giovedì 27 ottobre 2011

Dove sono custodite le riserve d'oro della Banca d'Italia?

Ai tempi della guerra fredda, quando sembrava possibile il rischio di un'invasione dell'Europa Occidentale da parte degli eserciti dei Paesi comunisti, una parte delle riserve auree dei Paesi  occidentali furono trasferite "al sicuro" nei  sotterranei della Fed, a New York. Chi scrive una trentina d'anni or sono ha avuto modo di visitare quei sotterranei, ed ha visto coi propri occhi le cataste di lingotti d'oro dei Paesi di mezzo mondo. Tra essi, con davanti il cartellino "Italy", c'era anche una parte del nostro oro.

Ora la guerra fredda è finita da tempo; l'Unione Sovietica non c'è più; i regimi comunisti sono caduti in tutti i Paesi dell'Est Europa; il Patto di Varsavia, cioè  la loro alleanza militare con l'Unione Sovietica, è stato sciolto; alcuni di tali Paesi hanno addirittura aderito alla Nato; le nostre relazioni con la Russia migliori non potrebbero essere. Ma quel nostro oro continua a restare "al sicuro"nei sotterranei della Fed, a Manhattan, non si capisce più per quale ragione.
Qualche tempo fa è circolata inoltre un notizia piuttosto inquietante. Il cancelliere Angela Merkel trovava difficoltà a riavere indietro l'oro delle riserve della Bundesbank, depositato anch'esso negli Stati Uniti.

Già una volta, nel 1943, verso la fin della seconda guerra mondiale, mentre gli eserciti alleati avanzavano in Italia, i tedeschi  prelevarono le 191 tonnellate di  oro delle riserve della Banca d'Italia e le trasferirono in Germania. "Per proteggerle", naturalmente. A guerra finita di quell'oro riuscimmo ad averne indietro poco più di due terzi.

Non è la stessa storia, naturalmente. Ma il precedente della Merkel non è proprio tranquillizzante. Una cosa è certa: l'oro di Bankitalia è bene che stia tutto a Roma, nei sotterranei di Via Nazionale.

Giorgio Vitangeli

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