lunedì 30 settembre 2013

il giallo del volo Parigi Zurigo



Ancora una sparizione di oro e un giallo con tanti interrogativi


Circa 44 kg di lingotti d'oro da un carico complessivo di 300 kg di metallo prezioso sono misteriosamente scomparsi da un volo Air France da Parigi a Zurigo.  
"Stiamo indagando la questione, e soprattutto la possibilità che ci siano stati complici all'interno per questo furto da 1,5 milioni di euro" ha dichiarato al quotidiano inglese Daily Mail una fonte vicina all'inchiesta.
  
La quantità di oro rubato è relativamente insignificante; se consideriamo anche la difficoltà di organizzare una rapina su un volo internazionale e altre modalità del furto possiamo pensare che il vero scopo dei responsabili dell'impresa sia quello di lanciare un messaggio. Il messaggio è che l'egemonia del dollaro sta finendo.

Un altro indizio che tra i responsabili del furto ci sono personaggi importanti riguarda la connessione con il mondo del riciclaggio degli enormi profitti ricavati dal narcotraffico.
La notizia della rapina, infatti, arriva sulla scia di un altro scandalo per Air France, quando all'inizio di questo mese c'è stata la scoperta che la compagnia di bandiera francese ha trasportato cocaina per un valore di 200 milioni di dollari dal Sud America.
A bordo del volo da Air France da Caracas a Parigi dell'11 settembre c'erano 30 valigie piene di stupefacenti, la loro scoperta ha portato all'arresto di nove indagati, tra cui tre agenti di sicurezza venezuelani, tre cittadini britannici e tre cittadini italiani.


Parlando di questo scandalo, il ministro venezuelano dell'Interno Miguel Rodriguez si è affrettato a suggerire il coinvolgimento diretto di funzionari di Air France: "Come può una spedizione di cocaina raggiungere la Francia e sparire senza passare attraverso i normali controlli?"

Non a caso, sempre negli stessi giorni torna in prima pagina il tema del rimpatrio dell'oro fisico, con il voto del parlamento finlandese per chiedere di riportare in patria i loro lingotti. Questi avvenimenti hanno probabilmente lo scopo di far capire agli Stati Uniti che gli stati sovrani non sono più disposti a far finta di ignorare i dubbi sulla sicurezza delle loro riserve depositate all'estero.
Questi messaggi di sfiducia nelle autorità monetarie degli USA stanno diventando un messaggio di sfiducia anche verso il dollaro.

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