lunedì 12 novembre 2012

barometro settimanale per l'oro

fonte: Intermarket & more


A livello di analisi il quadro tecnico è più che mai incerto: sembrano esservi forti possibilità che si realizzi un’ampia correzione ribassista sugli indici azionari americani, perfino di un 20% dagli attuali massimi. A dettare questo scenario l’approssimarsi del fiscal cliff (il precipizio fiscale) fatto di aumenti delle tasse e tagli della spesa che dal gennaio dell’anno prossimo minacciano di fare precipitare l’America nella Depressione Economica.

Se dovesse realizzarsi lo scenario sopra delineato, consistente in una forte correzione dei mercati azionari, il prezzo dell’oro potrebbe permanere in una situazione di alta volatilità con brevi ma ripetute incursioni ribassiste. Un solido supporto è costituito dall’area posta a 1680 – 1690 dollari/oncia  che si è dimostrata essere una base compatta, per il momento in grado di schermare l’oro da ogni offensiva ribassista. Prossimo target rialzista fissato a 1750; varcata questa soglia successivo target a 1780.
Le quotazioni dell’oro sono sostenute non solo dall’incertezza sul “fiscal cliff” ma anche dal perdurare e dall’aggravarsi della crisi economica dell’Eurozona. Vi sono rischi reali  che uno o piu’ membri dell’Eurozona siano costretti, a causa delle brutali misure di Austerità dettate dalla Troika (Commissione UE, BCE e FMI), a decidere la fuoriuscita dalla moneta unica.
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Secondo l’Agenzia Reuters, molte delle piu’ facoltose famiglie a livello mondiale allarmate dalla persistente crisi dell’Eurozona e degli USA, stanno trasferendo i loro possedimenti in oro, argento e gioielli preziosi verso i lidi Asiatici, in particolare Singapore (presso la Malca-Amit e altre tre compagnie specializzate nel settore dei caveaux e vaults) e  soprattutto Hong Kong.
I gestori di caveaux in Asia riferiscono che molte banche europee chiedono di depositare i metalli preziosi presso i loro locali sotterranei blindati. La richiesta è formulata in nome e per conto di clienti europei di queste istituzioni finanziarie. Le istanze di deposito provengono anche da clienti asiatici che in precedenza avevano depositato i preziosi in Europa. Ora richiedono che i loro metalli facciano ritorno verso lidi piu’ sicuri.
Singapore e Hong Kong sono le piazze favorite ad accogliere oro, argento, gioielli e diamanti. Entrambe hanno registrato un netto incremento delle importazioni di oro nel 2012.

Ecco i costi reali per estrarre un’oncia d’oro 

Sean Boyd, Amministratore Delegato di Agnico Eagle Mine sostiene che se il prezzo dell’oro calasse significativamente, molte aziende minerarie non sarebbero in grado di fare fronte alle richieste produttive a causa degli alti costi fissi e pertanto sarebbero costrette a chiudere. Questo provocherebbe un collasso estrattivo del metallo giallo. Alla luce di quanto affermato da Boyd è arduo pensare che il prezzo del metallo giallo cali in modo sostanzioso perché di riflesso avremmo un calo nella sua produzione e quindi della sua offerta.
 I costi medi per estrarre un’oncia d’oro, possono variare da un minino di 600  fino a 700 dolalri/oncia. Ma alcune aziende del settore, calcolando tutti i costi, spendono anche di più. L’estrazione dell’oro è un’attivita’ molto difficile. Il minerale grezzo contiene molti metalli da cui va separato e le miniere migliori sono già state sfruttate negli anni ’80 e ’90. Oggi bisogna scavare sempre più a fondo senza sapere a quali risultati si andra’ incontro.” “Trovare nuovi filoni per rimpiazzare quelli in esaurimento diventa sempre più arduo.  L’oro che si estraeva in modo relativamente semplice è gia’ stato estratto e non è facile rimpiazzarlo."

“Io sono convinto che non vedremo piu’ una crescita complessiva della produzione di oro. In futuro, la crescita sarà perlopiù piatta. Il punto chiave sarà il prezzo futuro dell’oro: se esso dovesse scendere di parecchio, la produzione di molte aziende minerarie collasserebbe perché non potrebbero sopportare i costi fissi. Ci sarebbe, di conseguenza, carenza di metallo giallo a livello mondiale.”


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