lunedì 18 febbraio 2013

banche colabrodo

Banche Eurozona: chi salverà ciò che non può essere salvato?

La crisi è presente tra di noi. E credo che ognuno di noi sia ben cosciente del fatto che, quantomeno nella nostra Italia, di passi avanti se ne sono fatti veramente pochi. Anzi, parliamo di un progresso a “gambero”.
Ma per fortuna si parla di ripresa per il prossimo semestre…
Ovviamente la crescita non ci sarà e si cerca di alimentare ottimismo in uno scenario che non ha nessun motivo per esserlo.
Prossimamente leggerete un report maestoso dell’amico Gaolin che emtterà a nudo il grande disastro dell’Euro, dalla sua creazione ai giorni nostri.
Ma non ci si deve fermare solo all’Euro. I problemi sono tantissimi.
Per esempio, come ho già ricordato la settimana scorsa, come stanno le banche?
Un recente studio di Ernst & Young ha rivelato che le banche dell’Eurozona complessivamente detengono ormai 918.000.000.000 € (1,23 $ trn.) dei crediti in sofferenza (7,6% del totale dei prestiti in essere). E & Y calcola che circa il 15,5% di tutti i prestiti in Spagna e il 10,2% di tutti i prestiti in Italia siano fortemente a rischio insolvenza.

Ecco quindi il motivo per cui i tedeschi stanno remando contro alla possibilità di poter intervenire in modo illimitato, tramite l’ESM, al salvataggio delle banche, proprio perché le banche in Eurozona sono un colabrodo!

Ed i soldi potrebbero non bastare (senza poi dimenticare di perdere anche il rating AAA).
E chi salverà le banche quindi? I governi nazionali? A dire il vero non è assolutamente così semplice visto che che i contribuenti delle singole nazioni sono già stato piumati per benino per risanare in modo assolutamente relativo il sistema bancario, che nel frattempo continua ad essere in forte difficoltà.

I motivi sono sempre i soliti. Si è lasciata la massima autonomia al sistema bancario il quale è cresciuto a dismisura, ben oltre ogni logica, utilizzando leva finanziaria e derivati. E infatti oggi, la situazione è letteralmente insostenibile.
Guardate questo grafico. Come si può vedere, le sette nazioni elencate qui sotto, hanno asset bancari in rapporto al PIL che vanno dal 90% ad un incredibile 400% :

La media? 250% del PIL. E l’Italia, per fortuna, è uno dei fanalini di coda.
QUESTO è il classico “too big to fail”. Ma in questo caso…chi salverà il sistema finanziario?
A porsi queste domande NON è solo questo blogger che ormai avrete imparato a conoscere (e spero ad apprezzare un pochetto…) ma anche il FMI. Gia, proprio il Fondo Monetario Internazionale. Infatti  sulle pagine del FT, il FMI invita l’Eurozona a non demordere e continuare in modo rapido il processo di UNIONE BANCARIA. Il  motivo? Beh, non credo sia molto difficile capirlo… Il timore è proprio quello prima descritto: un eccessivo impatto sui contribuenti di una necessaria operazione di risanamento del settore bancario europeo. Solo che poi, proprio in questo momento, ci sono importanti scadenze elettorari. E non solo in Italia. Pensate all’importanza strategica delle elezioni tedesche.
Intanto, cari lettori, un piccolo consiglio. Riprendetevi questo post sulle obbligazioni SUBORDINATE, meditate ed abbattete i rischi del Vs portafoglio.
D.T.





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