sabato 28 luglio 2012

il vero vertice, quello che decide

Come spesso accade, le notizie importanti, sono quelle che vengono fatte passare in sordina. La bisca dove la finanza globale gioca a risiko coi capitali mondiali rischia —non solo a causa dell'agonia dell'euro ma dello stato comatoso del sistema USA— di saltare per aria.

La notizia è questa: lunedì prossimo, 30 luglio, ci sarà un imprevisto summut tra il governatore della BCE Mario Draghi, il Presidente della BundesBank Jens Weidmann, il Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble e infine il Segretario al Tesoro americano Timothy Geithner.

Non poteva esserci conferma più evidente che nelle stanze dei bottoni del capitalismo occidentale serpeggia il panico, anzi la paura non solo che l'eurozona imploda, ma che questo schianto, mentre l'Occidente è sull'orlo dell'abisso, gli dia la spinta finale.


Settimana decisiva davvero, quella che si apre lunedì. Visto che lo stesso giorno ci sarà una decisiva asta dei BOt e giovedì 2 agosto si riunirà il Consiglio direttivo della Bce. E qui si spiega il vertice vero, quello in questione con Geithner.


Non sono passate 48 ore che già si offre una nuova lettura del discorso di Draghi. "Non è affatto vero che la BCE comprerà titoli di Stato direttamente agli Stati". "Non è detto che ne comprerà dosi massicce sui mercati secondari". "E' incerto che la Bce avvii una terza LTRO". Insomma, non è più certo nulla. Non siamo soli a considerare le parole di Draghi un mero annuncio.

Infatti la Buba, la Banca centrale tedesca, per bocca dello stesso Jens Weidmann, già ieri ribadiva il suo rotondo e secco NO agli acquisti di titoli di Stato sovrani. Di Quantitative easing nemmeno se ne parla, tantomeno di dare la licenza bancaria al fondo salva-stati, l'ESM/MES.

Insomma: panico e caos regnano sovrani nei piano alti del potere politico-finanziario. sapranno trovare un compromesso? Probabile. Ma panico e caos sono cattivi consiglieri. Troveranno un compromesso pessimo e i mercati non attenderanno molto per segnalarlo.

M. Pasquinelli

 

1 commento:

  1. http://informazioneconsapevole.blogspot.it/2012/07/fuori-dalleuro-e-se-ci-mettessimo-tutti.html . "Fuori dall’Euro! E se ci mettessimo tutti a vivere alla norvegese?
    La Norvegia rappresenta il paese ideale agli occhi degli euroscettici britannici, e non solo. Ma quella norvegese sarà davvero una formula praticabile per i paesi che hanno voglia di abbandonare la nave europea?
    Il primo luglio David Cameron ha pubblicato un articolo sul Sunday Telegraph nel quale prospetta la possibilità di indire un referendum sulla continuità o meno di appartenenza della Gran Bretagna alla Ue. Nelle sue parole cita molto spesso il caso della Norvegia, esempio perfetto di come si possa non far parte dell’Ue e nonostante ciò prosperare. “La gente teme che qualora la Gran Bretagna uscisse dall’Ue noi perderemmo l’accesso al mercato unico, ma la Gran Bretagna può farcela, può uscire dall’Ue e continuare a mantenerne i vantaggi commerciali, alla stregua dell’esempio norvegese. Le uniche cose che perderemmo sarebbero la burocrazia e le spese”.
    Ma andiamo a vedere meglio la situazione norvegese. Già due volte, nel 1972 e nel 1994, i cinque milioni di norvegesi sono stati convocati alle urne per decidere con un referendum se volessero entrare nell’Ue e in entrambi i casi, dopo accese discussioni, sono prevalsi di misura i no.
    La Norvegia, invece, assieme all’Islanda e al Liechtenstein, ha scelto di entrare a far parte dello Spazio economico europeo (See), in pratica un’associazione di tutti i Ventisette stati membri più tre non aderenti all’Ue, ispirata alle “Quattro libertà”, ovvero la libera circolazione di beni, servizi, persone e capitali.
    La Norvegia è soggetta ad appena un terzo delle normative previste per i paesi membri a tutti gli effetti dell’Ue, sebbene il See non abbia voce in capitolo in tema di agricoltura, pesca, giustizia o politica interna e pare che tale accordo funzioni bene.
    La Norvegia è una delle nazioni più ricche e soddisfatte della Terra, ha un pil pro capite di 50mila euro, rispetto ai 29mila del Regno Unito e a una media nell’Ue che si assesta intorno ai 26.700, la disoccupazione è appena al 3,25 per cento e il suo pil cresce del 2,75 per cento l’anno, come accade ormai da una quarantina di anni circa.
    Ma c’è anche dell’altro: la Norvegia si colloca sistematicamente ai primi posti nelle graduatorie delle Nazioni Unite sulla qualità della vita, ha un welfare generoso, le neomamme possono usufruire di un congedo di maternità di 46 settimane e la pubblica istruzione è gratuita e universale."

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