lunedì 19 dicembre 2011

rimedi alla crisi che hanno funzionato

ChicagoBlog - Il Rimedio alla Crisi?
Dati recenti dell’OCSE mostrano rallentamenti della crescita economica per tutti i 33 paesi aderenti. 
In particolare, le previsioni percentuali di crescita del PIL dei Paesi occidentali  per il 2012 sono nell’ordine dell’uno virgola: previsioni, ottimisticamente, recessive. 
La  realtà è che la crescita in questi paesi è negativa perché i PIL non misurano l’incremento reale di prodotto ma la spesa e questa è gonfiata dall’inflazione. 
La diminuzione dei PIL significherà aumento di disoccupazione. 
Anche i tassi di interesse reali sono “in rosso” il che significa che gli investitori che tengono i propri risparmi in forma liquida o parcheggiati in titoli di stato o nel mercato monetario stanno tutti perdendo soldi. 

Una situazione sempre più incerta e volatile blocca gli investimenti industriali. L’assenza di sviluppo e quindi di reddito significa che il servizio del debito non potrà essere pagato. 
In questo contesto sarà sempre più difficile per i governi ottenere dal mercato nuovi prestiti. 
I governi si troveranno tra l’alternativa del default o dell’inflazionismo che non è altro che un default perseguito con altri mezzi. 
Perseverando nelle misure macroeconomiche, fiscali e monetarie che ai fini dello sviluppo economico non valgono un iota, i governi hanno abbracciato con cocciuta e pericolosa ottusità la teoria dell’impoverimento progressivo.

Per i governi l’economia ha sempre significato, non un sistema di produzione e di scambio per allocare risorse scarse, ma semplicemente “spesa” , soprattutto spesa statale.
A questo fine, prima hanno pensato a drenare risorse dalla collettività tramite tassazione e successivamente, non bastando questa, hanno applicato all’economia intera una gigantesca leva finanziaria. 
La leva è il rapporto tra debito e capitale e poiché il divisore tende allo zero, il dividendo tende all’infinito. La progressione esponenziale del debito misura il grado di distruzione dell’economia.

Nell’opinione popolare la spesa statale originata dal debito pubblico ha la stessa natura di quella originata dal capitale cioè dal risparmio. Ma la prima rappresenta inflazione pura e dissolve come un acido il secondo. Quando la società non è più capace di creare capitale decade immediatamente.

Per scampare ad una catastrofe economica certa c’è solo un rimedio: tagliare drasticamente la spesa pubblica e azzerare le tasse su redditi e capitali e sostituirle con una tassa sui consumi. Lo sviluppo che ne conseguirebbe sarebbe sensazionale e annullerebbe il debito in pochi anni. Un sogno? No, una realtà e la storia passata e recente lo dimostra.

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