mercoledì 13 marzo 2013

gold market report da Londra



London Gold Market Report del 12 marzo

Dopo diverse sessioni di andamento laterale, il prezzo dell'oro è balzato sopra i 1590 dollari l'oncia per la prima volta questo mese. Secondo gli analisti tecnici, l'oro ha sfondato un livello chiave a seguito delle osservazioni del presidente della Bundesbank Jens Weidmann che ha dichiarato: "la crisi della Eurozona non è ancora finita", aggiungendo che la zona euro è "in declino con rischi di inflazione". Weidmann stava presentando il risultati del 2012 della banca centrale tedesca, che mostrano riserve più che raddoppiate per quello che Weidmann ha chiamato "copertura contro i rischi". 

Secondo gli analisti di Scotiabank, nel breve termine i prezzi dell'oro hanno un supporto a 1561 dollari/oncia e una resistenza a 1586. 

"La forte domanda fisica in Cina è il motivo principale dietro la resilienza dell'oro", ha dichiarato a Reuters newswire questa mattina un operatore commerciale a Pechino, ma il sentimento generale dei prezzi è ancora debole. Se la domanda di oro  proveniente dalla Cina si indebolisce e se continuiamo a uscire dati macroeconomici positivi dagli Stati Uniti, con un dollaro più forte, quest'anno l'oro potrebbe scendere a testare il livello di 1500 dollari/oncia. 
Secondo gli ultimi dati del World Gold Council, nel 2012 la Cina è stato il secondo maggior consumatore di oro al mondo.  Nel frattempo, nella prima nazione per acquisti di oro, cioé l'India, secondo Haresh Acharya, un grossista di oro del Parker Bullion di Ahmedabad: "al momento non esiste una domanda a causa del periodo di chiusura dell'esercizio annuale". 

Per quanto riguarda le riserve di oro possedute come copertura da parte dei fondi ETF, secondo Bloomberg siamo al quindicesimo giorno consecutivo di deflussi netti. 

Ben Traynor  (giornalista di Gold News, sponsorizzato da BullionVault)


Notizie inquietanti dalle banche di Londra:

Alcuni hanno attribuito la risurrezione dei mercati finanziari (o, più appropriatamente, delle banche) dai minimi di marzo 2009 alla modifiche delle regole che permettono di fatto una contabilità di fantasia. In un articolo del Telegraph di ieri, si lancia l'allarme che le perdite "nascoste" tra le banche del Regno Unito potrebbe ammontare a 60 miliardi di sterline (90 miliardi di dollari).

HSBC, che è la più grande banca come attività, sembra avere ben 10,4 miliardi di sterline di perdite occulte; la Royal Bank of Scotland 9,4 miliardi; Barclays 7,3 miliardi; il Lloyds Banking Group ha 2,5 miliardi e Standard Chartered 2,2 miliardi.

I regolatori stanno aspettando i piani dagli istituti di credito su come intendono ripianare questi buchi prima della fine del mese, in concomitanza con la riunione o la FPC il 19 marzo, ovvero una dichiarazione prevista per il 27 marzo. Difficilmente le banche riusciranno a ripianare definitivamente tali voragini, più probabilmente inizieranno a ristrutturare e impostare i piani per aumentare i loro livelli di capitale nei prossimi due anni.

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