domenica 30 giugno 2013

GLD ha perso meno di Apple e Facebook


Il fondo ETF GLD, con sottostante di oro fisico, nell'ultimo anno ha perso 28 miliardi di dolalri di capitalizzazione. Nello stesso periodo hanno perso molto di più Apple e Facebook.
Sembra quindi che i media finanziari i gestori di fondi comuni abbiano pregiudizi contro l'oro. I miliardi di dollari persi dagli investitori di oro (di carta) servono a fare titoli sensazionali, ma nei fatti due titoli tecnologici hanno perso molto di più come capitalizzazione in borsa. 

Dal punto di vista dei trader, nell'ultima settimana l'oro ha raggiunto forti livelli di ipervenduto, condizione rispecchiata anche dagli indicatori del "sentiment" degli investitori, che è sceso a livelli molto bassi, come indicato nella seguente tabella:





E' quindi molto probabile un rimbalzo delle quotazioni, almeno nei primi giorni di luglio.



articolo completo su: goldsilverworlds.com


 

venerdì 28 giugno 2013

oro e argento hanno trovato il minimo ?

l'argento seguirà l'andamento dell'oro

Oro e argento sembrano essere nel processo di ricerca di un minimo da cui ripartire, tuttavia l'azione dei prezzi potrebbe continuare ad essere volatile nelle prossime settimane. Come suggerisce il grafico sopra., gli analisti del gruppo Technicals FX di Citi Bank, si aspettano per entrambi i metalli preziosi una salita molto in alto nel lungo termine, con un alta probabilità di prestazioni migliori da parte dell'argento, come è successo tra il 2008 e il 2011.


fonte: CitiFX Technicals

indicazioni di breve da Barrai

Paolo Barrai


Gold is gold ... tutti lo buttano via ... ma se il "tapering" sarà inferiore al previsto ... il rimbalzo ci sarà anche per il metallo giallo

L'oro chiude il trimestre con un ulteriore calo a 1200 dollari l'oncia. Pur intravedendo il prezzo a 1100-1000 credo che il mese di luglio possa portare a un rimbalzo delle quotazioni almeno fino all'area 1300.

Nel breve (in ottica speculativa) si può tentare un acquisto di oro ai livelli odierni (1200 dollari l'oncia) con stop-loss a 1160 e obiettivo a 1300.

L'argento diventa anche più interessante dell'oro in quanto il rapporto storico oro argento porterà a una rivalutazione più forte nel prossimo movimento al rialzo.

fonte: ilpunto-borsainvestimenti.blogspot.it/


P.S.  Paolo Barrai nel 2008 aveva consigliato tutti i risparmiatori di investire almeno il 10% del loro patrimonio in oro fisico. Un mese fa aveva consigliato di alleggerire le posizioni a chi fosse investito con percentuali molto più alte.







giovedì 27 giugno 2013

analisi tecnica oro secondo Fitzpatrick


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L'analista Tom Fitzpatrick di CitiBank ammette: "pensavamo che il livello di 1520 dollari per oncia avrebbe resistito,  una volta che si è rotto quel livello di supporto, secondo noi questa discesa ha un obiettivo obiettivo molto chiaro a metà strada tra 1200 e 1300 dollari per oncia."

"Ora che abbiamo sostanzialmente raggiunto tale obiettivo, la nostra sensazione è sempre stata che un trend sano è caratterizzato da correzioni sane. Questa è semplicemente un'altra correzione sana, come quella che abbiamo visto nel 2008. Se quel movimento dovesse ripetersi, nel corso dei prossimi tre anni l'oro potrebbe raggiungere quotazioni tra i 3400 e i 3500 dollari per oncia, come indicato nel grafico sopra."

Considerando il lungo termine, "se stiamo ripetendo lo stesso andamento che abbiamo visto tra il 1966 e il 1982, allora il presente ciclo rialzista culminerà attorno al 2016".

articolo completo su: kingworldnews.com 


mercoledì 26 giugno 2013

secondo UBS oro sotto pressione per 6 mesi ancora


Intervista a Dominica Schnider, responsabile delle commodities per UBS Research Wealth Management.

Domanda: "i prezzi dell'oro hanno registrato una costante pressione da parte del rafforzamento del dollaro e della fuga dai fondi ETF. Per quanto tempo continuerà questa tendenza ?"

Dominic
Schnider: "La tendenza al ribasso che vediamo nel prezzo dell'oro è destinata a proseguire, almeno per i prossimi sei mesi. Ci sono diversi fattori che parlano a favore di un prezzo più basso. Prima di tutto, il dollaro si sta rafforzando. In secondo luogo, quello che hai, la pressione inflazionistica ha facilitato fuori un bel po 'fiera, e noi non vedere alcuna pressione dell'inflazione nel breve termine. Terzo punto, negliinvestitori è diminuita molto l'avversione al rischio e ciò è un aspetto negativo per il metallo giallo '.

Domanda: "Dove vedi i prezzi dell'oro nei periodi di tempo di un anno, tre anni e cinque anni? "


Dominic Schnider: "Beh guardando il prezzo dell'oro direi nel breve periodo che stiamo guardando i 1150 dollari per oncia. Considerando i costi marginali di produzione, mi aspetto un ritorno ai 1250 nel giro di sei mesi. Tra dodici mesi, invece, vedo un prezzo dell'oro sopra 1500 dollari per oncia. C'è ancora molta incertezza su come potremo risolvere alcune delle sfide del mondo sviluppato. Quale sarà il prezzo dell'oro tra più di tre o cinque anni, a essere onesti, è molto difficile da giudicare. Quindi preferisco evitare un commento su questo orizzonte temporale. "

martedì 25 giugno 2013

chiudono le miniere

Miniere che chiudono…

   di Giuseppe Trucco

Il prezzo dei metalli preziosi sta calando sensibilmente e per le prime miniere già è tempo di chiudere i battenti. Ho spiegato in un precedente articolo che il costo medio di produzione inclusivo di tutte le voci è pari, grosso modo, al prezzo corrente del metallo giallo. Ma siccome i costi di creazione della miniera sono impossibili da recuperare, una miniera tendenzialmente verrà chiusa solamente in presenza di un prezzo dei metalli preziosi che sia addirittura inferiore ai costi vivi di produzione.
(...)
Abbiamo i primi segnali di resa del settore, le prime miniere che stanno chiudendo, se il prezzo dei metalli preziosi non recupera presto, la mia previsione è che molte altre miniere seguiranno l’esempio di queste prime che hanno chiuso. Vediamo chi ha “aperto le danze”.

A marzo è Kinross Gold ad annunciare che nel secondo semestre del 2013 sospenderà “temporaneamente” le operazioni alla miniera di oro ed argento di La Coipa nel nord del Cile. Anche se trattasi di una miniera molto più piccina, anche Wesdome Gold non è da meno, e sospende la produzione nella miniera aurifera canadese Kiena.
Ad aprile è US Silver and Gold ad annunciare la chiusura della storica miniera Drumlummon nel Montana. Poco più tardi Tanami Gold comunica di voler mettere in stand-by la miniera australiana Coyote, lasciando a casa 150 lavoratori.
A giugno è Golden Minerals a chiudere la produzione di argento ed oro alla miniera Velardena in Messico, lasciando a casa quasi 500 minatori.
Non sono solo le miniere d’oro e d’argento a suscitare questi desideri nichilisti e fantasie di morte ai manager delle compagnie, ma anche quelle di platino del Sud Africa, benché in questo caso non sia solo una questione di prezzo: Anglo American sta considerando la possibilità di chiudere una o più miniere di platino della partecipata Anglo Platinum, lasciando disoccupati 14mila minatori, ma credo abbia finora temporeggiato per via delle minacce di revoca delle sue licenze (cioè nazionalizzazione) delle altre sue miniere in Sud Africa. Meno timida è stata Eastern Platinum che ha deciso questo mese di mettere “on care and maintenance  la sua Crocodile River Mine, cessando le operazioni già dal prossimo luglio, onde frenare l’emorragia di denaro che le perdite stavano provocando alla compagnia, il cui titolo è ormai allo stremo.

Quali potrebbero essere le conseguenze di queste chiusure? Semplice: la riduzione dell’offerta di oro, argento e platinoidi. Può questo essere sufficiente per determinare un aumento del prezzo? No, occorre che la domanda non cali a sua volta. E’ possibile quest’ultima ipotesi? Secondo me è quasi impossibile se parliamo di argento e platinoidi, improbabile ma non impossibile se parliamo di oro (infatti la produzione annuale di oro è pari ad appena il 2% dello stock di lingotti gialli già esistenti). Nel caso dell’argento e dei platinoidi in sostanza, mi sento di poter dire che il mercato sta probabilmente sottovalutando i fondamentali di questi metalli, credo che ai prezzi attuali essi si comprino bene. Nel caso dell’oro sospendo il mio giudizio di parte, ammetto, socraticamente, che so di non sapere. Una cosa la so però, mentre molti vendono ci sono tanti cittadini cinesi in fila davanti ai negozi che lo vogliono comprare.


articolo completo su: www.truccofinanza.it

altri indizi sulla penuria di oro fisico


Domenica scorsa la Banca dei Regolamenti Internazionali (BIS) ha pbblicato la sua relazione annuale, nella quale si conferma che le banche centrali restano le più grandi partecipanti al mercato dell'oro. La loro attività in tale mercato è accuratamente trascurata dai principali mezzi di informazione finanziaria, che cercano ogni giorno di elaborare razionalizzazioni per le oscillazioni del prezzo dell'oro, senza mai avvicinarsi troppo a ciò che sta realmente accadendo.

Per quanto riguarda l'oro, a mio avviso la novità più eclatante nella relazione annuale della BRI è l'aumento del livello di swap sull'oro di 49 tonnellate, da 355 tonnellate a 404 tonnellate.
I primi BRI swap su oro sono stati segnalati nel 2009/10, quando la banca ha scambiato 346 tonnellate di oro, pare provenienti dal  Portogallo.

Nel 2012-13 la quantità di oro non allocato depositato presso la BRI dalle banche centrali è diminuita di circa 55 tonnellate, mentre la BRI ha ridotto le sue riserve di oro di 6 tonnellate soltanto, colmando la differenza con un aumento degli swap con terze parti che rimangono ignote.

Questo comportamento è del tutto coerente con l'ipotesi che ci sia una carenza di oro in forma fisica presso i maggiori depositi mondiali.

Nel caso di swap su oro, la BRI è vincolata a restituire lingotti di oro specifici, obbligo che non hanno le sue controparti nello swap, le quali possono utilizzare oro non allocato.
Rimane quindi l'enigma del perché la BRI sta assumendo un maggior grado di rischio rispetto al suo creditori di oro nei contratti di swap.
Forse perché c'è una carenza di oro disponibile?
 

   Robert Lambourne

articolo completo su: www.gata.org

lunedì 24 giugno 2013

Report Italia: molto è cambiato, nulla è cambiato


come nel 1992 grande e politica 

e il default con la ristrutturazione del debito () non è poi così impossibile

Il week end è stato caratterizzato, oltre che da un tempo nuovamente variabile, anche dagli strascichi di quel report Mediobanca che sta girando in rete, che ovviamente sarebbe dovuto essere riservato e che invece oggi è alla portata di tutti.
Questo report, redatto dalla filiale londinese della nota holding bancaria italiana, non è certo tenera nei confronti del Bel paese.

Quindi per Mediobanca molto è cambiato, nulla è cambiato. Un deja vu di quanto è successo nel 1992 quando una crisi economica e politica, ha affondato la nostra economia e con una dose di speculazione, fummo costretti a svalutare la nostra Lira. Oggi siamo messi male come allora, secondo Mediobanca, con la differenza che NON possiamo svalutare.

(...) c’è chi è pronto a scommettere, secondo il report Mediobanca, che nei prossimi sei mesi il problema venga risolto “alla radice” con un haircut massiccio, proprio come in Grecia. Un abbattimento del nominale che andrebbe a risolvere alla radice il problema del debito pubblico, portandolo rapidamente sotto il 100%. Se così fosse, significherebbe per noi e per il nostro paese l’inizio di una nuova era. E non per forza migliore. La Grecia insegna.
E poi … e poi viene lanciato l’alert su mille altre questioni, come ad esempio il mercato immobiliare e di conseguenza il mondo bancario, che verrebbe “sotterrato” da un eventuale crollo del prezzo delle case. Dal picco del 2008 i valori si sono ridotti del 12 % contro il 25% della Spagna. Ma secondo Mediobanca, non saremmo che solo all’inizio.
Quindi un tessuto economico che viene disegnato dal report come MOLTO fragile e vulnerabile.

Ma andrà veramente così? Il Dott. Guglielmi, autore del report, ha esagerato?

In realtà, se devo essere sincero…proprio per nulla. Anche perché moltissime cose che lui ricorda, sono proprio quelle che spieghiamo da più tempo.
Solo su una cosa non concordo, per il momento: con le conclusioni.
Infatti sono d’accordo anche su tutto quello che potrebbe succedere, solo che c’è una cosa che SECONDO ME è stata sottovalutata.
Se l’Italia fosse un paese di dimensioni più ridotte, con quindi limitato “effetto contagio”, allora condividerei al 100% l’analisi di Mediobanca. Però, signori, qui stiamo parlando dell’Italia.
Provate solo ad immaginarvi cosa significherebbe, per gli altri paesi dell’Eurozona, già fortemente indeboliti dalla crisi, e anche per il resto del mondo, un default dell’Italia. Si, perché di default si tratta, visto che si parla di ristrutturazione del debito.
Quali sarebbero gli effetti sulle banche francesi e tedesche?
Cosa sarebbero costrette a fare Francia e Germania a sostegno dei loro istituti di credito? E poi quali sarebbero gli effetti sull’economia?
Morale: per una volta, possiamo dire che il peggio non viene proprio perché NON FA COMODO agli altri. Altrimenti state pur certi che ci avrebbero già fatto saltare, sia per motivi di debolezza economica strutturale e anche per motivi di scarsa credibilità politica.
Solo che siamo “too big to fail”. E questa, per noi, è una bella fortuna.
   D. T.


 

 


costi attuali di estrazione dell'argento

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Trascurando le posizioni estreme dei rialzisti e ribassisti sull'oro e considerando i segnali incerti che provengono dalle banche centrali, il consenso generale suggerisce che il prezzo dell'oro non dovrebbe scendere sotto i costi di produzione "tutto compreso" dichiarati dalle miniere principali. Calcolando un premio aggiuntivo dovuto alle preoccupazioni di inflazione e le spese per portare il metallo fisico sul mercato, si arriva a un costo totale tra i 1300 e i 1400 dollari per oncia.  

Utilizzando la stessa metodologia, i costi "all-in" calcolati da Fresnillo per l'argento sono di circa 20 dollari per oncia. Per un’analisi dei costi della Fresnillo PLC si può vedere questo lavoro della Hebba Investments: http://bit.ly/11OvGH5

In entrambi i casi, con i prezzi attuali di 1281 dollari/oncia per l'oro e 19,70 per l'argento, è evidente che le quotazioni sono inferiori ai costi di produzione.



articolo completo su: seekingalpha.com  
   
vedi anche: i-prezzi-non-possono-crollare.html 

cinesi con meno liquidi per comperare oro?

la borsa di Shangai stamattina


Ammettendo una cattiva allocazione dei capitali in Cina, la PBoC (banca centrale cinese) ha cercato di limitare i danni  il controllo dei danni annunciando stanotte che la liquidità del sistema bancario "è a un livello ragionevole", ma aggiungendo che le banche devono controllare i rischi, specialmente quelli dovuti all'espansione del credito. Come risultato non è prevista alcuna iniziativa di "quantitative easing" e le banche cinesi hanno capito che - per il momento - devono cavarsela da sole, senza sperare in un intervento di aiuto da parte della PBoC.

L'annuncio della PBOC sembra aver ripristinato una certa stabilità sul mercato interbancario cinese, che però mostra ancora tassi di interesse molto elevati.

sabato 22 giugno 2013

credere a Bernanke è come credere a babbo Natale



L'analista Marc Faber, nella sua più recente intevista come ospite di Bloomberg ha dichiarato: "se credi che Bernanke intenda fare ciò che dice, allora ti conviene credere in Babbo Natale". Faber aggiunge: "arriveremo a vedere il Quantitative Easing n. 99". Azioni, obbligazioni e oro sono ora "molto ipervenduti".
"Il sentiment negativo su obbligazioni e sull'oro ha raggiunto livelli incredibilmente alti. Essendo un contrarian", preferisco ora comperare obbligazioni e oro piuttosto che titoli azionari."

venerdì 21 giugno 2013

mercato interbancario cinese in tilt



CINA: mercato interbancario in tilt, tasso overnight al 25%

cinese ci riporta alla mente il default di . Massima allerta.

Proprio ieri vi parlavo delle problematiche sui mercati emergenti ed ecco che ci ritroviamo con una bella patata bollente che riguarda la Cina. Il flash della testata giornalistica tedesca MNI era quantomeno inquietante:
CHINA OVERNIGHT REPO FIXING AT RECORD HIGH (25%).

Come 25%??? Ma siamo sicuri? Purtroppo si: diverse fonti ci dicono che il mercato interbancario cinese sia a rischio blocco totale.
Non dimentichiamo infatti che in Cina si difetta molto di trasparenza e che molte incongruenze sono state evidenziate anche su questo blog nelle ultime settimane. (riprendetevi questo post…) 
Ma se sull’interbancario il tasso overnight è al 25% significa SOLO una cosa. Le banche non si fidano più l’una dell’altra. Motivo? Beh, anche se non abbiamo dati certi in mano, può essere solo dovuto a qualche grosso problema sulle banche locali cinesi.
Subprime asiatici? Leva finanziaria? Esposizione su operazioni speculative finite male? Non lo so con certezza … So solo che questo scenario lo avevamo visto quando era saltata Lehman Brothers. E non ve lo dico per fare terrorismo psicologico ma per mettere a nudo la realtà dei fatti.

Personalmente, visti anche i discorsi intavolati nelle precedenti settimane, sono abbastanza preoccupato, soprattutto dalla poca trasparenza della PBOC, e non ritengo assolutamente normale questa situazione. E il rischio maggiore è che, proprio come con Lehman Brothers, ci ritroviamo a conoscenza del problema proprio nel momento in cui…non si può più fare nulla.
Intanto esce con report entusiastici sulle banche della Cina. Qualcosa non torna …

    D.T.

un minimo tra oggi e il punto di svolta del 8 luglio

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Martin Armstrong prevede un minimo per l'oro tra oggi e l'8 luglio 2013, da tempo indicato come punto di svolta ciclico.

ORO: occorre scuotere l'albero

Il ragionamento più ricorrente era che la Federal Reserve sta stampando denaro, quindi il denaro diventerà senza valore, quindi devi comprare oro. Spiacenti - tutto troppo semplicistico. Questo era il ragionamento della maggior parte degli analisti per le loro raccomandazioni di investimento degli ultimi anni: solo comprare oro.

Ma ciò non sta accadendo. La Fed ha mostrato che cosa accadrà quando si fermerà il programma di Quantitative Easing. Bernanke, inoltre, ha dichiarato che se vendequalsiasi cosa ma non i mutui. Ciò significa che venderà prima i buoni del Tesoro quindi avremo un aumento dei tassi di interesse. Questa è una buona cosa perché è la chiave per ripristinare  l'inflazione.

Il prezzo dell'oro sta collassando con andamento a spirale perché troppa gente ha comperato oro con l'intenzione di tenerlo ad oltranza e ora siamo assistendo a una tipica svendita da panico. 
L'oro ha iniziato il suo ultimo declino recente con precisione il 15 giugno, giorno da noi indicato con largo anticipo come punto di svolta direzionale. Nei prossimi due giorni assisteremo a volatilità crescente. Per stabilizzare il prezzo dell'oro occorre una chiusura giornaliera di nuovo sopra i 1400 dollari per oncia.
Il supporto chiave si trova a 1270 dollari per oncia,  seguito da un supporto critico a 1236-1233. Una chiusura settimanale sotto quel livello apre la porta a un test del livello di 939,50 dollari.

In giugno potremo vedere la  chiusura mensile più bassa, mentre il minimo intraday più basso potrebbe verificarsi nei primi giorni di luglio, subito prima dell punto di svolta ECM.

     Martin Armstrong

fonte: armstrongeconomics.com

giovedì 20 giugno 2013

ancora presto per un mercato onesto

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Nell'immagine da Jesse Café Americain:  grafico con barre settimanali dei prezzi dell'oro in dollari per oncia.

Nel migliore dei casi, ilmercato, è spesso un indicatore di breve termine di se stesso e dei propri meccanismi interni, e poco altro. Anche se in genere mantiene un legame con la realtà di fondo di ciò che si intende rappresentare. E' nel lungo termine che tale valore viene opportunamente scoperto e valutato, se gli viene permesso di procedere senza interferenze indebite.

In tempi come questi con gli investitori veri scarseggiano, mentre spadroneggiano gli speculatori che operano nel breve termine e il trading automatizzato ad alta velocità (con migliaia di ordini inseriti in un secondo da parte di computer colelgati direttamente alle borse). Si deve quindi evitare di dare troppa importanza alle oscillazioni giornaliere del prezzo di mercato. Questa è la triste realtà di un mercato scarsamente regolamentato e soprattutto temporaneamente manipolato da forze molto potenti.

Ieri sera non c'era nulla di inatteso nelle dichiarazioni di Bernanke, presidente della Federal Reserve Bank. Ciò che mi ha sorpreso è stata la profondità del ribasso del mercato azionario e il contestuale ribasso dell'indice VIX, che indica la volatilità.
 

Obama ha parlato a Berlino davanti a una folla molto ridotta  rispetto alle masse adoranti cui era abituato. Pare inoltre che l'approvazione del Congresso da parte del popolo americano sia scesa a un misero 10 per cento.

Vediamo cosa porterà il domani. Ma non c'era niente in quello che ha detto Bernanke ieri sera che mi porta a concludere che le cose stanno migliorando in modo significativo per l'economia e che la Federal Reserve porrà fine alle continue inizioni di liquidità in un sistema finanziario drogato.  

Nello stesso tempo dubito che vedremo mercati efficienti e onesti finché continuerà questa massiccia manipolazione da parte delle banche centrali.

 


fonte: jessescrossroadscafe.blogspot.it

mercoledì 19 giugno 2013

stiamo affondando


Possiamo dire tutto quello che volete, ma una realtà inconfutabile resta. Siamo affondando. E con noi il sistema bancario che oggi pare ancora solido ma che continua a scricchiolare sia come redditività e sia come qualità degli asset.
Per molti versi il 2012 è stato un anno di gloria per gli istituti di credito. Hanno beneficiato abbondantemente dei “benefit” dela BCE () per poter fare con la finanza tutti quegli utili che la gestione caratteristica rendeva puramente utopici.
Ma ormai tali margini non sono replicabili, sia perché l’LTRO è addirittura vicino alla restituzione, e sia perché tutti gli spread e i prezzi hanno fatto ciò che dovevano fare ed oggi sono senza grandi margini di rivalutazione.
Inoltre, come detto l’Euribor resta al tappeto e nello stesso tempo le decollano.

L’Abi conferma quanto già rilevato dalla Banca d’Italia: le sofferenze delle banche italiane non sono mai state così alte. Ad aprile, secondo il rapporto dell’ Associazione dei banchieri, le sofferenze lorde hanno superato i 133 miliardi, 2,3 in più rispetto a marzo (+22,3% annuo). L’Abi evidenzia come resti «elevata la rischiosità dei prestiti» che peraltro continuano a calare in modo significativo.

DOMANDA: come faranno quest’anno gli utili le banche? Solo con i servizi e con le commissioni?
Questo ALERT deve arrivare alle orecchie dei risparmiatori che, mai come quest’anno, rischiano di diventare una “mucca da mungere”.
      D.T.




martedì 18 giugno 2013

IVA in aumento per l'argento tedesco



La scorsa settimana il parlamento tedesco ha deciso di aumentare l'IVA sulle monete d'argento.
In Germania le monete d'argento si potevano acquistare all'aliquota ridotta del sette per cento. Dal 1 gennaio 2014 si sale al 19% - poco meno del 21% appilicato in Italia.
Negli ultimi anni, molti investitori italiani comperavano monete d'argento in Germania (spesso tramite internet ) solo per il motivo dell'aliquota IVA decisamente più bassa.


La nuova aliquota si applica a monete d'argento come la "Philarmoniker" coniata dalla zecca austriaca (vedi immagine), e anche sulle monete da collezione in argento.

Lingotti d'oro e monete d'oro rimangono esenti da IVA perché sono visti come un investimento. Tuttavia, questo può cambiare. Le monete d'oro con valore numismatico (monete da collezione), in Germania sono soggetti a tassazione.

lunedì 17 giugno 2013

la più grande bolla del debito della storia


Giovedì scorso, di fronte al parlamento inglese, uno dei direttori della Banca di Inghilterra, Andrew Haldane, dichiara: "... siamo chiari, abbiamo [noi delle Banche Centrali] abbiamo
INTENZIONALMENTE GONFIATO LA PIU' GRANDE BOLLA DEL DEBITO DELLA STORIA..."

Come ripetiamo da mesi, le obbligazioni possono solo scendere, parliamo di un ciclo di rialzo dei bonds che dura da 25 anni circa.


 
   G. Z.


"Bond bubble threatens financial system, Bank of England director warns"
..."Let's be clear. We've intentionally blown the biggest government bond bubble in history," Haldane said. "We need to be vigilant to the consequences of that bubble deflating more quickly than [we] might otherwise have wanted."


fonte: cobraf.com

diminuisce la pressione ribassista sull'argento

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Il grafico sopra indica l'andamento dei prezzi dell'argento in dollari per oncia, dal 1 marzo 2013.
Dopo il crollo di metà aprile, l'argento non ha recuperato bene come l'oro, è sceso ancora ma non di molto. Come mostrano i tre rettangoli orizzontali, ci sono compratori che sostengono il mercato.
L'analisi tecnica indica il permanere di una tendenza ribassista (perlomeno per il mecato cartaceo), però la spinta verso il basso è sempre più debole, siamo entrati in una fase di incertezza.

  Michael Noonan 

fonte:  http://edgetraderplus.com





domenica 16 giugno 2013

rischio concreto di confisca dell'oro


Non e' da escludere. Possibile che Ue e governo Usa abbiano gia' deciso la confisca. Allo studio un piano da implementare in coincidenza con un prezzo specifico.

E' a tutti gli effetti possibile che il governo Usa e ipoteticamente l'Unione Europea abbiano gia' deciso una confisca dell'oro. Stando alle previsioni di un gruppo di analisti Usa, il governo americano e le autorita' europee avrebbero gia' studiato un piano da implementare in coincidenza con un prezzo specifico.

La maggiore minaccia per gli investimenti in oro e argento non è rappresentata dalle speculazioni aggressive dei maggiori fondi mondiali, come si sarebbe portati a pensare, bensì dai governi di Usa ed Europa, che potrebbero ritirarlo dalle tasche dei cittadini più benestanti. Almeno questa e' l'opinione degli analisti finanziari del settore minerario ed energetico di Casey Research.

I migliori consulenti finanziari al mondo adducono due motivazioni alla loro tesi, secondo cui l'oro non sara' confiscato presto. In primis, perché significherebbe che il governo riconosce il grande valore che ha il metallo prezioso, rivedendo la sua posizione ufficiale. In secondo luogo, il fatto che le autorita' incontrerebbero una resistenza molto piu' feroce rispetto a quella che incontrarono nel 1933.

Il riferimento è all'anno in cui Franklin Roosevelt, appena insediatosi alla Casa Bianca, creò il famigerato Emergency Banking Act (vedi immagine sopra), misura d'emergenza per far uscire l'America dalla crisi finanziaria, con la quale veniva imposto che tutto l'oro detenuto dai cittadini (esclusa la gioielleria personale) venisse consegnato alle banche.

Se un evento simile dovesse ripetersi, il cittadino medio sarebbe travolto da sentimenti contrastanti. Felice di vedere che i pochi "ricchi cattivi" vengano finalmente puniti, da una parte, ma al contempo preoccupati dall'idea che il governo sia in grado di compiere una sorta di furto - e di tale portata - con la forza, nella paura che loro potrebbero essere i prossimi della lista, come ci insegnano i momenti di panico a Cipro, successivi alla minaccia dell'imposizione di un prelievo forzoso per tutti i correntisti.

In generale, è sempre nell'interesse del governo implementare la confisca in un periodo di relativa calma (dopo il prossimo crollo dei mercati, per esempio). Solo dopo che il cittadino si sarà reso conto che ci troviamo in una crisi seria caratterizzata da una fase di depressione economica.

A quel punto il 99% sara' ben contento di far pagare gli "avari ricchi" per la crisi causata da un sistema finanziario pieno di falle. E si disinteressera' dei dettagli e dei modi con cui questo avviene, perche' avranno poco da perdere e quasi tutto da guadagnare. 

fonte: wallstreetitalia.com


sabato 15 giugno 2013

10mila acquirenti in coda

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A volte bisogna vedere per credere.
11 giugno 2013; diecimila persone in fila davanti a una gioielleria per comperare manufatti di oro, monete e lingotti, in occasione dei tre giorni del Dragon Boat Festival.



 
fonte: caixin.com

venerdì 14 giugno 2013

stagionalità dell'oro

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Considerando l'andamento stagionale dei prezzi dell'oro negli ultimi 30 anni, dovremmo assistere a una corposa salita dal prossimo mese di luglio fino a novembre.

Anche l'indice dei prezzi delle commodities in generale si trova su una zona di supporto e dovrebbe rimbalzare verso l'alto nei prossimi mesi, come potete vedere nel grafico sotto:


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fonte: thegoldandoilguy.com

giovedì 13 giugno 2013

Palladio per i prossimi anni

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Il Palladio è stato l'unico metallo prezioso trascurato da analisti e investitori. C'è una grave penuria di palladio, con una produzione che si è fermata a 2,2 milioni di once  (quella del platino è di 1,8 milioni di once. L'andamento dei prezzi di questa è una materia prima disegnano un grafico con un'impostazione completamente diversa da quella degli altri metalli preziosi. Il palladio sarà probabilmente il metallo che darà più soddisfazioni negli anni a venire.


fonte: armstrongeconomics.com

tiro al bersaglio sui paesi emergenti

Gli indici azionari, i bonds e soprattutto le valute emergenti stanno tutti franando, in particolare Brasile (-21% l'indice di borsa Bovespa più un altro -8% della valuta (solo quest'anno perchè dal massimo ha perso quasi il 50%!), ovviamente la Cina continua sempre a franare, Hong Kong che la segue, il Sudafrica che è il peggiore assieme a Cina e Brasile, poi Russia e ora anche Thailandia, Messimo, Indonesia, Filippine e solo l'India ha perso un poco di meno. E gli investitori stanno togliendo soldi in fretta da fondi e ETF emergenti, -7 miliardi questa settimana.

E tutto questo senza che nessuna banca centrale al mondo abbia alzato i tassi, anzi da Israele alla Corea alla Turchia all'Australia le banche centrali continuano ad abbassarli e hai da dicembre il Giappone che pompa moneta a manetta sul suo mercato finanziario. Perchè allora questa improvvisa caduta ?

Intanto, senza che molti lo notassero perchè guardano sempre a Wall Street, diversi paesi emergenti e asiatici stanno cedendo da un anno e più e poi è bastato un vago accenno al fatto che la FED potrebbe forse intorno a settembre o ottobre cominiare a ridurre un poco i suoi acquisti di bonds (da 85 a 65 miliardi di dollari al mese) per scatenare una frana degli emergenti, sia valute, che bonds che azioni. 


L'indice di tutti i paesi emergenti combinati (Emergenti iShares (grafico) a NY) ha perso un -11% da fine anno scorso e sta accellerando in basso. Si legge che ci sono massicci acquisti di opzioni Put scadenza luglio alla Strilke di 35 dollari.


  G. Zibordi

fonte: cobraf.com  

 

Singapore alternativa a Londra

Singapore, la piccola città-stato del sud-est asiatico si è trasformata in uno dei centri finanziari più importanti del mondo e ora sta preparandosi a diventare una capitale del mercato dell'oro.

Un passo in questa direzione è venuto questa settimana, con l'inaugurazione da parte di Deutsche Bank a Singapore di un enorme deposito di oro fisico, secondo al mondo per importanza.

Mark Smallwood, responsabile della divisione Asset & Wealth Management
presso Deutsche Bank, ieri ha dichiarato che l'apertura di un importante centro di stoccaggio a Singapore riflette lo spostamento verso Oriente del baricentro delle ricchezze mondiali. Ecco il filmato dell'intervista ospitata da CNBC:

mercoledì 12 giugno 2013

i signori della truffa



Tutti sanno cos’è la legge della domanda e dell’offerta. Tutti sanno che se una cosa la vogliono tutti, il suo prezzo sale. Se non la vuole nessuno … te la tirano dietro a quattro soldi.
Un’altra cosa che tutti sanno è che, a meno di non fare i rapinatori di professione, per avere delle cose bisogna comprarle spendendo dei soldi. Che ti inventano allora economisti, banchieri e politici per far decollare l’economia? Stampano un mucchio di soldi nuovi di zecca e li danno, in primis, agli investitori istituzionali i quali si ritrovano valanghe di carta fresca di stampa praticamente gratis.
Essendo investitori professionali fanno il loro mestiere e li investono, naturalmente. E dov’è che investe un investitore istituzionale (...)?  Nelle borse naturalmente. Cioè l’investitore professionista compra azioni, obbligazioni, tra cui quelle statali, fondi e strumenti finanziari assortiti.
Siamo partiti affermando che anche le nonne sanno che se una roba la vogliono in tanti il suo prezzo sale. Quindi se un valanga di carta diventa disponibile per i compratori e, come per magia, voilà, la borsa giapponese o quella americana (ma in generale tutte), masticano record su record. Tutti a comprare carta con carta.
Domanda, secondo voi questa cosa è sintomo di guarigione dell’economia e indicatore di produzione di nuova ricchezza reale? Oppure è una roba prestidigidirigiritazione degna di Silvano il Mago di Milano sul palco di Zelig?
Volete un’altra prova dell’imbroglio? Nelle Borse si può comprare anche l’oro, ma mica quello vero, quello di carta. Ci sono delle banche che ti dicono: "l’oro ce l’ho io bello conservato, ti vendo un pezzo di carta in cui ti garantisco che vale un tot di grammi d’oro, così non hai lo sbattimento di conservarlo". E in Borsa si tratta quella carta lì. Ma tu l’hai mai visto quest’oro? Che garanzia hai che la somma delle quantità indicate sui pezzi di carta corrisponda ai chili, quintali o tonnellate che quella banca dichiara di avere nei suoi caveau? Nessuna. E questi magliari cos’hanno fatto?
Hanno stampato un sacco di carta la cui somma dice che hanno una tonnellata d’oro, per fare un esempio, quando in realtà ne hanno un chilo e forse meno. E poi hanno imposto al mercato che il prezzo dell’oro, anche di quello vero, quello giallo che luccica, è stabilito dalla domanda e dall’offerta di quei pezzi di cartaccia.

Ora senti il capolavoro della truffa.
Per imbrogliare l’opinione pubblica e farle credere che le banche centrali e i governi hanno trovato la soluzione ai problemi economici, che c’è la luce in fondo al tunnel, che ci sono evidenti segnali di miglioramento e idiozie del genere (...), i maghi della truffa devono assolutamente impedire che la gente, sospettosa, compri delle riserve di valore che non possono essere falsificate e stampate a volontà, cioè oro, argento e altri metalli preziosi.
Per evitarlo devono buttarne giù il prezzo e come fanno? Si liberano di tonnellate di carta igienica con sottostante oro o metalli e fanno precipitare il prezzo in borsa. In questo modo il solito banchiere/economista (...) ti può raccontare che investire in oro non è redditizio perché ultimamente è crollato di prezzo e che, per evitare di scottarsi le dita, bisogna affidarsi ad un investitore istituzionale che, dietro pagamento, ti compra sane e sicure azioni, obbligazioni e altri tipi di carta. Ma non è crollato il prezzo dell’oro, è crollato il prezzo della carta igienica che ‘secondo loro’ lo rappresentava!
Dice, ma tu come lo sai? Facile, se vuoi comprare oro vero sul mercato lo devi pagare assai di più di quello che è il prezzo del fixing di borsa altrimenti non te ne compri manco un grammo. E, secundis, oro fisico ce ne sta in giro sempre di meno perché sono le stesse banche centrali, i maghi della truffa, che se ne stanno accaparrando a più non posso. So’ forti eh?

   Mauro Gargaglione


fonte: rischiocalcolato.it

nuova fuga di oro dai forzieri di JPM

Stanotte il Comex ha rilasciato le sue daily vault depository statistics, nelle quali si può notare  che JPM ha dovuto dire addio a un ulteriore 28,4%  dell'oro fisico in suo possesso, il più grosso prelevamento dal 25 aprile scorso.
Da questa notte, quindi, la quantità di oro fisico detenuta da JP Morgan segna un nuovo record negativo, scendendo a sole 550mila once dalle 768mila di ieri come visibile nel grafico sotto:


clicca per ingrandire


Non sappiamo chi stia svuotando i forzieiri di JP Morgan, che si trovano a poca distanza dal caveau della Federal Reserve di New York. Di questo passo,comunque, saranno totalmente vuoti in meno di due mesi.

Nei prossimi giorni staremo a vedere se JP Morgan sarà in grado di soddisfare le richieste di ritiro di oro fisico da parte dei suoi clienti. Finché le "bullion banks" continuano a spingere in giù il prezzo dell'oro, sempre più oro fisico verrà ritirato dai depositi legati alla borsa del Comex.

martedì 11 giugno 2013

vietato spedire oro in Francia


Zitta zitta la Francia ha cambiato "la code des postes et des communications électroniques" in vari modi, tra l'altro:

"L'insertion de billets de banque, de pièces et de métaux précieux est interdite dans les envois postaux, y compris dans les envois à valeur déclarée, les envois recommandés et les envois faisant l'objet de formalités attestant leur dépôt et leur distribution."
Quindi non puoi più inserire banconote, monete e metalli preziosi in buste e spedirli dove ti pare.
Non si tratta di un tentativo di evitare che la gente non paghi le tasse, visto che i metalli preziosi non sono soggetti a IVA. È più probabile che si tratti di una forma di controllo del patrimonio.

Diventa praticamente impossibile vendere le tue monete a chi vuoi tu, per esempio su ebay. Oggi se lo fai ci guadagni sia tu che la tua contraparte, entrambi privati. (...)
Pare che sia UPS e Fedex hanno già cominciato a non accettare spedizioni di metalli preziosi via posta assicurata dalla Germania e dal Regno Unito verso la Francia.

È già dal 2011 che i francesi non possono comprare oro con contanti ma solo tramite vie elettroniche e quindi rintracciabili.

Nel frattempo, in India...via Reuters : Il governo indiano ha aumentato le imposte sulle importazioni d'oro in un vano tentativo di salvare la (s)bilancia commerciale, e il ministero di finanza ha consigliato le banche di non vendere monete ai loro clienti e di invitarli a non investire in oro. Ovviamente stiamo parlando di oro fisico, questa è l'India, mica gli Stati Uniti. Solo in maggio l'India ha importato 162 tonnellate, più del doppio di un qualsiasi mese durante l'anno del record, il 2011.


 fonte: osservamondo.com

 il testo originale del decreto

 

documentario: dentro la Federal Reserve


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Dall'interno della caveau dell'oro della Federal Reserve (dove ci viene detto risiede un quarto dei lingotti di tutto il mondo) al quartiere dei diamanti di New York e venditori di oro di strada, questo NatGeo documentario è una affascinante passeggiata attraverso la realtà della fiducia, dei soldi, e dell'oro
Come osserva il narratore, "è così alto il livello di fiducia verso la "Fedche pochi depositanti hanno mai chiesto di vedere se il loro oro è ancora qui", tranne ovviamente la Germania.
Il video procede poi a descrivere alla realtà del nostro mondo finanziario dove le migliaia di miliardi di denaro che viene negoziato ogni giorno "una volte era garantito da oro fisico, ora invece viene supportato solo dalle promesse del nostro governo ... Il fatto che funziona tutto basato sulla fiducia da solo è semplicemente dato per scontato ", lasciando la questione inquietante di" chi è in carica "di quella 'fiducia'? Cue Ben Bernanke - che risponde così alla domanda di ciò che il mondo sarebbe senza la Fed : "corse agli sportelli, crash del mercato azionario, e il caos finanziario".