venerdì 15 febbraio 2013

traffico di valige piene d'oro


Sanzioni molto più rigide imposte dagli Stati Uniti stanno rovinando il traffico di oro in cambio di gas che avveniva tra la Turchia e l'Iran.

La Turchia è il più grande cliente di gas naturale iraniano e negli ultimi mesi l'Iran si faceva pagare in lire turche perché le sanzioni gli impedivano di effettuare operazioni bancarie in dollari o in euro.

Gli iraniani aggiravano le sanzioni utilizzando quelle lire, detenute in conti della Halkbank, per comprare oro in Turchia. Poi tramite corrieri trasportano, quei lingotti d'oro dal valore di milioni di dollari venivano trasportati come bagaglio a mano su aerei di linea diretti in Dubai.  Una volta giunti nell'emirato, fiorente centro commerciale internazionale, l'oro degli iraniani veniva rivenduto in cambio di valuta pregiata oppure proseguiva il viaggio verso l'Iran.

Halkbank si occupava anche dei pagamenti dell'India per il petrolio iraniano. 

Una disposizione di sanzioni degli Stati Uniti, diventata legge la scorsa estate e attuata a partire dal 6 febbraio rafforza in modo efficace il controllo sulle vendite di metalli preziosi. Gli scambi di lingotti d'oro turchi all'Iran via Dubai si stanno si stavano già prosciugando nelle scorse settimane perché banche e commercianti si rifiutano di acquistare il metallo prezioso per evitare rischi sanzioni associate al commercio.
Il totale esportazioni turche in metallo prezioso è sceso a 10,5 tonnellate nel mese di dicembre da 15,2 tonnellate nel mese di novembre.


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