martedì 23 ottobre 2012

un piano del FMI per eliminare il debito

UN PIANO EPICO DEL FMI PER SCONGIURARE IL DEBITO E DETRONIZZARE I BANCHIERI

di Ambrose Evans Pritchard

 fonte: Telegraph.co.uk 


Un documento rivoluzionario emesso dal Fondo Monetario Internazionale afferma che si potrebbe eliminare il debito pubblico netto degli Stati Uniti in un colpo solo, e di conseguenza fare la stessa cosa per la Gran Bretagna, la Germania, l'Italia o il Giappone.
Il rapporto del FMI dice che il gioco di prestigio è quello di cambiare il nostro sistema che chiede alle banche private di creare il nostro denaro. Si potrebbe tagliare il debito privato del 100 % del PIL, rilanciare la crescita, stabilizzare i prezzi e detronizzare i banchieri, tutto allo stesso tempo.

Si potrebbe fare in modo pulito e indolore, per ordine legislativo, molto più rapidamente di quanto si possa immaginare. Il gioco di prestigio è quello di sostituire il nostro sistema di denaro creato da una banca privata - circa il 97% della massa monetaria - con un sistema di  stato che crea il suo denaro. Torniamo alla norma storica, prima che Carlo II mettesse in mani private  il controllo della moneta con la legge inglese Free Coinage Act del 1666.
In particolare, questo consiste in un assalto alla "riserva frazionaria". Se i creditori sono costretti a versare il 100% come riserva per i depositi, perdono l’esorbitante privilegio di creare denaro dal nulla.
La nazione riacquista il controllo sovrano sull'offerta di moneta. Non ci sono più banche coinvolte e nemmeno cicli con alti e bassi di credito. Il gioco di prestigio contabile farà il resto.        

Qualche lettore potrebbe già aver visto lo studio del FMI, di Jaromir Benes e Michael Kumhof, che è uscito nel mese di agosto e ha iniziato ad avere un codazzo di  cultori in tutto il mondo.
Si chiama  "The Chicago Plan Revisited" (1) e fa rivivere il primo schema proposto dai professori Henry Simons e Irving Fisher nel 1936 durante il fermento del pensiero creativo alla fine della Grande Depressione.

Benes e Kumhof sostengono che il trauma del ciclo del credito - causato dalla creazione di denaro da parte di privati – ha radici profonde nella storia e si trova già alla base della cancellazione del debito nelle religioni antiche della Mesopotamia e del Medio Oriente.
I cicli dei raccolti portarono a default sistemici, migliaia di anni fa, con la confisca dei beni a garanzia, e la concentrazione della ricchezza nelle mani dei creditori. Ma questi episodi non sono stati solo causati dal maltempo, come si è sempre detto, ma sono stati amplificati dagli effetti del credito.
Il legislatore, filosofo e poeta ateniese Solone mise in atto  il primo Vero piano Chicago/New Deal,  nel 599 a.C. per  ridurre le sofferenze degli agricoltori provocate dagli oligarchi che beneficiavano dei vantaggi del conio della moneta privata. Cancellò tutti i debiti, restituì le terre confiscate dai creditori, fissò i prezzi delle materie prime (cose molto simili a quello che fece Franklin Roosevelt), e consapevolmente cominciò a coniare moneta emessa dallo stato "senza-debito".
(...)

Il documento FMI dice che il totale delle passività del sistema finanziario degli Stati Uniti – incluso il sistema  bancario ombra - è circa al 200 % del PIL. La nuova regola sulle riserve sarebbe una manna e potrebbe servire ad un  " enorme buy-back del debito privato", forse del 100 % del PIL.
Quindi Washington potrebbe emettere molto più denaro fiat, da non rimborsare, cosa che diverrebbe patrimonio netto della repubblica, non il suo debito.
La chiave del Piano di Chicago era la separazione tra "funzioni monetarie e creditizie" del sistema bancario. "La quantità di denaro e la quantità di credito diverrebbero completamente indipendenti l'una dall'altra."
I finanziatori privati ​​non sarebbero più in grado di creare nuovi depositi "ex nihilo". Il nuovo credito bancario dovrebbe essere finanziato solo da nuovi utili.
"Il controllo della crescita del credito sarebbe molto più semplice perché le banche non sarebbero più in grado, come lo sono oggi, di creare fondi propri, depositi, nell'atto di fare prestiti, un privilegio straordinario di cui non gode nessun altro tipo di business ", dichiara il documento del FMI.
"Piuttosto, le banche potrebbero diventare quello che molti erroneamente credono che siano oggi, degli intermediari puri che devono ricevere finanziamenti esterni, prima di essere in grado di fare prestiti."
Per la prima volta la US Federal Reserve avrebbe un controllo reale sull'offerta di moneta, cosa che rende più facile gestire l'inflazione. Fu proprio per questo motivo che Milton Friedman chiese, nel 1967, che le riserve bancarie  coprissero il 100 % dei prestiti. Anche gli operatori sul libero mercato implicitamente hanno chiesto un giro di vite sul denaro privato.
Il cambio può comportare un aumento del 10% , sulle spese economiche di lungo termine. "Nessuno di questi benefici servirà a diminuire le spese per la funzionalità di un sistema finanziario privato."

Benes e Kumhof fanno affermazioni di grande importanza, tanto che mi lasciano perplesso, ad essere onesti.
Il duo del FMI ha dei sostenitori: Il Professor Richard Werner dell'Università di Southampton - che ha coniato il termine quantitative easing (QE) nel 1990 - ha testimoniato alla Commissione britannica Vickers che il passaggio di emissione di denaro allo stato porterebbe ad un maggior benessere ed è stato  sostenuto da una campagna del Gruppo di  Positive Money e dalla  New Economics Foundation.
Questa teoria ha anche forti critiche. Tim Congdon di International Monetary Research dice che le banche sono in un certo senso già costrette ad aumentare le riserve dalle norme UE,  dalle regole di Basilea III e dalle varianti che coprono tutto d’oro nel Regno Unito. L'effetto è stato quello di soffocare i prestiti al settore privato.
Dice che è la ragione principale per cui l'economia mondiale rimane bloccata, quasi in crisi, e perché le banche centrali si trovano a dover ammortizzare lo shock con il QE.
"Se fosse adottato questo piano, ci sarebbero devastazioni nei profitti bancari e causerebbe un enorme disastro deflazionistico. Dovrebbero fare un “ QE al quadrato”'per compensare il danno.
Il risultato sarebbe un enorme cambiamento nei bilanci delle banche che non darebbero più prestiti privati per i titoli di Stato. Questo è accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale, ma quello era un costo anomalo per sconfiggere il fascismo.
Per fare questo in modo permanente in tempo di pace ci sarebbe quello da cambiare il carattere del capitalismo occidentale. "La gente non sarebbe in grado di ottenere denaro dalle banche. Ci sarebbe un danno enorme per l'efficienza dell'economia".
Probabilmente, soffocherebbe la libertà e metterebbe sul trono uno stato Leviatano. Alla lunga potrebbe essere ancora più spiacevole di un dominio dei banchieri.
Personalmente, io sono molto lontano dal raggiungere una conclusione in questo straordinario dibattito. Lasciamo correre, e aspettiamo che si litighi fino a quando non si saranno chiariti questi concetti.
Una cosa è certa. La City di Londra avrà una grande difficoltà a conservare i suoi privilegi se una qualsiasi delle varianti del Piano di Chicago dovesse cominciare ad avere un sostegno abbastanza ampio.

vedi anche: articolo del ns G. Zibordi

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