mercoledì 12 giugno 2013
i signori della truffa
Tutti sanno cos’è la legge della domanda e dell’offerta. Tutti sanno che se una cosa la vogliono tutti, il suo prezzo sale. Se non la vuole nessuno … te la tirano dietro a quattro soldi.
Un’altra cosa che tutti sanno è che, a meno di non fare i rapinatori di professione, per avere delle cose bisogna comprarle spendendo dei soldi. Che ti inventano allora economisti, banchieri e politici per far decollare l’economia? Stampano un mucchio di soldi nuovi di zecca e li danno, in primis, agli investitori istituzionali i quali si ritrovano valanghe di carta fresca di stampa praticamente gratis.
Essendo investitori professionali fanno il loro mestiere e li investono, naturalmente. E dov’è che investe un investitore istituzionale (...)? Nelle borse naturalmente. Cioè l’investitore professionista compra azioni, obbligazioni, tra cui quelle statali, fondi e strumenti finanziari assortiti.
Siamo partiti affermando che anche le nonne sanno che se una roba la vogliono in tanti il suo prezzo sale. Quindi se un valanga di carta diventa disponibile per i compratori e, come per magia, voilà, la borsa giapponese o quella americana (ma in generale tutte), masticano record su record. Tutti a comprare carta con carta.
Domanda, secondo voi questa cosa è sintomo di guarigione dell’economia e indicatore di produzione di nuova ricchezza reale? Oppure è una roba prestidigidirigiritazione degna di Silvano il Mago di Milano sul palco di Zelig?
Volete un’altra prova dell’imbroglio? Nelle Borse si può comprare anche l’oro, ma mica quello vero, quello di carta. Ci sono delle banche che ti dicono: "l’oro ce l’ho io bello conservato, ti vendo un pezzo di carta in cui ti garantisco che vale un tot di grammi d’oro, così non hai lo sbattimento di conservarlo". E in Borsa si tratta quella carta lì. Ma tu l’hai mai visto quest’oro? Che garanzia hai che la somma delle quantità indicate sui pezzi di carta corrisponda ai chili, quintali o tonnellate che quella banca dichiara di avere nei suoi caveau? Nessuna. E questi magliari cos’hanno fatto?
Hanno stampato un sacco di carta la cui somma dice che hanno una tonnellata d’oro, per fare un esempio, quando in realtà ne hanno un chilo e forse meno. E poi hanno imposto al mercato che il prezzo dell’oro, anche di quello vero, quello giallo che luccica, è stabilito dalla domanda e dall’offerta di quei pezzi di cartaccia.
Ora senti il capolavoro della truffa.
Per imbrogliare l’opinione pubblica e farle credere che le banche centrali e i governi hanno trovato la soluzione ai problemi economici, che c’è la luce in fondo al tunnel, che ci sono evidenti segnali di miglioramento e idiozie del genere (...), i maghi della truffa devono assolutamente impedire che la gente, sospettosa, compri delle riserve di valore che non possono essere falsificate e stampate a volontà, cioè oro, argento e altri metalli preziosi.
Per evitarlo devono buttarne giù il prezzo e come fanno? Si liberano di tonnellate di carta igienica con sottostante oro o metalli e fanno precipitare il prezzo in borsa. In questo modo il solito banchiere/economista (...) ti può raccontare che investire in oro non è redditizio perché ultimamente è crollato di prezzo e che, per evitare di scottarsi le dita, bisogna affidarsi ad un investitore istituzionale che, dietro pagamento, ti compra sane e sicure azioni, obbligazioni e altri tipi di carta. Ma non è crollato il prezzo dell’oro, è crollato il prezzo della carta igienica che ‘secondo loro’ lo rappresentava!
Dice, ma tu come lo sai? Facile, se vuoi comprare oro vero sul mercato lo devi pagare assai di più di quello che è il prezzo del fixing di borsa altrimenti non te ne compri manco un grammo. E, secundis, oro fisico ce ne sta in giro sempre di meno perché sono le stesse banche centrali, i maghi della truffa, che se ne stanno accaparrando a più non posso. So’ forti eh?
Mauro Gargaglione
fonte: rischiocalcolato.it
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