mercoledì 29 febbraio 2012

225 milioni di once in 30 minuti


Come previsto da alcuni giorni, siamo a fine mese e oggi chi aveva acquistato opzioni poteva richiedere la consegna di metallo fisico invece di limitarsi a liquidare profitti o perdite.
Con il solito tempismo il cartello delle grosse banche (che cercano in tutti i modi di schiacciare il prezzo dell'argento) ha venduto sul mercato ben 225 milioni di once (di carta). Probabilmente stanno usando i 530 miliardi di euro di LTRO che la BCE ha creato dal nulla e ha quasi regalato loro a un tasso di interesse dell' 1% .
Pochi minuti prima le quotazioni dell'argento avevano toccato i 37,5 dollari/oncia.
225 milioni di once equivalgono a un terzo di tutto il metallo estratto in un anno.
Chi possiede metallo fisico non dovrebbe lasciarsi prendere dal panico ma sfruttare questi raid dei banchieri come ottime occasioni di acquisto.

argento supera di slancio la forte resistenza


Ieri, 28 febbraio, l'argento (linea grigia del grafico) ha lasciato indietro le altre principali commodities e ha superato di slancio la forte resistenza situata a 36,50 dollari/oncia e si è attestato sopra i 37 (al cambio odierno 884 euro/Kg).
I primi giorni di marzo saranno importanti per avere una confermna del forte trend positivo.

martedì 28 febbraio 2012

nuovo record del debito delle famiglie USA


Negli ultimi tre mesi negli U.S.A. il debito delle famiglie è tornato a salire, l'incremento del debito, diverso dai mutui, è dell'8% annuale.
La FED ha pubblicato una tabella aggiornata del debito delle famiglie americane, che è di 11.700 miliardi ora, quando nel 1999 era di 4.500 miliardi e nel 1990 di 2.000 miliardi. Finalmente sono stati inclusi anche i debiti degli studenti per pagarsi l'università, che sono sui 900 miliardi di dollari.

Come si può capire da questi numeri, siamo davanti a un castello di carte molto peggiore di quello del debito pubblico.

lunedì 27 febbraio 2012

la semplicità dell'investimento in oro


Stiamo entrando in una settimana di alte aspettative per un ulteriore grossa espansione dei bilanci delle banche centrali e per una politica monetario ancora più estrema (LTRO2).
In questo clima di eccessi è consigliabile trarre conforto dalla pacatezza dell'ultima newsletter di Grant Williams. Nel filmato indicato sotto, Williams discute la semplicità della scelta degli investimenti nelle ultime quattro decadi: oro negli anni '70 ,  indice Nikkei negli anni '80 , Nasdaq negli anni '90 e dal 2000 ancora oro.
Williams spiega diverse valide ragioni per possedere oro e come capire quando è giunto il momento di cambiare investimento.

probabilmente esaurito il rialzo delle borse

Sono tre mesi che il mercato "si focalizza" verso il LiTRO (salvataggio delle banche europee da parte della BCE e iniezione di liquidità).  Non parlano d'altro da dicembre ! E' un fatto assorbito e digerito ...

Senti qui uno dei top hedge fund, John Burbank ieri su CNBC che dice che il petrolio è un grosso problema, il reddito disponibile si sta riducendo, che il rialzo delle borse europee è solo un rimbalzo temporaneo creato dalla liquidità con cui hanno stabilizzato l'Italia e la Spagna per un poco e che è orso. La situazione è critica, pericolosa, qui siamo ORSO ora specie sull'Europa e la Cina.

Il Petrolio ha toccato il massimo storico di tutti i tempi in euro e sterline e sta tagliando i consumi in Europa mentre in USA la Benzina sta salendo molto rispetto anche al greggio e si parla di 4 dollari al gallone ormai  (la media era sui 2,5 $).

Il "salvataggio" della Grecia fallirà entro breve, come dice il governatore appena uscito della Banca Centrale del Mexico dove di salvataggi se ne intendono: "The European Union’s 130-billion euro debt bailout, approved this week, will probably fail because it is “fundamentally poorly designed and poorly implemented,” said Guillermo Ortiz). C'è il Portogallo che è nella stessa situazione sostanzialmente e sta implodendo ogni giorno.

La Spagna sta rivoltandosi e rimangiandosi l'austerità, vedi qui il voltafaccia del nuovo governo che si rifiuta ora di fare l'austerità come Monti. In Francia Hollande se vince come è quasi certo rinegozia l'austerità e mette dei bastoni tra le ruote. In Italia l'economia reale sta sprofondando sotto i nostri piedi ogni giorno.

Il rischio maggiore per i mercati comunque è la Cina che sta rallentando ogni giorno.

Gli USA hanno avuto tre mesi di dati buoni, per una combinazione di fattori stagionali, aggiustamente statistici, incremenento dell'indebitamento delle famiglie, ma ora arrivano i dati recessivi, il prossimo dato di occupazione sarà un disastro.

G. Z.

fonte: Cobraf.com

venerdì 24 febbraio 2012

argento a contatto della resistenza


Grafico con barre settimanali a partire dal marzo 2009. I prezzi dell'argento si trovano ora a contatto della forte resistenza posta a 35,5 dollari/oncia, che corrisponde sia alla linea disscendente dal massimo di 50 dollari/oncia di fine marzo 2011 sia alla media mobile a 52 settimane. L'indicatore MACD settimanale è girato al rialzo. Nelle ultimi settimane i volumi degli scambi rimangono costanti sui livelli della media degli ultimi tre anni.

giovedì 23 febbraio 2012

nuovo record per l'oro nero in euro


Oggi il prezzo del petrolio Brent in euro ha fatto segnare il massimo di tutti i tempi, superando il livello dell'estate del 2008. Da allora i prezzi dell'oro nero sono cresciuti del 293% dal minimo di fine 2008. La causa principale di questa crescita dei prezzi non sono le tensioni in Medio Oriente ma le inondazioni di liquidità decise e praticate dalle banche centrali.

oro sotto sequestro

Una delle clausole dell'ultimo accordo per il cosiddetto "salvataggio" dei greci da parte della UE prevede la possibilita di sequestrare le riserve di oro della banca centrale della Grecia.
In seguito agli emendamenti apportati alla costituzione da parte di tecnocrati banchieri non eletti, i creditori del debito sovrano greco (cioé le insolventi banche europee) potranno saccheggiare legalmente le riserve di oro della Grecia, che secondo l'ultimo inventario ammontano a 111,6 tonnellate.
Come al solito, i mass-media non riportano queste notizie ...

Secondo l'agenzia di rating Fitch, il default della Grecia "rimane altamente probabile nel breve termine".

mercoledì 22 febbraio 2012

appello ai cittadini europei



L’Italia non deve aderire all'ESM. Ecco la mozione.

Scrivete in massa ai politici, parlamentari, ministri, eurodeputati, giornali: è l’ultima possibilità di impedire la perdita definitiva e permanente della sovranità, o di quel che ne resta. Cancellata quella, finisce anche la libertà, una conquista che è costata secoli di lotte e sangue, e che i nostri figli e nipoti dovranno riconquistare con altre lacrime e sangue.
La mozione da inviare ai politici è già nel sito palermitano, e basta scaricarlo. I dettagli del pericolo estremo li spiega molto bene la giovane economista Lidia Undiemi.

I poteri finanziari stanno creando una entità finanziaria sovrannazionale sovraordinata non solo agli Stati, ma persino all’Unione Europea e financo alla Banca Centrale (BCE), che diverrebbe un’ausiliaria di questo «super-governo» di una qualità inaudita. Si tratta di un «governo dei creditori» contro gli Stati debitori che imporrà «rigori e austerità» per assicurarci che continuiamo a servire il debito.

Nella neolingua anodina, questa entità è denominata «Meccanismo Europeo di Stabilità» (ESM), e nel linguaggio demagogico del professor Monti, «Fondo Salva-Stati»
(1).

Il suo vero nome è «Fondo Ammazza-Stati». Come dice benissimo la Undiemi, a questa entità gli Stati (sono 17, fra cui l’Italia) parteciperanno non come sovrani, ma «in qualità di soci e debitori»; e in qualità di debitori Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda riceveranno istruzioni su quali tagli, austerità e rigori applicare ai loro cittadini (sudditi) «al fine di ottenere la liquidità necessaria per evitare il default» (un default che sarebbe saggio fare subito)...

Nell’ultimo «accordo», gli europei-creditori hanno imposto alla Grecia di inserire nella sua Costituzione una norma che dà assoluta priorità al pagamento del debito su ogni altro tipo di spesa pubblica: sanità, istruzione, pensioni comprese.
Il destino che hanno riservato alla Grecia, commissariata dalla Troika, diventerà il nostro. Lo ESM avrà il potere di svuotare le casse degli Stati senza che governi, parlamenti e cittadini possano opporsi. Per sostenere un euro agonizzante e un sistema bancario che merita di subire le conseguenze del crack mondiale che ha provocato, comincia il saccheggio senza limiti e senza controllo democratico.

Questo farà anche a noi lo ESM. Una dittatura dell’Usura sui popoli europei.

Una dittatura permanente. Perchè, contrariamente al Meccanismo Europeo di Stabilizzazione Finanziaria che già esiste, e spirerà nel 2013, questo ESM viene dotato di poteri vastissimi; che potrà esercitare per sempre.

Dotata della più totale impunità. Perché «nel trattato fondativo, si dichiara che lESM, il suo personale, i suoi dirigenti e i suoi beni, ‘godono dellimmunità da ogni forma di giurisdizione’», ossia nessuna magistratura potrà mai chiamarli in giudizio, qualunque magistratura europea. Anche la documentazione che l’ente produce durante le sue manipolazioni e i suoi affari, «non può essere oggetto di perquisizione, sequestro, confisca (...) derivanti da azioni esecutive, giudiziarie, amministrative e normative». Il segreto più assoluto coprirà i suoi atti.

Un simile livello di immunità supra legem, erano un tempo prerogative dei sovrani per diritto divino. Un tempo che si credeva del tutto passato. Invece, adesso le oligarchie ci restituiscono un monarca, il Re Usura.

M. B.

 

argento: siamo vicini a una resistenza importante

clicca su immagine per ingrandire

Se l'argento riuscirà a superare l'importante resistenza posta  a 35,5 dollari/oncia potrebbe rapidamente tornare a testare i 50 dollari/oncia.

commento di trader Dan su Youtube
 

oro: sfondata la prima resistenza



Ieri in una sola giornata l’oro ha superato di slancio le due resistenze poste a 1740 e 1750 dollari / oncia.

lunedì 20 febbraio 2012

depressione garantita per almeno 10 anni

Il motivo essenziale per essere negativi sull'Italia nonostante il rialzo di BTP e borsa degli ultimi due mesi e nonostante questo "LTRO" da 500 e poi forse 1.000 miliardi erogati alle banche all'1% da Mario Draghi alla BCE è il trattato fiscale. Il cosiddetto "fiscal compact" che il governo italiano e tutti, i governi meno Inghilterra, Cecoslovacchia e forse Slovenia, hanno firmato il 31 gennaio. (qui è il testo)

Come dice Felix Zulauf citato qui a fianco questo diktat della UE garantisce la depressione per paesi come l'Italia per almeno una decina di anni. Basta leggerlo, per l'italia prevede che per 20 anni lo stato incassi un 3% del PIL più di quello che spende per portare il debito pubblico dal 120 del PIL al 60% del PIL
Dato che Monti lo ha firmato e in Italia non si fanno referendum sulle cose importanti e mai su questioni fiscali viene applicato per l'Italia e anzi lo stiamo già applicando alla grande.

Come scrive Martin Armstrong questo mese:  "i banchieri hanno convinto i politici che per far funzionare il governo devono costantemente indebitarsi sul mercato finanziario. Ora pretendono l'austerità, ma questa è altrettanto pericolosa dell'iperinflazione. L'austerità significa reprimere la popolazione in favore dei banchieri, che hanno convinto i politici e gli accademici che prendere a prestito i soldi è meno inflazionistico che stamparli per lo stato.... Questa idea è semplicemente insana, anche un bambino con una calcolatrice si accorge che DATO CHE IL DEBITO PUBBLICO NON VIENE MAI ESTINTO LA PROPORZIONE DEGLI INTERESSI AUMENTA SEMPRE E ALLA FINE CONSUMA GRAN PARTE DELLA SPESA PUBBLICA.."

Per chi non lo sapesse il nostro debito pubblico del 120% del PIL cioè di 1950 miliardi è penso ora per due terzi, ma nessuno mai fa questo calcolo esatto, costituito NON DI SOLDI SPESI, ma DI INTERESSI CUMULATI SU INTERESSI. Dal momento in cui il debito statale italiano si è avvicinato al 100% del PIL a fine anni '80, pagando un 5% circa l'anno di interessi in media, matematicamente raddoppiava solo per gli interessi ogni circa 15 anni.
NON E' VERO CHE "ABBIAMO DEBITI PUBBLICI... MA VANNO PAGATI PERCHE' SONO SOLDI SPESI DA NOI". DOPO 30 ANNI SONO PIU' CHE ALTRO INTERESSI SU INTERESSI, NON PENSIONI O STIPENDI O ALTRO.

Da anni lo stato italiano ha un "surplus primario", cioè prima del pagamento degli interessi, cioè la differenza tra entrate e spese di stato è positiva, lo stato prende più di quello che da al settore privato. Con Monti ora questa differenza è ORA enorme, sta arrivando a 60-70 miliardi di euro l'anno che lo stato inghiotte più di quello che spende, un record mondiale, nessun altro paese che io sappia ha un avanzo dello stato pari al nostro ora (PRIMA DEGLI INTERESSI). E firmando il trattato il 31 gennaio il governo si è impegnato a succhiare cifre del genere dal settore privato per i prossimi 20 anni, solo per pagare interessi su interessi cumulati. Cioè ogni anno lo stato italiano si è impegnato a ridurre consumi e investimenti delle famiglie e imprese per pagare interessi alla rendita finanziaria (per metà all'estero). Questo è il meccanismo classico usato in Sudamerica, fai indebitare verso la finanza estera uno stato e poi per generazioni questo tassa i suoi abitanti SOLO per pagarti interessi su interessi, all'infinito.

All'infinito perchè a meno di avere crescita economica forte, del 4-5% annuo come negli anni '50 e '60 è matematicamente impossibile ridurre un debito superiore al 100% del reddito. Matematicamente perchè se la crescita nominale è il 2% e il costo del debito è il 5% allora anche un surplus dello stato del 3% del PIL ogni anno NON RIDUCE IL DEBITO ! Ma se lo stato ogni anno assorbe (e ha firmato un trattato che lo impegna) il 3% del PIL dal settore privato è impossibile avere una crescita economica. Per cui ogni anno l'economia stagna se va bene o si contrae solo per pagare montagne di interessi.

Giovanni Z.

fonte: cobraf.com

ancora l'oro nero

petrolio WTI dal 24 gennaio 2012

Dopo il blocco delle esportazioni di petrolio iranina verso il Regno Unito e verso la Francia, il future del petrolio WTI (texano) stanotte ha superato i 105 dollari al barile.
Secondo il quotidiano inglese The Guardian , fonti ufficiali USA stanno ammettendo che "per risolvere il problema abbiamo solo le sanzioni; se queste falliscono sarà difficile evitare l'opzione più estrema (cioé la guerra)" .  Chi sperava in un aiuto da parte dei presunti "alleati" sauditi è rimasto deluso, perché lo scorso mese di dicembre l'Arabia Saudita ha tagliato sia la produzione sia l'esportazione.

articolo dal Guardian su sanzioni e guerra

vedi anche: articolo approfondito con altri grafici

domenica 19 febbraio 2012

la corsa a deprezzare le valute di carta


Negli ultimi mesi le maggiori banche centrali interbvengono sempre di più, rendendo sempre più fragile il gigantesco castello di carte.
In rosso il bilancio della banca centrale cinese, in verde la BCE, in blu la Federal Reserve e in nero la banca centrale giapponese.

venerdì 17 febbraio 2012

il sistema finanziario attuale verrà presto distrutto


Ecco l'ultima intervista a John Embry, responsabile della strategia per l'importante fondo comune di investimento diretto da Eric Sprott.

John Embry has never been a fan of the existing financial system. Today, he makes that once again quite clear in this interview with Egon von Grayerz' Matterhorn Asset Management in which he says: "I think that the current financial system, as we know it, will be totally destroyed, probably sooner rather than later. The next system will require gold backing to have any legitimacy. This has happened many times in history." Needless to say, he proceeds to explain why a monetary system based on gold, one in which one, gasp, lives according to one's means, is better. Logically, he also explains why the status quo, whose insolvent welfare world has nearly a third of a quadrillion in the form of unfunded future liabilities, will never let this happen.
Do you think the Western central banks have as much gold as they claim they have?
John Embry: I strongly suspect that they have materially less than they try to represent. The IMF permits a one line entry on their balance sheets which aggregates physical gold with gold receivables. That’s ridiculous and it is done to deceive analysts. For example, if the Americans had the 8,161 tonnes that they say they have, they would be delighted to submit to an outside audit and shut their detractors up. However, they stonewall all requests.
In the event of another market meltdown, which seems rather likely, do you expect a sell-off in gold?
John Embry: There could be a minor sell-off just because there are so many algorhythyms influencing the market.  It would be short lived because big money in the world now knows they need gold for protection.
Gold is in a bull market for ten years now. So an increasing number of people say it is in a bubble. Why would you say, in Gershwin’s words, “it ain’t necessarily so“?
John Embry: Gold’s price is directly related to the constant debasement of the currencies in which it is denominated. The creation of new paper money is dwarfing the amount of gold available. Gold is about the furthest thing from a bubble that I can think of.
In your view, gold will gain in importance as a monetary asset in the years ahead, likely regaining an official role in the world’s financial system. Why do you think so?
John Embry: I think that the current financial system, as we know it, will be totally destroyed, probably sooner rather than later. The next system will require gold backing to have any legitimacy. This has happened many times in history.
Why are you at Sprott Asset MGMT so very bullish related to silver?
John Embry: We think the supply-demand equation is ultimately better than even that of gold. New industrial and medical uses are exploding and because silver is “poor man’s gold,” investment demand for silver will go crazy when gold gets priced out of the average citizen’s capacity to buy. Given the small size of the market and very limited inventory, the price should go ballistic.
Is the silver market also subject of surreptitious interventions?
John Embry: Without question. In many ways it may be worse because it is a smaller market and J.P. Morgan Chase’s activities have been egregious. The fact that the CFTC has been investigating this for nearly four years without resolution is one of the great jokes of all time.
One highly interesting issue for me personally is the point in time when the Middle East countries will no longer sell their oil and natural gas for paper money. When do you think  they will be paid for it with precious metals?
John Embry: I suspect this whole phenomenon could occur very quickly. When confidence in paper money is lost and I think we are rapidly approaching that moment, something like that would undoubtedly come to pass.
One final question. IF the financial system goes under, one can expect massive supply shortfalls and disruptions in goods and services, particularly in the energy sector. Would you recommend to our readers to take precautions for such a scenario instead of hoping for the best outcome of the global financial crisis?
John Embry: Unfortunately yes. I am a great believer in cognitive dissonance. Most individuals don’t want to face the truth, particularly if it is very unpleasant. Those that do not suffer from this condition should take precautions because the world situation is presently very dangerous.

giovedì 16 febbraio 2012

oro nero



Il prezzo del petrolio "Brent", espresso in euro, ha appena superato la sua quotazione massima di tutti i tempi che aveva stabilito nel luglio 2008. In che modo impatterà la recessione già in corso in diverse economie europee?
La prestigiosa rivista scientifica Nature ha pubblicato un’approfondita analisi sull’incidenza del prezzo del petrolio nella crisi globale. Secondo il rapporto del settimanale britannico, “delle undici recessioni verificatesi negli Usa dopo la Seconda guerra mondiale, dieci, tra cui l’ultima, sono state precedute da un balzo improvviso dei prezzi del greggio”.
Negli USA il prezzo della benzina alla pompa è sui massimi e le notizie sempre più gravi dall' Iran non ci fanno prevedere ribassi a breve.

martedì 14 febbraio 2012

la Federal Reserve



Dieci cose che si dovrebbero sapere sulla Banca centrale degli Stati Uniti:
1. Il sistema della Federal Reserve (Fed) è un cartello bancario privato
Non è un’agenzia governativa. E’ di proprietà delle banche private che fanno parte del sistema della Fed.
Non sappiamo quanto ogni banca possiede di questo sistema perchè tutto viene coperto dal massimo riserbo.
La Fed ammette apertamente di non essere un’agenzia governativa: quando si era opposta alla consegna di documenti richiesta dall’agenzia Bloomberg, nell’aula di tribunale i suoi legali avevano dichiarato che non si tratta di un’agenzia del governo federale e dunque non deve sottostare agli obblighi del Freedom of Information Act.
2. La Federal Reserve è una macchina fabbrica-debiti
Fino a quando esisterà il sistema della Fed, il debito del governo americano continuerà a crescere. Gli Stati Uniti sono al loro terzo Quantitative easing, la stampa di moneta che di fatto crea nuovi debiti.
3. La Federal Reserve ha distrutto il 96% del valore del dollaro USA
Dal 1900 a oggi il dollaro ha perso il 96.2% del suo valore. Un declino che è andato accelerando dal 1913, l’anno in cui fu creata la Federal Reserve.
La costante espansione della fornitura di denaro implica la perdita di valore della moneta. Negli USA l’inflazione è una “tassa nascosta” che erode il benessere della popolazione. , presidente della Fed, ritiene che sia positivo avere un po’ di inflazione. Per il prossimo anno prevede di mantenerne il livello al 2%.
4. La Federal Reserve presta alle banche senza alcun discernimento
I prestiti segreti accordati alle grandi banche durante gli anni della crisi, nel 2008 e sino al marzo 2009 ammontano a centinaia di migliaia di miliardi di dollari, a tassi d’interesse agevolati.
5. La Federal Reserve paga le banche perchè non diano prestiti
Il paragrafo 128 del Emergency Economic Stabilization Act 2008 permette alla Federal Reserve di pagare interessi sulle riserve in eccesso che le banche depositano nei suoi forzieri.
Così, invece di concedere prestiti pubblici o alle aziende che ne fanno richiesta, le banche preferiscono tenere i soldi al sicuro, guadagnando interessi e con zero rischi.
6. La Federal Reserve crea bolle economiche artificiali estremamente pericolose
Potendo decidere i tassi d’interesse, un istituto centrale come la Federal Reserve crea un ambiente dove le bolle finanziarie possono svilupparsi facilmente. Le molte bolle degli anni passati sono il risultato del mantenimento dei tassi artificialmente bassi.
7. Il sistema della Federal Reserve è dominato dalle grandi banche di Wall Street
8. Non è un caso che la tassa sul reddito e la Federal Reserve siano state entrambe create nel 1913
Senza una tassa sul reddito è difficile finanziare i debiti del governo creati da un sistema bancario centralizzato. Le due cose sono state istituite insieme perchè dovevano funzionare insieme.
9. Le conoscenze economiche dell’attuale presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke sono scarse
Prova ne sono le sue dichiarazioni – tutte sbagliate – negli ultimi sei anni, sui subprimes, la recessione, l’impiego. Non di rado i media lo definiscono “bugiardo, lunatico, incompetente.”
10. La Federal Reserve è diventata troppo potente
Si tratta dell’istituzione meno democratica degli Stati Uniti. Oggi è talmente potente che viene considerata parte del sistema di governo, se non addirittura “il” governo.

lunedì 13 febbraio 2012

La BCE salva le banche, non l'economia

La BCE salva le banche, non l’economia
Articolo di Alfonso TuorCorriere del Ticino

Il sistema finanziario assomiglia sempre più ad un tossicodipendente che ha continuamente bisogno di nuovi soldi per non incorrere in una grave crisi di astinenza. E a provvedere all’uopo sono, come sempre, le banche centrali. Ultima in ordine di tempo è stata la Banca centrale europea che lo scorso mese di dicembre ha prestato agli istituti di credito del Vecchio Continente poco meno di 500 miliardi di euro per tre anni al tasso dell’1%. La BCE si appresta ad effettuare una operazione simile il prossimo 28 febbraio, soddisfacendo in misura illimitata le richieste del sistema bancario che – stando ad alcune stime – dovrebbero superare l’astronomica cifra dei 1.000 miliardi di euro.
La prima operazione è stata giudicata un grande successo, poiché ha ridato fiato ai mercati azionari (il rialzo di gennaio delle Borse è stato il più consistente dal 2008) e ai titoli bancari che hanno recuperato parte del terreno perso nei mesi precedenti e poiché sono diminuiti i tassi di interesse dei Paesi europei in difficoltà (e anche i loro spread) ad eccezione di quelli di Grecia e Portogallo.
Neppure il timore di un fallimento della Grecia ha intaccato l’ottimismo dei mercati finanziari indotto dalla droga di questa enorme liquidità. Tutto sembrerebbe dunque andare per il meglio, ma nonostante ciò appare opportuno interrogarsi se queste iniezioni di liquidità permettano di rilanciare la crescita dei Paesi europei periferici e quindi di risolvere la crisi dell’euro.
Questa enorme fame di capitali conferma lo stato estremamente precario del sistema bancario europeo che (soprattutto nei Paesi in difficoltà) non riesce più a rifinanziarsi sul mercato emettendo obbligazioni. 
Ora, grazie alla BCE, riescono ad approvvigionarsi di liquidità a basso costo senza più dover fare ricorso ai finanziamenti a breve termine sul sempre più ostile mercato interbancario.
Non sorprende che un quinto dei 500 miliardi erogati dalla BCE sia stato richiesto proprio dalle banche italiane, che li hanno poi in parte usati per acquistare titoli emessi dal Governo di Roma che consegneranno come pegno per ottenere nuovi prestiti dall’istituto di Francoforte alla fine di questo mese. In pratica si tratta di un enorme «carry trade» in cui le banche si indebitano all’1% per acquistare titoli che hanno rendimenti superiori e che permettono di ottenere un consistente utile. Secondo la Barclays, la diminuzione dei costi di raccolta dei capitali farà aumentare del 4% gli utili delle banche europee.
Tutto bene, quindi. Invece no, poiché sia il meccanismo messo in moto dalla BCE per erogare questi prestiti, sia gli investimenti delle banche esaltano il processo di balcanizzazione del sistema finanziario europeo. Il fatto che non esiste più un mercato unico è stato indirettamente confermato dalla decisione della BCE di risolvere la questione di quali titoli accettare come pegno demandandola alle vecchie banche centrali.
Per cui è la Banca d’Italia a decidere quali titoli presentati dalle banche accettare come collaterale e ad assumersi il rischio su questi titoli. Questo per quanto riguarda l’erogazione dei prestiti, altrettanto vale per gli investimenti delle banche che hanno privilegiato i titoli pubblici del loro Paese, mentre gli istituti di credito dei Paesi forti hanno continuato a vendere i titoli pubblici dei Paesi deboli. Tutto ciò conferma la sfiducia nella tenuta dell’euro.
Ma le banche europee non hanno solo un problema di liquidità, ma anche di solvibilità, come ha ricordato l’Autorità di sorveglianza europea che ha prescritto ad alcuni istituti di procedere a consistenti aumenti di capitale per complessivi 110 miliardi di euro.
Questi problemi di solvibilità inducono le banche a vendere attività e soprattutto a razionare i prestiti alle famiglie e alle imprese per evitare di dover chiedere nuovi capitali al mercato. Quindi l’enorme iniezione di liquidità operata dalla Banca centrale europea non allenta la stretta creditizia effettuata dalle banche. In altre parole, ha scarso o punto influsso sul rilancio della crescita economica già fortemente depressa dalle misure di austerità che sono state adottate dai diversi Paesi europei.
Per questo motivo la politica monetaria di Mario Draghi ha il fiato corto: l’uscita dalla crisi avverrà unicamente quando le economie dei Paesi deboli dell’Europa riprenderanno a crescere e a ridurre il loro svantaggio competitivo rispetto alla Germania.
La decisione di inondare il sistema finanziario di centinaia di miliardi è una ulteriore scelta della disperazione tesa ad evitare il pericolo di un collasso del sistema bancario e non un passo per risolvere una crisi che sta facendo sprofondare in una recessione sempre più grave numerosi Paesi europei, facendo lievitare la disoccupazione e aumentando il numero delle persone che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese.
C’è quindi da chiedersi se la ripetizione dei salvataggi del sistema bancario sia la strada che permetterà l’uscita dalla crisi oppure – come è legittimo temere – sia solo tesa a guadagnare un po’ di tempo.

fonte: Corriere del Ticino

La Grecia salva l'euro ma non se stessa



La Grecia non ha salvato se stessa, ma ha salvato l’Euro e le banche europee da un sistemico rischio contagio (effetto domino) che avrebbe reso incontrollabile il sistema e che in un amen sarebbe riuscito a polverizzare quel clima di fiducia e positività che si è venuto a generare negli ultimi mesi. Con il piano di austerity di ieri si è firmata una condanna che sintetizzerei con la frase “commissariamento perpetuo” e “impoverimento strutturale”. Succhieranno tutto il sangue possibile ed immaginabile, cederanno asset, e renderanno la Grecia una provincia della Germania e degli stati più ricchi. C’erano alternative? Si, il default. Ma cosa avrebbe comportato? Innanzitutto una catastrofe nell’Eurozona. E poi per la Grecia l’inizio di una nuova storia. Partendo però DAL NULLA (non dimentichiamolo).
La domanda sorge spontanea: alla fine era meglio farla fallire? Sbaglierò, ma…alla fine…chi è che ha falsificato i conti in bilancio? La Grecia ahimè era da salvare. Però come sempre ci si è mossi troppo tardi. Bisognava intervenire prima in modo strutturare e concreto. Un monito IMPORTANTE per gestire la prossima ciris: quella del Portogallo.
Personalmente non mi faccio prendere da nessun entusiasmo, mantengo il realismo a cui mi affido e aspetto gli eventi. Tanto alla fine, lo abbiamo capito, il mercato è tutto fuorchè coerente.

D.T.
articolo completo su Intermarket&More

stato, banche, denaro vero e falso

Filmato che spiega tutto con semplicità e chiarezza:

giovedì 9 febbraio 2012

analisi tecnica oro e argento


8 febbraio: il grafico dell'oro indica chiaramente il completamneto di una "tazza" sotto la forte resistenza dei 1750 dollari/oncia. Allo sfondamento della resistenza, il prezzo dell'oro dovrebbe raggiungere un obiettivo di 1950 dollari/oncia.



Si vede chiaramente una tazza anche nel frafico dell'argento. Allo sfondamento della resistenza dei 34,5 dollari/oncia, le quotazioni dovrebbero chiudere del tutto il grosso gap lasciato aperto all'inizio di ottobre 2011 e raggiungere un primo obiettivo di 42 dollari/oncia.

mercoledì 8 febbraio 2012

fuga dalle banche della zona euro

clicca per ingrandire


Questo grafico, fornito dal Credit Suiss, mostra i flussi di denaro in uscita dai conti correnti bancari di privati della zona euro.
La linea più chiare indica Germania e Francia, quella più scura indica i paesi periferici (noti anche come PIIGS).

martedì 7 febbraio 2012

le chiacchere e i metalli


Cinque giorni fa, mentre Ben Bernanke interveniva a Washington davanti al Congresso, le quotazioni dell'oro si sono impennate non appena il presidente della Fed ha aperto bocca, con un incremento di 15 dollari l'oncia in pochi minuti.
Oggi pomeriggio, l'oro ha guadagnato 14 dollari l'oncia nella mezz'ora di discorso di Bernanke. Più le banche centrali stampano soldi e più si rafforza il vero denaro.

il giallo dell'oro del Venezuela


Lo stato del Venezuela possiede ufficialmente 365 tonnellate di oro, delle quali solo 154 tonnellate si trovano nei forzieri di Caracas.
Lo scorso agosto 2011, Chavez aveva annunciato che le 211 tonnellate di oro del Venezuela depositate all'estero sarebbero state rimpatriate con due spedizioni via nave il 29 novembre 2011 e il 31 gennaio 2012.
Emma Rowley del quotidiano inglese Telegraph ha riportato che la prima spedizione consisteva di 18 tonnellate di oro. Chavez annunciava poi con grandi celebrazioni il rimpatrio di altre 14 tonnellate di oro.
Delle 160 tonnellate che dovevano essere restituite, 99 si trovavano presso la Bank of England, mentre le restanti 61 presso tre altre banche: la Federal Bank di New York, la Bank of Nova Scotia di Toronto e la Barclays Bullion Bank.
Chavez annunciò inizialmete che 15 tonnellate sarebbero rimaste all'estero (quasi sicuramente a Londra) per fare speculazione.
Dopo l'arrivo della prima spedizione, tuttavia, Chavez annuncia che 51 tonnellate sarebbero rimaste all'estero, sempre per "trading purposes".
Quindi delle 211 tonnellate originali che si trovavavno all'estero, 160 dovevano essere rimpatriate e 51 dovevano rimanere a Londra.
Cosa è successo al resto dell'oro del Venezuela?
Qualcosa non quadra ...

lunedì 6 febbraio 2012

chiusa ambasciata USA in Siria


Gli Stati Uniti hanno chiuso l'ambasciata americana in Siria a causa del peggioramento della situazione relativa alla sicurezza. Il Dipartimento di Stato ha informato in un comunicato che l'ambasciata ha sospeso le operazioni e che l'ambasciatore USA in Siria, Robert Ford e tutto il personale dell'ambasciata hanno lasciato il paese.
Il Dipartimento di Stato, ha invitato inoltre via twitter, i cittadini americani in Siria a partire "immediatamente".

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Il presidente Obama, inoltre, ha firmato un ordine esecutivo che congela tutti i beni negli USA riconducibili al governo e alle istituzioni iraniane.

argento meglio della chemio


L'argento può eliminare alcuni tumori meglio della chemioterapia e con minori effetti collaterali

Secondo studi recenti da parte dei ricercatori dell'univesità scozzese di Leeds, cellule colpite da tumori al seno o al colon sono state curate con ottimi risultati con sostanze chimiche basate sull'argento.
L'argento è già largamente utilizzato in medicina, come antisettico, come antibiotico e  per purificare l'acqua.


articolo completo sul daily Mail

sabato 4 febbraio 2012

13 Stati degli USA stanno per adottare monete di oro e argento


13 Stati degli U.S.A. sono alla ricerca di nuovo denaro basato su argento e oro
(CNNMoney) - Un numero crescente di Stati sono alla ricerca di nuove monete luccicanti d'argento e d'oro.
Preoccupati dalla considerazione che la Federal Reserve e il dollaro USA sono sull'orlo del collasso, i legislatori di 13 Stati, tra cui Minnesota, Tennessee, Iowa, South Carolina e Georgia, stanno cercando l'approvazione da parte loro i governi statali a emettere una propria moneta alternativa o quantomeno esplorare quetsa opzione. Solo tre anni fa, tre Stati soltanto stavano esaminando proposte simili a posto.
"In caso di iperinflazione, depressione, o altre calamità economiche legate a un eventuale scioglimento del sistema della Federal Reserve ... le finanze pubbliche dello Stato e dell'economia privata saranno gettati nel caos", ha dichiarato Glen Bradley, parlamentare repubblicano della Carolina del Nord, in un disegno di legge valuta ha introdotto l'anno scorso.
La costituzione degli USA permette agli Stati di utilizzare "monete d'oro e d'argento per il pagamento dei debiti."
Lo stato dello Utah è diventato il primo stato a introdurre una propria moneta alternativa quando il governatore Gary Herbert ha firmato un disegno di legge in legge lo scorso marzo 2011 che ha riconosciuto le monete d'oro e d'argento emesse dalla zecca degli Stati Uniti come una forma accettabile di pagamento. Secondo la legge, le monete – come il Gold Eagles e i Silver Eagles -  vengono trattati come dollari statunitensi ai fini fiscali, eliminando le imposte sulle plusvalenze.
Dato che il valore nominale delle monete coniate dalla zecca è molto inferiore al valore del metallo, la nuova legge permette alle monete di essere scambiate al loro valore di mercato, in base al peso e grado di purezza.



fonte: money.cnn.com

mercoledì 1 febbraio 2012

gli USA importano sempre più argento


Nel 2011 gli Stati Uniti hanno dovuto importare il 75% del loro fabbisogno di argento. Negli ultimi anni questa percentuale continua a crescere con regolarità.
L'anno scorso la produzione interna degli USA è stata di 1.160 tonnellate, provenienti soprattutto da miniere dell'Alaska e del Nevada.
Altre 1.700 tonnellate sono state frutto di riciclaggio.
Per soddisfare i 3/4 del fabbisogno, hanno importato argento soprattutto dal Messico, dal Canada e dal Perù.
Per il 2012, gli analisti di Barclay Bank stimano che il fabbisogno industriale di argento aumenterà del 2,5% a livello globale; aumenteranno anche gli acquisti di metallo destinato agli investimenti sia per il timore di una iperinflazione sia per proteggersi da eventuali rischi sistemici.

le 5 maggiori banche USA stanno rischiando il fallimento


Cinque delle maggiori banche statunitensi hanno emesso il 97% dell'importo dei CDS (Credit Default Swap) in essere. C'è un'organizzazione chiamata ISDA (International Swaps and Derivatives Association) che determinerà arbitrariamente se un “evento di credito”, una parola nuova che hanno creato, è oppure non è un default, cioè se deve essere considerato un fallimento.
L'ISDA è più potente di qualsiasi governo in termini della decisione finanziaria che dovrà fare, probabilmente già questa settimana. Si era detto che la "tosatura" del 50% sul debito greco non andava considerato un default. Oggi si sta parlando di un probabile un taglio ulteriore sul debito greco, probabilmente con un rimborso di un misero 30% del debito.
Come si pronuncerà la ISDA ?  Lo considereranno un default? Beh, la ISDA composta dalle banche associate, che potrebbero soffrire di più se l’evento viene classificato come default, quindi è ragionevole supporre la ISDA sentenzierà che un rimborso del 30% non è un default. Ciò ovviamente avrà pesanti ripercussioni tra coloro che si sono coperti con i CDS.
Per esempio, il grosso broker MF Global è saltato quando la ISDA ha dichiarato che i CDS in suo possesso non valevano alcunché in caso di una tosatura del 50% del debito degli stati sovrani europei.
Il sistema è più a rischio in questo momento grazie ai CDS di quanto lo fossimo nel 2008 per colpa dei derivati OTC emessi sui mutui immobiliari.

copyright 2012 The Ellis Martin Report

intervista completa su YouTube

vedi anche articolo su ilGrandeBluff.info