche.
Stupisce infatti che il Bund ha mantenuto le sue posizioni, anzi, è ancora salito di prezzo. Segno che comunque il Bund NON è stato venduto.

Quindi il mercato oggi vive di “aria fritta”, è drogato. Punto e basta. E lo sarà ancora.

Ma a questo punto vorrei fare una domanda.
Capisco che Draghi ha fatto una scelta, ovvero salvare innanzitutto le banche, generando fiducia e sperando che, come conseguenza, tutto riparta. Ma queste iniezioni di liquidità dove ci porteranno? E soprattutto, visto che di strutturale in tutto questo non c’è nulla, tanto che poi, alla fine, il denaro NON viene girato all’economia reale, cosa resterà di buono dell’LTRO e quali saranno i suoi reali benefici sul mercato?
Signori, la BCE ha giocato pesante e ha messo sul piatto delle banche la cifra di 1 trillione abbondante di Euro (1.018 miliardi di €). E secondo voi le banche salveranno l’economia e contribuiranno alla ripresa oppure salveranno il loro bilancio e contribuiranno a gonfiare solo i mercati e il valore dei titoli di stato?

D.T.